Che dire di queste scritture?:
Isaia 45:18 - Infatti così parla il SIGNORE che ha creato i cieli, il Dio che ha formato la terra, l'ha fatta, l'ha stabilita, non l'ha creata perché rimanesse deserta, ma l'ha formata perché fosse abitata:«Io sono il SIGNORE e non ce n'è alcun altro.(Nuova Riveduta)
Proverbi 2:21,22 Gli uomini retti infatti abiteranno la terra, quelli che sono integri vi rimarranno; ma gli empi saranno sterminati dalla terra, gli sleali ne saranno estirpati.(N.Riv.)
Salmo 37:11 Ma gli umili erediteranno la terra e godranno di una gran pace.(N:Riv.)
E' vero che queste scritture possono riferirsi agli israeliti di quel tempo, ma hanno tutta l'aria di poter essere anche profetiche e riferirsi anche a un tempo ancora futuro, soprattutto quella di Isaia 45:18 che parla del Signore che ha creato i cieli e ha formato la terra. Sembra che per “terra” s'intenda “il pianeta” e non solo Israele; lo stesso dicasi per altre scritture.
Dove sono le prove SCRITTURALI che indicano che l'umanità dovrà prima salire tutta al cielo per poi tornare a vivere per sempre sulla terra? E questo meraviglioso futuro, non sarà un po' TROPPO lontano?
Nella mia pagina
www.infotdgeova.it/dottrine/terra.php , come dicevo, vengono esaminati uno per uno i vari passi che i TdG citano per "dimostrare" che Dio promette una vita eterna sulla terra. In realtà non c'è nessuna scrittura in cui si dice che l'umanità dovrà vivere per sempre, in un corpo fisico, seppur "perfetto" ma sempre fisico, qui sulla terra per tutta l'eternità.
I passi che i TdG citano non dicono questo, ma sono i TdG, nella loro interpretazione letteralista, che ne fanno delle applicazioni assolute, mentre il loro significato era relativo, come viene spiegato nella succitata pagina.
Il passo di Isaia 45:18, per esempio, si trova in un contesto in cui si parla del ritorno degli Ebrei dall'esilio. Durante l'esilio quale era la "terra" che era rimasta vuota e desolata? Era il paese di Israele. Isaia dice che Dio avrebbe fatto ripopolare questa "terra", dato che Lui, il Creatore, non ha fatto nulla senza uno scopo e quindi il paese non sarebbe rimasto senza abitanti per sempre.
Ma oltra a tale applicazione relativa, è anche vero che Dio ha creato la Terra (il pianeta) perché fosse abitato. E in effetti questo è quello che è già avvenuto, da che esiste il genere umano.
Non si dice comunque in questo passo quello che i TdG vogliono fargli dire, e cioè che la terra sarà abitata per tutta l'eternità da persone dotate di un copro fisico che non sarà soggetto alla morte e all'invecchiamento.
Quando la Scrittura parla di vita eterna, di incorruttibilità, di immortalità, ecc. ne parla sempre in termini "celesti".
La resurrezione come viene descritta nella prima lettera ai Corinti (cap.15), si riferisce alla glorificazione dei corpi attuali, alla loro trasformazione, così che ciò che è corruttibile diverrà incorruttibile e ciò che è mortale si rivestirà di immortalità.
E altri passi simili, in cui si parla della vita futura, si esprimono in maniera analoga: la vita eterna si otterrà solo grazie ad una
completa trasformazione di questo nostro attuale corpo fisico.
1 Cor. 15: 35-55:
Ma qualcuno dirà: «Come risuscitano i morti? Con quale corpo verranno?». Stolto! Ciò che tu semini non prende vita, se prima non muore; e quello che semini non è il corpo che nascerà, ma un semplice chicco, di grano per esempio o di altro genere. E Dio gli dà un corpo come ha stabilito, e a ciascun seme il proprio corpo. Non ogni carne è la medesima carne; altra è la carne di uomini e altra quella di animali; altra quella di uccelli e altra quella di pesci. Vi sono corpi celesti e corpi terrestri, ma altro è lo splendore dei corpi celesti, e altro quello dei corpi terrestri. Altro è lo splendore del sole, altro lo splendore della luna e altro lo splendore delle stelle: ogni stella infatti differisce da un'altra nello splendore. Così anche la risurrezione dei morti: si semina corruttibile e risorge incorruttibile; si semina ignobile e risorge glorioso, si semina debole e risorge pieno di forza; si semina un corpo animale, risorge un corpo spirituale.
Se c'è un corpo animale, vi è anche un corpo spirituale, poiché sta scritto che il primo uomo, Adamo, divenne un essere vivente, ma l'ultimo Adamo divenne spirito datore di vita. Non vi fu prima il corpo spirituale, ma quello animale, e poi lo spirituale. Il primo uomo tratto dalla terra è di terra, il secondo uomo viene dal cielo. Quale è l'uomo fatto di terra, così sono quelli di terra; ma quale il celeste, così anche i celesti. E come abbiamo portato l'immagine dell'uomo di terra, così porteremo l'immagine dell'uomo celeste. Questo vi dico, o fratelli: la carne e il sangue non possono ereditare il regno di Dio, né ciò che è corruttibile può ereditare l'incorruttibilità.
Ecco io vi annunzio un mistero: non tutti, certo, moriremo, ma tutti saremo trasformati, in un istante, in un batter d'occhio, al suono dell'ultima tromba; suonerà infatti la tromba e i morti risorgeranno incorrotti e noi saremo trasformati. È necessario infatti che questo corpo corruttibile si vesta di incorruttibilità e questo corpo mortale si vesta di immortalità.
Quando poi questo corpo corruttibile si sarà vestito d'incorruttibilità e questo corpo mortale d'immortalità, si compirà la parola della Scrittura:
La morte è stata ingoiata per la vittoria.
Dov'è, o morte, la tua vittoria?
Dov'è, o morte, il tuo pungiglione?
Achille
P.s.: ho spostato la discussione in una sezione più idonea.
[Modificato da Achille Lorenzi 15/01/2008 19:53]