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25 Dicembre; Natale e culto di Sol Invictus. Dietro-front!

Ultimo Aggiornamento: 25/11/2008 00:39
19/11/2008 21:32
 
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La certezza che fossero stati i cristiani a copiare la data del 25 Dicembre dal culto di Sol Invictus, per festeggiare il Natale, ora viene ribaltata;

Sol Invictus ha origine a Canaan ma solo con Vario Avito Bassiano, divenuto Sommo Sacerdote del dio, in Siria, il culto assurge a divinità suprema.

Divenuto Sommo Sacerdote nel 218 d.C., grazie ad un intrigo, divenne imperatore romano e prese il nome di Eliogabalo in onore del suo dio.
Fece costruire 2 templi dedicati a Sol Invictus, uno sul Palatino e l'altro nella città bassa.
Dichiarò Sol Invictus dio supremo di Roma, innalzandolo al di sopra di Giove e di tuti gli altri dei, compreso quello degli ebrei e dei cristiani.
Ucciso nel 222 d.C., il culto da lui instaurato, non si arrestò.

Cinquant'anni dopo riprese vigore con l'imperatore Aureliano che nel 274 d.C. consacrò al dio un nuovo tempio a Roma.
Aureliano stabilì che il culto a Sol Invictus fosse la religione ufficiale dello stato. Dichiarò anche che il 25 Dicembre fosse il giorno della celebrazione della nascita del dio.

Contrariamente a quello che finora era stato creduto, non fu il Natale cristiano che fu fissato in questa data per sovrastare la celebrazione di Sol Invictus, al contrario, fu Aureliano che scelse tale data, per contrastare il cristianesimo che già da tempo usava il 25 Dicembre come data del Natale.

Da quel momento, il culto durò fino a Costantino finchè non abbracciò il cristianesimo.

(Rodney Stark "La Scoperta di Dio", L'origine delle grandi religioni e l'evoluzione della fede,Lindau 2008, pp.274-276.
Thomas J. Talley, Le origini dell'anno liturgico, Queriniana, Brescia 1991;
William J. Tighe, Calculating Christmas, 'Touchstone', n.6, dicembre 2003, pp. 12-14.)






"Darò loro un cuore nuovo e uno spirito nuovo metterò dentro di loro."
"Formatevi un cuore nuovo e uno spirito nuovo."

Ezechiele



19/11/2008 23:21
 
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Caro Predestinato, dato che il tema mi interessa particolarmente, vorrei chiederti se potresti indicarmi la fonte (pagana) che afferma che Elagabalo ha scelto la data del 25 dicembre per constrastare il diffondersi del cristianesimo. Inoltre vorrei sapere se esistono fonti cristiane che attestano la celebrazione del Natale al 25 dicembre già durante il regno di Elagabalo o addirittura in un periodo antecedente. Grazie. Socrates
19/11/2008 23:44
 
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Re:
socrates56, 19/11/2008 23.21:

Caro Predestinato, dato che il tema mi interessa particolarmente, vorrei chiederti se potresti indicarmi la fonte (pagana) che afferma che Elagabalo ha scelto la data del 25 dicembre per constrastare il diffondersi del cristianesimo. Inoltre vorrei sapere se esistono fonti cristiane che attestano la celebrazione del Natale al 25 dicembre già durante il regno di Elagabalo o addirittura in un periodo antecedente. Grazie. Socrates




non Eliogabalo, ma l'imperatore Aureliano.
Non ho i riferimenti storici che dovrebbero essere nelle ultime 2 pubblicazioni citate ai piedi del primo post;


Thomas J. Talley, Le origini dell'anno liturgico, Queriniana, Brescia 1991;
William J. Tighe, Calculating Christmas, 'Touchstone', n.6, dicembre 2003, pp. 12-14.

la notizia l'ho appresa, invece, dal libro di Stark






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20/11/2008 00:01
 
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trovato!
qui troverai un approfondimento di Andrea Nicolotti:

www.christianismus.it/modules.php?name=News&file=print&sid=39

ti consiglio di passare subito all'ultima parte che cita gli studi di Talley J. Thomas

Comunque come leggerai dall'articolo, le prime testimonianze sono di
-S. Ippolito (+ 235), nel Commentario su Daniele
-Depositio Martyrum filocaliana, un abbozzo di calendario liturgico che rimonta all'anno 354
[Modificato da predestinato74 20/11/2008 00:01]






