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Serpente come simbolo di conoscenza, e dualismo in realtà come uno. Cosa ne pensate? Due nella Bibbia è sempre Uno? Secondo me sì!

Ultimo Aggiornamento: 25/10/2008 17:43
25/10/2008 05:17
 
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Adamo ed Eva, Caino ed Abele, in realtà sono una sola persona. Sempre nella Bibbia Due è Uno, cosa ne pensate? Per me è così!
Carissimi.

Ho ricevuto un intervento al mio precedente messaggio, che mi faceva notare come il Serpente sia il simbolo della conoscenza.
Notoriamente, viene fatto credere sia il simbolo del peccato, della tentazione. Appare evidente che questo non è vero. E che chi vuole farlo credere sia in realtà portato a manipolare ed a porre dei limiti.
I primi uomini vivevano nel Paradiso Terrestre. Eva nata, secondo i più, dalla “Costola” di Adamo.
In realtà, lo stesso Igor Sibaldi, faceva notare che non è “la costola”, ma “il velo della tenda”.
Eva rappresenta quindi la Sessualità svelata di Adamo, rappresenta la consapevolezza della divisione sessuale.
Rappresenta l'inizio del cammino di conoscenza.
Ma, nella beata quiete del Paradiso Terrestre, non si poteva progredire in alcun modo. Non ne aveva nessuna possibilità. Infatti, tutto erta ancora in situazione di consapevolezza.
Il serpente tenta Eva. Che non è altro che Adamo stesso. Alcuni esperti di testi Sacri, infatti, ricordano che, quando nella Bibbia compaiono “due” persone, in realtà questa è una sola. Quindi non ci sono un Adamo ed una Eva, ma una sola persona.
Questo appare anche noto dallo studio antropologico dell'Uomo. Infatti, in realtà, l'Uomo, pur essendo differenziato nei sessi, ha entrambe le sessualità presenti. Soltanto che una è dominante e l'altra recessiva.
Se una persona ha caratteristiche omosessuali, significa che ha come dominante la personalità che dovrebbe essere recessiva e viceversa. Significa, ad esempio, che fisicamente è un uomo, ma in realtà la personalità femminile per lui è dominante, e quella maschile recessiva.
Normalmente è invece il contrario.
Il desiderio di persone del sesso opposto, il desiderio sessuale, non è altro che il modo per completarsi. In un certo senso, un rapporto sessuale con una persona altro non è che un rapporto con sé stessi, o meglio con la propria parte recessiva. Per completarsi.
Verosimilmente, Popoli più evoluti che sono nell'Universo non hanno bisogno di sessualità in quanto hanno già in sé tutti e due i sessi.

Questo, comunque, per dire che anche nella Realtà due è spesso uno. Anche nel modo comune di vedere, spesso, noi abbiamo rapporti con noi stessi, e gli altri ci fanno da specchio, rivelandoci quello che siamo. Quando ci arrabbiamo con una persona, in realtà ci arrabbiamo con una parte di noi che nascondiamo. In questo, la Filosofia Buddhista è davvero notevole.

Nella Bibbia, quindi, in realtà Adamo ed Eva, come dicevo, sono solo due facce della stessa persona. Eva è la parte femminile di Adamo, che deriva dall'alzare il velo della tenda.
E' la parte femminile di Adamo. E trovando Eva, alza il velo che nasconde questa verità della duplicità in uno.

Ora entra in gioco il Serpente. Questo rappresenta la conoscenza. Che può sfuggire, ma è presente.
La tentazione della Conoscenza avviene in Eva. Forse può voler dire che ormai il Velo della Tenda è crollato, e la consapevolezza ottenuta da Adamo deve necessariamente condurre alla conoscenza.
Il serpente dice ad Eva che può, con la conoscenza, divenire Dio.
Ma anche in questo caso la lettura appare simbolica. La conoscenza ci permette di andare oltre.
Anche nel Buddhismo il difetto mentale più grosso è l'ignoranza. La conoscenza ci permette di andare ad indagare cose meravigliose. Ma anche di far cadere i veli che ci fanno vedere tutto bello come nell'Eden. Inizia un cammino periglioso.
Ed Eva, cioè Adamo, mangia il frutto. Eva lo offre ad Adamo. Quindi, in chiave simbolica, la parte femminile, quella che deriva dalla caduta del velo, accetta quello che Adamo da solo non accetterebbe, oscurato dall'ignoranza: l'inizio del cammino di consapevolezza.
In fondo, la parte femminile è quella che si abbandona di più, che ha il coraggio di seguire il Cuore.
E combinata con la parte più logica, più “maschile”, almeno come simbolo (Adamo), non può altro che condurre a quello che appare ovvio: il cammino di conoscenza.
Quindi, “cede” al serpente (fortunatamente!) e cade dal Paradiso dell'Illusione.
Ed inizia il cammino di conoscenza, che periglioso a tratti porterà ad una nuova consapevolezza, per conquistare quel Paradiso che forse è davvero stato sempre dentro di noi.

