Sembra che sia stato isolato il gene della magrezza
Funziona come un interruttore che decide se bruciare o immagazzinare i grassi è il “gene della magrezza”, potrebbe aiutare a mantenere la silhouette senza negarsi i piaceri della tavola.
I segreti del gene, scoperto anni fa nei moscerini della frutta ma con azione rimasta ignota da allora, sono stati svelati all’Università del Texas, Southwestern Medical Center, in un lavoro su vari animali, dai vermetti ai topolini, pubblicato sulla rivista Cell Metabolism.
Diretti da Jonathan Graff, gli esperti Usa hanno dimostrato che il gene della magrezza, chiamato Adiposo (ADP), protegge dall’aumento di peso e dal diabete. Quindi, poiché anche noi esseri umani lo portiamo nel nostro Dna, ADP potrebbe essere usato per controllare il peso corporeo.
La storia di ADP inizia ben 50 anni fa quando Winifred Doane, allora uno studentessa universitaria, oggi professore emerito alla Arizona State University, isolò dei moscerini in Nigeria che erano un po’ “grassottelli”. Analizzando gli insetti la giovane ricercatrice scoprì ADP e capì che in qualche modo questo gene regolava il loro accumulo di grasso corporeo, ipotizzando che la funzione del gene fosse legata alla possibilità per il moscerino di superare periodi di magra grazie al grasso accumulato nel proprio corpo.
A distanza di anni Graff ha scoperto che l’intuizione era giusta e che ADP è a tutti gli effetti un gene della magrezza. Infatti, testato sul vermetto C. elegans e nei topolini, ADP ha dimostrato la sua capacità di tenere in linea gli animali: più attivamente funziona, più gli animali restano magri e in salute protetti dal diabete, pur mangiando normalmente.
Viceversa topolini senza ADP tendono ad ingrassare anche se non esagerano col cibo. L’effetto di ADP, spiega Graff, è dose dipendente per cui più ce n’è più magri si resta. ADP regola l’accumulo di grasso corporeo un po’ come una manopola per regolare il volume di uno stereo, più che un interruttore “on-off”, precisa Graff. Forse i fortunati magri che non fanno sacrifici a tavola ne hanno una versione particolarmente attiva che permette loro di bruciare i grassi, ma adesso che ADP è nelle mani della scienza lo si potrà forse usare anche in quegli individui che invece tendono a metter su chili.