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Geremia 25:10-12

Ultimo Aggiornamento: 27/08/2007 21:50
27/08/2007 15:56
 
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antichità modernità
si può andare avanti quanto vuoi scoprire nuovi papiri come dici...ma si potranno apportare solo piccole modifiche..il testo biblico non potrà mai essere stravolto nei suoi concetti dalle moderne tecniche di indagine (non si tratta della nuova versione di un'automobile)..perchè mai il mio concetto di traduzioni datate dovrebbe essere sbagliato ? i traduttori dell'epoca (ad esempio intorno all'anno 1000) avevano maggiore dimestichezza con le lingue morte di quanto possano averne quelli adesso con le sofisticate tecniche moderne, ANZI POTEVANO (GLI ANTICHI) ESSERE A CONOSCENZA DI INTERPRETAZIONI TRADUTTIVE CHE I MODERNI IGNORANO SEMPLICEMENTE PERCHE' QUESTE PRATICHE COL TEMPO SONO ANDATE PERDUTE.
27/08/2007 18:03
 
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drappo ha scritto:

Esaminando la lingua originale:
La preposizione inscindibile "La" usata nel costrutto "La-Ba-vel" (a Babilonia) può essere tradotta in vari modi: "a", "per", "dentro", "verso", "contro", ecc..

La preposizione "La" nel costrutto "La-MiCH-MaSH" e' tradotta dalla totalità delle versioni bibliche con "a".

Quando si copia/incolla si dovrebbe riportare per intero la citazione da questo sito non ufficiale (tdgonline) e non ometterne delle parti significative.
La citazione completa dice così:

La preposizione inscindibile "La" usata nel costrutto "La-Ba-vel" (a Babilonia) può essere tradotta in vari modi: "a", "per", "dentro", "verso", "contro", ecc..

Notate infatti Isaia 10:28:

28 Egli è venuto su Aiat; è passato per Migron; a Micmas deposita i suoi oggetti

La preposizione "La" nel costrutto "La-MiCH-MaSH" e' tradotta dalla totalità delle versioni bibliche con "a".


Quindi questi anonimi TdG stanno parlando di come il passo viene tradotto in Isaia 10:28 e non in Geremia 29:10.
Già è poco corretto citare un passo per "dimostrare" che un altro passo biblico - in un contesto completamente diverso - vada tradotto nello stesso modo. Ancora più discutibile è citare come tu hai fatto, omettendo una parte significativa delle parole altrui.

Per quanto riguarda la corretta traduzione di Ger. 29:10, a me basta sapere che il contesto biblico e storico non autorizza la traduzione "a Babilonia". Ed infatti il passo viene reso "per Babilonia" in tutte le traduzioni italiane (eccetto ovviamente la TNM) e nella stragrande maggioranza delle versioni in altre lingue.

Achille
[Modificato da Achille Lorenzi 27/08/2007 18:04]
27/08/2007 18:47
 
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“si può andare avanti quanto vuoi scoprire nuovi papiri come dici...ma si potranno apportare solo piccole modifiche..”

Questa è una tua pia illusione dovuta all’estraneità che mostri per questo campo. Come già detto non si tratta solo di papiri, ma del progredire delle ricerche lessicologiche. Come dice il detto, noi siamo nani sulle spalle di giganti, ma proprio perché siamo sulle loro spalle vediamo più lontano. Abbiamo il loro lavoro da consultare, e possiamo lavorare sia sui loro studi sia sui nuovi dati al fine di giungere a nuove conclusioni. La filologia, come tutte le scienze, progredisce col tempo.

“il testo biblico non potrà mai essere stravolto nei suoi concetti dalle moderne tecniche di indagine”

Perché? Il testo biblico non può essere stravolto solo se tu sai già cosa dice il testo biblico, mentre il punto del discorso è che si cerca proprio cosa il testo biblico stia dicendo. Hai una visione piuttosto pacchiana della cosa. Credi forse che l’ebraico dell’AT o il greco del NT siano chiari e semplici da tradurre? Ci sono interi versetti che allo stato attuale delle conoscenze non vogliono dire un emerito nulla e così si può tradurre solo per ipotesi. Parole di cui non sappiamo più il significato, diverse varianti testuali a seconda delle versioni, ecc.