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20/11/2008 00:18
 
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Re:
predestinato74, 20.11.2008 00:01:

trovato!
qui troverai un approfondimento di Andrea Nicolotti:

www.christianismus.it/modules.php?name=News&file=print&sid=39

ti consiglio di passare subito all'ultima parte che cita gli studi di Talley J. Thomas

Comunque come leggerai dall'articolo, le prime testimonianze sono di
-S. Ippolito (+ 235), nel Commentario su Daniele
-Depositio Martyrum filocaliana, un abbozzo di calendario liturgico che rimonta all'anno 354


Se ho capito bene l'articolo di Nicolotti, dapprima si afferma che la data del Natale era assai incerta e soprattutto che il primo documento sicuro della celebrazione del Natale al 25 dicembre la si ha solo con la Depositio, redatta nel 354, ben dopo il regno di Aureliano. Personalmente cercherò di fare ulteriori indagini per quanto mi è possibile (purtroppo non ho a disposizione una biblioteca universitaria), ma non mi sembra che i testi portino a ribaltare la tradizione che stabilisce che il 25 dicembre, festa del Sol Invictus, è stato "ribatezzato" dai Cristiani con la celebrazione del Natale. Del resto questa era una prassi assai corrente: basti pensare che alcuni templi pagani sono diventati chiese cristiane. Socrates


20/11/2008 11:13
 
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Culto del Sole

Levitico 26:30
Io distruggerò i vostri alti luoghi, spezzerò le vostre statue consacrate al sole, ammucchierò i vostri cadaveri sui resti dei vostri idoli e vi detesterò


II Re 23:5
Destituí i sacerdoti idolatri che i re di Giuda avevano istituito per offrire profumi negli alti luoghi delle città di Giuda e nei dintorni di Gerusalemme, e quelli pure che offrivano profumi a Baal, al sole, alla luna, ai segni dello zodiaco, e a tutto l'esercito del cielo.


Salmi 84:11 Perché Dio, il SIGNORE, è sole e scudo; il SIGNORE concederà grazia e gloria. Egli non rifiuterà di far del bene a quelli che camminano rettamente.

Isaia 19:18
In quel giorno, vi saranno nel paese d'Egitto cinque città che parleranno la lingua di Canaan, e che giureranno per l'Eterno degli eserciti; una d'esse si chiamerà "la città del sole".

Il sole è anche chiamato "Stella matTutina"

II Pietro 1:19
Abbiamo inoltre la parola profetica piú salda: farete bene a prestarle attenzione, come a una lampada splendente in luogo oscuro, fino a quando spunti il giorno e la stella mattutina sorga nei vostri cuori.


Lettura da: Apocalisse
2:26 E a chi vince e persevera nelle mie opere sino alla fine io darò potestà sulle nazioni,
2:27 ed egli le reggerà con una verga di ferro frantumandole a mo' di vasi d'argilla; come anch'io ho ricevuto potestà dal Padre mio.
2:28 E gli darò la stella mattutina.
2:29 Chi ha orecchio ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese.

Apocalisse 22:16
Io Gesù ho mandato il mio angelo per attestarvi queste cose in seno alle chiese. Io son la radice e la progenie di Davide, la lucente stella mattutina.

Gesù è il nostro "Sole" il sole che da la vita!!

Che ne dite????

[SM=x570907] [SM=x570921] [SM=x570892]



20/11/2008 14:23
 
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Se è per questo, alcuni studiosi hanno avanzato l'ipotesi che il 25 dicembre sia davvero la data natale di Gesù.

Sul tema si veda il mio intervento qui:

www.grisroma.org/forum_b/viewtopic.php?f=3&t=29

-------------------------------------------

Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)

20/11/2008 14:52
 
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Re:
Trianello, 20/11/2008 14.23:

Se è per questo, alcuni studiosi hanno avanzato l'ipotesi che il 25 dicembre sia davvero la data natale di Gesù.

Sul tema si veda il mio intervento qui:

www.grisroma.org/forum_b/viewtopic.php?f=3&t=29




Non mi meraviglierei il 25 dicembre è di fatto la notte più lunga già dal 26 il giorno si allunga con maggior luce e via via fin che la primavera e poi l'estate!!

Gesù è il nostro Sole il Sole della giustizia!!

[SM=g1537196]
20/11/2008 14:59
 
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x Trianello
Stupendo Grazie mi mancava questa informazione!!
Eccellente documentazione.
Gloria a DIO

Adesso si capiscono tante cose!!!! [SM=x570889]

E poi quelli dicono di essere la verità.........

