E' la mia impressione. Non si trova il bandolo per aiutarlo. Quindi non mi resta che dire la mia circa il senso della vita che lui non vede più.
Beninteso, qui ed ora, cioè sul forum ove più di tanto non si può, sarà solo una testimonianza di cosa penso. Per accertare che ciò che penso ha un fondamento reale bisogna fare un certo lavoro.
Io quindi non penso affatto che, tolto il geovismo (e per giunta riconosciuto come illusione) non vi sia altro che il vuoto. Se era illusione, il vuoto c'era anche da prima, si spera. Solo che non si vedeva.
Non trovo neanche logico ringraziare chi ci apre gli occhi, e quindi riconoscere una valenza di verità in ciò che qui viene scritto, e poi squalificare quest'opera dicendo che ci toglie le basi su cui poggiava la nostra fede. E aggiungere che però si vuole continuare a leggere perché si è capito che il motivo per cui ci consigliavano di non leggere era quello di tenerci ingabbiati nell'imbroglio.
Fasan secondo me dovrebbe mettersi d'accordo con se stesso e capire che il suo ripensamento dimostra che ha a disposizione una strada di accertamento della verità. E da questo, trarre fiducia che, con un lavorio paziente, lento quanto occorrerà, ma ben fatto, potrà ricrearsi un bagaglio di certezze apprezzabili.
Tra le mie, che condivido con milioni di cattolici e altri milioni di cristiani di ogni denominazione, ci sono (tra le altre) queste:
- la morte (come annullamento) non esiste. Esiste solo una morte fisica che si risolve nel passaggio ad un altro tipo di vita;
- dopo questa soglia ci sono le braccia di Dio ad accogliere le creature umane. E saranno sculaccioni o bacetti a seconda di come hanno recitato il loro ruolo in questa vita;
- detto ruolo viene determinato e individuato da:
a) conoscenza delle proprie capacità (talenti; il
gnòti seautòn dei greci) e dell'ambiente in cui esercitarli (ambiente che varia nel tempo-età e nello spazio-geografia);
b) educazione ed uso della coscienza per comportarsi come di dovere davanti a Dio-regista che ci ha posto nella "bellezza di questa scena" cf S. Paolo
schèma tou kosmou toutou);
c) interazione di dare-avere con i fratelli-attori, accettando la difficile arte (combattuta dall'illusorio desiderio di onnipotenza) di lasciarsi amare;
e altro che ora non mi viene...
- insomma tutto ciò che facciamo e che la vita ci pone davanti "è adorabile" (Peguy) perché volontà positiva o permissiva del Padre.
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est modus in rebus