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TEST & KAT adventures

Ultimo Aggiornamento: 22/09/2009 23:57
01/04/2008 16:15
 
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6. LA SINCERITA' NON BASTA? (prima parte)

TEST- Le posso parlare francamente?

KAT- Non solo può. Lo deve!

TEST- Secondo la Bibbia…

KAT- Cioè secondo lei…

TEST- Secondo la Bibbia lei sta rischiando grosso. “ Poiché [la] visione è ancora per il tempo fissato, e continua ad ansimare sino alla fine, e non mentirà. Anche se dovesse attardarsi, attendila; poiché si avvererà immancabilmente. Non tarderà.” (Abacuc 2,3)

KAT- Cos’è un “qui lo dico e qui lo nego”?

TEST- No. E’ che Geova è superiore alla nostra intelligenza.

KAT- E quindi la sua rivelazione può dire cose intimamente contraddittorie? Scusi sa, ma ha detto “anche se dovesse attardarsi” e quindi fa l’ipotesi che si attardi realmente, e poi ha concluso “non tarderà” il che è l’esatto contrario in quanto esclude la stessa possibilità dell’attardarsi. Così succede che “questa o quella per me pari sono” o se preferisce “così è se vi pare”!

TEST- Ma no. Ma no! Taccia e ascolti la Bibbia piuttosto. Io parlo per il suo bene. Lei sa, e se non lo sa glielo dico io, che è vicino “Il grande e tremendo giorno di Geova” (Malachia 4,5) e se lei vuole salvarsi dovrebbe ora…

KAT- Cioè tra vari anni…

TEST- No, no. Dovrebbe “ora… adesso… immediatamente”.

KAT- Ma secondo lo stile “biblico” che abbiamo visto un momento fa, “ora” equivale al suo contraddittorio “dopo”. E se lei per “ora intende “molto presto… il più presto possibile” io sono “biblicamente autorizzato a capire “tra vari anni… il più tardi possibile”. Debbo far mio o no il modo di esprimersi e di capire la verità secondo Geova?

TEST – Ma non si rende conto che io mi sto preoccupando per lei. Le sto “mostrando amore” (biblicamente si capisce!) perché mi preoccupo per la sua salvezza?

KAT – Ma senta, perché mai io sarei in pericolo; cosa glielo fa credere?

TEST- Il fatto che lei non conviene con la veduta della Bibbia. Sì, ciò che io, dalla Bibbia e con la Bibbia, sono pronta a dimostrarle e trasmetterle.

KAT- Come la fa facile lei! Mi permette? Primo, per dire che io rifiuto il messaggio biblico lei dovrebbe dimostrare che voi Testimoni ci trasmettete davvero il messaggio biblico e non una vostra veduta, anche se apparentemente e parzialmente supportata dalla Bibbia. Poi bisognerebbe che questa trasmissione sia resa in maniera convincente, perché se mi appare (come appare sia a me che a molti altri miei fratelli un tantino esperti in Bibbia) per molti versi contraddittoria e risibile, il rifiutarla non solo non è colpa ma dovere sacrosanto. Infine dovrebbe essere chiaro – previamente ad ogni discorso – che se colpa si dà, in rapporto alla comprensione del messaggio biblico, questa colpa ricade sui nostri beneamati dirigenti e quindi sia io che lei siamo innocenti di ciò che crediamo. Né mi venga a dire che abbiamo la possibilità di determinare chi di noi due ha ragione leggendo la Bibbia.

TEST- Questo no. Infatti la WT stessa ha scritto che senza l’aiuto dello Schiavo.

KAT- Cioè della vostra Dirigenza spirituale.

TEST- Non si può capire la Bibbia.

KAT- Già, ricordo che il primo a dirlo fu lo stesso Russell, vero? A proposito dei suoi “Studi sulle Scritture” ammonì che se si leggevano solo quelli senza leggere una riga di Bibbia si sarebbe avuta la piena luce delle Scritture. Se invece si fossero trascurate quelle sue opere per affidarsi solo alla lettura della Bibbia in breve tempo si sarebbe caduti nelle tenebre più caotiche.

TEST- Più o meno… è così.

KAT- Quindi dovrebbe convenire che lei, anche se tira fuori, come di prammatica, il refrain che è la Bibbia a dire, non mi trasmette né il suo pensiero né quello della Bibbia ma solo quello che la sua Organizzazione dice che viene dalla Bibbia. Io, per parte mia, sono di rimando perfettamente in par condicio con lei. E perciò siamo innocenti entrambi di ciò che crediamo. Nessuno di noi rischia nulla finché non è consapevole personalmente di dove è la verità e dove l’errore. Non si è colpevoli neanche se si propala l’errore, finché non si è certi che sia tale e lo si vuole comunicare a bella posta.