[SM=x570907]

[SM=x570892]
25/11/2008 00:13
 
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vi saluto in CRISTO SIGNORE

miei cari fratelli e sorelle

anche se attingo da un testo un pà vecchiotto....

provo a dire comunque la mia, e non per smentire alcuno......

tratto da "Biblioteca Storica" - Autobiografia della CHIESA : dagli Atti degli Aposti al testamento di Paolo VI - a cura di Michel Meslin e Jacques Lowe - Edizione Italiana curata da Luigi FIORANI - SANSONI Editore.

da pag. 90 a pag. 93 :

"La festa del Natale

A prima vista può sembrare sorprendente che una festa liturgica della nascita di Gesù sia stata sconosciuta ai cristiani durante i primi tre secoli della Chiesa. Quest’ultima, di fatto, celebrava soltanto una festa nel ricordo della morte e della Resurrezione del Signore, la nuova Pasqua. Solo nel corso del IV secolo si comincia a celebrare la nascita di Gesù, ma senza una data stabilita da una tradizione unanime: il 6 gennaio in Oriente, il 25 dicembre in Occidente. In tutti e due i casi è l’esistenza di una festa pagana di inizio d’anno, un cambiamento del tempo, a spiegare l’istituzione della festa cristiana, ma anche la volontà di cristianizzare il tempo nuovo.
In effetti in Oriente, esisteva anche un’antichissima festa della Luce, celebrata nel solstizio d’inverno, che, all’inizio del I secolo, cadeva, nel calendario giuliano, attorno al 6 gennaio,. Ad Alessandria, i greci celebravano nella notte la nascita del tempo nuovo con processioni e inni di cui abbiamo conservato un frammento: “La Vergine (Koré) ha partorito il tempo nuovo”. L’aumento di luce al solstizio era così vissuto come una Epifania.
In Occidente, con certezza dopo il III secolo, si celebrava il 25 dicembre la nascita del Sole. Nel culto di Mitra quello stesso giorno era consacrato a celebrare la nascita del Dio e della nuova luce: Mitra che scaturisce dalla roccia e porta la fiaccola, genitor luminis. Quella notte ovunque venivano accesi dei fuochi per aiutare il sole a salire più in alto al di sopra dell’orizzonte. È molto verosimile che la festa del Natale sia apparsa a Roma, il 25 dicembre, sotto il regno di Costantino: la più antica testimonianza ne è un calendario del 354 che riprende gli usi datai negli anni 330. nello stesso tempo, le Chiese d’Oriente celebrano il 6 gennaio non come festa della nascita, Natale, ma della manifestazione, Epifania, di Dio. Ma a poco a poco l’uso occidentale si è diffuso in Oriente, nonostante alcune resistenze locali: la festa del Natale viene celebrata dal 375 ad Antiochia, nel 379 a Costantinopoli, ma a Gerusalemme stessa si dovrà attendere la metà del VI secolo perché la nascita di Gesù venga celebrata il 25 dicembre.
I vescovi insistono ovunque sul doppio significato simbolico di questa festa, di cui recuperano i valori non cristiani: il Cristo è il vero sole, il sole di giustizia del profeta. La nascita di una nuova luce si realizza con l’illuminazione del mondo tramite la manifestazione di Dio, che entra nel mondo con la sua incarnazione e prima di tutto con la sua nascita. La luce del mondo che appare è solo il compimento dell’annuncio fatto da Isaia (Gv. 8, 12).
Nella sua predicazione annuale, Agostino collega tutti questi temi, insistendo sul fatto che i cristiani non celebrano in alcun modo una data storica, ma una realtà fondamentale: Dio si è manifestato agli uomini sulla terra. Quanto a Gregorio Nazianzeno, egli pure si sofferma sull’aspetto della rigenerazione spirituale.

