Quello che nel comportamento del vescovo cattolico in questione è discutibile è che essendo un'autorità costituita e riconosciuta dalla Chiesa cattolica, non avrebbe dovuto avere l'atteggiamento che ha invece usato nei confronti di una persona che gli si era rivolta per ottenere un po' di giustizia, quella giustizia cioè che la legge del nostro paese non può riconoscergli perché il fatto non è configurabile come reato.
Ciò che quel vescovo doveva riconoscere era semplicemente lo sbaglio commesso da un prete della sua diocesi.
Caro Agabo,
il guaio è che tu prendi come oro colato la ricostruzione del caso che viene fatta nell'articolo. Non ti sfiora nemmeno il dubbio che tale ricostruzione possa invece distorcere, almeno un poco, i fatti. Dubbio che invece viene a me, visto che il giornale (sia pure nella sua versione on-line) in cui l'articolo è apparso si colloca notoriamente su posizioni anti-clericali, vista la scarsa cultura dei nostri giornalisti che(specialmente quando si trovano a riportare notizie di ambito religioso) sono soliti prendere fischi per fiaschi e visto, soprattutto, che c'è un Codice di Diritto Canonico a cui anche i vescovi sono tenuti ad attenersi e che questo Codice non è molto tenero con preti che fanno quello che avrebbe fatto il sacerdote in oggetto. Io, prima di esprimermi sulla faccenda con giudizi perentori, preferisco informarmi meglio sulla medesima.
[Modificato da Trianello 21/09/2008 23:01]
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Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)