Anche Caino e Abele sono in realtà la stessa persona. Caino è la parte che va verso la vita, che non ha paura del cammino di consapevolezza. Abele è la persona che vuole tornare da Jahvè (che io vedo come il Superego, il valore prestabilito, la non apertura alla Conoscenza).
Caino prende coraggio, ed “uccide” questa parte di sé. Uccide il desiderio di tornare ad uno Stato di beatitudine vuota. Accetta l'ira del suo Superego, il biasimo ed il senso di colpa (l'Ira di Jahvè è, forse, in fondo, solo questo!).
Ma cammina, e lo fa con le proprie gambe. E continua quella via iniziata dai suoi genitori. Dalla quale non si può tornare indietro, ma solo proseguire.
Ma l'obiettivo finale è la consapevolezza profonda. E' uno Stato davvero di Coscienza superiore. E' quello Stato di Liberato di cui parla il Buddhismo (Arhat). E' quello Stato che, di fatto, ci fa essere Dio. O almeno prenderne coscienza.

Spero davvero che tutti voi possiate essere come Eva e Caino. Che possiate rifiutare un Paradiso di ignoranza, manipolati dal proprio Superego e dai Sensi di Colpa, e divenire liberi di camminare sulla strada della consapevolezza.
Non sarete mai soli. Di certo molti cammineranno al vostro fianco. E vi sosterrete a vicenda.
La meta è quella più bella, e vale la pena di perseguirla!
Anche se a tratti la strada è buia, la luce della consapevolezza vi guiderà. Non bisogna temere. La meta non è lontana. Anzi, è da sempre stata in voi. Solo, occorre esserne consapevoli!

Buon percorso a tutti!

Sergio.






25/10/2008 08:26
 
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Caro Sergio, considera con indulgenza le mie osservazioni se ti sembrano irrispettose.
Non so quale sia la tua formazione di base, me lo domando perché questo tuo errare tra le varie religioni mi pare non abbia un metodo.
"Partecipare senza appartenere" mi sembra il tuo motto, ma allora dove, in campo spirituale di senti integrato?
La mia domanda non riguarda un tuo eventuale credo, ma nasce osservando il tuo bisogno di conoscenza che è tale da spingerti ad essere un apolide delle religioni.
Ebbene questo tuo errare ti ha portato qualcosa?
Io penso che per approfondire una sola delle religioni che hai avvicinato non basti una vita intera di studio metodico o si rischiano confusioni inaudite applicando ad una le filosofie dell’altra.
Senza meno quanto ho rilevato è dovuto ad una mia deficienza culturale, ma è un disagio che comunque sento.
Con rispetto.
Nonna Pina
25/10/2008 09:28
 
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Le religioni hanno in comune molto più di quello che sembra...

Con buona pace di chi si crede detentore della verità.

[SM=g27823]

Kelly
25/10/2008 17:30
 
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Interessante questa interpretazione del racconto dell'Eden, [SM=g1660613]

mi piacerebbe leggere un tuo commento anche sul diluvio e l'arca di Noè

sull'esodo di Israele nel deserto e l'apertura del Mar Rosso (magari

in altri tread)


[SM=g1543902]


Speranza









"Due cose riempiono l'animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente, quanto più spesso e più a lungo la riflessione si occupa di esse: il cielo stellato sopra di me, e la legge morale in me". (Kant)
25/10/2008 17:43
 
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per me stai navigando nell'universo per cercare una capocchia di spillo
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