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Perchè?

Ultimo Aggiornamento: 05/01/2008 13:24
28/12/2007 15:36
 
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Mi togliete un dubbio facilitandomi le mie ricerche?
Perchè Giovanni Battista manda i suoi discepoli ha chiedere a Gesù se lui era...........colui che se aspettava?
Che fece Gesù?
Perchè Giovanni Battista "per me" fa solo una comparsa nel vangelo.
Perchè sembra ci sia una discontinuità,fra la documentazione storica
e ifatti narrati nei vangeli?
Grazie per il vostro pensiero.
28/12/2007 16:54
 
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Ho spostato il tuo Post in una sezione più adatta.

Trianello/Moderatore

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Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)

28/12/2007 17:26
 
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Per ciò che riguarda Giovanni il Battista, si tratta di una figura storica attestata dalle fonti extra-cristiane. Giuseppe Flavio parla di lui e della sua morte per mano di Antipa (anche se, ovviamente, non lo identifica con colui che ha preparato la strada al Cristo, per il semplice fatto che lui non era un cristiano, ma un ebreo). Sappiamo inoltre che dalla predicazione del Battista scaturì un movimento religioso autonomo rispetto alla Chiesa di Cristo (movimento sopravvissuto per parecchi decenni, forse anche alcuni secoli, dopo la sua morte), i cui appartenenti, non riconoscendolo come l’Elia che doveva venire ad annunciare il Messia, non riconobbero nemmeno Cristo quale Messia. Ecco perché nei Vangeli (soprattutto in quello secondo Giovanni) si insiste molto sul fatto che Giovanni era colui che era venuto a preparare la via per il Cristo (Giovanni non era la Luce, ma era venuto a rendere testimonianza alla Luce). All’epoca in cui i Vangeli furono scritti, infatti, la memoria di Giovanni e di quanto egli era aveva fatto e detto era ancora molto forte nel popolo ed era importante che la Chiesa chiarisse la sua identità e la natura della sua missione rispetto alla figura di Gesù.
Ora, durante la sua vita, Gesù aveva dato molti “segni” e detto molte cose perché Egli potesse essere identificato con il Messia atteso da Israele, ma solo con la Risurrezione attestò in modo inequivocabile di esserlo (tanto è vero che lo stesso Pietro, che pure, in precedenza, Lo aveva confessato come Messia, nel momento della prova lo rinnegò - segno evidente che la sua fede non era ancora adeguatamente fondata). Stando in prigione e sentendo prossima la sua fine, Giovanni (che pure anche lui aveva in precedenza riconosciuto Gesù per colui che lui stesso era venuto ad annunciare), nel momento nella prova (mancando ancora il segno più grande e definitivo della messianicità di Gesù, quello su cui noi cristiani fondiamo la nostra fede, la Risurrezione) sente venire meno la propria sicurezza e manda a chiedere a Gesù una conferma: “Sei tu quello che deve venire o dobbiamo attenderne un altro?”.
E qui ci sarebbe da fare tutto un discorso sulla valenza teologica della risposta che Gesù dà ai discepoli di Giovanni, ma la cosa andrebbe troppo per le lunghe.

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Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)

28/12/2007 18:52
 
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Re:
Marcoliano, 12/28/2007 3:36 PM:

Mi togliete un dubbio facilitandomi le mie ricerche?
Perchè Giovanni Battista manda i suoi discepoli ha chiedere a Gesù se lui era...........colui che se aspettava?
Che fece Gesù?
Perchè Giovanni Battista "per me" fa solo una comparsa nel vangelo.
Perchè sembra ci sia una discontinuità,fra la documentazione storica
e ifatti narrati nei vangeli?
Grazie per il vostro pensiero.





Giovanni battista, procugino di Gesù secondo la carne, era del lignaggio sacerdotale; perciò all’età di 30 anni come credente nella purificazione dell’uomo, prese il suo ministero di battezzare a penitenza, preparando così la via dinanzi al Signore.
Quando Gesù fu anche Lui di 30 anni d’età, inizia il suo ministero per cui fu mandato ed andò a battezzarsi al Giordano da Giovanni Battista. Giovanni qui riconobbe Gesù quale Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo; sapendo altresì che Gesù sarebbe cresciuto nel piano di Dio, ma che lui (Giovanni) sarebbe diminuito.
Giovanni fu la voce di uno che grida nel deserto…. per come pronunciato dal profeta Isaia, e conoscendo bene il contenuto del libro di Isaia, sapeva che il Cristo, quale Dio d’Israele avrebbe fatto molti grandi miracoli: aprire gli occhi ai ciechi, sturare gli orecchi ai sordi, far parlare i muti, far camminare gli zoppi ecc… (Isa.35:4-6; Matt.15: 30-31).
Ma Giovanni sapeva anche che il Cristo alla sua venuta avrebbe aperto la porta dei carceri ai prigioni per com’è scritto in Isa.42:7, e in Isa.61:1.
Matteo 11:2-6
2 Or Giovanni, avendo nella prigione udito parlare delle opere del Cristo, mandò a dirgli per mezzo dei suoi discepoli: 3 Sei tu colui che ha da venire, o ne aspetteremo noi un altro? 4 E Gesù rispondendo disse loro: Andate a riferire a Giovanni quello che udite e vedete: 5 i ciechi ricuperano la vista e gli zoppi camminano; i lebbrosi sono mondati e i sordi odono; i morti risuscitano, e l'Evangelo è annunziato ai poveri. 6 E beato colui che non si sarà scandalizzato di me.
Qui vediamo che Gesù manda a dire a Giovanni che di miracoli di guarigione ne sta facendo di tutti tipi; ma poi avrebbe dovuto dire: “E le porte dei prigioni sono state aperte”. Questo è quello che Giovanni voleva sentire, perché era in prigione ed aspettava che Gesù lo liberasse. Invece Gesù dice al verso 6: E beato colui che non si sarà scandalizzato di me!
Perché? Perché Gesù è venuto a liberare i prigionieri in mano a Satana, e non i prigionieri degli uomini. Giovanni dunque, non aveva interpretato bene il caso.
Mosca
[SM=x570916]
04/01/2008 20:45
 