“perchè mai il mio concetto di traduzioni datate dovrebbe essere sbagliato ? i traduttori dell'epoca (ad esempio intorno all'anno 1000) avevano maggiore dimestichezza con le lingue morte di quanto possano averne quelli adesso con le sofisticate tecniche moderne”

Stiamo parlando dell’ottocento, non dell’anno mille. Si è aperto un mondo davanti ai nostri occhi nelle ricerche lessicologiche grazie all’archeologia, ma mi rendo conto che per i non addetti ai lavori questo suoni strano. Inoltre l’esempio che fai è particolarmente infelice. Non c’era nell’anno mille alcuna superiore conoscenza dell’ebraico, anzi era una lingua che s’era andata quasi persa in Europa, come il greco del resto, e nelle varie nazioni coloro che parlavano questi idiomi si contavano letteralmente sulle dita di due mani. Chi conosce anche solo un minimo la letteratura medievale sa che problemi dava già il greco, specie in Europa occidentale, figurarsi l’ebraico.


“ANZI POTEVANO (GLI ANTICHI) ESSERE A CONOSCENZA DI INTERPRETAZIONI TRADUTTIVE CHE I MODERNI IGNORANO SEMPLICEMENTE PERCHE' QUESTE PRATICHE COL TEMPO SONO ANDATE PERDUTE.”

Se con “antichi” intendi il III secolo a.C. è verissimo, se intendi l’anno mille sei fuori strada, perché non c’era alcun continuum linguistico che permettesse l’uso dell’ebraico. Inoltre, come ripeto, stiamo parlando dell’ottocento. Mi spieghi cosa sarebbe andato perduto in un secolo?

Ad maiora
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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)
27/08/2007 19:57
 
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polymetis
perdonami ma sei un po ingenuo...mi dici che la mia considerazione, circa le maggiori conoscenze dei traduttori antichi, possa valere per quelli del III° secolo ma non per l'anno 1000...conosci gli emanuensi ? con pazienza certosina essi, durante i secoli, hanno ricopiato e tramandato la bibbia (come molti altri libri)...quello che voglio farti capire è che durante i secoli poche altre cose si sono aggiunte alla traduzione "accurata" dei primi secoli..e poche altre se ne potranno aggiungere nell'era dei computer,,,in quanto ai versetti di cui tu parli che non si riesce a tradurre e vengono interpretati a caso, ebbene essi rimarranno così..in eterno probabilmente...in quanto (probabilmente erano stati tradotti ma poi non sono stati trascritti) le regole grammaticali antiche e le adeguate traduzioni sono andate perdute per sempre..morale : la bibbia è stata tramandata dai primi secoli ed è quella nel III° SECOLO..nell'anno 1000 e nel 2007..con piccole timide aggiunte.
27/08/2007 20:04
 
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Utente Junior
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scusa drappo....


RIPORTO LA TUA PRESENTAZIONE:

espongo la mia presentazione...ho 36 anni e sono venuto diverse volte in contatto con i Testimoni di Geova (visite a casa-adunanze), ho frequentato le adunanze come osservatore , ho letto diverse volte questo sito (quasi mai il forum), e sono qui per un confronto.
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a me han colpito queste parole:
"sono qui per un confronto"...

"""ma confrontarti: con chi?..per chi?..per cosa?"""

......................
l'unica azione che tu stai facendo nel forum...e quella di disturbare....(il termine giusto è diverso!!!)
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MA ALLA FINE....IL TUO FINE QUAL'E'???

""disturbo perenne?""

OK..per me sei il BENVENUTO ANCHE IN QUELLO!!!!!!

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[SM=x570892] e STRETTONA [SM=x570864] di da Pierino
contatto skype: missoltino 1
I nostri amici





27/08/2007 21:50
 
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Registrato il: 08/07/2004
Utente Master
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“perdonami ma sei un po ingenuo...”

