È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!


Avviso per i nuovi utenti

Per essere ammessi in questo forum è obbligatorio  
compilare il modulo di presentazione.

Cliccare qui

ATTENZIONE:
il forum è stato messo in modalità di sola lettura.
Le discussioni proseguono nel nuovo forum:
Nuovo Forum
Per partecipare alle discussioni nel nuovo forum bisogna iscriversi:
Cliccare qui
Come valeva per questo forum, anche nel nuovo forum non sono ammessi utenti anonimi, per cui i nuovi iscritti dovranno inviare la loro presentazione se vorranno partecipare.
Il forum si trova su una piattaforma indipendente da FFZ per cui anche chi è già iscritto a questo forum dovrà fare una nuova registrazione per poter scrivere nel nuovo forum.
Per registrarsi nel nuovo forum clicccare qui

Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 2 | Pagina successiva
Stampa | Notifica email    
Autore

I Testimoni di Geova e il Terzo Reich. Inediti di una persecuzione

Ultimo Aggiornamento: 02/03/2009 20:51
04/12/2008 06:56
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 11.866
Registrato il: 17/07/2004
Utente Gold
OFFLINE
Nel sito di Achille Aveta - www.webalice.it/achille.aveta/penton.html - è stata pubblicata la seguente recensione, tratta da “Religioni e sette nel mondo” n° 29/2006.
-----------------------------------------


M. James PENTON, Jehovah’s Witnesses and The Third Reich. Sectarian Politics under Persecution, University of Toronto Press 2004.

Edizione italiana:
I Testimoni di Geova e il Terzo Reich. Inediti di una persecuzione
ESD, Bologna 2008
Pagg. 560 - € 29,00


Spesso gli eventi, anche quelli di una certa importanza e rilevanza, sganciati dai fatti concreti che, direttamente o indirettamente, li hanno determinati, acquistano e conservano un significato stereotipato, legato alla versione che di essi ha offerto chi ha avuto maggiore potere di propaganda e, quindi, di convincimento. Quando, invece, si possiede la cronaca minuta, la testimonianza scritta delle tappe attraverso le quali un evento si è venuto realizzando, allora è possibile rileggere quei documenti e maturare un giudizio più ponderato, meno legato alla temperie ideologica e agli umori che fanno tendenza. Infatti, la Storia, la grande Storia, si alimenta di piccole storie, di notizie provenienti da documenti dal valore apparentemente occasionale. La documentazione storica, quindi, è tanto più efficace e tanto più utile quanto più è ricca ed ampia. Rileggere una documentazione vasta e puntuale relativa a una determinata vicenda, mette tutti in condizione di meglio comprendere quando e perché la serie di fatti ha imboccato quella strada che ha determinato una soluzione e non altre. La cospicua quantità di documenti messi insieme, con lucida determinazione e con grande impegno, da James Penton, sulla vicenda della persecuzione nazista dei Testimoni di Geova, vede oggi la luce attraverso la pubblicazione del libro Jehovah’s Witnesses and The Third Reich. Sectarian Politics under Persecution. Tale volume consente di rileggere con più ponderata riflessione la serie minuta delle prese di posizione di tutti i soggetti coinvolti nella dolorosa vicenda. La storia discussa in questo volume non è soltanto ricerca ed esibizione di documenti; è anche interpretazione. Nella sua ricerca storica, Penton preserva la probità scientifica e l’onestà intellettuale, ma non reprime la propria libertà di studioso; egli non si limita a mettere insieme, meccanicamente, dei fatti.

Infatti, sempre più spesso, gli storici hanno rivendicato il proprio diritto-dovere di porsi le domande più scabrose anche di fronte a eventi che ancora turbano le nostre coscienze: lo studioso deve indagare oltre la sacralità della memoria. Ciò vale pure con riferimento alle carneficine atroci, mai giustificabili, compiute da Hitler e dai suoi aguzzini. Lo studioso deve poter agire liberamente sul delicatissimo crinale che, contemporaneamente, unisce e separa giudizio politico e giudizio storico. E Penton si muove su questo crinale con indubbia perizia; egli continua, in questo lavoro, la sua attività di studio rigoroso che non si piega alla disinvoltura – tutta politica – di un revisionismo che interpreta la storia come prolungamento di convinzioni ideologiche. Per anni, infatti, M. James Penton ha insegnato Storia all’Università di Lethbridge in Alberta (Canada). Per i tipi dell’University of Toronto Press ha pubblicato nel 1985 l’autorevole Apocalypse Delayed. The Story of Jehovah’s Witnesses, ripetutamente ristampato e giunto alla seconda edizione nel 1997. Articoli di Penton sono, tra l’altro, contenuti in The Encyclopedia Americana e in The Canadian Encyclopedia.

Il volume che presentiamo - Jehovah’s Witnesses and The Third Reich. Sectarian Politics under Persecution - è strutturato in sette capitoli, oltre l’Introduzione e la Conclusione, e contiene un’ampia sezione di 140 pagine di Appendici, nelle quali sono riprodotti numerosi documenti in tedesco ed inglese, alcuni dei quali sono inediti; un’ampia bibliografia ragionata completa il testo. L’operazione di Penton consiste nel prendere i fatti, spogliarli il più possibile delle sovrastrutture, sottoporli a un controllo incrociato di verifiche documentali e buon senso e poi metterli in fila, rendendo conto di tutte le interpretazioni che vi ruotano attorno. Il resto lo fa chi legge. La pubblicazione di questi documenti va perciò salutata con sincera gratitudine. Tutto quanto arricchisce la memoria storica va considerato importante e significativo. Aiuta a capire meglio il passato, consente di orientarsi meglio nel presente e permette di attrezzarsi in maniera più adeguata per affrontare con cauta attenzione il futuro.
Fin dalla Premessa, Penton precisa: «nutro un’enorme comprensione per gli uomini, le donne e i bambini che, in qualità di Testimoni di Geova, subirono una terribile persecuzione nella Germania nazista. Quindi, nulla di quanto è scritto in questo libro dev’essere interpretato come finalizzato ad intaccare la reputazione di integrità e coraggio di quei comuni Testimoni di Geova tedeschi» (p. xviii). Quindi, in riferimento alla persecuzione dei Testimoni di Geova sotto il Terzo Reich, l’Autore illustra come i vertici della Società Torre di Guardia tentarono un compromesso col nazismo nella primavera-estate del 1933. Penton, poi, passa in rassegna i principali documenti storici attestanti questo tentativo di scendere a patti con Hitler. Il primo capitolo documenta pure il modo in cui la Società Torre di Guardia ha tentato di dissimulare questo tentativo di compromesso e come essa abbia pubblicamente contrastato l’opera di documentazione svolta dall’Autore. Infatti, il secondo capitolo del libro presenta un’ampia panoramica della campagna di controinformazione attuata dalla Società Torre di Guardia e dai suoi apologeti in Germania, Francia e Gran Bretagna.

