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Quando si sceglie un Gruppo, forse è meglio cominciare dalla "fine", vale a dire chiedersi: "Come si fa ad uscirne?"

Ultimo Aggiornamento: 14/11/2008 22:00
14/11/2008 02:21
 
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Carissimi.

Quando parlavo di “Scelta di un Gruppo” e dei parametri relativi alla scelta (vedi discussione: freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=7979743), non avevo citato un parametro secondo me molto importante: vale a dire: cominciamo dalla Fine!
Nulla di strano, semplicemente chiedersi, quando si vuole entrare in un Gruppo: “Come si fa ad uscirne?”.
Pare quasi un modo poco carino, o pessimistico, di pensare. Infatti, quasi sempre, quando si pensa a delle “Unioni”, si pensa ad unioni Eterne. Siamo abituati ad usare troppo parole come “Sempre e “Mai” per capire che, una cosa, potrebbe anche finire, e finire molto prima di quanto pensiamo.
E allora bisogna pensare a cosa fare se, un giorno, volessimo uscire da quella situazione.
La cosa funziona per tutti i Gruppi possibili. E per tutte le Situazioni della Vita. Tutti i legami “per la Vita” sono pericolosi. Infatti, non lasciano via d’uscita. Sulla spinta dell’entusiasmo iniziale, ci si lega. Ma poi l’entusiasmo passa, si vuole uscire, e allora…. Nulla, non si può nemmeno provare a venirne fuori. L’uscita non è prevista.

Capita in diversi Gruppi e Situazioni. Non da ultima, la situazione che si presenta ad un Matrimonio Cattolico. “L’Uomo non osi separare ciò che Dio ha unito”. Ma poi non ci si trova bene assieme. Le persone cambiano.
Decidere che una cosa è “Per sempre” significa decidere che noi non cambieremo mai. E soltanto le persone che non cambiano rimangono sempre della stessa idea. E queste sono le persone che non si evolvono umanamente.
Chi compie una certa evoluzione umana potrebbe anche non apprezzare più ciò che amava ieri. Si cambia, e ciò che un giorno entusiasma, dopo un po’ potrebbe non piacerci più. E quindi, vogliamo uscire da quella situazione.
La cosa avviene quasi improvvisamente, talvolta. Infatti, se teniamo presente che la mente è per il 95% inconscia, capiamo molto bene come, spesso, le cose “lavorano dentro” per poi esplodere tutto di colpo, senza che ce ne accorgiamo, in modo improvviso.
Questo succede anche per le situazioni, che crediamo “Eterne”. Magari, dopo un po’, il nostro cambiamento ci fa capire che quella situazione non va più bene per noi. A questo punto, la ringraziamo per quello che ci ha donato in passato, e la lasciamo.

Ma questo vuol dire uscirne. Vuol dire uscire con onore dalla situazione. E non sempre è possibile.
Nel caso del Matrimonio Cattolico, la Chiesa non ammette separazione. Quindi, quando ci si separa, si perdono i Sacramenti.
Cosa assurda. Infatti, il fatto che non si stia più bene assieme, significa solo che qualcosa in noi è cambiato. Nessuno ha responsabilità, semplicemente la situazione è mutata, interiormente ed esteriormente.

Direi che ancora di più si percepisce la cosa in un Gruppo. Lasciare un Gruppo è normale. Significa che, semplicemente, quel cammino non ci è più affine, e ne cerchiamo un altro, magari molto diverso. Lo scopo è capire che sino a lì siamo arrivati grazie a quella cosa, e dobbiamo essergliene grata.
Può darsi, ad esempio, che un Gruppo Sportivo, del quale abbiamo fatto parte per anni, non ci interessi più. Si cambia, e la cosa è possibile. Ma, tuttavia, quando usciamo, dobbiamo essere grati a chi ci ha permesso di condividere bei momenti assieme.

Questo, però, capita quando l’uscita da un Gruppo è semplice. Talvolta però non lo è.