“Ascoltate, figli della luce, già adottati nel Regno di Dio; amati, fratelli, ascoltate; ascoltate e rallegratevi nel Signore voi giusti, voi retti a cui si addice la lode (Sl. 32, 1). Ascoltate ciò che sapete, meditate ciò che ascoltate, amate ciò che credete e proclamate ciò che amate. Oggi festeggiamo un anniversario, ed ecco il discorso che un tal giorno suggerisce.
Il Cristo è nato, come Dio dal Padre, come uomo dalla madre; dall’immortalità dal Padre, dalla verginità della madre, dal Padre senza il concorso della madre, e dalla madre senza quello del Padre. Dal Padre senza tempo , e dalla madre senza seme. Dal Padre principio della vita, dalla madre rifugio della morte. Dal Padre per dare ordine ad ogni giorno, dalla madre per consacrare questo giorno.
Egli ha inviato Giovanni Battista, che ha fatto nascere quando i giorni cominciavano a diminuire; ed egli stesso è nato quando i giorni cominciavano crescere, secondo le parole stesse di Giovanni: “Egli deve crescere ed io devo diminuire” (Gv. 3, 30). La vita umana infatti deve diminuire per aumentare in Gesù cristo, “perché quelli che vivono non vivono più per se stessi, ma per colui che è morte e resuscitato per loro” (2 Cor. 5, 15); e perché ciascuno di noi dica con le parole dell’Apostolo: “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me” (Gl. 2, 20).
Chi tra di noi può conoscere tutti i tesori della saggezza e della scienza di Dio che il Cristo racchiude e nasconde nella povertà della sua carne? Infatti: “da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi, per mezzo della sua povertà” (2 Cor. 8, 9). Egli ha assunto la condizione di mortale per distruggere la morte: si è rivelato a noi nella povertà, ma ha promesso delle immense ricchezze di cui nessuno l’ha spogliato. Quale tesoro è la sua dolcezza, che riserva per coloro che lo temono, di cui ricolma chi in lui si rifugia (Sl. 30, 20)! Ma la nostra conoscenza di questo tesoro resta imperfetta, finché non giunge la perfezione. Affinché noi ci prepariamo a comprenderlo, Gesù, uguale al Padre e Dio come lui, ci ricrea a somiglianza di Dio; lui unico figlio di Dio si è fatto figlio dell’uomo per rendere figli di Dio molti figli degli uomini; a noi, schiavi, ci insegna essendo simile a noi nella sua condizione visibile di schiavo, e ci rende liberi e capaci di comprendere la condizione di Dio. “Carissimi, fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è” (1 Gv. 3, 2). Ci convertirà e mostrerà il suo sembiante, e noi saremo salvi e tutti i nostri desideri saranno soddisfatti”.

AGOSTINO, Sermone 194, 1 e 3



< Noi celebriamo oggi la teofania, ovvero la natività, poiché si chiama in tutti e due i modi, e vi sono due nomi per indicare il medesimo avvenimento. Dio si manifesta agli uomini per mezzo della sua nascita. Delle due sostanze una già esisteva certamente dotata di eternità da colui che è eterno, ed è quindi al di sopra delle cause e delle ragioni (nessun principio infatti è superiore al Verbo); l’altra poi è stata fatta a vantaggio della nostra salvezza, affinché chi ci aveva dato la vita ci potesse anche elargire la felicità; o meglio, affinché noi che avevamo persa quella a causa del peccato, potessimo di nuovo essere chiamati alla sua Incarnazione, che ce la rende. Perciò questa festa si chiama Teofania, perché Cristo vi si manifesto; ed è anche detta Natività perché egli vi è nato. Questa festa è tutta nostra e in questo giorno odierno celebriamo la venuta di Dio presso gli uomini, affinché noi ci possiamo avvicinare o (per dirlo con maggiore proprietà) ritornare a lui; affinché noi, spogliati dell’uomo vecchio, rivestiamo il nuovo; e come siamo morti in Abramo, così viviamo in cristo, mentre nasciamo con il Cristo, siamo crocifissi, siamo sepolti, risorgiamo (…) Celebriamo quindi la nostra solennità non come si usa nelle feste pubbliche, ma in modo divino; non in modo mondano, ma con sentimento superiore al mondo; noi non festeggiamo cose che sono nostre, ma di colui che si è fatto nostro, o, per meglio dire, di colui che è Signore; non festeggiamo la nostra debolezza, ma la nostra guarigione; non festeggiamo la nostra creazione, ma la nostra rigenerazione>>.


GREGORIO NAZIANZENO, Sermone per il giorno di Natale, 380"





grazie [SM=x570890] [SM=x570892] [SM=x570890]

vi saluto in CRISTO RISORTO




.
25/11/2008 00:37
 
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Re:
Trianello, 20.11.2008 14:23:

Se è per questo, alcuni studiosi hanno avanzato l'ipotesi che il 25 dicembre sia davvero la data natale di Gesù.