Nel terzo capitolo l’Autore esamina dettagliatamente le argomentazioni proposte dalla Società Torre di Guardia e dai suoi sostenitori, ed evidenzia un’appropriazione indebita della storia a fini ideologici, documentando la falsità dell’assunto in base al quale i Testimoni di Geova si sarebbero contrapposti al nazismo fin dall’inizio; illustra, inoltre, l’antisemitismo manifestato dai vertici del Movimento e da comuni Testimoni di Geova dell’epoca. Nel capitolo si documentano pure gli eccessi e le scorrettezze della propaganda anticattolica posta in essere dalla Società Torre di Guardia.

L’Autore inquadra, nel quarto capitolo, la condizione dei Testimoni di Geova tedeschi nel più ampio contesto della storia del geovismo in America; documenta la radicale riforma del Movimento, compiuta da J.F. Rutherford, volta alla creazione di un’organizzazione rigorosamente gerarchizzata; inoltre, offre al lettore una sintetica biografia di Rutherford, documentando il suo pragmatismo politico, il suo disprezzo per la professione medica, le chiese storiche, l’alta finanza, i presidenti Hoover e Roosevelt, e altri aspetti del suo carattere.

Il capitolo quinto descrive il movimento tedesco degli Studenti Biblici (Bibelforscher) prima del 1933; illustra com’era organizzato, quanto profondamente la riforma di Rutherford avesse attecchito in quel contesto, le frizioni tra Rutherford e i responsabili della filiale tedesca della Società Torre di Guardia; documenta pure le contraddittorie direttive impartite agli affiliati da Rutherford riguardo al comportamento da tenere nei confronti delle autorità naziste.

L’Autore descrive, nel sesto capitolo, le tappe della persecuzione nazista subita dai Testimoni di Geova raffrontandole con le polemiche, talvolta offensive, iniziative di Rutherford nei confronti delle autorità naziste, delle quali i singoli Testimoni furono pedissequi esecutori.

Nel settimo capitolo, prendendo lo spunto dai saggi di due studiosi americani di origine ebraica - Peter Novick e Norman Finkelstein - l’Autore illustra che l’Olocausto è assurto all’attenzione degli storici solo a partire dal 1967, in concomitanza con la riaffermazione della legittimità della presenza di Israele come entità politica in Medio Oriente. Con un costante richiamo all’Olocausto, gli ebrei americani assunsero allora lo “status di vittime” da elencare insieme ai neri, agli ispanici, al movimento femmista, agli omosessuali e ai nativi americani. Recentemente, osserva Penton, anche la Società Torre di Guardia è saltata sul “carro” dell’Olocausto, per condividerne lo “status di vittime”, associando la sorte di alcuni Testimoni di Geova a quella dei milioni di ebrei fatti trucidare da Hitler; ciò è avvenuto, secondo l’Autore, per fronteggiare le accuse di settarismo rivolte al Movimento con sempre maggiore insistenza e da più parti, soprattutto in Europa. Quindi, l’Olocausto ha dimostrato di essere un’arma ideologica indispensabile grazie alla quale l’Organizzazione geovista, con una fedina non immacolata quanto a rispetto dei diritti umani dei propri affiliati, si propone di acquisire lo status di “vittima”, facendone derivare una sorta di immunità alle critiche: essere “vittime” diviene un vantaggio. Rievocare le persecuzioni del passato serve a respingere le critiche del presente.

Pertanto, l’informazione geovista sull’Olocausto si presenta, in realtà, come un’operazione di indottrinamento e di propaganda, il cui vero intendimento non è la comprensione del passato, ma la manipolazione del presente. Il dichiarato interesse dei vertici geovisti per la memoria dell’Olocausto appare come qualcosa di studiato a tavolino. Evocare l’Olocausto è uno stratagemma per delegittimare ogni genere di critica nei confronti dei Testimoni di Geova. La “memoria dell’Olocausto dei Bibelforscher” sembra essere stata forgiata da preoccupazioni odierne: appare una costruzione ideologica elaborata sulla base di precisi interessi.
La rivendicazione dell’unicità dell’Olocausto è anche una rivendicazione dell’unicità dei Testimoni di Geova; così essi sono “ontologicamente” eccezionali. Sempre puniti, sempre innocenti. Il dogma dell’odio universale degli increduli rende conto dell’ostilità contro i Testimoni di Geova; quest’odio sta dietro ogni attacco o ogni manovra contro il Movimento: il mondo vuole cancellarlo, ha sempre voluto farlo! Quindi, se il mondo vuole vedere morti i Testimoni di Geova, c’è davvero da stupirsi che essi esistano ancora e siano in crescita! Tale dogma dell’odio eterno equivale a un’educazione alla paranoia: la loro sofferenza fu unica perché loro stessi sono unici!

La sfida odierna, raccolta da Penton, è quella di ristabilire “l’Olocausto” nazista dei Testimoni di Geova come un oggetto di indagine razionale, soltanto allora potremo davvero trarre lezione da esso. Il gesto più nobile nei confronti di coloro che sono morti è serbarne il ricordo, imparare dalla loro sofferenza e, finalmente, lasciarli riposare in pace.

Giuseppe Ferrari
(recensione tratta da “Religioni e sette nel mondo” n° 29/2006)

Se volete acquistare online il volume vedete qui:
www.webalice.it/achille.aveta/leggere.html

Achille


[Modificato da Achille Lorenzi 04/12/2008 06:56]
04/12/2008 08:56
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 1.278
Registrato il: 17/02/2008
Utente Veteran
OFFLINE
L'olocausto è stato un terribile evento che ha privato tutti noi di una parte di innocenza, poichè ci ha mostrato quanto l'umanità possa esprimere di mostruoso.
Ci insegna a mantenere alta la guardia perchè ogni scintilla di intolleranza, poi può diventare un incendio.
I testimoni hanno, purtroppo, avuto anch'essi vittime, grazie anche all'incompetenza dei loro dirigenti tedeschi e all'atteggiamento inqualificabile del loro presidente.
Ciò che non capisco, però, è quanto segue.
Ammesso che essi non credano ai documenti storici che confermano il perchè di questo tragico evento, preso atto che, sinceramente (io credo) o tatticamento, piangono queste vittime,
perchè si augurano che ad Armaghedon possa compiersi un olocausto ancora più grande?
Non vestono, così, l'uniforme dei loro aguzzini?

