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Dialogare con i TdG “convinti”?

Ultimo Aggiornamento: 05/04/2009 19:34
02/11/2008 17:36
 
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"Farsi prossimo chiudendo al porta?
A proposito dell'impossibilità di dialogare con i TdG "convinti", trovo molto interessante e significativa la seguente lettera, scritta nel 1986 dall'allora cardinale di Milano Carlo Maria Martini.
Ho copiato questa lettera dall'opuscolo "I Testimoni di Geova: che fare?" di Battista Cadei, pp.69-72.

------------------------------------------------

FARSI PROSSIMO CHIUDENDO LA PORTA?
(Lettera del card. C.M. Martini)

Carissimi,
questa lettera sarà un po’ più lunga delle altre. Ma riguarda una domanda non facile che mi avete posto durante la visita pastorale. Si tratta niente menodi sapere se si vive la prossimità anche se qualche volta si rischia di chiudere la porta in faccia a qualcuno.

Mi spiego. Mi avete dette che nelle vostre zone di periferia circolano persone che si introducono in casa con modi magari molto gentili, ma insistenti. Che cercano di persuadervi a leggere le loro riviste, i loro libri, sottintendendo che voi non conoscete la verità, che ciò che vi dicono nelle vostre chiese è sbagliato, che solo andando con loro avrete la vera felicità. E anche quando dite loro con cortesia che avete le vostre convinzioni e non intendete rinunciarvi né discuterle, ritornano con insistenza e senza mollare la presa.

Certo se «farsi prossimo» è difficile per tutti e con tutti, persino con i propri cari e con coloro che condividono la nostra fede, come è apparso un po’ dalle lettere precedenti, che cosa vorrà dire «farsi prossimo» a chi cerca di toglierci la fede?

Certe volte sono gli stessi amici, o i compagni di ufficio, di lavoro, di studio. Ma voi mi avete posto la domanda soprattutto per alcuni movimenti religiosi che svolgono presso di noi una intensa azione di proselitismo fino a dover parlare di vera e propria «offensiva delle sette». Tra queste sette, quella più attiva e che ha maggior successo nel nostro paese, e anche nella nostra diocesi, e quella dei testimoni di Geova.

Certamente molti di noi ne hanno sentite parlare; molti conoscono di persona la loro insistenza alla porta della propria casa e sanno quanto sia difficile liberarsene senza mancare almeno alla buona educazione. Ci si deve «fare prossimi» anche a loro? Ma in che senso, in che modo? Molti restano disorientati; molti non sanno come comportarsi.

Certamente noi ricordiamo le parole di Gesù riportate dal Vangelo di san Luca, che ci hanno sempre impressionato: «A voi che ascoltate, io dice: Amate i vostri nemici, fate del bene a colore che vi odiano, benedite colore che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l’altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica» (Lc 6,27-29). Ma a chi tenta di levarci la fede? chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica» (Lc 6,27-29). Ma a chi tenta di levarci la fede?

Di fatto l’insegnamento dei testimoni di Geova non soltanto è contrario a quello della Chiesa cattolica, ma lo e pure a quello delle altre Chiese cristiane. Infatti, essi negano le più fondamentali verità cristiane, quali la Trinità di Dio, la divinità di Gesù Cristo, la personalità dello Spirito Santo, l’esistenza dell’anima spirituale, tanto che ci si deve chiedere se possano ancora considerarsi «cristiani». Non c’e dubbio, quindi, che l’adesione al movimento geovista e un’apostasia dalla fede cristiana, non soltanto cattolica. In questione vi e la verità della fede.

Ora, tutti ricordiamo a questo riguardo i gravi ammonimenti di Gesù nei riguardi dei «falsi profeti»: «Guardatevi dai falsi profeti che vengono a vo1 in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete» (Mt 7,15). E più avanti, proprio per le false attese apocalittiche, ripete: «Guardate che nessuno v’inganni! Molti verranno in mio nome, dicendo "sono io", e inganneranno molti... Allora, dunque, se qualcuno vi dirà: "Ecco, il Cristo e qui, ecco e la, non ci credete; perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti e faranno segni e portenti per ingannare, se fosse possibile, anche gli eletti". Voi pero state attenti! Io vi ho predetto tutto» (Mc 13,5- 6.21-23).

