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Caduta dal Paradiso come inizio del cammino di Consapevolezza e Abele come ostacolo alla conoscenza. Interpretazione possibile?

Ultimo Aggiornamento: 24/10/2008 22:53
24/10/2008 20:51
 
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Interpretazione che può ribaltare due episodi biblici: Caduta dal paradiso e Caino e Abele. Chiedo a voi se possibile. Per me sì!
Introduzione

Carissimi.

Sono contento che in questo Forum esiste una Sezione relativa all'interpretazione della Bibbia.
Infatti, citando il Vangelo di Filippo (non faccio mistero nel preferire i Vangeli Apocrifi a quelli Canonici, perché sicuramente più “puri” e meno manipolati):
“La Verità non è venuta nuda in questo Mondo, ma in simboli e immagini. Non la si può afferrare in altro modo”.
Questa frase ci dice in modo inequivocabile che interpretazioni letterali dei Testi Sacri sono devastanti. Altrimenti, si rischia di interpretare espressioni come: “Le Donne in Chiesa tacciano” come un comando a non cantare. Infatti, grazie a questo, per molti secoli, le donne non hanno potuto cantare in Chiesa, con conseguente uso di voci maschili anche per parti femminili (vedi controtenore, sopranista e così via), e l'utilizzo di castrati. Pratica aberrante, ma utilizzata, in particolare nel Mondo Cattolico, che veniva indicata come modo per “preservare la bellezza e la purezza della Voce”.
Ancora, la frase “Fermati o sole” è stata interpretata per suffragare il Sistema Tolemaico di visione dell'Universo. Con le conseguenze incredibili su Galileo, ed il rifiuto di guardare anche nel Telescopio, ed affermando di fidarsi di più della Bibbia che del telescopio.
I Testimoni non differiscono molto da questo Sistema Aberrante di cose, quando negano le Trasfusioni per il fatto che è scritto di “astenersi dal sangue”. Achille ha già fornito esaurienti spiegazioni in merito, e basta leggere le sue dettagliate spiegazioni per rendersi conto delle conseguenze che possano portare con sé queste interpretazioni miopi e prive di qualsiasi sforzo per leggere oltre le righe.

Ma tralasciamo questo discorso. Quello che voglio fare è sottoporvi delle possibili interpretazioni di certo alternative della Bibbia. Interpretazioni che ribaltano il modo comune di vedere.
Mi riferisco a due momento: la caduta dal Paradiso e Caino e Abele.
In entrambe le situazioni ritrovo elementi che mi portano a ribaltare quello che la Dottrina Classica insegna: vale a dire a considerare la caduta dal Paradiso come una “Perdita”, o Caino la “parte negativa” della questione.

Tratterò separatamente le due questioni, e chiedo, in tal senso, un vostro commento.