Nonna Pina
04/12/2008 09:04
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 1.666
Registrato il: 17/10/2004
Utente Veteran
OFFLINE
Brava Nonna Pina

con sole due parole hai rammentato MOLTO BENE quli pacifisti sono, infatti LORO non prendono i fucilini ma pregano tutti i giorni che i loro nemici vengano anientati nlla maniera più violenta.
Poi fanno parlare le povere pecore condizionate a dovere, sui misfatti delle altre fedi.
Se potessero certi TDG !!!, chissà a quali torture ci metterebbero.

04/12/2008 09:13
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 596
Registrato il: 01/05/2008
Utente Senior
OFFLINE
Come mi dissero una volta: "Noi non siamo pacifisti. Siamo pacifici...".

Io sono entrambe le cose e sto bene così.
04/12/2008 09:41
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 1.667
Registrato il: 17/10/2004
Utente Veteran
OFFLINE
Caro Elghorn
Se sei pacifista e pacifico, non sarai certamente nel numero di quelli che ho menzionato e che si augurano ogni giorno che noi NON TDG e tutti gli ex TDG si venga distrutti in maniera atroce da Armaghedon.

04/12/2008 09:58
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 597
Registrato il: 01/05/2008
Utente Senior
OFFLINE
Re:
Daniela47, 04/12/2008 9.41:

Caro Elghorn
Se sei pacifista e pacifico, non sarai certamente nel numero di quelli che ho menzionato e che si augurano ogni giorno che noi NON TDG e tutti gli ex TDG si venga distrutti in maniera atroce da Armaghedon.





No, assolutamente no, non lo sono!
04/12/2008 10:13
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 1.279
Registrato il: 17/02/2008
Utente Veteran
OFFLINE
pacifico[pa-cì-fi-co]
(pl. m. -ci; f. -ca, pl. -che)

A agg.

1 Che ama la pace, che è alieno da violenze, da contrasti e sim.: un uomo p.; natura, indole pacifica; ha un aspetto p.
‖ Che tende alla pace, che è fatto per mantenere la pace: una lega pacifica tra i popoli; missione pacifica; intenzioni pacifiche
‖ Che si svolge tranquillamente, che non è turbato da lotte, da contrasti: è una convivenza pacifica
‖ CON. violento

2 Di elementi naturali, calmo, non agitato, sereno: le pacifiche acque del lago

pacifista
[pa-ci-fì-sta]

A s.m. e f. (pl. m. -sti, f. -ste)

Fautore del pacifismo
‖ CON. guerrafondaio

pacifismo
B agg.

Pacifistico: movimento p.
pacifismo
[pa-ci-fì-ʃmo]
s.m.

1 Dottrina e movimento politico che tendono ad abolire ogni atto di guerra tra le nazioni e propugnano la soluzione dei contrasti per mezzo di pacifici arbitrati
dizionari.hoepli.it/Dizionario_Italiano/parola/
Quando i testimoni rispondono: non siamo pacifisti, ma pacifici...
Forse, se prima di parlare, dessero un'occhiata al vocabolario, si risparmierebbero....come dire.....cavolate?

Nonna Pina
04/12/2008 10:18
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 1.669
Registrato il: 17/10/2004
Utente Veteran
OFFLINE
SI !
Elghorn. L'ho detto perchè ne ero più che certa!!
Avendo un pò capito che sei uno spirito leale, mi sento rinfrancata
di constatare quanti giovani veramente in gamba sono riusciti a riprendersi la propria personalità con le buone caratteristiche che finalmente possono applicarsi al resto del mondo.

04/12/2008 12:00
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 599
Registrato il: 01/05/2008
Utente Senior
OFFLINE
Re:
Vecchia Marziana, 04/12/2008 10.13:

pacifico[pa-cì-fi-co]
(pl. m. -ci; f. -ca, pl. -che)

A agg.

1 Che ama la pace, che è alieno da violenze, da contrasti e sim.: un uomo p.; natura, indole pacifica; ha un aspetto p.
‖ Che tende alla pace, che è fatto per mantenere la pace: una lega pacifica tra i popoli; missione pacifica; intenzioni pacifiche
‖ Che si svolge tranquillamente, che non è turbato da lotte, da contrasti: è una convivenza pacifica
‖ CON. violento

2 Di elementi naturali, calmo, non agitato, sereno: le pacifiche acque del lago

pacifista
[pa-ci-fì-sta]

A s.m. e f. (pl. m. -sti, f. -ste)

Fautore del pacifismo
‖ CON. guerrafondaio

pacifismo
B agg.

Pacifistico: movimento p.
pacifismo
[pa-ci-fì-ʃmo]
s.m.

1 Dottrina e movimento politico che tendono ad abolire ogni atto di guerra tra le nazioni e propugnano la soluzione dei contrasti per mezzo di pacifici arbitrati
dizionari.hoepli.it/Dizionario_Italiano/parola/
Quando i testimoni rispondono: non siamo pacifisti, ma pacifici...
Forse, se prima di parlare, dessero un'occhiata al vocabolario, si risparmierebbero....come dire.....cavolate?

Nonna Pina




Sì, ma il senso della loro frase è semplice: non sono pacifisti perché aspettano il giorno del giudizio, che di pacifista non ha nulla.
Sono pacifici, nel senso che sono buoni come agnelli (si presume). Ma non sono contro ogni guerra (la guerra finale, Armaghedon).
04/12/2008 12:00
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 600
Registrato il: 01/05/2008
Utente Senior
OFFLINE
Re:
Daniela47, 04/12/2008 10.18:

SI !
Elghorn. L'ho detto perchè ne ero più che certa!!
Avendo un pò capito che sei uno spirito leale, mi sento rinfrancata
di constatare quanti giovani veramente in gamba sono riusciti a riprendersi la propria personalità con le buone caratteristiche che finalmente possono applicarsi al resto del mondo.





Troppo buona. Grazie [SM=x570892]
04/12/2008 12:39
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 11.866
Registrato il: 17/07/2004
Utente Gold
OFFLINE
Due domande da porsi in merito sono le seguenti:

- Perché i TdG rifiutano di combattere nelle guerre?
- I TdG sono davvero contrari alla guerra (qualsiasi guerra) per principio?

