Carissimo
Non vorrei ripetere ciò che ha detto spessissimo e argomentato benissimo Polymetis, ma quando qualcuno dice che presenta il pensiero della Bibbia illudendosi di uscire dalla propria veduta soggettiva di ciò che la Bibbia dice al suo cervello, si autoillude. E così parimenti si illude chi riceve tale insegnamento - che è sempre per forza una interpetazione della Bibbia - immaginandosi di essersi messo in contatto diretto con Dio stesso.
Invero questi si sarà messo in contatto con il "medium" di colui che gli sta interpretando il testo, e per giunta non il testo della Bibbia ma di quell'autore/i (o scrittore/i sacro) della Bibbia a cui fa riferimento per sostenere la propria interpretazione, il quale è a sua volta un "medium" umano di un'intuizione che Dio ha donato alla sua mente, semza dettargliela ma lasciando che lui la esprimesse come poteva, riservandosi il buon Dio solo il ruolo di impedire che scrivesse castronerie in rapporto alla dottrina della fede.
Tirare fuori questa dottrina della fede dal testo richiede dunque, per il discepolo imparante, passare attraverso queste due umanità, del docente attuale e dello scrittore sacro.
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est modus in rebus