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Ultimo Aggiornamento: 10/07/2008 14:27
07/07/2008 16:20
 
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Polymetis, 06/07/2008 20.51:

Per Agabo

“In un altro topic, nel quale si parlava di argomenti simili, ebbi modo di far osservare che le testimonianaze di alcuni 'padri' come Ignazio di Antochia, vanno prese con cautela. Costui, infatti fu un fanatico 'apologo' del martirio inutile e gratuito.”

Se le conoscenze di patristica sono pencolanti non so che farci. Quella lettera fu scritta quando Ignazio era già stato arrestato e dunque gli si profilava davanti agli occhi una morte certa. A questo proposito scrive che ormai è a tal punto proiettato verso questa esperienza da essere portato quasi a desiderarla, invece dell’attesa snervante che lo consuma nell’aspettarla.
La tua prospettiva è invece smaccatamente materialista. E’ San Paolo stesso a scrivere che, se non fosse per il fatto che serve ai suoi confratelli cristiani, preferirebbe morire per essere con il Signore.
Inoltre, non si vede proprio che rilevanza abbia la tua argomentazione. Una persona può anche avere idee strane riguardo al martirio (idee che poi a me non sembrano affatto strane), ma questo non toglie che siamo dinnanzi ad un cristiano del I secolo, e per giunta un vescovo, e per giunta di Antiochia. Vescovo che tra l’altro non ci dice un suo parere ma ci descrive una pratica ecclesiale.

AGABO: Non penso proprio che l'apologia di Ignazio d'Antochia si rispecchi nell'insegnamento paolino o in quello di Gesù che invitava così i discepoli:

Matteo 10:23 Quando vi perseguiteranno in una città, fuggite in un'altra; perché io vi dico in verità che non avrete finito di percorrere le città d'Israele, prima che il Figlio dell'uomo sia venuto.

Se Ignazio contraddiceva in maniera così vistosa le parole di Cristo significa che, almeno in questo, lui se n'era allontanato in maniera alquanto crassa.



“ma ciò che hanno veramente compreso e non è detto che abbiano sempre compreso correttamente la dottrina apostolica.”

Spero tu ti renda conto di quanto sei improbabile. Loro, che parlavano con gli apostoli faccia a faccia, e se non capivano bastava chiedere, avrebbero capito peggio di te, che tenti di estrapolare cosa credevano gli apostoli sulla base di poche righe di un testo, scritto in un contesto culturale per te alieno, e in una lingua che non sai neppure leggere. Che presunzione…
Evidentemente la Chiesa di Antiochia, che ricevette l’insegnamento da Pietro in persona, praticava un cristianesimo peggiore di quello di Agabo…
Quest’idea è talmente fuori dal mondo che non so perché perdo tempo a risponderti.

AGABO: Eh no! Se mi rispondi vuol dire che c'è qualcosa di più di quel che vorresti dare a intendere.
Agabo è presuntuoso? Può darsi, ma 'Agabo' (leggi un contemporaneo) ha TUTTI i libri della Rivelazione scritta davanti a sé e, per di più, possiede molti strumenti per fare un'analisi obiettiva.
Su che cosa contasse un certo 'Padre' non sappiamo; o meglio, sappiamo che di certo era imbevuto di filosofia greca ... più di tutto!

Il fatto è che MOLTI personaggi contemporanei degli apostoli erano conosciuti dagli stessi apostoli come degli eretici la dice lunga sulla questione della credibilità della testimonianza e della fiducia che si dovrebbe concedere a costoro, quasi "a scatola chiusa".



“C'è anche da considerare il loro 'background' culturale che poteva con molta probabilità distorcere gli insegnamenti da loro ricevuti.”

O certo, loro avevano un 'background' culturale, mentre tu no? Ma ti rendi conto di quello che scrivi?
Avresti meno 'background' culturale distorcente tu, che abiti a 20 secoli di distanza e non parli la loro lingua, di loro?

AGABO: Sono cosciente che il 'backgroud culturale' di chiunque può distorcere il suo modo di comprendere il mondo e né io né tu facciamo eccezione. Ma ne erano coscienti coloro che vivevano 20 secoli fa? Hai letto la storia della chiesa di Eusebio? Certamente sì. Non mi dirai che credi alla lettera a tutto ciò che egli scrisse ...?!