Caduta dal Paradiso

Devo dire che, su questo tema, ho percepito come “illuminante” l'interpretazione data da Osho (www.osho.com ; www.oshoamici.it). Il Maestro Spirituale vede nella caduta del Paradiso un aumento di consapevolezza, una Via magari difficile ed ardua verso una presa di coscienza.
Non è un caso che io abbia associato lo Stato Paradisiaco di Adamo ed Eva a quello dei Testimoni di Geova.
Nell'Eden l'Uomo era in uno Stato beato, ma anche inconsapevole. Infatti, non mangiava dell'albero della Conoscenza. Gli era permesso tutto, tranne conoscere.
Questo vuol dire che, se si vuole rimanere in uno Stato di quiete beata ed inconsapevole, non si deve conoscere. Il cammino di consapevolezza è quello che porta sofferenza, ma può essere meraviglioso.
L'Uomo, quindi, era in uno stato paradisiaco, nella sua inconsapevolezza.
Dio gli dice di non mangiare l'albero della conoscenza. In questo Dio, vedo molto facilmente il “Superego”. Vale a dire ciò che trattiene la persona, ciò che ferma, la voce del passato, la voce della non consapevolezza.
Se l'Uomo non vuole conoscere, allora è beato. Ma quando inizia il cammino di conoscenza, allora inizia a soffrire.
L'Uomo mangia quel frutto “proibito” dal suo Superego, che lo fa cadere dalla quiete beata dell'Eden in cui viveva. Qui, ancora, vedo l'assenza di consapevolezza simboleggiata dall'Eden. Fintanto che non conosciamo, che non iniziamo il cammino di consapevolezza, siamo in uno Stato di beatitudine, ma simile a quella di un qualcosa che non sentire, che non percepisce.
L'Uomo decide di non ascoltare la voce del Superego, e quindi mangia questo frutto della conoscenza. E subito inizia la sofferenza. Il Paradiso, vale a dire quello Stato di beatitudine inconsapevole, ha termine. L'Uomo si tgrova capapultato in una Relatà mentale che non conosce, che gli sembra ostile, che gli sembra terribile.
Ma solo percorrendo questo sentiero potrà raggiungere quello stato di “Supercoscienza di cui parla lo stesso Osho. Il quale dice. Ora che hai mangiato il frutto, mangia l'intero albero. Non lasciarne nemmeno una foglia.
Il cadere dal paradiso vuol dire iniziare quel cammino che ci rende davvero Uomini. Magari durerà vite e vite (avrete capito che io sostengo l'esistenza di vite passate e future. Ma d'altra parte anche il Cristianesimo le sosteneva, prima del Concilio di Nicea!). Ma alla fine saremo di nuovo in Paradiso (liberazione finale per le Culture Orientali, altri lo chiamano nuovo livello evolutivo o di coscienza), stavolta non più come Esseri inconsapevoli, ma con una consapevolezza nuova.
E' la nostra fase di “consapevoli ma non troppo” che ci fa soffrire. Quindi, dobbiamo andare oltre. Il cammino può essere difficile, ma anche meraviglioso. Occorre tornare sulla Terra, uscire da quell'Eden di inconsapevolezza dove eravamo, ed affrontare la conoscenza. Via difficile e a tratti perigliosa, ma la meta è sicura.

Caino e Abele

Quando circa due anni fa, avevo ascoltato una Conferenza di Igor Sibaldi, ero rimasto quasi allibito ad ascoltare alcune sue interpretazioni bibliche.
Devo dire che il suo tono coinvolgente era molto convincente, e quello che diceva era molto bello.
Tuttavia, alcune cose suonavano come strane. Tra queste l'episodio di Caino e Abele della Bibbia. Igor, infatti, ribaltava la versione classica, ponendo Caino come figura positiva, e non Abele.
Questo mi sembrava impossibile. Ma non così tanto, pensandoci bene! In fondo, lo stesso Maometto diceva che ogni Ayat (versetto) del Corano ha sette interpretazioni simboliche sovrapposte.
Magari, mi chiedevo, è la stessa cosa anche qui!
E credo di essere arrivato ad una conclusione favorevole per questo passo della Bibbia.
Basta mettersi d'accordo sul significato dei termini. Apparentemente Caino uccide Abele, quindi è il “fratello cattivo”. Ma non è così.
E' vero, Caino uccide Abele: ma cosa significa qui “Uccidere”? Noin di certo uccidere materialmente! Piuttosto significa “tagliare con qualche cosa”.
Quindi, Caino ed Abele sono due simboli. Ma di cosa? E cosa realmente “uccide” Caino?
Possiamo ricordare che Caino ed Abele erano i figli di Adamo ed Eva. Quindi, dele persone che erano cadute dal Paradiso. Che, quindi, avevano inziato il cammino di consapevolezza e di conoscenza.
Caino era la persona ribelle, in un certo senso. Abele no.
Ma potrebbero essere anche introdotti dei ribaltamenti. Abele era colui che era attaccato al passato. Caino, invece, era colui che andava verso il futuro. Abele era la figura che rimaneva attaccata al passato, mentre Caino era quella che andava verso il futuro. Abele era la negazione nella consapevolezza, mentre Caino la ricerca.
Questo è inviso al Superego, al nostro “Dio” interiore nel senso deleterio, però. Nel senso di qualcosa che biasima (anche per la Filosofia e la Psicologia islamica il Superego è “Nafs an Lawwama”, vale a dire: “La Mente che biasima”). Quindi, Abele rappresenta non la conoscenza, ma il biasimo interiore che si prova quando si rompono degli schemi del passato, quando si va verso il Futuro. Caino rappresenta la voglia dell'Uomo di andare verso il proprio destino di consapevolezza, mentre Abele rappresenta la persona che si piega al volere di altri, che è succube, che non comprende. Rappresenta la persona inconsapevole.
Caino uccide Abele, e decide, con questo, di proseguire la Via della conoscenza.
Poi sente la voce di Dio. E' la voce del proprio superego, quello della Colpa, del fermarsi a schemi e a preconcetti. E' la voce di colui che non avanza nel cammino di conoscenza. E' la voce di chi ha paura del mare Aperto.
E Caino, per questo, deve soffrire ancora. Deve pagare il “prezzo” della consapevolezza che sta acquisendo.
Eppure, è un prezzo meraviglioso da pagare. E' un prezzo sublime. E' quello che realmente ci rende Uomini.
Ecco, secondo me, quale è la voce di Dio che Caino sente. Abele era il ritorno a quel Paradiso di inconsapevolezza in cui Adamo ed Eva si trovavano. Caino non accetta tutto questo, e vuole andare avanti. Uccide quindi ilo simbolo del ritorno all'inconsapevolezza, e sceglie la difficile via delal conoscenza.
Igor Sibaldi applicava questa interpretazione anche alla favola di Pinocchio. Abele in quel caso era il Grillo Parlante. In un certo senso, il Grillo Parlante era il richiamo di Pinocchio alla Vita di prima. Uccidendolo, Pinocchio decide di seguire il “suo” cammino di consapevolezza, e non quello imposto da altri. Decide di vivere la “sua”vita , e non quella che altri gli avrebbero imposto. Decide di cercare le sue risposte, e non di accettare quelle che gli vengono offerte, preconfezionate.
Pinocchio, poi, subisce vicissitudini, che possono essere viste come “Iniziazioni” (la Fiaba di Pinocchio, così come quella di Cappuccetto Rosso, ha un significato fortemente esoterico).
L'ultima, l'entrata nella Balena, dove ritrova il Padre. Ma sotto un'ottica nuova, ora al limite come saggezza e non più come voce interiore di biasimo.
Ha ucciso Abele, ed è andato, come Caino, verso la conoscenza. Affrontando molte prove, ma finalmente rinascendo a nuova Vita.