TEST- Però se uno propala una bugia farà senz’altro una cosa cattiva. Non basta il fatto che lui lo faccia in buona fede, senza avvertenza o credendo che sia verità, a renderla “verità”. “La sincerità non basta” titola un paragrafo del nostro “Potete vivere” (Pag. 31) che lei ben conosce… Quindi Dio non approverà gli “operatori di illegalità”. Se mi permette, cito da quella pagina «Gli assassini dei cristiani potevano sinceramente credere di aver reso un servizio a Dio, ma è ovvio che non era così. Dio non avrebbe approvato le loro azioni.» E poco prima dice che Gesù, a coloro che illusoriamente avessero creduto di aver fatto “buone azioni” e di averle fatte “nel nome di Cristo”, perfino ove fossero state “opere potenti”, dirà: «Non vi ho mai conosciuti! Andatevene da me, operatori di illegalità”. (Matteo 7:22, 23) Sì, potremmo fare cose che secondo noi sono buone – e per le quali altri uomini potrebbero ringraziarci e persino lodarci – ma se non facciamo ciò che è giusto secondo Dio, saremo considerati da Gesù “operatori d’illegalità”.» E al paragrafo 16 dice «Ma si potrebbe chiedere: ‘Se una persona è sincera in ciò che crede, non l’approverà Dio anche se segue una religione sbagliata?’ Ebbene, Gesù disse che non avrebbe approvato gli “operatori d’illegalità” nonostante essi credessero di agire bene. (Matteo 7:22, 23) Quindi anche per essere approvati da Dio la sola sincerità non sarebbe bastata.» (ivi)

KAT- “Ebbene”?... Emmale!... Ecco, vede? Questa che, a suo modo di vedere sarebbe suffragata dalla Bibbia, è una di quelle storture ciclopiche del vostro Schiavo che a me mi fanno rigettare come legalistica, esteriorista, farisaica, formalistica e, a ben vedere, disumana la vostra dottrina sulla responsabilità dell’uomo di fronte a Dio.

TEST- Come fa a dire questo? E perché?... Guardi, qui siamo nella possibilità di un dialogo aperto e sincero. Nessuno deve fuggire via scandalizzato dalle posizioni dell’altro. Il nostro fine reciproco è quello di conoscerci a fondo. Quindi mi dica qual è la sua veduta al riguardo e perché.

KAT- La mia veduta e che, tirando tali conclusioni da quelle citazioni bibliche (e parlo non solo di quelle qui citate ma di tutte quelle che infiorano l’argomentazione del capitolo 3, che andrebbero analizzate una per una per mostrare anche l’uso impertinente e/o stiracchiato che il CD ne fa) il CD viola proprio l’ammonimento che è al centro di pag. 31 che dice di non accettare solo “certe parti della Bibbia per rifiutarne altre”.

TEST- Quali sarebbero le altre che sarebbero state rifiutate?

KAT- Se le cerchi da sé, se ha perspicacia. Sono sparse in tutta la Bibbia e sono quelle che convergono nell’illustrare l’essenziale presenza della consapevolezza per essere responsabili, e quindi ritenuti colpevoli del male, come pure meritevoli del bene, fatto davanti a Dio. Dio non punisce, se lo facesse sarebbe ingiusto, il soggetto che manca di piena conoscenza e libera volontà nelle sue azioni. L’inconsapevole – una bestia o un bambino, per fare un esempio assoluto – non è “colpevole” di niente e perciò non punibile neanche se con il suo comportamento produce un disastro immane.
Quindi la conclusione mia, che traggo dalla Bibbia (e non solo dalla Bibbia come dimostrerò in seguito) è che invece la sincerità, cioè l’agire in buona fede, credendo di fare il bene, è essenziale e basta per essere approvati da Dio; per restare innocenti, cioè incolpevoli, non responsabili, nel senso di non dover rispondere dell’eventuale male conseguente all’azione compiuta o omessa.
E’ vero che una menzogna non diventa verità e resta un fatto negativo sul piano oggettivo delle cose, ma se il soggetto non ne è consapevole non è imputabile soggettivamente di alcuna cattiveria. Il vostro CD ha il torto di assemblare in uno due piani; quello esterno appariscente e quello intimo della coscienza creando una morale legalistica automatica, del tipo infrazione stradale. Sei passato col rosso? Hai commesso un reato. Devi pagare! Ma era un semaforo pedonale in una strada senza incrocio e il pedone era già passato, o peggio il bottone era stato spinto da un ragazzino per gioco! Non ha importanza, la legge è legge e tu l’hai infranta. Se colpevole. Devi rispondere. Quanti automobilisti non si sono trovati di fronte a questo tipo di ottusità di certi vigili? E chi di loro, secondo lei, pur pagando perché era costretto, si sentiva anche in coscienza colpevole davanti a Dio per aver commesso quella “illegalità”?

