Scusami Agabo,mi spieghi per favore cosa vuoi dire,quandi dici che tutti i morti,anche quelli che in vita sono stati degli esimii mascalzoni,sono alla presenza di Dio,intendo dire con questo nella "grazia di Dio" o salvezza eterna?Poi anche:del GIUDIZIO,in occasione.......................l'impressione che tutti quei riti fatti a colpi di incensiere,possano in qualche modo purificare il defunto dai suoi peccati,per non parlare delle messe dette in suffraggio...?Ti ringrazio e ti saluto in Cristo Gesù.Ciao Filippo65
Ciao, filippo.
Intendo dire che nelle omelie fatte durante la maggior parte dei funerali ai quali ho assistito (tanti, come puoi immaginare, data la mia età), sento spesso frasi come quelle che ho riportato.
Ritengo che l'omelia funebre dovrebbe essere una buona occasione per far riflettere, quanti non sono usi farlo, sulle cose importanti riguardo al rapporto con Dio e il destino eterno.
Ovviamente, il discorso del celebrante non apporta benefici ai morti, ma ai viventi presenti sì. Sarebbe dunque una buona occasione per aiutarli a fare delle riflessioni "mature" riguardo all'esistenza, al comportamento, alla fede e alla vita futura.
Purtroppo, ripeto, ciò che di solito ascolto sono frasi che mi lasciano perplesso, non solo sotto l'aspetto teologico, ma anche sotto l'aspetto pedagogico.
Sento dire frasi come quelle già dette sopra: che i morti (anche i peccatori impenitenti più incalliti)
"sono alla presenza di Dio" (cioè nella GRAZIA di Dio), oltre a frasi che, secondo me, alimentano la già fin troppo diffusa superstizione, come il fatto che i defunti
"ci vivono accanto e possono influire positivamente sulla nostra esistenza".
Non si parla punto del Giudizio di Dio, cosa che farebbe invece riflettere almeno un po' riguardo ai comportamenti dei presenti. Sento anche raccontare favole come quelle dei
"bambini [morti] che Dio chiama a Sé perché diventino angeli" ed altre amenità del genere.
Ammetto di non conoscere bene i confini che demarcano le convinzioni religiose popolari, espresse ANCHE in tali omelie, e le dottrine di certi ministri di culto, ma questi discorsi si prestano parecchio alle critiche dei tdG e di quanti hanno un po' di buon senso.
Dico questo riguardo a ciò che sento, senza indicare una Denominazione particolare perché, sembra, che la morte faccia così paura da incutere un timore superstizioso riguardo ai trapassati, un timore che induce a parlarne sempre e comunque bene, anche quando le omelie sono fatte in occasione di funerali di defunti mai conosciuti in vita dagli officianti e/o che sono stati degli emeriti mascalzoni impenitenti.
Agabo.
[Modificato da Agabo 03/03/2008 12:09]
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