Faccio un’analogia con una Nazione. Le Nazioni dittatoriali, generalmente, sono tali per cui l’uscita è difficile. Mentre in quelle più democratiche è semplice, e, spesso, nessuno guarda le persone che escono, ma soltanto quelle che entrano.
Quindi, dove è facile uscire, questo è spesso sintomo di Gruppo aperto e democratico. Mentre, dove l’uscita è difficile, questo è sintomo di chiusura.
Non è detto che la difficoltà in uscita sia proporzionale a quella in entrata. Infatti, sovente, entrare in Gruppi Religiosi è facile, ma non è prevista l’Uscita (l’Islam ne è un caso: entrare è piuttosto semplice, ma uscire praticamente impossibile).

Occorre, quindi, sapere se è possibile uscire, e cosa questo comporta. Infatti, passato l’idillio momentaneo, la persona potrebbe voler cambiare. E se l’uscita è difficile, potrebbero presentarsi dei problemi.

Informarsi su come si esce, quindi, non è un mettere le mani avanti, ma un ragionevole prepararsi a qualcosa che potrebbe accadere. Un sapere che l’uscita è sempre possibile. E il cerchio non si chiude ermeticamente alle spalle di chi vuole uscire.

Quando si riceve qualche Iniziazione, spesso, questo costituisce un impegno anche forte. Quindi, l’uscita potrebbe essere complicata. È il caso di diversi Gruppi. Nel mio caso, tuttavia, sono facilmente uscito da un Gruppo dove avevo ricevuto un’iniziazione. Ma nel Gruppo avevano detto che, in realtà, io non uscivo, perché comunque si rimaneva iniziati per sempre. Quindi, in un certo senso, qualcuno mi considererà sempre “dei loro”. Ma questo non conta: non vi sono problemi di alcun tipo!

Occorre, quindi, quando si entra in un Gruppo, sapere cosa fare se si desidera uscirne. Se è difficile, se vi sono problemi. Ed anche cosa comporta l’uscita. Anche in termini di isolamento dagli altri, di considerazione da parte degli altri e così via.

E veniamo al caso TDG. In questo Gruppo, entrare non è così difficile. L’entrata ufficiale è ilo Battesimo. Questa è un’Iniziazione a tutti gli effetti. Infatti, è l’azione che porta ad essere Testimoni di Geova. Si giunge a questo abbastanza facilmente.
Ma questa Iniziazione implica un’unione molto forte. Che ricorda da vicino quelle di qualche “Setta”. Che ricorda molto da vicino le unioni quasi “di sangue” che si fanno in qualche struttura.
È un’unione intensa, che lega davvero “Per la Vita” ed anche oltre (da quanto si può capire!). quindi, quando ci si battezza, rompere questo legame è come rompere un’unione che lega in modo quasi indissolubile.

Rimane poi anche la considerazione degli altri per questa Uscita. Si è un’”Apostata”, un “Rinnegato”, una persona da evitare.
E questo rende le cose difficili. Rende molto problematico l’uscire, il liberarsi da qualcosa che, in quel momento, non si sente più come effettivo per la propria vita.

Quindi, tirando le somme, credo sia importante, quando si vuole scegliere un Gruppo, chiedersi: “Cosa comporta l’uscirne?”. In tal modo, se un giorno non ci piacerà più, si potrà uscirne senza problemi, ma ringraziando molto coloro che ci hanno permesso di camminare un tratto della nostra Vita, e serbando gratitudine. Mantenendo con le persone un rapporto di stima e amicizia.
Se invece l’uscita non è prevista, o è vista in modo da doverla evitare, allora è meglio pensarci bene prima di aderire a quel Gruppo! Si cambia, nella Vita, anche molte volte e molto nel Tempo. Quindi, la certezza che ciò che va bene oggi andrà bene anche domani non c’è.
Pensare che andrà tutto bene per sempre, significa non pensare al fatto che noi cambiamo. E che quindi un giorno quello che facciamo potrebbe non piacerci più.
Quindi, consiglio sempre Gruppi da cui è facile uscire. Occorre sempre porsi la domanda sull’Uscita. Per sapere se un giorno avremo problemi in tal senso.