Ascoltiamo che cosa diceva ai primi cristiani un santo vescovo, Ignazio d’Antiochia, agli Efesini (n. 9): «Ho sentito che sono passati tra di voi alcuni, provenienti da laggiù, che portavano una dottrina perversa. Ma voi non avete permesso che la seminassero in mezzo a voi, anzi vi siete turati le orecchie per non ricevere la loro parola».

La carità si deve, dunque, incontrare con la verità. «Carità e verità si cercano reciprocamente», scrivevo nella lettera Farsi prossimo. Sempre vanno ricercate la verità della carità e la carità della verità.

La verità della carità consiste nella ricerca autentica del bene dell’altro. Non ci si fa prossimo a un drogato amando la sua malattia, ma aiutandolo a guarire, e meno che meno ci si drogherà anche con con la scusa di arrivare a capirlo di più. Non si aiutano i peccatori commettendo i peccati. Il peccato non e una tecnica positiva, poiché esso e fattore di opposizione, di divisione, all’interno del cuore come nella società. Perciò non si ama veramente un peccatore se non si odia il suo peccato.

La verità della carità pone le domande fondamentali sulla vera idea di uomo e sulla vera idea di Dio, per cui — come ancora scrivevo nella lettera Farsi prossimo — «la passione per i bisogni umani e strettamente congiunta con la passione per la verità».

Di qui si capisce che la prima carità e quella della verità. Gesù si e fatto prossimo a noi comunicandoci con la sua persona, la sua vita e la sua morte, la verità di Dio e la nostra «la grazia e la verità ci sono venute da Gesù Cristo» (Gv 1,17). Per questa suprema carità della verità Gesù e stato ucciso: «Voi cercate di uccidere me, che vi ho detto la verità udita da Dio» (Gv 8,4o). A questa verità si e consacrato e ha consacrato i suoi: «Conservali nella verità. La tua parola e verità. Come tu mi hai mandato nel mondo, anch’io li ho mandati nel monde; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità» (Gv 17,17-19). Bisogna, dunque, stare saldi nella verità e resistere contro la falsità e l’errore. Non e possibile costruire nessuna verità per l’uomo se si parte da una menzogna o da un rinnegamento.

Gli apostoli sono stati ben consapevoli di questa loro responsabilità. San Paolo scrivendo ai cristiani della Galazia turbati dalla intromissione di falsi fratelli dichiara: «Noi non cedemmo, per riguardo, neppure un istante perché la verità del vangelo continuasse a rimanere salda tra di voi» (Gal 2,5).

Nella seconda Lettera ai fedeli di Corinto fa notare che la mancanza di coraggio può portare a dissimulare la verità del vangelo, ciò che egli non ha mai fatto: «lnvestiti di questo ministero per la misericordia che ci e stata usata, non ci perdiamo d’animo; al contrario, rifiutando le dissimulazioni vergognose, senza comportarci con astuzia né falsificando la parola di D1o, ma annunziando apertamente la verità, ci presentiamo davanti a ogni coscienza di fronte a Dio» (2Cor 4,1-2).

Ho voluto riportare testualmente diversi passi biblici dal momento che per i testimoni di Geova la Bibbia e l’unica regola di fede.

Ma basterebbe un piccolo ragionamento per capire che non si ama una persona se la si lascia nell’errore. Se uno volesse a tutti i costi convincerci che due più due uguale a cinque nessuno, credo, pensa che si debba accettare quello che dice per dimostrare che vogliamo bene anche a lui. Ci si deve fare prossimi alle persone, non all’errore che eventualmente insegnano. Qualche volta per «farsi prossimo» invece di aprire la porta occorrerà chiuderla.

L’apostolo san Giovanni era ben deciso al riguardo «Chi si attiene alla dottrina possiede il Padre e il Figlio. Se qualcuno viene a voi e non porta questo insegnamento, non ricevetelo in casa e non salutatelo, poiché chi lo saluta partecipa alle sue opere perverse» (2Gv 9-1o). Non si può restare indifferenti e inerti, sottovalutando la gravita del pericolo.