Applicazione al caso dei Testimoni di Geova, in particolare a quello di chi fuoriesce

Credo che tutto questo possa essere un monito per i Testimoni di Geova, ed un invito a non temere l'uscita dalla Congregazione. Infatti, l'uscita dalla congregazione rappresenta la caduta da quel Paradiso “fatuo” quanto “inconsapevole” dei Testimoni di Geova, dove “non bisogna conoscere”, dove “appare una risposta per tutto”.
Significa iniziare il cammino, spesso duro, della ricerca di risposte nostre davvero. Molto duro, per chi ha avuto sempre risposte preconfezionate, ad arte per non far pensare. E come dice Guccini: “Per chi non è abituato pensare è sconsigliato”. Ma occorre almeno provarci.
Anche quando, usciti, quindi “caduti dal Paradiso”, la voce di “Abele” ci inviterà nel tornare nella nostra “Torre d'Avorio” (o “Torre di Guardia”: sempre “Torre” è!). Occorre “ucciderlo”, senza temere le reprimenda del nostro “Superego” che ci biasimerà e ci inviterà ad allontanarci per soffrire.
No succederà. Con la consapevolezza, inizierà una nuova Vita, un nuovo modo di veder le cose.
Poi, torneremo in “Paradiso”. Ma stavolta non sarà più la quiete beata ed idilliaca dell'ignoranza, ma la situazione della persona che cerca la Verità, non di quello che l'ha già prestampata su qualche opuscolo. Sarà la situazione difficile di chi pensa. E magari soffre. Ma è meglio sentire il dolore che utilizzare un “analgesico” che ci danneggia.
Meglio essere sé stessi, e magari soli per un po'. Meglio la solitudine di una compagnia fatta di sorrisi finti, di pacche sulle spalle date ad opportunismo. Meglio la Verità (quella Vera, non quella della “Torre di Guardia d'Avorio”!) che una menzogna che tranquillizza. Se si conosce, si può lavorare per migliorare, mentre la beata ignoranza non ci permette nulla, se non rimanervi.