Achille
04/12/2008 13:30
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 1.282
Registrato il: 17/02/2008
Utente Veteran
OFFLINE
Temo che, fondamentalmente, non possano definirsi nè pacifici nè pacifisti, ma acquiescenti alle direttive del CD
Sono contro il servizio militare, non perchè contrari ad eventuali guerre, tanto che accettavano la proibizione di effettuare il servizio civile, perchè il CD lo considerava comunque inaccettabile.
Non sono contro le guerre perchè, sempre il CD insegna,
- più conflitti si accendono nel mondo, più loro si convincono, con gioia, che la resa dei conti è vicina.
-aspettano ansiosamente l'olocausto di Armaghedon, dove sarà Geova a distruggere, ma in compenso, loro dovranno, zelantemente, fare i becchini dell'umanità straziata.

Credo che, come è successo a molti di noi, quando una scintilla di consapevolezza si accenderà in loro, inorridiranno per aver professato questa ideologia.

Nonna Pina
17/12/2008 18:36
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 230
Registrato il: 26/07/2004
Utente Junior
OFFLINE
Re:
Achille Lorenzi, 04/12/2008 6.56:

Nel sito di Achille Aveta - www.webalice.it/achille.aveta/penton.html - è stata pubblicata la seguente recensione, tratta da “Religioni e sette nel mondo” n° 29/2006.
-----------------------------------------


M. James PENTON, Jehovah’s Witnesses and The Third Reich. Sectarian Politics under Persecution, University of Toronto Press 2004.

Edizione italiana:
I Testimoni di Geova e il Terzo Reich. Inediti di una persecuzione
ESD, Bologna 2008
Pagg. 560 - € 29,00



Se volete acquistare online il volume vedete qui:
www.webalice.it/achille.aveta/leggere.html

Achille






Ho appena ricevuto il libro di Penton e, sfogliandolo frettolosamente, non ho potuto fare a meno di soffermarmi sull'Appendice H (pp. 511 e segg.), che fa una "Descrizione della personalità di J.F. Rutherford". Al riguardo Penton, tra l'altro, scrive: "Sfruttò il suo incarico a fini squisitamente egoistici e tenne una condotta assolutamente reprensibile dal punto di vista morale nonostante i suoi tentativi di tenere la sua vita privata nascosta agli occhi degli altri Testimoni di Geova e del pubblico in generale". A sostegno di questa valutazione, Penton riproduce le lettere di Walter F. Salter (per molti anni sorvegliante della filiale canadese dell'Organizzazione) e di Olin R. Moyle (avvocato della Società tra il 1935 e il 1939). Il tutto è decisamente illuminante; una ragione in più per acquistare questo prezioso volume. [SM=g1660613]
Cordialmente
geovologo

Non è vero che chi non parla non ha nulla da dire: il silenzio è ricco di significati che spesso perdiamo perché prigionieri di una specie di ebbrezza della parola.
17/12/2008 19:02
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 7.515
Registrato il: 08/07/2004
Utente Master
OFFLINE

"Sfruttò il suo incarico a fini squisitamente egoistici e tenne una condotta assolutamente reprensibile dal punto di vista morale"


Io non sopporto gli storici che scrivono così. A mio avviso il passato si studia e lo si riporta al lettore contemporaneo, mettersi a dare giudizi sulla moralità delle persone è una cosa impossibile, oltre che un procedimento veramente poco scientifico.

---------------------
Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)
17/12/2008 19:05
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 1.494
Registrato il: 26/06/2006
Utente Veteran
OFFLINE

...Nel settimo capitolo, prendendo lo spunto dai saggi di due studiosi americani di origine ebraica - Peter Novick e Norman Finkelstein - l’Autore illustra che l’Olocausto è assurto all’attenzione degli storici solo a partire dal 1967, in concomitanza con la riaffermazione della legittimità della presenza di Israele come entità politica in Medio Oriente. Con un costante richiamo all’Olocausto, gli ebrei americani assunsero allora lo “status di vittime” da elencare insieme ai neri, agli ispanici, al movimento femmista, agli omosessuali e ai nativi americani.





Sebbene sia inconstabile che gli ebrei furono "vittime" storicamente accertate di programmi di sterminio, di discriminazioni e millenarie persecuzioni, gli ebrei israeliani non dovrebbero sentirsi in dovere di giustificare il loro "diritto naturale" all'autonomia nazionale, ricercando tra le pagine di un Testo Sacro, o con richiami alla Shoà una legittimazione alla propria identità. Troppo spesso si sentono chiamati a questo, ma nulla di ciò invece dovrebbe sfiorare né intaccare la loro identità nazionale.


18/12/2008 11:28
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 1.057
Registrato il: 25/06/2008
Utente Veteran
OFFLINE
Quindi, in riferimento alla persecuzione dei Testimoni di Geova sotto il Terzo Reich, l’Autore illustra come i vertici della Società Torre di Guardia tentarono un compromesso col nazismo nella primavera-estate del 1933. Penton, poi, passa in rassegna i principali documenti storici attestanti questo tentativo di scendere a patti con Hitler. Il primo capitolo documenta pure il modo in cui la Società Torre di Guardia ha tentato di dissimulare questo tentativo di compromesso e come essa abbia pubblicamente contrastato l’opera di documentazione svolta dall’Autore.

La dissimulazione e' un'opera ancora in essere dai vertici dei Tdg.
La dissimulazione e'stata fatta per la questione ,ripeto ancora vergognosa, del Malawi se paragonata al metodo utilizzato in Messico.

La dissimulazione e' stata fatta per la questione Onu.

I Tdg in rete non ritengono compromessi queste due questioni mentre definirle opere vergognose credo sia il termine corretto.

L'Olocausto c'e' stato ,la Societa' provo' un compromesso col governo tuttavia permise che molti furono uccisi.

L'uccisione di massa e' stata perpetrata da chi sappiamo molto bene ,tuttavia chi ci dice che magari i vertici della Societa' poteva evitare la morte di quelle persone Tdg?

Il mio trisnonno fu ucciso dai nazisti e vi dico che la mia trisnonna
compro' la tessera per acquistare il pane e il latte.

La mia trisnonna odiava profondamente il partito e aver acquistato la tessera per sopravvivere ma non significava minimamente sostenere il partito che aveva messo a morte suo marito.

Era giusto sopravvivere in quel caso?La mia trisnonna se fosse stata Tdg avrebbe fatto lo stesso?

O avrebbe permesso che il mancato acquisto della tessera l'avrebbe fatta morire di stenti come minimo?

Oppure sarebbe diventata "divertimento" per i soldati come e' accaduto ad una sua vicina di casa che venne stuprata da una truppa e poi mori' con una fucilata in testa?

Allora cosa e' importante :la sopravvivenza della persona o morire per degli ideali?

