Il "dubbio" in sé è un condizione della mente rispetto al sapere, per cui non è peccato. Il "dubbio", al limite, può essere peccato solo quando è provocato dalla volontà del dubitante, cioè quando chi dubita rimane nel dubbio anche quando avrebbe elementi sufficienti per uscire da questa situazione e credere.
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Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)