Anche la solitudine fa parte del cammino di consapevolezza. Molti dei grandi personaggi della Storia si sono trovati soli ed emarginati, in alcuni momenti. Anche questo fa parte dell'”Uccidere Abele”, e del cammino di consapevolezza. Fa parte degli ostacoli che si trovano, dei “passaggi difficili” su sentiero.
Ma niente paura: se manterremo alta la luce della conoscenza, non avremo timore di nulla.
E se perdiamo della gente vicino, non occorre preoccuparsi. Procedendo sulla Via della Conoscenza, troveremo altra gente al nostro fianco. E stavolta saranno rapporti “veri” e non di comodo. Saranno rapporti costruiti sulla comunicazione e non su frasi fatte. Saranno rapporti costruiti sulla ricerca della Verità e non sulla “Verità preconfezionata”.
E nessuno rimpiangerà l'”Eden finto” in cui era prima. Ora, con la consapevolezza, scoprirà che esiste anche la notte, oltre che il giorno. Ma la notte fa parte della Vita, come il giorno. Entrambi servono (provate a stare dove c'è sempre luce, come nel Nord della Scandinavia d'Estate, e ve ne accorgerete!). E quindi, scoprendo anche gli aspetti meno luminosi, potrete capire che luce ed ombra sono solo due facce della stessa realtà. E soltanto gustandole entrambi potrete arrivare alla consapevolezza.
Vivrete il Mondo, e scoprirete che non è poi così brutto, e che alle cose aberranti ve ne sono altre meravigliose. Che Satana non è ovunque (anzi, forse è solo un archetipo davvero!). Che la bellezza è in voi se la cercate davvero.
E magari, un giorno, potrete scoprire che, come dice il Maestro Zen Vietnamita Thich Nhat Hanh (www.esserepace.org), facendo un passo in consapevolezza si può già camminare nella Terra Pura dei Buddha. Che, in fondo, è sempre stata dentro di noi. Potrete scoprire che, come lo stesso dice, se saremo consapevoli, “Il Paradiso è qui”. Il Paradiso, aggiungo io, è in noi.

Un saluto e buon cammino di consapevolezza a tutti.

Sergio.

24/10/2008 21:04
 
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Ora ho capito perchè usi come nik "Soffiodipoesia" senza offesa EH?
[SM=p1554566]

Ciao [SM=x570892]
[Modificato da Robenz 24/10/2008 21:10]
24/10/2008 21:16
 
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Infatti, citando il Vangelo di Filippo (non faccio mistero nel preferire i Vangeli Apocrifi a quelli Canonici, perché sicuramente più “puri” e meno manipolati):



E questo già la dice lunga su come la tua metodologia lasci parecchio a desiderare.

Queste tue "interpretazioni" dimostrano, una volta di più, come ad un testo scritto (estrapolato dal proprio contesto) si possa far dire tutto ed il contario di tutto.

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Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)

24/10/2008 22:30
 
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Quasi tutte le religioni sono un tentativo di impedire all'uomo di raggiungere la vera consapevolezza.

Infatti cos'è il serpente se non il simbolo della conoscenza??

E Jahvè non è certo quel Dio amorevole che la Chiesa Cattolica cerca di contrabbandare...leggere l'Antico Testamento per credere...senza paraocchi.

[SM=x570892]
24/10/2008 22:53
 
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Re:
kelly70, 24/10/2008 22.30:

Quasi tutte le religioni sono un tentativo di impedire all'uomo di raggiungere la vera consapevolezza.

Infatti cos'è il serpente se non il simbolo della conoscenza??

E Jahvè non è certo quel Dio amorevole che la Chiesa Cattolica cerca di contrabbandare...leggere l'Antico Testamento per credere...senza paraocchi.

[SM=x570892]




Vero a volte mi sembra che nella BIBBIA vi siano Due Divinità [SM=x570868] uno contrapposta all'altra. Una crudele e una di amore!!!
Boh!! Ho un libro che parla di Jahvè come il crudele Dio del deserto!! (Storia delle religioni in tre volumi) se volete vi dico la pagina!!

[SM=g1543902] [SM=x570921]
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