Certo chiudere la porta non significa sbatterla. Non e necessario per difendere la verità offendere la carità. Lo stesso annuncio della verità che consiste nell’evangelo avviene «nella carità». La verità del vangelo si manifesta appunto nell’amore. La verità e situata nella carità. Perciò san Paolo esortando i cristiani delle comunità dell`Asia Minore «a non essere come fanciulli sballottati dalle onde e portati qua e là da qualsiasi vento di dottrina, secondo l’inganno degli uomini, con quella loro astuzia che tende a trarre nell’errore», conclude dicendo: «Al contrario, vivendo secondo la verità nella carità, cerchiamo di crescere in ogni cosa verso di lui, il capo, che e Cristo» (E1 4,14-15).

La carità dovrebbe condurre ad aiutare chi sbaglia a capire e poi a correggere il suo errore: «...dite ciascuno la verità al proprio prossimo; perché siamo membra gli uni degli altri» (Ef 4,25). Questo non sempre e possibile; in certi casi non e neppure conveniente, e nel caso dei testimoni di Geova, quando insistenti non lasciano le vostre case, non e davvero il momento di discutere. L`estrema disinvoltura con cui i testimoni di Geova passano sopra ai loro errori più gravi, per esempio alle tante profezie fatte dai loro capi circa la fine del secolo presente e che non si sono avverate, non invita ad aprire con loro un sereno confronto. Purtroppo con loro un vero dialogo religioso è spesso praticamente impossibile, data la mentalità fanatica e settaria. Non bisogna credere che quanti passano al geovismo divengano con ciò più religiosi e migliori credenti: fanatismo e settarismo non sono vera religiosità. Però la carità e capace di salvare la buona fede soggettiva e la sincerità di chi, purtroppo, passa al geovismo.

Soprattutto la carità insegna che e sempre doveroso pregare ed e sempre possibile sperare, e perciò «essere miti — come dice san Paolo —, pazienti nelle offese subite, dolci nel riprendere gli oppositori, nella speranza che Dio voglia loro concedere di convertirsi, perché riconoscano la verità e ritornino in sé...» (2Tm 2,24-26).

Se mai si pone l’urgenza di «farsi prossimo» tra di noi, soprattutto verso i più semplici e indifesi, ai quali in modo particolare si rivolge più aggressiva la minaccia dei testimoni di Geova.
Farsi prossimo vorrà dire allora intensificare l’opera di catechesi, approfondire lo studio della Bibbia, allargare la conoscenza della storia della Chiesa, dato che proprio l’ignoranza religiosa e gli attacchi contro la Chiesa rappresentano il terreno più adatto per la semina dei testimoni di Geova.

Qualcuno a questo punto dirà che farsi prossimo è davvero molto complesso. Ed e vero, perché è molto più di un semplice gesto di bontà. E un modo nuovo e originale di vivere, quale solo il buon Samaritano Gesù poteva rivelarci e comunicarci. Farsi prossimo anche a chi ci perseguita per turbare la fede, significa, alla fine, lasciarci raggiungere da Cristo e riempire della sua carità redentiva. Assimilati a lui diremo la sua verità anche senza parole, ma «pronti a rispondere a chiunque ci domanda ragione della speranza che e in noi; e tuttavia con dolcezza e rispetto, con retta coscienza, perché nel momento stesso in cui si parla male di noi, restino svergognati quelli che malignano sulla nostra buona condotta in Cristo» (1Pt 3,15-16).

Saluto tutti voi con molto affetto

•X• Carlo Maria card. Martini

-----------------------------------------

Ho aggiunto questa lettera alla pagina "Dicono di loro":
www.infotdgeova.it/dicono.php

Achille
[Modificato da Achille Lorenzi 02/11/2008 18:18]
03/12/2008 16:43
 
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Ringrazio tutti quanti hanno risposto a questa sezione, che mi permettono, sempre più, di capire e comprendere come funziona la (il)logica dei TdG.

Mia moglie è Tdg e mai una volta sono stato oggetto di dispute teologiche o del fatto che dovevo ascoltare la Verità (grazie al forum, che sto di fatto studiando quotidianamente, sto imparando anche il gergo dei TdG!)