“Non sono certo uno specialista dei testi del Mar Morto, ma tali Testi hanno dimostrato che le Scritture dell'AT sono state sostanzialmente conservate bene rispetto ai Testi che si possedevano prima del loro ritrovamento. ”

A parte che non vedo proprio cosa vorrebbe dire quel “sostanzialmente bene”. Per il letteralista anche una frase diversa può incrinare la fiducia nella parola di Dio. Basta una parola a cambiare il senso di una frase. Ma, se è così, e di differenze ce ne sono parecchie, perché si sceglie un testo in un determinato stadio redazionale piuttosto che un altro?

AGABO: NON SONO UN "LETTERALISTA", lasciamo a loro questo problema.


Inoltre, mi spieghi cosa c’entra il fatto che a Qumran sono stati trovati parti dei testi dell’AT?

AGABO: Prova che sulla Rivelazione scritta certamente veglia Dio stesso, come Egli stesso ha fatto scrivere a Geremia. Sulla Tradizione ... è tutto un altro discorso.


Io non ho minimamente parlato della trasmissione del testo, ma del canone. Un testo può tramandarsi integro per epoche, ma io non ti ho chiesto se si è conservato bene, bensì in base a che cosa lo consideri parola di Dio.

AGABO: Le Scritture dell'AT erano considerate PAROLA DI DIO da Gesù e dai suoi apostoli ... e da noi suoi seguaci di questo secolo. Per noi è una CONFERMA della nostra fede nelle Scritture il constatare che esse sono state conservate integre, come provato dai ritrovamenti di Qumran.

A Qumran ad esempio è stata trovata tutta una serie di letteratura da te oggi considerata apocrifica.

AGABO: Embeh?!

Tornando al NT, non ha nessuna rilevanza se la lettera agli Ebrei si sia conservata bene, ma in base a che cosa tu la consideri facente parte di quel corpus di libri chiamato Nuovo testamento. Giacché in nessun punto della Bibbia sta scritto quali siano i libri della Bibbia, quest’informazione è per l’appunto una tradizione, affidata alla Chiesa, e per la precisione è un’informazione che nella sua forma attuale risale al IV secolo. Perché dunque tu accetti una tradizione consolidatasi nel IV secolo chiamata canone e non il realismo eucaristico della medesima Chiesa che è ben più antico di quel canone?

AGABO: Per l'appunto ho scritto che la "vostra Tradizione", se fosse sottoposta allo stesso vaglio che sono state sottoposte le Scritture E CON STRUMENTI SIMILI, non reggerebbe un granché.

Tante volte siamo ritornati su questo argomento: le virtù e i meriti di ALCUNI non possono essere estesi in blocco a tutti, altrimenti oggi, saremmo per esempio tutti laureati, almeno in 'onoris causa' per i meriti acquisiti da altri; ma così non è.

Un altro esempio, sto rileggendo la storia della famiglia Borgia. Che vogliamo concludere, che tutti i papi furono come Rodrigo Borgia solo perché egli è annoverato fra i cosiddetti successori di Pietro? Oppure, che tutti i cardinali furono come il "Valentino" perché Cesare Borgia fu così?

Se vai a discriminare (e fai bene) su una questione, non vedo perché non lo si debba fare anche su di un'altra, ti pare?
Le Scritture del NT furono messe assieme da alcuni che ne fecero una raccolta probabilmente completa e corretta, visto il discreto numero di altri scritti allora circolanti. Costoro ebbero un merito che molti non negano loro. Questo, però, non è "una garanzia totale", cioè, non copre da qualsiasi rischio di eresia che, di fatto, si infiltravano nella chiesa.



"sostenitori della Tradizione dovrebbero sottoporre essa Tradizione allo stesso vaglio al quale essi sottopongono le Scritture..."

E secondo te la filologia patristica di cosa si occupa?

AGABO: CHI se ne occupa? E, c'è solo quella da mettere al vaglio in 2.000 anni di storia?



Agabo.
www.testimonigeova.com


"E' bello morire per ciò in cui si crede;
chi ha paura muore ogni giorno,
chi non ha paura muore una volta sola" -P. Borsellino-




[Modificato da Agabo 07/07/2008 16:52]
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"MA COME UN'AQUILA PUO' DIVENTARE AQUILONE? CHE SIA LEGATA OPPURE NO, NON SARA' MAI DI CARTONE " -Mogol
"Non spetta alla chiesa decidere se la Scrittura sia veridica, ma spetta alla Scrittura di testimoniare se la chiesa è ancora cristiana" A.M. Bertrand
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