TEST- Non mi faccia passare per stupida. Certo che in questo caso l’osservanza delle legge resta a discrezione dell’intelligenza degli automobilisti e, anche se legalmente sono nell’illegalità, non si può dire che moralmente siano peccatori se trascurano quel rosso e procedono.
Vero è che in Italia - non so se altrove ma in Italia è così - di norma capita di vedere gli automobilisti tutti buoni ad aspettare che il semaforo diventi verde anche dopo che il passante ha traversato la strada.

KAT- Ed è forse per questo che voi riuscite a mietere adepti in Italia!... Dove invece c’è gente che si lascia guidare dalla sua buona coscienza e da un pizzico di intelligenza abbiamo che regna “la libertà dei figli di Dio” che, come esorta a fare S. Agostino “ama e fa ciò che vuole”.
Non so se se ne è resa conto ma con il modo di procedere della vostra Dirigenza abbiamo che si crea una morale casistica, una gabbia di normatività asfissiante, ove puoi essere ripreso anche se procedi con schiettezza e innocenza, senza alcuna malizia. Trovo molto interessante e pertinente al riguardo la definizione geovista di peccato come “illegalità” ben diversa da quella cattolica che è “azione malvagia” o “rifiuto dell’amore”. La vostra è esteriorista, la nostra scruta il cuore. Quanti Testimoni si sentono liberi in coscienza di muoversi con spontaneità a questo punto? Voi dite di essere “una famiglia” un “paradiso spirituale” un “nuovo mondo” e vi trovate come sotto libertà vigilata, ove un “fratello” può interpretare male una vostra intenzione e denunciarvi con zelo agli anziani. Potete scegliere il colore di una cravatta e sentirvi dire dall’anziano che “non è appropriato” e che avete buttato via i soldi. Perché - questo è sicuro! – una cosa “inappropriata” equivale a “intollerabile…assolutamente da evitare”.

TEST- E’ vero che gli Anziani a volte esagerano e ti fanno passare per parere di Geova una loro veduta di gusto o disgusto. Ho sentito di una sorella che aveva preso delle scarpe con un cammeo e le è stato detto che non erano appropriate perché un cammeo era pur sempre una immagine…

KAT- Questo è un punto importante. Vede come fa un piccolo gruppo (soprattutto quelli settari) a serrare le fila creando una uniformità omologata in tutti. Fa cadere dall’alto, da Geova/Bibbia/Gesù, la veduta dei dirigenti spiccioli. Se infatti si fa resistenza che succede? L’anziano ammonirà che ti stai sbilanciando verso il “pensiero indipendente” che, come si sa, è il “pensiero apostata”. Ti ricorderà che “Geova è un Dio di ordine e disposizione”, che è Lui ad aver provvisto “doni negli uomini” e bisogna obbedire perciò “a coloro che prendono la direttiva”, sennò “Satana comincia a entrare in te”. Tutte “manovrine” studiate a Brooklyn (con delle semplici “toppe” bibliche) che, come è evidente, prescindono, aggirano il problema della razionalità o meno dell’intervento dell’Anziano. Qualechessia il messaggio trasmesso, è sicuro che non va discusso e bisogna uniformarsi altrimenti…

TEST- Altrimenti si viene “segnati”, cioè messi sotto osservazione. Si rischia alla lunga di perdere i privilegi e perfino di essere controllati dai membri della propria famiglia nei casi più gravi.

KAT- Per questo l’indagine fatta dalla sociologa Miriam Castiglione nel suo “I Testimoni di Geova: ideologia religiosa e consenso sociale” (Claudiana, Torino 1981, p. 58) nota che, nelle adunanze dei TdG, “l’estrema fissità di tutto, l’assenza di libertà espressiva e di ricchezza emozionale ricorrono sempre e dovunque”. E nel modo di condurre l’indottrinamento nelle adunanze essa ravvisa “un massiccio esempio di annullamento della libertà dell’individuo e del gruppo” anzi ci vede il “più rilevante esempio di coercizione psicologica e di manipolazione di massa che il protestantesimo statunitense sia riuscito a partorire nel corso della sua storia.” (ivi p. 68 e 69)

TEST- Ignoro questa pubblicazione. Ma, essendo di mente aperta, la leggerò, anche se mi sembra un giudizio esagerato.