La Wt se credeva che morire per una causa come il non fare compromesso con un governo sanguinario era la cosa giusta da fare,con il comportamento che hanno avuto con l'Onu hanno fatto morire due volte quelle persone!

Se tutti quei Tdg sono andati nelle camere a gas sicuri di aver fatto la cosa giusta e DI NON AVERE NULLA A CHE FARE con i governi in carica
cosa direbbero ora se avessero visto la stessa Organizzazione ottenere delle donazioni materiali di denaro da un gruppo che si sostituisce al governo di Dio?

Non e' dissimulazione far credere che loro "avevano bisogno di accedere alle biblioteche dell'Onu "e che "non sapevano (?!) che i principi di appartenenza "alle Ong erano diversi dal sostenere l'Onu stessa?


Ricordiamo poi che queste cose si scoprono sempre dopo anni ma mai
direttamente ,perche' le cose vengono fatte in segreto!

Era segreto l'accordo con le Ong, era secreto il tentativo di Rutheford di sostenere il governo di Hitler!


La segretezza fa parte della dissimulazione.

Poi gli ipocriti ed i falsi sono gli apostati....



18/12/2008 11:28
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 1.058
Registrato il: 25/06/2008
Utente Veteran
OFFLINE
Quindi, in riferimento alla persecuzione dei Testimoni di Geova sotto il Terzo Reich, l’Autore illustra come i vertici della Società Torre di Guardia tentarono un compromesso col nazismo nella primavera-estate del 1933. Penton, poi, passa in rassegna i principali documenti storici attestanti questo tentativo di scendere a patti con Hitler. Il primo capitolo documenta pure il modo in cui la Società Torre di Guardia ha tentato di dissimulare questo tentativo di compromesso e come essa abbia pubblicamente contrastato l’opera di documentazione svolta dall’Autore.

La dissimulazione e' un'opera ancora in essere dai vertici dei Tdg.
La dissimulazione e'stata fatta per la questione ,ripeto ancora vergognosa, del Malawi se paragonata al metodo utilizzato in Messico.

La dissimulazione e' stata fatta per la questione Onu.

I Tdg in rete non ritengono compromessi queste due questioni mentre definirle opere vergognose credo sia il termine corretto.

L'Olocausto c'e' stato ,la Societa' provo' un compromesso col governo tuttavia permise che molti furono uccisi.

L'uccisione di massa e' stata perpetrata da chi sappiamo molto bene ,tuttavia chi ci dice che magari i vertici della Societa' poteva evitare la morte di quelle persone Tdg?

Il mio trisnonno fu ucciso dai nazisti e vi dico che la mia trisnonna
compro' la tessera per acquistare il pane e il latte.

La mia trisnonna odiava profondamente il partito e aver acquistato la tessera per sopravvivere ma non significava minimamente sostenere il partito che aveva messo a morte suo marito.

Era giusto sopravvivere in quel caso?La mia trisnonna se fosse stata Tdg avrebbe fatto lo stesso?

O avrebbe permesso che il mancato acquisto della tessera l'avrebbe fatta morire di stenti come minimo?

Oppure sarebbe diventata "divertimento" per i soldati come e' accaduto ad una sua vicina di casa che venne stuprata da una truppa e poi mori' con una fucilata in testa?

Allora cosa e' importante :la sopravvivenza della persona o morire per degli ideali?

La Wt se credeva che morire per una causa come il non fare compromesso con un governo sanguinario era la cosa giusta da fare,con il comportamento che hanno avuto con l'Onu hanno fatto morire due volte quelle persone!

Se tutti quei Tdg sono andati nelle camere a gas sicuri di aver fatto la cosa giusta e DI NON AVERE NULLA A CHE FARE con i governi in carica
cosa direbbero ora se avessero visto la stessa Organizzazione ottenere delle donazioni materiali di denaro da un gruppo che si sostituisce al governo di Dio?

Non e' dissimulazione far credere che loro "avevano bisogno di accedere alle biblioteche dell'Onu "e che "non sapevano (?!) che i principi di appartenenza "alle Ong erano diversi dal sostenere l'Onu stessa?


Ricordiamo poi che queste cose si scoprono sempre dopo anni ma mai
direttamente ,perche' le cose vengono fatte in segreto!

Era segreto l'accordo con le Ong, era secreto il tentativo di Rutheford di sostenere il governo di Hitler!


La segretezza fa parte della dissimulazione.

Poi gli ipocriti ed i falsi sono gli apostati....



18/12/2008 11:33
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 782
Registrato il: 22/11/2005
Utente Senior
OFFLINE
Re:
Polymetis, 17/12/2008 19.02:


"Sfruttò il suo incarico a fini squisitamente egoistici e tenne una condotta assolutamente reprensibile dal punto di vista morale"


Io non sopporto gli storici che scrivono così. A mio avviso il passato si studia e lo si riporta al lettore contemporaneo, mettersi a dare giudizi sulla moralità delle persone è una cosa impossibile, oltre che un procedimento veramente poco scientifico.




Poly, quanto da te espresso è quasi sempre condivisibile.

Però se il soggetto in questione ha fondato una religione di moralisti, intransigenti , perbenisti e puritani , orgogliosi di esser tali
e desiderosi di esibirlo come indice di gradimento di Dio (nientemeno), allora penso che sia interessante conoscere certi particolari sulle abitudini "morali" del giudice Rutherford.


------------------------------------------------
Il MALE sono quelli che impongono la propria autorità come verità assoluta e non si dispongono alla verità come autorità assoluta.



18/12/2008 16:01
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 7.517
Registrato il: 08/07/2004
Utente Master
OFFLINE

Sebbene sia inconstabile che gli ebrei furono "vittime" storicamente accertate di programmi di sterminio, di discriminazioni e millenarie persecuzioni, gli ebrei israeliani non dovrebbero sentirsi in dovere di giustificare il loro "diritto naturale" all'autonomia nazionale, ricercando tra le pagine di un Testo Sacro, o con richiami alla Shoà una legittimazione alla propria identità. Troppo spesso si sentono chiamati a questo, ma nulla di ciò invece dovrebbe sfiorare né intaccare la loro identità nazionale.



Premetto che Israele adesso c'è, e smontarlo non avrebbe nessun senso. QUello che mi sfugge però è perché l'abbiano creato. L'essere un popolo, implica anche il diritto di avere una patria (specie se quella terra ora è occupata da altri)? L'identità etnico-religiosa del popolo ebraico, è sufficiente per rivendicare il diritto a stare in un posto dove i loro antenati stavano 2000 anni prima? Il legame tra terra e sangue, è una cosa che mi lascia veramente perplesso. vedi io non penso che la terra dell'Italia sia degli italiani, e mi sfugge dunque ancor più perché la terra dell'attuale Israele avrebbe dovuto essere ridata agli Ebrei.