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Re:
Trianello, 28/12/2007 17.26:

...Stando in prigione e sentendo prossima la sua fine, Giovanni (che pure anche lui aveva in precedenza riconosciuto Gesù per colui che lui stesso era venuto ad annunciare), nel momento nella prova (mancando ancora il segno più grande e definitivo della messianicità di Gesù, quello su cui noi cristiani fondiamo la nostra fede, la Risurrezione) sente venire meno la propria sicurezza e manda a chiedere a Gesù una conferma: “Sei tu quello che deve venire o dobbiamo attenderne un altro?”.
E qui ci sarebbe da fare tutto un discorso sulla valenza teologica della risposta che Gesù dà ai discepoli di Giovanni, ma la cosa andrebbe troppo per le lunghe.




QUOTO IN PIENO, é la stessa spiegazione che é stata data durante una catechesi su Radio Maria.

04/01/2008 21:17
 
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Integrazione...

...C'è anche da dire che Giovanni, come tutti gli ebrei, aspettava un Messia che giungesse sfolgorante su un carro di fuoco, che liberasse Israele dall'oppressione romana, che desse inizio al suo regno sulla terra, che riparasse a tutti i torti inflitti, a tutte le ingiustizie subite dai più deboli, che facesse sprofondare gli ingiusti nel fuoco eterno ed elevasse i giusti nella gloria. Invece, Gesù parlava di offrire l'altra guancia se schiaffeggiati; di pregare per i nemici; di sofferenze e di tradimenti che i suoi discepoli dovevano subire anche dai loro stessi familiari. E'comprensibile che Giovanni ponesse a Gesù la fatidica domanda per avere da lui stesso una risposta chiara. E quella di Gesù fu certamente chiarissima! [SM=g27823]


Un fraterno saluto. [SM=x570892]

Freddie
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Risplenda su di noi Signore, la luce del tuo volto. Il tuo volto, Signore, io cerco.
[Modificato da !Freddie! 04/01/2008 21:19]
04/01/2008 21:55
 
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Uhm… questa integrazione si addentra su un terreno scivoloso. Nell’attesa messianica del popolo di Israele c’era di tutto e di più. E’ ovvio che il “popolino” aspirava ad un messia di tipo “politico”, ma non è certo che Giovanni condividesse questo genere di aspettativa (anche se non possiamo escluderlo, ovviamente). Di certo, però, c’è che nella predicazione di Giovanni (così come possiamo desumerla dai Vangeli e dalle fonti extra-cristiane) non c’era una componente propriamente “politica”, ma quello su cui egli insisteva era la “conversione”; quindi, il suo era un messaggio di carattere prettamente “etico”. Dal suo “dubitare” possiamo comunque desumere che Giovanni si aspettasse dal Messia qualcosa “di più” rispetto a quanto Gesù aveva compiuto fino ad allora. Quel “di più” sarebbe venuto con la Risurrezione, ma è quantomeno probabile che non fosse propriamente questo il “di più” che Giovanni si attendeva (e lo stesso discorso vale per i discepoli stessi di Cristo), soprattutto per via della premessa della Resurrezione, consistente in un Messia apparentemente “sconfitto” dalla croce.

C'è poi da sottolineare che molti esegeti non pensano che l'Evangelo qui ci narri un fatto storico, ma che questo passo sia il frutto di un confronto (post-pasquale) tra i cristiani ed i seguaci di Giovanni.

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Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)

05/01/2008 13:24
 
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Per TRIANELLO
Hai toccato proprio il punto che intendevo: cioè, che Giovanni si aspettasse "qualcosa di più" da Gesù (condivido la tesi di un'aspettativa di natura etica più che politica dell'azione del Messia da parte di Giovanni), forse complice anche il suo stato di prigioniero e una sorta di "senso di sconfitta", di comprensibile abbattimento potevano aver "intaccato" la sua fiducia nel cugino, così come poi è accaduto agli apostoli (Pietro, Giuda ecc...)


Un fraterno saluto. [SM=x570892]

Freddie
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[Modificato da !Freddie! 05/01/2008 13:39]
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