Concilio di Trento:
Se qualcuno dirà che il rito della chiesa Romana, secondo il quale parte del canone e le parole della consacrazione si profferiscono a bassa voce, è da riprovarsi; o che la messa debba essere celebrata solo nella lingua del popolo; o che nell’offrire il calice non debba esser mischiata l’acqua col vino, perché ciò sarebbe contro l’istituzione di Cristo, sia anatema.
Chi ha scritto questo intervento è evidentemente uno a cui piace aprire bocca per dargli fiato. Il decreto del Concilio di Trento non dice che la Santa Messa debba essere celebrata SOLO in latino, ma che questa può essere celebrata ANCHE in latino. Ora, si dà il caso, che il rito riformato introdotto dal Concilio Vaticano II non ha eliminato la messa in latino (tanto è vero che il Papa, ad esempio, ha sempre continuato a celebrare la messa in questa lingua, che, lo ricordiamo, è la lingua ufficiale della Chiesa Latina) , ma ha semplicemente SOSPESO l'utilizzo del Rito Tridentino (il quale, a differenza del nuovo Rito, contempla solo ed esclusivamente l'uso del latino) al fine di permettere al nuovo Rito di attecchire nelle parrocchie. Era comunque possibile ottenere una dispensa da tale sospensione, dispensa che è stata più volte richiesta e concessa. Proprio di recente, poi, passati alcuni decenni dalla riforma liturgica ed essendo venuta a mancare la necessità di succitata sospensione, questa è stata revocata ed il Rito Tridentino è stato liberalizzato.
-------------------------------------------
Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)