Ad maiora


---------------------
Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)
18/12/2008 21:26
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 1.497
Registrato il: 26/06/2006
Utente Veteran
OFFLINE
Re:
Polymetis, 18/12/2008 16.01:



Premetto che Israele adesso c'è, e smontarlo non avrebbe nessun senso. QUello che mi sfugge però è perché l'abbiano creato. L'essere un popolo, implica anche il diritto di avere una patria (specie se quella terra ora è occupata da altri)? L'identità etnico-religiosa del popolo ebraico, è sufficiente per rivendicare il diritto a stare in un posto dove i loro antenati stavano 2000 anni prima? Il legame tra terra e sangue, è una cosa che mi lascia veramente perplesso. vedi io non penso che la terra dell'Italia sia degli italiani, e mi sfugge dunque ancor più perché la terra dell'attuale Israele avrebbe dovuto essere ridata agli Ebrei.

Ad maiora








Il solo tentare di dare risposte ai tuoi quesiti significherebbe stare qui a scrivere post kilometrici e andare decisamente OT.
Troppo spesso,come ci ricorda C.Vercelli, nel suo "Israele. Storia di dello Stato", l'approccio alla questione di per sè complessa e per sua natura in costante evoluzione si presta ad ogni genere di banalità e luoghi comuni, a partire dal convincimento che Israele sia il prodotto di un esproprio politico consumatosi a danno di uno stato palestinese che gli sarebbe preesistito, da qui ad affermare l' abusività storica e politica di Israele e la sua illegittimità, il passo è breve. La questione di fondo è sempre la stessa, mettere in discussione il diritto all'esistenza dello Stato israeliano. La vocazione originaria del sionismo di offrire una patria ai senza-patria, vittime dell'antisemitismo nasce come completamento di un processo di unificazione politica e culturale già in corso dalla seconda metà dell'Ottocento. Un processo che trova in sè la sua ragione d'essere, non di meno di quanto si possa dire di tanti altri processi di costituzione delle nazioni in epoca contemporanea. Riuscire a comprendere la sottile trama che lega la necessità di uno stato per gli ebrei, nell'età dei nazionalismi, alle azioni contro gli ebrei, significa iniziare a rimboccarsi le maniche e mettersi a studiarne tutte le dinamiche, anche se in genere non lo si fa, perchè ...non occorre conoscere, ma piuttosto giudicare.

Un giorno (mi auguro non troppo lontano), quando terminerò di completare un certo ciclo di studi, magari avremo il tempo e l'occasione di riparlarne...forse proprio in Israele davanti a degli ottimi falafel ( a Pesach sarò a Gerusalemme e ad Hebron).



[Modificato da Topsy 18/12/2008 22:04]
19/12/2008 12:26
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 265
Registrato il: 14/01/2008
Utente Junior
OFFLINE
Re:
Vecchia Marziana, 04/12/2008 13.30:

Temo che, fondamentalmente, non possano definirsi nè pacifici nè pacifisti, ma acquiescenti alle direttive del CD
Sono contro il servizio militare, non perchè contrari ad eventuali guerre, tanto che accettavano la proibizione di effettuare il servizio civile, perchè il CD lo considerava comunque inaccettabile.
Non sono contro le guerre perchè, sempre il CD insegna,
- più conflitti si accendono nel mondo, più loro si convincono, con gioia, che la resa dei conti è vicina.
-aspettano ansiosamente l'olocausto di Armaghedon, dove sarà Geova a distruggere, ma in compenso, loro dovranno, zelantemente, fare i becchini dell'umanità straziata.

Credo che, come è successo a molti di noi, quando una scintilla di consapevolezza si accenderà in loro, inorridiranno per aver professato questa ideologia.

Nonna Pina



“Noi non siamo pacifisti… L’accusa che noi siamo estremi pacifisti è una menzogna… Essi combattono solo quando Iddio lo domanda loro, perché allora si tratta di guerra teocratica… Questo non significa che siano [ndr. i testimoni di Geova] pacifisti contrari alla guerra”.
(La Torre di Guardia 1/4/1951 pp. 99, 101, 102)

”E’ il cristiano un pacifista?… No. Il vero cristiano non è un pacifista… Pertanto i testimoni di Geova non sono accaniti pacifisti”.
(La Cristianità o il Cristianesimo – Qual è “la luce del mondo”? 1955 pp. 24, 25)

Per loro stessa ammissione essi non avrebbero nessuna difficoltà a combattere e a uccidere: dipende solo da chi glielo ordina. Ne deriva, quindi, che non è lo spargimento di sangue o la violenza a tenerli lontani dai campi di battaglia, ma il semplice fatto che la guerra non è stata dichiarata da Dio.
Ciao. Ilnonnosa.


19/12/2008 15:51
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 1.420
Registrato il: 17/02/2008
Utente Veteran
OFFLINE
Achille ha scritto:

Due domande da porsi in merito sono le seguenti:

- Perché i TdG rifiutano di combattere nelle guerre?
- I TdG sono davvero contrari alla guerra (qualsiasi guerra) per principio?


Ilnonnosa ha dato una risposta esauriente e documentata:

“Noi non siamo pacifisti… L’accusa che noi siamo estremi pacifisti è una menzogna… Essi combattono solo quando Iddio lo domanda loro, perché allora si tratta di guerra teocratica… Questo non significa che siano [ndr. i testimoni di Geova] pacifisti contrari alla guerra”.
(La Torre di Guardia 1/4/1951 pp. 99, 101, 102)

”E’ il cristiano un pacifista?… No. Il vero cristiano non è un pacifista… Pertanto i testimoni di Geova non sono accaniti pacifisti”.
(La Cristianità o il Cristianesimo – Qual è “la luce del mondo”? 1955 pp. 24, 25)

Per loro stessa ammissione essi non avrebbero nessuna difficoltà a combattere e a uccidere: dipende solo da chi glielo ordina. Ne deriva, quindi, che non è lo spargimento di sangue o la violenza a tenerli lontani dai campi di battaglia, ma il semplice fatto che la guerra non è stata dichiarata da Dio.


Il che serve a farci ben riflettere....


19/12/2008 16:03
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 1.061
Registrato il: 25/06/2008
Utente Veteran
OFFLINE
Re:
Achille Lorenzi, 04/12/2008 12.39:

Due domande da porsi in merito sono le seguenti:

- Perché i TdG rifiutano di combattere nelle guerre?
- I TdG sono davvero contrari alla guerra (qualsiasi guerra) per principio?