Sul tema si veda il mio intervento qui:

www.grisroma.org/forum_b/viewtopic.php?f=3&t=29



Ho letto con interesse il tuo articolo. Mi rimane un piccolo problema cronologico: lo studioso dell'università di Gerusalemme indica con esattezza l'anno in cui Zaccaria è stato al servizio nel tempio? Questo anno coincide con quello che attualmente viene indicato per la nascita di Gesù? In effetti se non erro il calendario ebraico è lunare e quindi ci potrebbe essere qualche piccolo problema sotto questo aspetto. Grazie per l'eventuale informazione. Socrates
25/11/2008 00:39
 
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Re:
cavdna, 25.11.2008 00:13:

vi saluto in CRISTO SIGNORE

miei cari fratelli e sorelle

anche se attingo da un testo un pà vecchiotto....

provo a dire comunque la mia, e non per smentire alcuno......

tratto da "Biblioteca Storica" - Autobiografia della CHIESA : dagli Atti degli Aposti al testamento di Paolo VI - a cura di Michel Meslin e Jacques Lowe - Edizione Italiana curata da Luigi FIORANI - SANSONI Editore.

da pag. 90 a pag. 93 :

"La festa del Natale

A prima vista può sembrare sorprendente che una festa liturgica della nascita di Gesù sia stata sconosciuta ai cristiani durante i primi tre secoli della Chiesa. Quest’ultima, di fatto, celebrava soltanto una festa nel ricordo della morte e della Resurrezione del Signore, la nuova Pasqua. Solo nel corso del IV secolo si comincia a celebrare la nascita di Gesù, ma senza una data stabilita da una tradizione unanime: il 6 gennaio in Oriente, il 25 dicembre in Occidente. In tutti e due i casi è l’esistenza di una festa pagana di inizio d’anno, un cambiamento del tempo, a spiegare l’istituzione della festa cristiana, ma anche la volontà di cristianizzare il tempo nuovo.
In effetti in Oriente, esisteva anche un’antichissima festa della Luce, celebrata nel solstizio d’inverno, che, all’inizio del I secolo, cadeva, nel calendario giuliano, attorno al 6 gennaio,. Ad Alessandria, i greci celebravano nella notte la nascita del tempo nuovo con processioni e inni di cui abbiamo conservato un frammento: “La Vergine (Koré) ha partorito il tempo nuovo”. L’aumento di luce al solstizio era così vissuto come una Epifania.
In Occidente, con certezza dopo il III secolo, si celebrava il 25 dicembre la nascita del Sole. Nel culto di Mitra quello stesso giorno era consacrato a celebrare la nascita del Dio e della nuova luce: Mitra che scaturisce dalla roccia e porta la fiaccola, genitor luminis. Quella notte ovunque venivano accesi dei fuochi per aiutare il sole a salire più in alto al di sopra dell’orizzonte. È molto verosimile che la festa del Natale sia apparsa a Roma, il 25 dicembre, sotto il regno di Costantino: la più antica testimonianza ne è un calendario del 354 che riprende gli usi datai negli anni 330. nello stesso tempo, le Chiese d’Oriente celebrano il 6 gennaio non come festa della nascita, Natale, ma della manifestazione, Epifania, di Dio. Ma a poco a poco l’uso occidentale si è diffuso in Oriente, nonostante alcune resistenze locali: la festa del Natale viene celebrata dal 375 ad Antiochia, nel 379 a Costantinopoli, ma a Gerusalemme stessa si dovrà attendere la metà del VI secolo perché la nascita di Gesù venga celebrata il 25 dicembre.
I vescovi insistono ovunque sul doppio significato simbolico di questa festa, di cui recuperano i valori non cristiani: il Cristo è il vero sole, il sole di giustizia del profeta. La nascita di una nuova luce si realizza con l’illuminazione del mondo tramite la manifestazione di Dio, che entra nel mondo con la sua incarnazione e prima di tutto con la sua nascita. La luce del mondo che appare è solo il compimento dell’annuncio fatto da Isaia (Gv. 8, 12).
Nella sua predicazione annuale, Agostino collega tutti questi temi, insistendo sul fatto che i cristiani non celebrano in alcun modo una data storica, ma una realtà fondamentale: Dio si è manifestato agli uomini sulla terra. Quanto a Gregorio Nazianzeno, egli pure si sofferma sull’aspetto della rigenerazione spirituale.

