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TEST & KAT adventures

Ultimo Aggiornamento: 22/09/2009 23:57
12/04/2008 07:46
 
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8. GEOVISTA: UNA QUALIFICA INFAMANTE?

TEST – Posso lamentarmi? Io vorrei portarla sull’annuncio-avvertimento che noi di solito facciamo, ma lei insiste a tirarmi dove vuole lei!...

KAT – Sicuro che può lamentarsi, ma deve stare alle mie richieste. “Geova è un Dio di ordine e disposizione”, vero? Allora è una questione di ordine che lei risponda alle mie domande, visto che lei si presenta a me come insegnante! Quanto a me è normale e mio diritto che io faccia l'insegnato e tiri il discorso su ciò che mi interessa e che a me fa problema per aderire al geovismo. Io per esempio colgo il problema della vostra proposta che mi ha il sapore del surrogato rispetto al caffè che noi cattolici già abbiamo. Se altri non colgono tale sgambetto-impoverimento o se ne infischiano perché non sono convinti che aderendo a voi perderebbero la figliolanza divina divenendo “esauiani” sono dolente per loro. Ma è un fatto che io non sono un cattolico solamente “anagrafico”. So cosa perderei aderendo e perciò le assicuro che dovrà essere più che convincente, o se preferisce sudare otto camicie, per farmi saltare il fosso.

TEST – Come ha detto “Esa..” che?

KAT - Esauiani, è un neologismo che ho coniato per l'occasione, intendo dire seguaci di Esaù, il barattatore di primogenitura per un piatto di lenticchie, anzi peggio, giacché le lenticchie in certo senso meriterebbero. L’ha barattata per un banalissimo “piatto di minestra” come dice la vostra NM.

TEST - Ah! Ma consenta una domanda a me, almeno stavolta. Sa, a me proprio mi urta quel suo qualificare la nostra religione come “geovista” o “geovismo”; mi sa di disprezzo. Perché lo usa invece di dire “Religione dei Testimoni di Geova”?

KAT – Eh lo so che vi fa questo effetto. Alcuni di voi, che, stranamente per dei Testimoni DOC, sembrano aperti a un dialogo di confronto, tanto che hanno aperto un loro forum, hanno perfino messo come paletto-condizione indispensabile il divieto ai foristi di usare li termini geovista e geovismo. E le dirò che se si trattasse solo di uno scandalo pusillorum aderirei a questa richiesta. Ma…

TEST – Scandalo pusillorum; che vuol dire?

KAT – Vuol dire scandalo/fastidio/inciampo di persone deboli nella fede, ignoranti, semplici. Sono quelle persone di cui parla San Paolo quando dice che mangiar carne offerta agli idoli non è nulla ma se ciò scandalizzasse un mio fratello (appunto uno che si scandalizza senza motivo, perché è di fede debole) allora “non mangerò mai più carne”. Eccolo qua:
«10 Poiché se qualcuno vede te, che hai conoscenza, giacere a un pasto nel tempio di un idolo, non sarà la coscienza di colui che è debole edificata fino al punto di mangiare cibi offerti agli idoli? 11 Realmente, dalla tua conoscenza, viene rovinato l’uomo che è debole, il [tuo] fratello per amore del quale Cristo morì. 12 Ma quando voi peccate così contro i vostri fratelli e ferite la loro coscienza che è debole, peccate contro Cristo. 13 Perciò, se il cibo fa inciampare il mio fratello, non mangerò mai più carne, per non far inciampare il mio fratello.» (1Corinzi 8, 10-13 – NM)


TEST – Io non mi ritengo di fede debole. Però mi dà fastidio lo stesso che lei dica “geovista”.

KAT - Ed io sono convinto che quello è un fastidio indotto dalla WT, non reale. Perché, se lei ci pensa bene non ha alcun motivo d’essere.

TEST - Me lo provi.

KAT – Prendiamo geovismo è un termine analogo a quello che si usa - e nessuna delle religioni a cui si riferiscono se ne è mai lamentata! – per la religione del Buddha definita buddismo; degli indù definita induismo, dei maomettani o islamici definita islamismo, degli ebrei definita ebraismo, dei confuciani definita confucianesimo o confucianismo, della religiosità che scaturisce dalla natura ed è definita animismo eccetera… in passato per la religione cristiana si usava anche cristianismo anziché cristianesimo, e cattolicismo per cattolicesimo… Noi non ci siamo mai sentiti offesi per questo. Sarà forse che siamo di fede meno debole di voi Testimoni?

TEST – Dica quel che vuole ma a me da fastidio.

KAT – Io non dico “quello che voglio”, ma ciò che va detto sul piano del ragionare. Se lei poi vuole procedere emotivamente mi dispiace ma in questo caso non posso comportarmi come S. Paolo venendole incontro. E questo per almeno tre buoni motivi: primo, perché “geovista/geovismo” non è affatto offensivo nella dicitura, che è simile a quella usata per altre fedi; secondo, perché lo si può usare per brevità e praticità, tanto per intendersi, analogamente a quanto avviene per il termine “setta” che si può usare senza intenzioni dispregiative per designare il marasma di Movimenti Religiosi alternativi, nuove fedi, nuovi culti, nuove religioni sorte in tempi relativamente recenti e che continuano a spuntare come funghi.

TEST – Questo lo dice lei.

KAT – No, lo dichiara espressamente la Chiesa Cattolica nel catechismo per gli adulti intitolato “La verità vi farà liberi”. A pagina 231 dice testualmente «In questo clima proliferano “nuovi movimenti religiosi”, quanto mai diversi tra loro, che per praticità vengono chiamati anche “sette”, senza necessariamente voler loro attribuire la connotazione negativa che il termine suggerisce.»

TEST – E il terzo motivo quale sarebbe?