Achille




Ti riferisci alla brama ed alla voglia che hanno di vedere morti tutti quelli che non sopravviveranno ad Harmaghedon mentre loro ci useranno per concimare la terra? [SM=x570868]
01/01/2009 19:02
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 188
Registrato il: 10/09/2007
Utente Junior
OFFLINE
____________Quindi, in riferimento alla persecuzione dei Testimoni di Geova sotto il Terzo Reich, l’Autore illustra come i vertici della Società Torre di Guardia tentarono un compromesso col nazismo nella primavera-estate del 1933. Penton, poi, passa in rassegna i principali documenti storici attestanti questo tentativo di scendere a patti con Hitler__________________

Non ho letto il testo di Penton, ma penso che tra i documenti presentati, il più importante sia la "Dichiarazione dei fatti" del 1933.
Questo documento è una pesante pietra legata al collo che i vertici del C.D. si portano da tempo.
E' un documento che mette alla gogna gli ebrei, accusandoli di volere affamare il mondo e la nazione germanica.

Tutti le confessioni cristiane, cattolici, protestanti e TdG, hanno cercato dei vergognosi compromessi col nazismo.

Ma mentre protestanti e cattolici si sono ravveduti e pentiti, i TdG perseverano nel difendere la loro verginità.
Ma i documenti "loro" parlano contro di loro.

Saluti
01/01/2009 21:13
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 234
Registrato il: 26/07/2004
Utente Junior
OFFLINE
Re:
eretikus, 01/01/2009 19.02:

____________Quindi, in riferimento alla persecuzione dei Testimoni di Geova sotto il Terzo Reich, l’Autore illustra come i vertici della Società Torre di Guardia tentarono un compromesso col nazismo nella primavera-estate del 1933. Penton, poi, passa in rassegna i principali documenti storici attestanti questo tentativo di scendere a patti con Hitler__________________

Non ho letto il testo di Penton, ma penso che tra i documenti presentati, il più importante sia la "Dichiarazione dei fatti" del 1933.
Questo documento è una pesante pietra legata al collo che i vertici del C.D. si portano da tempo.
E' un documento che mette alla gogna gli ebrei, accusandoli di volere affamare il mondo e la nazione germanica.

Tutti le confessioni cristiane, cattolici, protestanti e TdG, hanno cercato dei vergognosi compromessi col nazismo.

Ma mentre protestanti e cattolici si sono ravveduti e pentiti, i TdG perseverano nel difendere la loro verginità.
Ma i documenti "loro" parlano contro di loro.

Saluti



Nell’appendice “C” (pag. 392 e seguenti) del libro di Penton si fa notare che tra la Dichiarazione dei Fatti, presentata il 25 giugno 1933 all’assemblea della Watch Tower di Berlino–Wilmersdorf e distribuito ai funzionari tedeschi e al pubblico nei giorni successivi, e quella riprodotta in tedesco e in inglese negli Annuari dei Testimoni di Geova del 1934 in queste due lingue, ci sono numerose differenze di testo. È ragionevole ritenere che il giudice Rutherford originariamente scrisse la Dichiarazione in inglese; comunque è assai probabile che nel tradurla in tedesco per la distribuzione, Paul Balzereit o altri funzionari di Magdeburgo apportassero piccole modifiche nel testo e aggiungessero una importante dichiarazione che non compare nell’edizione dell’Annuario. Quest’ultima dichiarazione asserisce falsamente che i cattolici americani, così come gli ebrei, cercavano di boicottare la Germania anche per la politica antisemita dei Nazisti.
Cordialmente
geovologo

Non è vero che chi non parla non ha nulla da dire: il silenzio è ricco di significati che spesso perdiamo perché prigionieri di una specie di ebbrezza della parola.
01/01/2009 22:03
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 792
Registrato il: 29/06/2008
Utente Senior
OFFLINE
Re:
Achille Lorenzi, 04/12/2008 12.39:


,,,,
- I TdG sono davvero contrari alla guerra (qualsiasi guerra) per principio?

Achille




No!!
Per vari ragionamenti che mi son fatta in anni
Son contrari alle guerre
e poi attendon il giorno del giudizio che è una guerra mondiale
catastrofica
dove felici esclamano che TUTTI SARANNO DISTRUTTI
tranne loro!!
E se un contrario alla religione,dissociato,disassociato,o non Tg
sta per perire per causa di questa guerra(Giusta in quanto volotà di Dio a loro detta)
loro non muoveranno dito per soccorrere!!Neanche se si tratta di un bambino!!

Le tattiche varie per soggiogare le perosone che in casi di guerra dovran tenere fede
e perire se necessario??

Questa non è roba di guerra??

E dicon di essere contrari perchè non fan il militare
o perchè non prendon posizioni politiche??

Anche sulla posizione politica ci sarebbe da aprire un discorso lungo
in quanto
loro non votano
ma il loro non voto va cmq a qualcuno,colui che sarà la maggioranza.
Quindi è come se votassero!!

Quindi
se la maggioranza vincitrice
approva e fomente,finanzia una guerra
coloro che han votato e coloro che han fatto si che il non voto andasse li
non sono alla stessa maniera responsabili di ciò che han scelto coloro che governano il paese??

Non so,posso anche sbagliarmi
ma in anni non ho potuto fare a meno di pensare queste cose!!e di pormi domande!!


Mikela


02/01/2009 19:30
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 189
Registrato il: 10/09/2007
Utente Junior
OFFLINE

geovologo ha scritto:

______________Quest’ultima dichiarazione asserisce falsamente che i cattolici americani, così come gli ebrei, cercavano di boicottare la Germania anche per la politica antisemita dei Nazisti_____________

Ti riferisci a questo:

"Ci sia consentito richiamare l'attenzione sul fatto
che in America, dove i nostri libri furono scritti, cattolici ed ebrei si sono alleati nel denigrare il governo nazionale tedesco e nel tentativo di boicottare la Germania a motivo dei principi sostenuti dal partito nazionalsocialista".

Ho assistito ad una "esebizione" pubblica dei TdG in una commemorazione della "Giornata della memoria" sull'Olocausto.
Venne proiettato un filmato dove iniziava un commento con le frasi "tutte le religioni in Germania hanno cercato compromessi col nazismo, meno i Testimoni di Geova".

E' stupefacente come un documento come la "Dichiarazione dei fatti" mandato dal C.D. ai nazisti che è la dimostrazione "nero su bianco" della richiesta del gruppo religioso di potere avere una fattiva collaborazione con quel governo, buttando fango sugli ebrei e in tono minore sulle altre confessioni religiose, possa ancora oggi essere presentato, da loro, come un documento dimostrativo della loro neutralità.