“Ascoltate, figli della luce, già adottati nel Regno di Dio; amati, fratelli, ascoltate; ascoltate e rallegratevi nel Signore voi giusti, voi retti a cui si addice la lode (Sl. 32, 1). Ascoltate ciò che sapete, meditate ciò che ascoltate, amate ciò che credete e proclamate ciò che amate. Oggi festeggiamo un anniversario, ed ecco il discorso che un tal giorno suggerisce.
Il Cristo è nato, come Dio dal Padre, come uomo dalla madre; dall’immortalità dal Padre, dalla verginità della madre, dal Padre senza il concorso della madre, e dalla madre senza quello del Padre. Dal Padre senza tempo , e dalla madre senza seme. Dal Padre principio della vita, dalla madre rifugio della morte. Dal Padre per dare ordine ad ogni giorno, dalla madre per consacrare questo giorno.
Egli ha inviato Giovanni Battista, che ha fatto nascere quando i giorni cominciavano a diminuire; ed egli stesso è nato quando i giorni cominciavano crescere, secondo le parole stesse di Giovanni: “Egli deve crescere ed io devo diminuire” (Gv. 3, 30). La vita umana infatti deve diminuire per aumentare in Gesù cristo, “perché quelli che vivono non vivono più per se stessi, ma per colui che è morte e resuscitato per loro” (2 Cor. 5, 15); e perché ciascuno di noi dica con le parole dell’Apostolo: “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me” (Gl. 2, 20).
Chi tra di noi può conoscere tutti i tesori della saggezza e della scienza di Dio che il Cristo racchiude e nasconde nella povertà della sua carne? Infatti: “da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi, per mezzo della sua povertà” (2 Cor. 8, 9). Egli ha assunto la condizione di mortale per distruggere la morte: si è rivelato a noi nella povertà, ma ha promesso delle immense ricchezze di cui nessuno l’ha spogliato. Quale tesoro è la sua dolcezza, che riserva per coloro che lo temono, di cui ricolma chi in lui si rifugia (Sl. 30, 20)! Ma la nostra conoscenza di questo tesoro resta imperfetta, finché non giunge la perfezione. Affinché noi ci prepariamo a comprenderlo, Gesù, uguale al Padre e Dio come lui, ci ricrea a somiglianza di Dio; lui unico figlio di Dio si è fatto figlio dell’uomo per rendere figli di Dio molti figli degli uomini; a noi, schiavi, ci insegna essendo simile a noi nella sua condizione visibile di schiavo, e ci rende liberi e capaci di comprendere la condizione di Dio. “Carissimi, fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è” (1 Gv. 3, 2). Ci convertirà e mostrerà il suo sembiante, e noi saremo salvi e tutti i nostri desideri saranno soddisfatti”.

AGOSTINO, Sermone 194, 1 e 3



< Noi celebriamo oggi la teofania, ovvero la natività, poiché si chiama in tutti e due i modi, e vi sono due nomi per indicare il medesimo avvenimento. Dio si manifesta agli uomini per mezzo della sua nascita. Delle due sostanze una già esisteva certamente dotata di eternità da colui che è eterno, ed è quindi al di sopra delle cause e delle ragioni (nessun principio infatti è superiore al Verbo); l’altra poi è stata fatta a vantaggio della nostra salvezza, affinché chi ci aveva dato la vita ci potesse anche elargire la felicità; o meglio, affinché noi che avevamo persa quella a causa del peccato, potessimo di nuovo essere chiamati alla sua Incarnazione, che ce la rende. Perciò questa festa si chiama Teofania, perché Cristo vi si manifesto; ed è anche detta Natività perché egli vi è nato. Questa festa è tutta nostra e in questo giorno odierno celebriamo la venuta di Dio presso gli uomini, affinché noi ci possiamo avvicinare o (per dirlo con maggiore proprietà) ritornare a lui; affinché noi, spogliati dell’uomo vecchio, rivestiamo il nuovo; e come siamo morti in Abramo, così viviamo in cristo, mentre nasciamo con il Cristo, siamo crocifissi, siamo sepolti, risorgiamo (…) Celebriamo quindi la nostra solennità non come si usa nelle feste pubbliche, ma in modo divino; non in modo mondano, ma con sentimento superiore al mondo; noi non festeggiamo cose che sono nostre, ma di colui che si è fatto nostro, o, per meglio dire, di colui che è Signore; non festeggiamo la nostra debolezza, ma la nostra guarigione; non festeggiamo la nostra creazione, ma la nostra rigenerazione>>.


GREGORIO NAZIANZENO, Sermone per il giorno di Natale, 380"





grazie [SM=x570890] [SM=x570892] [SM=x570890]

vi saluto in CRISTO RISORTO




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I testi che hai citato vanno nella stessa direzione di quanto avevo affermato in precedenza. Socrates
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