Consiglio di farlo, e di informarsi per tempo. Diversamente, un giorno si potrebbero avere seri problemi, come nel caso dei Testimoni di Geova.
Ma, se ci si informa prima su cosa succede a chi esce dal Gruppo, e si è un po’ “previdenti”, si sceglie un Gruppo dove l’uscita non crei problemi di nessun tipo.
Come nei rapporti coniugali è meglio chiedere la separazione dei beni, e non la comunione (non si sa mai!) così anche nei vari Gruppi che possiamo incontrare è meglio sempre mettere le mani avanti, e pensare che, un giorno, potrebbero non interessarci più. E se l’uscita non è prevista in modo “indolore”, allora saranno problemi!

Meglio evitarli, e porsi per tempo le domande giuste! Come già scrivevo, noi abbiamo tutte le risposte in noi. Basta porsi le domande adeguate.
Ebbene: credo che questa sia una domanda adeguata. Che un giorno potrebbe evitarci molti problemi!

Un saluto a tutti con Spirito di Consapevolezza e Coscienza di sé.

Sergio.
14/11/2008 07:47
 
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è vero
è vero sono daccordo, puttroppo quando si è presi da euforia che la fine è dietro langolo non si conosce nulla di negativo è facile dire si andiamo solo avanti... ma non è sempre cosi e quindi ti ritrovi in una gabbia che non puoi ne fuggire ne rincorrere,,ppfff speriamo almeno di aiutare altri a farsi queste domante. see y
14/11/2008 10:33
 
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In altro 3D chiesi come sia possibile che una persona adulta mediamente colta si faccia abbindolare da sette come la WT. La risposta fu che, molto spesso, l'ingresso avviene sull'onda emotiva per eventi della vita tra i più diversi. Partire dalla fine, come auspichi tu, sarebbe un comportamento altamente razionale ma credo che l'emotività sia nemica della razionalità. Valutare ciò che gira attorno alla vita da TDG, a maggior ragione le conseguenze della fuoriuscita, penso sia possibile solo per chi stia coscientemente cercando un cammino spirituale scevro di condizionamenti emotivi.

Un saluto a tutti, TDG e non.
14/11/2008 22:00
 
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Basta porsi la domanda adeguata…

Come possono le persone che studiano farsi questa domanda? Si trovano già a metà tra cielo e terra, con tutte le belle promesse e consigli che studiano, mai e poi mai si chiederanno cosa fare se dovessero lasciare.

Il problema é piuttosto l’organizzazione che nei libri che si studia con la persona non spiega cosa rischia la persona che vuole uscire una volta battezzata.

Il libro “La conoscenza che conduce alla vita eterna” menziona la parola ‘disassociazione’ una sola volta a pag. 138 dove dice laconicamente:
Se un cristiano che ha commesso un peccato grave accetta la disciplina e la riprensione scritturale e dà prova di vero pentimento, verrà aiutato. Naturalmente, i violatori persistenti e impenitenti della legge di Dio vengono disassociati. - I Corinti 5:9-13

Come puo una persona rendersi conto dell’impatto profondo che potrebbe avere una disassociazione nella sua vita? Forse la persona che tiene lo studio lo spiegherà. Anche io mi allargavo un po sull’argomento, ma spiegavo la situazione che porta alla disassociazione, quella di una persona immorale che persiste nelle sue pratiche, ma mai ho pensato di parlare di apostasia dato che non avevo ANCORA alcuna critica o dubbio sull’organizzazione e perciò non mi sfiorava l’idea che si potesse criticare l’organizzazione e che non si fosse liberi di farlo.

Per riassumere, è l’organizzazione ambigua come sempre, a celare, a non esser chiara e esplicita nel trattare l’argomento della disassociazione, dedicandovi una mezza frase nel libro che deve portare la persona al battesimo cosi che questi non possono essere pienamente consapevoli di cosa vanno incontro.

Lo studio biblico a domicilio é dunque come quei contratti con tante clausole, alcune scritte in caratteri piccolissimi, che alla fine stufo di leggere, firmi il contratto...e resti fregato!

........................
"Dubitare di tutto o credere a tutto sono due soluzioni altrettanto comode che, l'una come l'altra, ci dispensano dal riflettere"
Henri Poincaré




Claudia
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