KAT – Sarebbe il più determinante di tutti e che il GRIS raccomanda di tenere presente, nel senso appunto di usare “geovista e geovismo” a preferenza di “Testimone di Geova”. Io penso che al riguardo la WT sia molto fine nell’insistere ad inculcarvi questo fastidio e protesta. Perché dal diverso modo di determinare l’oggetto e l’argomento si ottiene un diversissimo effetto psicologico.

TEST – Mi faccia capire…

KAT – Faccio qualche esempio. Altro è dire: Il geovismo insegna che… altro dire “I testimoni di Geova insegnano che”; altro dire “Il geovismo proibisce le trasfusioni di sangue” altro dire “I Testimoni di Geova proibiscono le trasfusioni di sangue”, altro dire “Questo insegnamento geovista è pazzesco” altro dire “Questo insegnamento dei Testimoni di Geova è pazzesco” capisce la differenza?

TEST – Credo di sì: nel primo caso viene colpevolizzata la dottrina e l’Organizzazione, nel secondo le persone dei singoli Testimoni.

KAT – Esatto! Con il non disprezzabile risultato di farli sentire perseguitati, calunniati, criticati, incompresi ecc… cioè facendoli sentire martiri. Il che li rende vittime da difendere agli occhi dei mass-media e mette in cattiva luce chi muove loro critiche, fossero anche le più sacrosante. Tutte le critiche che in effetti sarebbero rivolte a Brooklyn, alla dottrina, al sistema, si ritorcerebbero contro le persone, i gregari del movimento, che, in effetti, non sono che esecutori; “ciechi strumenti d’occhiuta rapina” direbbe un famoso poeta italiano.
Facciamo un altro esempio: se io dico “i Testimoni di Geova adoperano dei persuasori occulti” o “fanno il lavaggio del cervello… il controllo mentale” e cose del genere, tutte negative e deprecabili non è vero? Ebbene lei provi a cambiare soggetto; cosa avremo?

TEST- Vediamo… se io dico “La WT” o “l’organizzazione geovista”, o “il geovismo” adopera dei persuasori occulti… Ah!...

KAT- Capito? Nel primo caso la mascalzonata la farebbero i Testimoni nei confronti di coloro che essi accostano. Nel secondo invece la mascalzonata appartiene al sistema, all’ideologia, e certamente all’organizzazione che ne è consapevole, e ne sarebbero vittime anche i Testimoni stessi.

TEST – A questo non avevo mai pensato.

KAT – Lo credo. Ed è questo il motivo più grave per cui noi raccomandiamo agli operatori pastorali di usare “geovismo e geovista” al posto di “Testimoni di Geova”. Per evitare che la gente faccia il passaggio automatico sulle persone quando si muove una critica alla dottrina o alla prassi proveniente dalla vostra Organizzazione .
In questo noi seguiamo la raccomandazione di S. Agostino, richiamata anche dal mite beato Papa Giovanni XXIII e dalla dirigenza ufficiale del GRIS che invita a distinguere tra peccato e peccatore, dottrina e persone, sistema e diffusori del sistema, malati da curare e benvolere e malattia da combattere con decisione. In altre parole così facendo noi mostriamo di detestare, criticare e combattere l’errore ma di amare, per ciò stesso, l’errante. “Errores interficiantur, errantes vivificantur” diceva S. Agostino; ovvero “gli errori siano uccisi, gli erranti salvati”.

TEST – Questa è una distinzione fondamentale che sono sicuro che anche la nostra Organizzazione raccomanda. Certo io non posso prendermela con lei se lei la pensa in un certo modo. La colpa sarà semmai della sua organizzazione che le ha trasmesso la fede cattolica.

KAT – E di rimando sarà colpa della vostra l’avervi trasmesso il geovismo. Insomma dovremmo volerci bene. Empatia dicevo all’inizio vero? Nel senso che dovremmo ciascuno considerare l’altro come vittima incolpevole di un insegnamento che noi soggettivamente riteniamo sbagliato. Così potremmo confrontare con libertà e rispetto reciproco sia il contenuto che i motivi del nostro credo e criticarlo senza temere di offenderci, ma anzi con la consapevolezza che stiamo cercando di aiutarci entrambi a vedere dove sta “la verità che rende liberi”.

TEST – E’ una disposizione d’animo che non posso non condividere. Almeno fin quando non toccassi con mano che lei fosse connivente con la Sua dirigenza, non solo nel senso che ne condivide le idee, il che è ovvio e legittimo, ma nel senso che le condivide nonostante che veda che sono false.

KAT – In quel caso lei sarebbe automaticamente autorizzata ad espormi al pubblico ludibrio. Ma non sarà necessario neanche che lo faccia. Sarebbero i foristi stessi a capire e a farlo. E la base per operare tale giudizio sarà quella del “chi ha ragione tra i due? Chi è più logico nel tirare le conclusioni dalle premesse? Chi è che sta al punto e fa ragionamenti pertinenti? eccetera… E, nel caso si tratti di verità biblica, il giudizio sarà fatto sulla base del “chi dei due presenta correttamente il vero insegnamento biblico? Chi è che rispetta la Bibbia in ogni sua parte”? in sostanza “chi è che ci trasmette la verità, la più piena, con trasparenza, onestà, rispetto delle esigenze di un “ragioniamo” a statura d’uomo (ahem… e di donna)?
Nel frattempo, strada facendo, lei si senta autorizzatissima a definirmi “cattolicista” e a definire “cattolicismo” la mia fede, se le fa piacere. Dopodiché si ricordi però di applicare la legge “biblica” e “civile italiana” della par condicio, senza offendersi quando l’aggettivo geovista sarà usato nei confronti della sua fede e organizzazione.
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est modus in rebus
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