In cosa sei laureato per sparare giudizi simili sulla cultura umanistica altrui?

“mi dici che la mia considerazione, circa le maggiori conoscenze dei traduttori antichi, possa valere per quelli del III° secolo ma non per l'anno 1000...conosci gli emanuensi”

Cosa c’entra? Secondo te gli amanuensi nel medioevo sapevano l’ebraico? Neppure sapevano il greco nel 99% dei casi, neppure gente dotta come Tommaso d’Aquino. Se prendi un libro di storia del pensiero medievale scoprirai che la gente che sapeva il greco si contava sulle dita di 2 mani in tutto l’impero. (Per copiare non serve capire, e neppure saper leggere) Inizia a leggerti “L'Amour des lettres et le désir de Dieu” di Jean Leclercq per farti qualche idea sul tipo di cultura umanistica (prettamente latina) che avevano i monaci o gli studi di Alain de Libera della Sorbona di Parigi sul curriculum di studi nelle università medievali. Credi forse che tra le sette arti liberali del trivium e del quadrivium ci fosse l’ebraico? Ma hai mai fatto studi sulle università nel medioevo?

E poi, per l’ennesima volta: cosa diavolo c’entra l’anno mille? stiamo parlando dell’ottocento.

“quello che voglio farti capire è che durante i secoli poche altre cose si sono aggiunte alla traduzione "accurata" dei primi secoli”

Ma di che traduzione parli? Che ne sai degli apporti della filologia alle scienze traduttive? Hai mai tradotto qualcosa in vita tua dall’ebraico e dal greco o parli solo per dar aria alla bocca? Se non sai cosa voglia dire tradurre evita di esporci le tue considerazioni basate sul nulla. Hai mai letto una rivista filologica dove si discute su come tradurre un versetto, o una discussione di lessicologia su una radice ebraica? No? E allora di cosa parli?
Per libri come l’Ecclesiaste o il Cantico dei Cantici la ricerca non è mai finita, per il NT stesso s’è aperta una nuova branca di studi basata sulle retroversioni in aramaico dei Vangeli che ci hanno svelato sensi fino a 50 anni fa impensabili, per non parlare poi del proseguimento degli studi sul giudaismo del II Tempio che hanno rintracciato molte espressioni evangeliche nella letteratura rabbinica coeva chiarendole, e poi c’è Qumran, che nell’ottocento si sognavano e che ci ha fatto fare balzi da gigante alla ricerca lessicologica, testuale, e persino glottologica.

“in quanto ai versetti di cui tu parli che non si riesce a tradurre e vengono interpretati a caso, ebbene essi rimarranno così..in eterno probabilmente...”

Non credo proprio, visto che rispetto ad un secolo fa s’è fatta molta luce su decine di espressioni formulari che parevano non avere signidicato ma poi sono state rintracciate grazie al confronto con altre opere antiche che ne hanno chiarito il senso.

“le regole grammaticali antiche”

Guarda che il concetto di “grammatica” non è stabile nel tempo. Tu credi che se avessi parlato ad un romano dell’età dei Gracchi di "genitivo" e "dativo" avrebbe capito cosa gli stavi dicendo? La standardizzazione di una lingua, il trovare delle regole al suo interno, non è un fenomeno quasi mai coevo alla lingua antica stessa, che non si imparava sui libri ma parlandola. Ad esempio le prime grammatiche che tentarono di riconoscere le norme a quella che era la lingua tedesca, le grammatiche “descrittive”, sono di appena 4 secoli fa. E per le grammatiche normative dobbiamo aspettare l’illuminismo, come ad es. la grammatica di Schöttel. Ciò non toglie che, anche senza rendersi conto che una tal desinenza del proprio parlato era incasellabile come genetivo, nel XIII secolo parlavano comunque l'antico alto tedesco.

Ad maiora
[Modificato da Polymetis 27/08/2007 21:58]
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(Κ. Καβάφης)
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