Se non è "oppio" questo.

Saluti





02/01/2009 20:01
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 190
Registrato il: 10/09/2007
Utente Junior
OFFLINE

Il moderatore polymetis scrive:

________________L'identità etnico-religiosa del popolo ebraico, è sufficiente per rivendicare il diritto a stare in un posto dove i loro antenati stavano 2000 anni prima? Il legame tra terra e sangue, è una cosa che mi lascia veramente perplesso. vedi io non penso che la terra dell'Italia sia degli italiani, e mi sfugge dunque ancor più perché la terra dell'attuale Israele avrebbe dovuto essere ridata agli Ebrei. ______________________

Non dovrebbe sfuggire la "particolarità" storica del popolo ebraico per capire cosa è accaduto e perchè questo popolo "DOVEVA" avere una terra, una nazione.
Nei duemila anni di persecuzioni, gli ebrei, hanno provato ad integrarsi con altri popoli, ma prima o dopo, i governi "cristiani" dei territori, specialmente europei, li hanno obbligati con le buone o con le cattive, ad andarsene.

Le espulsioni collettive con il sequestro dei beni, e restituzione dietro pagamento.
Re Filippo di Francia nel 1182 confisca tutti i loro beni.
Nel 1290 vengono espulsi dall'Inghilterra
Nel 1306 vengono espulsi dalla Francia
Nel 1322 espulsi una seconda volta
Nel 1394 una terva volta.
Nel 1492 i Re spagnoli Ferdinando e Isabella impongono espulsione o conversione cattolica forzata. Duecentomila ebrei dopo secoli lasciano la Spagna.

E via, nazione dopo nazione, sempre persecuzione, fino all'Olocausto.
Non pensi che di motivazioni, per stare in una nazione propria non ve ne siano abbastanza?

Si può discutere il modo usato dalle nazioni europee per togliersi un problema dato da un pesante senso di colpa.
Ma non il diritto.

Saluti

03/01/2009 01:08
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 7.562
Registrato il: 08/07/2004
Utente Master
OFFLINE
"Non dovrebbe sfuggire la "particolarità" storica del popolo ebraico per capire cosa è accaduto e perchè questo popolo "DOVEVA" avere una terra, una nazione.
Nei duemila anni di persecuzioni, gli ebrei, hanno provato ad integrarsi con altri popoli, ma prima o dopo, i governi "cristiani" dei territori, specialmente europei, li hanno obbligati con le buone o con le cattive, ad andarsene."

Una triste storia quella della cacciata degli Ebrei da vari stati. Mi sfuggono due cose: a)In base a che cosa dice "hanno provato ad integrarsi", sarebbe più corretto dire "hanno provato a vivere pacificamente nei luoghi dove s'insediavano", coi pagani-cristiani pare che la volontà di mischiarsi non ci fosse, per nulla. Anzi, gli Ebrei stessi si vantano del fatto che si sarebbero mantenuti incontaminati per secoli, proprio perché sono un popolo "separato" tra le nazioni dei gentili. b)Mi sfugge perché la persecuzione di duemila anni darebbe il diritto a dei discendenti di avere uno stato su base etnica (anzi, mi sfugge l'intero concetto in base al quale ad un popolo apparterrebbe una terra, che siano francesi od ebrei). Mi sfugge addirittura perché dovrebbe avere uno stato a sé stante un perseguitato di oggi. L'unico diritto esistente è a non essere perseguitati nella propria patria, o a migrare altrove per evitare persecuzioni, non il diritto ad avere uno stato.

[Modificato da Polymetis 03/01/2009 01:10]
---------------------
Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)
03/01/2009 02:47
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 1.530
Registrato il: 26/06/2006
Utente Veteran
OFFLINE
Re:
Non vi è alcun dubbio che laddove fu permesso loro, gli ebrei si siano integrati, semmai hanno resistito all' assimilazione che è cosa differente, poichè l'assimilazione a differenza dell'integrazione comporta una progressiva ed inarrestabile perdità d'identità. E questo indubbiamente irritava chi quella identità desiderava ardentemente venisse meno, principalmente per motivi teologici; per questi difatti, il battesimo era l'unico prezzo da pagare per mettere fine alla condizione di "diverso".

Un popolo separato, "diverso" per usi, costumi, e credenze. Tuttavia laddove gli Stati si impegnaronno a promuovere l'emancipazione degli ebrei, essi entrarono a far parte completamente della cultura del luogo in cui risiedevano; non solo in Italia in epoca risorgimentale, ma persino in Germania.

Prima dell'avvento del nazionalsocialismo in Germania, gli ebrei d' Europa meglio integrati, erano proprio quelli tedeschi. Si era verificata una sorta di curiosa simbiosi ebraico-tedesca che aveva avuto inizio con i salotti ebraici frequentati da numerosi intellettuali tedeschi. Tra la filosofia dell'illuminismo tedesco e il pensiero degli ebrei illuminati di Germania vi fu ampia corrispondenza. Il desiderio di gran parte degli ebrei di Germania era quello di conformarsi al modello del perfetto cittadino tedesco. Essi, subivano forte l' influenza della cultura tedesca. Erano ebrei riformati e liberali, spesso all'avanguardia di ogni attività nell'arte, nella letteratura, e nella musica. Gli ebrei tedeschi avevano fatto il loro dovere nelle guerre nazionali; molti di loro si arruolarono come volontari allo scoppio della prima guerra mondiale, incitati dai propri rabbini. I superstiti, al loro ritorno in patria ricevettero le più alte decorazioni militari, onorificenze ed encomi vari (anche se ad altri invece fu negato proprio perchè "ebrei").

Tutti costro, e tanto altri che in qualità di scienziati ed artisti tanto lustro avevano dato alla Germania, verrano considerati "parassiti" della società tedesca.

Come era accaduto in Germania, anche il nostro Paese con l'avvento del fascismo tradì gli ebrei italiani con la promulgazione delle leggi razziali. Non importa quanto integrati fossero gli ebrei, essi vennero discriminati, espulsi o imprigionati in quanto "nazione straniera" e "nemica".


All'antisemita non importa se sei un ebreo perfettamente "assimilato", o persino "convertito" ad altra religione, anzi, la circostanza che l'ebreo possa confondersi tra la popolazione è motivo di allarme per chi da credito alle più svariate ed assurde teorie complottiste.

[Modificato da Topsy 03/01/2009 03:16]
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 2 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi
Cerca nel forum

Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 15:31. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com