KAT- E qui abbiamo anche lo spartiacque tra il comportamento della nostra Chiesa Cattolica rispetto a quella geovista in tema di riprensione, di correzione e di riammissione. L’atteggiamento che noi riteniamo indulgente, misericordioso, tollerante e paziente, della nostra Chiesa (e anche di altre Chiese storiche) riguardo ai peccati, è bollato dalla vostra Dirigenza come lassista, permissivo, addirittura licenzioso. Ma dietro la nostra posizione c’è un concetto di Dio che è Padre amoroso e misericordioso non solo degli Unti ma di ogni battezzato, anzi di ogni creatura umana. Mentre dietro la rigidità geovista c’è sia un Dio che definite “Virile persona di guerra” (Esodo 15,3 - NM) sia soprattutto un modo di gestione del movimento che se rinunciasse ad adoperare il timore e il controllo sa che… la Torre crollerebbe.

TEST- Ora non venga a citarmi la regola di non salutare più gli ex, e del cane che torna al proprio vomito… Sono cose che conosco e che non mi piacciono. Ma se Geova lo comanda…

KAT- E anche la riammissione vi costa… voi sapete quanto! Mentre da noi uno che si è comportato da eretico e da apostata, a meno che non abbia strombazzato ai quattro venti la cosa e si sia tirato dietro altri, viene riammesso al banchetto del Regno insieme ai fratelli con una semplice confessione privata. A volte mi viene da pensare che il CD non ha fatto altro che scimmiottare la Chiesa. Ci avete copiato, ma siete rimasti al sacco e cenere del Medio Evo! A penitenze grosse così… Mi creda, siete indietro di secoli. Oggi vige lo spiritualismo e il personalismo. Oggi il mondo è diventato adulto. Abbiamo capito che basta cambiare mente per cambiare il tutto della persona (cf il biblico buon ladrone diventato santo in un attimo di metànoia…; vedi Gesù che ammonisce che gli ultimi potrebbero essere i primi… e pubblicani e meretrici vi precederanno nel regno di Dio). Questo naturalmente sottintende che la conversione sia sincera.

TEST- E’ questo che non ci consta. A noi sembra che le vostre confessioni sono ipocrisia.

KAT- Ma è questo “ci” che io vi contesto. Non deve constare a voi. Non siete voi ad avere il diritto e il dovere di sindacarlo. “Non giudicate se non volete essere giudicati… con la misura con la quale giudicate sarete giudicati… perché fai caso alla pagliuzza e non vedi la tua trave...?”. Oltretutto non ne avete la capacità. Che ne sapete del “guazzabuglio del cuore umano”? (Manzoni) L’interno dei cuori spetta a Dio. E voi non potete sapere se chi si riconfessa dello stesso peccato lo faccia ogni volta sinceramente pentito o a macchinetta. Di sicuro è che il dolore dei peccati e il proponimento di non commetterli più fanno parte essenziale della confessione che altrimenti diventa sacrilegio. Quindi la Chiesa adopera il Sacramento con serietà. E il confessore deve rispettare la libertà del penitente stando alle sue dichiarazioni, ritenendolo sincero.
La cosa è ben diversa invece presso di voi che invece siete continuamente sollecitati a giudicare se il probabile pesce ha “cuore sincero” e “giusta inclinazione” o no. Vero?

TEST- Questo è vero.

KAT- Ma è contro la Bibbia.

TEST- Questo lei non lo può dire. Solo lo Schiavo capisce la Bibbia e sa se un insegnamento è conforme ad essa o no. E poi, siccome lo Schiavo è fatto di “santi” in tutti i sensi, se lui dice che si può scrutare e giudicare se gli altri hanno o no cuore sincero vuol dire che la Bibbia dà ragione a lui.

KAT- Al che non mi resta che dire “Amen!” Tuttavia lei si sta confrontando con uno che ha una veduta diversa dalla sua e, se lei conosce bene la Bibbia, capirà che la mia posizione è ben fondata su di essa, oltre che su una retta ragione che in tal caso è perfettamente allineata con la Bibbia e che ci permette di valutare come “disumana” una morale esteriorista e legalista. Ma di questo al nostro prossimo incontro.
(seguita)
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est modus in rebus
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