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Marcinkus, la gerarchia vaticana si indigna

Ultimo Aggiornamento: 04/07/2008 18:50
27/06/2008 06:54
 
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Sonny ha scritto:


chi ci garantisce che la "traditio" sia giunta INTEGRA sino a noi?



Come ti ho già detto altrove, ce lo garantiscono i Padri della Chiesa. Studiando le opere dei Padri della Chiesa è facile notare come quello che essi credevano è proprio ciò che la Chiesa crede oggi e, pertanto, è altrettanto facile provare che la Chiesa non si è discostata dall’insegnamento degli Apostoli (così come questo ci è testimoniato sin dai tempi dei cosiddetti Padri Apostolici), ma che, nel corso dei secoli, questa si è limitata a ribadirlo e ad approfondirne la comprensione. Ti basterebbe sfogliare un qualsiasi manuale di dogmatica cattolica per verificare come l’esposizione delle varie dottrine sia sempre accompagnata da una sfilza di citazioni dei Padri (in genere disposte in ordine cronologico) proprio al fine di illustrare la perfetta adesione delle medesime alla Tradizione (di cui, ripeto, i Padri sono i testimoni).


Torno a ripetere, Poly, ti vedo troppo di parte per esprimere un parere imparziale.



Di fronte alla verità, tutti siamo di parte. Infatti, o decidiamo di stare dalla parte della verità o decidiamo di stare dalla parte di ciò che ci fa più comodo credere. Ora, tu sei convinto che Polymetis dica ciò che dice perché, in fondo, lui è un cattolico e gli fa comodo credere determinate cose, ma magari le cose non stanno così, magari Polymetis è solo un ricercatore in buona fede che è arrivato a determinate conclusioni proprio perché ci tiene a stare dalla parte della verità. Ora, o Polymetis crede a quello in cui crede perché è cattolico, oppure Polymetis è cattolico perché crede a quello in cui crede (vale a dire, perché dopo aver analizzato tutti i dati a sua disposizione è giunto alla soluzione che è la Chiesa cattolica a stare dalla parte della verità). A te non resta, a mio avviso, che verificare quanto egli dice, cercando però di non commettere l’errore di farti accecare dai facili e comodi pre-giudizi anticattolici… Personalmente, non vedo l’ora che tu lo faccia, in quanto è tramite una verifica del genere che io stesso sono arrivato a credere nella Chiesa (e ti assicuro che tutto mi sarei aspettato, quando ero un agnostico, tranne che diventare un uomo di fede… e di fede cattolica, per giunta).

Sammy3 aveva scritto:


riguardo la proibizione della lettura della Bibbia io sapevo che nel concilio di Tolosa del 1229 non fu dato il permesso ai laici di avere libri del Vecchio e Nuovo Testamento



Il concilio in oggetto (che non fu un Concilio Ecumenico e che quindi non si espresse in materia dogmatica) vietò il possesso, da parte dei cristiani, di TRADUZIONI in volgare della Bibbia, pena l’accusa di eresia. Tale divieto, a differenza da come viene dipinto da molti disinformati, non fu contro la Bibbia, ma a suo favore. Fu proprio per il rispetto estremo della Chiesa per la Bibbia che questo decreto fu emanato.
Per secoli la Chiesa ha garantito la corretta trasmissione della Scrittura grazie principalmente a due espedienti: l’imprimatur (vale a dire la certificazione da parte di un vescovo che ogni copia che veniva realizzata della Bibbia era confacente all’originale dalla quale era stata tratta) e l’esistenza di un’unica (autorevolissima) traduzione della Bibbia in latino (in un’epoca in cui chiunque sapeva leggere e scrivere sapeva necessariamente anche il latino, che era l’unica lingua scritta disponibile in Occidente), quella realizzata da San Gerolamo.
Ma perché vietare le traduzioni in volgare della Bibbia? Per varie ragioni:
1) Queste non erano traduzioni dalle lingue originali (che all’epoca erano praticamente sconosciute in Occidente), ma traduzioni della traduzione di San Gerolamo (ma allora, perché non attenersi direttamente alla Vulgata di San Gerolamo?)
2) All’epoca di cui stiamo parlando non esistevano ancora delle lingue nazionali letterariamente standardizzate, il lessico volgare (di tutti i volgari) era alquanto impreciso e variabile (non esistendo ancora una solida tradizione letteraria in volgare su cui fondare un uso univoco dei termini e della sintassi), per cui, inevitabilmente, queste traduzioni risultavano un gran pastrocchio e si prestavano ai più svariati fraintendimenti.
3) Proprio per i motivi succitati, era praticamente impossibile accertarsi che una traduzione in volgare della bibbia fosse confacente all’originale e, pertanto, assicurarsi che quello che i lettori della medesima avrebbero avuto di fronte sarebbe stato un testo rispecchiante il contenuto della vera Parola di Dio.

E’ vero anche che, entro certi limiti, nel Medioevo, si scoraggiò il possesso da parte dei laici di copie della Bibbia, ma sempre per rispetto della Testo Sacro e per evitare che questo fosse soggetto a manipolazioni. Fino all’invenzione della stampa a caratteri mobili, infatti, l’unico modo di riprodurre un libro era copiarlo a mano. Ora, nessuno vietava ai laici che possedevano una propria copia della Bibbia di produrre, a partire da questa, altre copie della medesima. Il problema era che queste copie sarebbero sfuggite al controllo ecclesiastico e nessuno avrebbe potuto verificare che si trattasse di copie corrette, vale a dire non contenenti modifiche al testo, sia volontarie che involontarie. Quindi, mettiamo che il possessore di una copia della Bibbia fosse stato un eretico e che avesse prodotto delle copie della Scrittura modificando qui e lì (a mo’ della WTS) il testo dove più faceva comodo, questo avrebbe significato l’entrata di in circolazione di copie della Bibbia manipolate, il che, in un’epoca in cui non era possibile andare in una libreria per comparare un’altra “edizione” della Bibbia, così come noi possiamo fare invece oggi per confrontare la TNM con una versione cattolica o evangelica, sarebbe stato un bel guaio.
[Modificato da Trianello 27/06/2008 07:13]

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Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)

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