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Inchiesta del quotidiano "LA NAZIONE" del febbraio 199O

Ultimo Aggiornamento: 22/12/2007 23:02
22/12/2007 22:57
 
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COSI’ HO RICONQUISTATO MIA FIGLIA

Inchiesta / I TESTIMONI DI GEOVA HANNO TENTATO DEI PLAGI ?

LA “NAZIONE” del 7 Febbraio 1990

Intervista di Monica Virgili

UNA FUORIUSCITA DALLA CONGREGAZIONE RACCONTA “ Per anni ho subito minacce e pressioni”

Anche a Cecina si sono verificati gravi casi di abusi da parte della comunità dei testimoni di geova ?
Anche nella nostra città ci sono stati episodi di plagio ?
Questo almeno è quello che sembrerebbe da alcune testimonianze raccolte tra gli ex seguaci della zona che hanno accettato di raccontare la propria storia.
Una nostra inchiesta pubblicata nei giorni scorsi sugli associati alla setta (Tra l’altro in questo periodo alla ribalta delle cronache nazionali per una serie di accuse di violenza) ha scatenato una serie di reazioni contrastanti.
Dopo le dichiarazioni dei leader della comunità cecinese e di una giovane associata ospitiamo ora il racconto dell’esperienza visSuta in prima persona da una ex testimone.

Intervista:
CECINA: Violenze fisiche e morali, ricatti, minacce. E’ stato come un incubo, un lungo viaggio all’interno che finalmente è terminato”
Una ex testimone di Geova di Cecina racconta la vita della congregazione, i misteri della setta, i drammi affrontati per uscirne.
Sono passati alcuni annida quando si è allontanata e ora ha accettato di raccontarci la sua storia.
Simile a tante altre che hanno portato in questi ultimi tempi la comunità alla ribalta delle cronache.
Non riveliamo volutamente il suo nome per la delicatezza della questione e soprattutto per evitare che la sua testimonianza metta in crisi i rapporti familiari e amicizie.
Come è avvenuto il suo ingresso nella setta ?
“Non sono mai stata convinta, mi sono associata solo perché la congregazione stava rovinando mia figlia.
Era appena una ragazzina quando è entrata e le avevano fatto il lavaggio del cervello.
E’ stata irretita tramite amiche, come succede spesso ha cominciato a frequentare quella gente lasciandosi allontanare dagli affetti familiari dalle vecchie amicizie, da tutto.
Ho fatto di tutto per farla tornare a ragionare e alla fine ci sono riuscita”

E a questo punto si è allontanata ?
“Veramente sono stata caciata i capi della setta sono intransigenti quando si acorgono che qualcuno non è più completamente sottomesso cominciano con le lusinghe, con un controllo costante e poi passano alle minacce”

Che tipo di minacce ?

Di tutti i tipi. Sottili pressioni psicologiche quando c’è da far leva sugli affetti.
Ho visto tanta gente (Tral0altro ho contribuito a far ravvedere tante persone là dentro che poi sono uscite) disperata perché veniva minacciata di non rivedere più i propri parenti ancora testimoni, genitori messi contro i figli persone manovrate completamente dai responsabili della congregazione.
Ma ho visto anche violenze fisiche, persone adirittura percosse se osavano mettere in discussione l’autorità degli anziani.
E poi la costante minaccia ai ribelli di farli passare per indemoniati o prr malati mentali.
Anche con noi la stessa cosa: Hanno cercato di farci passare per pazze addirittura volevano fare un esorcismo”