Achille ha fatto una interessante classificazione: se per quanto riguarda il gruppo dei convinti siamo tutti d'accordo (questo vale per Tdg come per mille altre organizzazioni) per le altre esiste un certo margine di manovra e di comunicazione, che è l'oggetto di questo breve intervento.

Nel mio caso mi trovo con una compagna che potrebbe, penso, stare nella

3) ammettere dolorosamente a se stessi che i TdG sbagliano, ma starsene zitti e rimanere nell’organizzazione, cercando di vivere meglio che si può, anche perché non si saprebbe altrimenti dove andare (questo vale specialmente per chi ha trascorso una vita nell’organizzazione);

Mi interessa capire, all'interno di questa sezione, quali accorgimenti usereste e portare avanti un dialogo che non viene rifiutato, le pagine del forum, ad esempio, non vengono chiuse gridando al demonio o satana, si è già disassociata una volta, si scrive con amiche disassociate.

Ho già appreso che

che ci vuole una pazienza infinita
che la WTS è Dio
che l'assalto alla diligenza non porta assolutamente a niente.

Per adesso mi sto limitando a sottoporre contraddizioni nella gestione da parte del CD, ma mi ha colpito una sua richiesta: Non vorrai togliermi questo? Ancora non sono riuscito a darle un senso, se di minaccia (se continui a rompere me ne vado) oppure che si senta fragile, ma che questa dipendenza le dia sicurezza(nata e cresciuta TdG, se mollo che faccio?)

A me serve capire se e quanto il suo pensiero sia indipendente, ma sin dalle prime battute ho visto che le risposte, troppe volte, sono già state scritte e voi, con la vostra testimonianza, me le avete di fatto anticipate.

Se avete altri link o idee e proposte in merito, esperienze da segnalarmi vi prego di dirmelo.

Grazie e ciao

04/04/2009 11:19
 
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stavo rileggendo
Questo post e volevo evidenziare queste parole di Martini:



"Soprattutto la carità insegna che e sempre doveroso pregare ed e sempre possibile sperare, e perciò «essere miti — come dice san Paolo —, pazienti nelle offese subite, dolci nel riprendere gli oppositori, nella speranza che Dio voglia loro concedere di convertirsi, perché riconoscano la verità e ritornino in sé...» (2Tm 2,24-26).

Se mai si pone l’urgenza di «farsi prossimo» tra di noi, soprattutto verso i più semplici e indifesi, ai quali in modo particolare si rivolge più aggressiva la minaccia dei testimoni di Geova.
Farsi prossimo vorrà dire allora intensificare l’opera di catechesi, approfondire lo studio della Bibbia, allargare la conoscenza della storia della Chiesa, dato che proprio l’ignoranza religiosa e gli attacchi contro la Chiesa rappresentano il terreno più adatto per la semina dei testimoni di Geova.

Qualcuno a questo punto dirà che farsi prossimo è davvero molto complesso. Ed e vero, perché è molto più di un semplice gesto di bontà. E un modo nuovo e originale di vivere, quale solo il buon Samaritano Gesù poteva rivelarci e comunicarci. Farsi prossimo anche a chi ci perseguita per turbare la fede, significa, alla fine, lasciarci raggiungere da Cristo e riempire della sua carità redentiva. Assimilati a lui diremo la sua verità anche senza parole, ma «pronti a rispondere a chiunque ci domanda ragione della speranza che e in noi; e tuttavia con dolcezza e rispetto, con retta coscienza, perché nel momento stesso in cui si parla male di noi, restino svergognati quelli che malignano sulla nostra buona condotta in Cristo» (1Pt 3,15-16)."



