eretikus, 01/01/2009 19.02:
____________Quindi, in riferimento alla persecuzione dei Testimoni di Geova sotto il Terzo Reich, l’Autore illustra come i vertici della Società Torre di Guardia tentarono un compromesso col nazismo nella primavera-estate del 1933. Penton, poi, passa in rassegna i principali documenti storici attestanti questo tentativo di scendere a patti con Hitler__________________
Non ho letto il testo di Penton, ma penso che tra i documenti presentati, il più importante sia la "Dichiarazione dei fatti" del 1933.
Questo documento è una pesante pietra legata al collo che i vertici del C.D. si portano da tempo.
E' un documento che mette alla gogna gli ebrei, accusandoli di volere affamare il mondo e la nazione germanica.
Tutti le confessioni cristiane, cattolici, protestanti e TdG, hanno cercato dei vergognosi compromessi col nazismo.
Ma mentre protestanti e cattolici si sono ravveduti e pentiti, i TdG perseverano nel difendere la loro verginità.
Ma i documenti "loro" parlano contro di loro.
Saluti
Nell’appendice “C” (pag. 392 e seguenti) del libro di Penton si fa notare che tra la Dichiarazione dei Fatti, presentata il 25 giugno 1933 all’assemblea della Watch Tower di Berlino–Wilmersdorf e distribuito ai funzionari tedeschi e al pubblico nei giorni successivi, e quella riprodotta in tedesco e in inglese negli Annuari dei Testimoni di Geova del 1934 in queste due lingue, ci sono numerose differenze di testo. È ragionevole ritenere che il giudice Rutherford originariamente scrisse la Dichiarazione in inglese; comunque è assai probabile che nel tradurla in tedesco per la distribuzione, Paul Balzereit o altri funzionari di Magdeburgo apportassero piccole modifiche nel testo e aggiungessero una importante dichiarazione che non compare nell’edizione dell’Annuario. Quest’ultima dichiarazione asserisce falsamente che i cattolici americani, così come gli ebrei, cercavano di boicottare la Germania anche per la politica antisemita dei Nazisti.
Cordialmente
geovologo
Non è vero che chi non parla non ha nulla da dire: il silenzio è ricco di significati che spesso perdiamo perché prigionieri di una specie di ebbrezza della parola.