Ripeto.... io stessa troverei incredibile la mia storia se non l'avessi vissuta sulla mia pelle. Per cui credo che quando agharti dice che la trova inverosimile o che dubita, non lo dica per comodità o perchè per abitudine nega le esperienze che legge. Se non fosse sinceramente convinto di ciò che dice, non sarebbe nemmeno parte della congregazione. In lui non vedo volontà di screditare, proprio come non c'è volontà di screditare in chi racconta, ma solo il desiderio di affermare la propria verità.
Alla fine è un po' come sfilare in una banda musicale, o vederla passare come osservatore. Entrambi vedono la stessa cosa, ma mentre sfili, sei così occupato a suonare bene, camminare al passo controllare la tua divisa... che difficilmente noterai un tuo compagno con la divisa sporca, e se anche lo notassi non avresti modo di soffermartici più di tanto, perchè perderesti il ritmo e il passo....
Infine, come forse è già stato detto da altri, scrivere la propria esperienza non è così semplice. Soprattutto i grandi dolori vengono rinnovati parlandone. Poichè ho provato cosa vuol dire rinnovare quel dolore, so che lo scopo non può essere quello di attaccare e sputare veleno. Non ne varrebbe la pena. I piatti della bilancia sarebbe troppo diseguali. Lo scopo è SEMPLICEMENTE quello di poter essere di aiuto o incoraggiamento a chi si trova in situazioni difficili, e far conoscere ANCHE le cose che non vanno, in modo che uno possa scegliere in maniera più consapevole possibile cosa fare della sua vita.
Rispettosamente...