Credo che il cardinale abbia centrato il punto con la frase evidenziata in grassetto e spero che la CC metta in pratica le parole di questo loro pastore.
E' sull'ignoranza che i tdg lavorano e sta a noi fare in modo che questa ignoranza non ci sia più, mi rendo conto leggendo ad esempio gli ultimi post sulla trinità di come i tdg stessi (e gli ex ne sono uno specchio quando discutono su questo argomento) in realtà non la conoscano affatto, e credono di combatterla con i mezzi che hanno a disposizione, non sapendo che in realtà combattono altro, in primis il modalismo il quale fu proprio dichiarato eretico dai trinitari.
Si dice che nel IV secolo dal macellaio si parlasse di consustanzialità, di eternità del logos ecc... perchè oggi con tutta la conoscenza che abbiamo siamo così lontani da quel tipo di conoscenza?
Tutti noi dovremmo rispondere a questa domanda, nessuno escluso, in primis proprio i capi ecclesiastici delle maggiori confessioni religiose dovrebbero chiedersi quale è la loro responsabilità in questo.

ciao
Mario
[Modificato da (Mario70) 04/04/2009 11:20]
04/04/2009 21:01
 
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Re:
X Kira
kira76, 13/10/2007 11.43:


Hai ragione Achille ci vuole tanta pazienza e pazienza e pazienza....e credo anche un pò di cattiveria... però non riesco ancora a capire come agire....



Cara Kira( [SM=x570867] )come dice un proverbio cinese "goccia dopo goccia si riesce a bucare il Muro".Il suo muro é la fedelta alla WTS e tu bucalo con i dubbi,informati sul sito di Achille (molto ben documentato)e ogni volta che puoi,ponigli delle domande mirate.Non fargli delle domande e poi gli dai subito la soluzione....senno al muro ci sbatti tu e da quello che racconti si vede che é gia´capitato.

[SM=g1543902]


----------------------------------------------------
La vera saggezza sta in colui che sa di non sapere! Perché io so di sapere più di te, che pensi di sapere.(Socrate)
05/04/2009 17:29
 
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Re: stavo rileggendo
(Mario70), 04/04/2009 11.19:

Questo post e volevo evidenziare queste parole di Martini:



"Soprattutto la carità insegna che e sempre doveroso pregare ed e sempre possibile sperare, e perciò «essere miti — come dice san Paolo —, pazienti nelle offese subite, dolci nel riprendere gli oppositori, nella speranza che Dio voglia loro concedere di convertirsi, perché riconoscano la verità e ritornino in sé...» (2Tm 2,24-26).

Se mai si pone l’urgenza di «farsi prossimo» tra di noi, soprattutto verso i più semplici e indifesi, ai quali in modo particolare si rivolge più aggressiva la minaccia dei testimoni di Geova.
Farsi prossimo vorrà dire allora intensificare l’opera di catechesi, approfondire lo studio della Bibbia, allargare la conoscenza della storia della Chiesa, dato che proprio l’ignoranza religiosa e gli attacchi contro la Chiesa rappresentano il terreno più adatto per la semina dei testimoni di Geova.

Qualcuno a questo punto dirà che farsi prossimo è davvero molto complesso. Ed e vero, perché è molto più di un semplice gesto di bontà. E un modo nuovo e originale di vivere, quale solo il buon Samaritano Gesù poteva rivelarci e comunicarci. Farsi prossimo anche a chi ci perseguita per turbare la fede, significa, alla fine, lasciarci raggiungere da Cristo e riempire della sua carità redentiva. Assimilati a lui diremo la sua verità anche senza parole, ma «pronti a rispondere a chiunque ci domanda ragione della speranza che e in noi; e tuttavia con dolcezza e rispetto, con retta coscienza, perché nel momento stesso in cui si parla male di noi, restino svergognati quelli che malignano sulla nostra buona condotta in Cristo» (1Pt 3,15-16)."



Credo che il cardinale abbia centrato il punto con la frase evidenziata in grassetto e spero che la CC metta in pratica le parole di questo loro pastore.
E' sull'ignoranza che i tdg lavorano e sta a noi fare in modo che questa ignoranza non ci sia più, mi rendo conto leggendo ad esempio gli ultimi post sulla trinità di come i tdg stessi (e gli ex ne sono uno specchio quando discutono su questo argomento) in realtà non la conoscano affatto, e credono di combatterla con i mezzi che hanno a disposizione, non sapendo che in realtà combattono altro, in primis il modalismo il quale fu proprio dichiarato eretico dai trinitari.
Si dice che nel IV secolo dal macellaio si parlasse di consustanzialità, di eternità del logos ecc... perchè oggi con tutta la conoscenza che abbiamo siamo così lontani da quel tipo di conoscenza?
Tutti noi dovremmo rispondere a questa domanda, nessuno escluso, in primis proprio i capi ecclesiastici delle maggiori confessioni religiose dovrebbero chiedersi quale è la loro responsabilità in questo.ciao
Mario