Non ha mai pensato di denunciare i soprusi ?
“Certo, e come me lo hanno fatto in molti. Le denunce esistono ma non è facile trovare le prove perché le violenze vengono consumate per lo più tra le mura domestiche, dove è difficile arrivare.
Gli anziani si insinuano in tutte le faccende più private, arrivano a condizionare famiglie intere e la vita diventa imponibile quando qualche membro non fa parte della setta.
Per un certo tempo ho anche pensato che fossero solo degenerazioni di qualche anziano, tant’è che ho chiesto l’intervento dei responsabili della congregazione centrale a Roma, ma non è cambiato niente. Anche questi mi si sono infilati in casa spillandomi tra l’altro soldi con ogni scusa”.
E sua figlia ?
“Ora è una ragazza felice che ha il suo lavoro un fidanzato e vive tranquillamente come ogni giovane della sua età. Ma ha rischiato grosso con le compagnie immorali che ha frequentato nella congregazione”
Ma la moralità esasperata non è la bandiera dei testimoni di geova ?
“Tutte storie. Ci sono persone di tutti i tipi, come del resto in ogni ambiente”
Hanno tentato di convincerla a donare beni ?
“Si ci hanno provato in tutti i modi e parecchi soldi sono riusciti a portarceli via.
Ci provano sistematicamente con la scusa della fine del mondo sempre imminente cercano di farsi intestare le proprietà, del resto le denunce che sono state presentate in tutta italia parlano chiaro”



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Inchiesta “LA NAZIONE” del 7. febbraio 1990

Ecco lo sconcertante documento di un Testimone che vieta la trasfusione di sangue per se e per i propri figli con un atto liberatorio indirizzato ai medici e ai familiari. Le motivazioni religiose

TRA LA FEDE E LA MORTE

Cecina: Una dichiarazione di fede può anche trasformarsi in una sentenza di morte. E’ il caso di quelle firmate da quasi tutti i Testimoni di Geova con le quali rifiutano ogni terapia che prevede trasfusioni di sangue.
La Bibbia dice no e gli adepti rigorosamente eseguono preoccupandosi di mettere per scritto il loro desiderio e cercando medici disposti ad assumersi la responsabilità di non praticare trasfusioni.
Il divieto di sottoporsi a questa terapia resta uno dei principi più stabili della setta, e la comunità cecinese segue alla lettera la direttiva.
Anche tra i fedeli frequentatori della Sala dl regno molti si sono preoccupati di redigere delle dichiarazioni con le quali si prendono pienamente la responsabilità di ciò che chiedono.
Spesso sono i genitori che si preoccupano di rifiutare pratiche ematiche anche a nome dei figli minorenni.
Dietro ad ognuna di queste dichiarazioni si nascondono tanti drammi privati di famiglie divise dalla religione. Quando una persona non si sente particolarmente protetta dai congiunti, giudicati, di scarsa fede o peggio non convertiti, si preoccupa di affidare la propria salute (spirituale) a un atto notarile per essere sicuro di non venire ingannato di fronte ad una malattia o a un grave incidente.
Dichiarazioni forse non idonee a evitare l’intervento di un medico in caso di emergenza, ma sicuramente sufficienti a creare fratture e conflitti all’interno delle famiglie.
“Chiedo che non mi venga somministrata – si legge in una di queste liberatorie, della quale per ovvii motivi omettiamo il nome dell’interessato che ha deciso anche per i suoi figli minorenni – nessuna trasfusione di sangue anche se i medici, la ritenessero indispensabile per la mia salute o la mia vita o quella dei miei figli. La mia religione mi consente di accettare solo preparati non ematici tipo “Plasmaexpander”. Redigendo di mia spontanea volontà questo documento esercito i diritti di paziente che la costituzione mi riconosce ed è conforme alla mia convinzione di associato ai Testimoni di geova.
La Bibbia comanda: “Astenetevi dal sangue”. Questa è la mia convinzione pertanto chiedo che non mi venga somministrata nessuna trasfusione di sangue, e sono disposto ad accettare ogni rischio che posa derivarne. Pertanto sollevo i medici. Gli anestesisti, l’ospedale e il suo personale da qualsiasi responsabilità che potrebbe derivare dal mio rifiuto”.
Le dichiarazioni sottoscritte dai Testimoni di Geova, se non sono legalmente riconosciute fanno riferimento agli anziani della congregazione (citati nel documento), ai quali affidano la responsabilità di sostenere la propria convinzione di fronte ai sanitari.
Sempre agli anziani viene delegato il compito di trovare dei medici disposti a rispettare queste convinzioni religiose con le cure.
Negli ultimi anni si sono ripetuti con costanza impressionante casi di persone decedute per aver rifiutato terapie che avessero a che fare con il sangue. Casi clamoroso che hanno anch portato gli interessati sul banco degli imputati quando la mancata trasfusione si è rivelata fatale per la vita di molti bambini.
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