Non posso che concordare con le tue parole sono i responsabili delle varie chiese cristiane ad essere in primis responsabile se tanti fedeli vanno a finire nelle file dei movimenti settari come la cctdG.
Io sono stata proprio "agganciata" con l'insegnamento antitrinitario.
Se nelle ore di preparazione per la confermazione fosse stato approfondito il tema della trinità non sarei mai andata a finire nel mondo dei tdG.
Bisogna dire che abbiamo approfondito il significato del credo ma noi come credo usiamo il simbolo apostolico e non il simbolo di nicea, ma se un cattolico nel credo recita Dio da Dio sa cosa significa?
e se non lo sa perchè lo dice?
Prima di far recitare il credo ai fedeli bisognerebbe farli capire cosa significano quelle parole.
Non c'è bisogno chissà quale preparazione teologica ma i concetti di base della dottrina cristiana dovrebbero essere chiari a tutti.



[SM=g1543902]
Veronika






05/04/2009 19:13
 
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Veronika scrive:


Prima di far recitare il credo ai fedeli bisognerebbe farli capire cosa significano quelle parole.
Non c'è bisogno chissà quale preparazione teologica ma i concetti di base della dottrina cristiana dovrebbero essere chiari a tutti.



Santa ingenuità!

La CC è andata avanti nei secoli senza dar troppe spiegazioni ai fedeli ... poiché, se i fedeli incominciano a capire, vanno via lo stesso.
La religione cattolica è una religione di "misteri", tutto è mistero e non solo le cose che Dio non ha rivelato.

Spiegare? Che cosa? Provi a spiegare perchè non si deve usare il preservativo, per esempio.
Ho fatto un esempio pratico che TUTTI possono capire, basta dare una spiegazione umanamente coerente con l'uso al quale il preservativo è destinato.

E vuoi che spieghi dei concetti astratti? Cara sorella "quasi separata", che cosa usi per far 'grippare' il cervello? [SM=g1537196]

Franco. [SM=g1543902] (scherzo!)
Visita:

"MA COME UN'AQUILA PUO' DIVENTARE AQUILONE? CHE SIA LEGATA OPPURE NO, NON SARA' MAI DI CARTONE " -Mogol
"Non spetta alla chiesa decidere se la Scrittura sia veridica, ma spetta alla Scrittura di testimoniare se la chiesa è ancora cristiana" A.M. Bertrand
05/04/2009 19:19
 
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Agabo, 05/04/2009 19.13:

Veronika scrive:


Prima di far recitare il credo ai fedeli bisognerebbe farli capire cosa significano quelle parole.
Non c'è bisogno chissà quale preparazione teologica ma i concetti di base della dottrina cristiana dovrebbero essere chiari a tutti.



Santa ingenuità!

La CC è andata avanti nei secoli senza dar troppe spiegazioni ai fedeli ... poiché, se i fedeli incominciano a capire, vanno via lo stesso.
La religione cattolica è una religione di "misteri", tutto è mistero e non solo le cose che Dio non ha rivelato.

Spiegare? Che cosa? Provi a spiegare perchè non si deve usare il preservativo, per esempio.
Ho fatto un esempio pratico che TUTTI possono capire, basta dare una spiegazione umanamente coerente con l'uso al quale il preservativo è destinato.
E vuoi che spieghi dei concetti astratti? Cara sorella "quasi separata", che cosa usi per far 'grippare' il cervello? [SM=g1537196]

Franco. [SM=g1543902] (scherzo!)




[SM=x570872] [SM=x570872] [SM=x570872]

Beh stavolta non ti comprendo sarà che non ho fatto grippare il cervello o sarà il mio deficit linguistico? [SM=g1537196]


[SM=g27836]
Veronika

05/04/2009 19:34
 
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Ci sono già diverse altre discussioni in cui si critica la chiesa cattolica. Qui parliamo dell'impossibilità di dialogare con i TdG "convinti. Rimaniamo in topic, grazie.

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