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COMUNICATO STAMPA FAM. PICCIONI - VERGOGNOSA OMERTA'

Ultimo Aggiornamento: 11/03/2007 20:01
03/03/2007 11:12
 
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COMUNICATO STAMPA

Con ordinanza del 26 febbraio 2007 il GIP presso il Tribunale di Novara, dr. Pezone, ha riaperto i termini per le indagini relative alla scomparsa di Emo Piccioni, avvenuta il 31.10.2005. Emo Piccioni venne sequestrato in Prato Sesia. Egli si recò spontaneamente all’appuntamento con il suo sequestratore, che gli aveva prospettato la necessità di consegnare alcuni documenti relativi ad un testimone di Geova di Biella.
Da quel momento di Emo Piccioni non si sa più nulla.
Il provvedimento del GIP indica nuovi specifici temi d’indagine e riaccende le speranze della famiglia Piccioni, mai sopite, nonostante il lungo tempo decorso.
Utili spunti investigativi sono stati offerti all’attenzione dell’Autorità Giudiziaria dai congiunti di Emo Piccioni, che si sono avvalsi di una società di consulenza investigativa e di un collegio di difensori, impegnati, su più versanti, a valorizzare ogni indizio disponibile ed a coordinare le ulteriori iniziative a compiersi.
La verità sul caso Piccioni non è ancora svelata, ma questa volta ci sono delle tracce precise, che forse condurranno non molto lontano dal luogo del sequestro.
I congiunti di Emo Piccioni ed i loro difensori sono convinti che il delitto sia stato commesso da una persona del luogo, che versa in situazioni di disagio familiare e psicologico, animato da rancore nei confronti della comunità dei Testimoni di Geova. Sulla base delle investigazioni privatamente svolte, sono stati anche indicati i nominativi di persone sospette, sui quali ovviamente vige il più stretto riserbo.
La famiglia Piccioni rivolge un accorato appello affinchè tutti coloro che abbiano informazioni utili collaborino attivamente con le Autorità. L’aiuto delle persone comuni, in particolare degli abitanti della zona, può essere in questo momento più decisivo che mai. Ogni forma di omertà, di reticenza, di pigrizia collaborativa, si risolve di fatto in vera complicità con chi ha sequestrato, e forse ucciso, Emo Piccioni.

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Questo comunicato è stato messo a disposizione del giornale "la Stampa" che ha pubblicato un articolo proprio oggi e delle TV locali della mia zona.
Sarà ripreso anche dalla trasmissione "chi l'ha visto?" nelle prossime settimane.

Colgo l'occasione per denunciare con il massimo vigore l'orrendo clima omertoso che gli investigatori stanno trovando tra le fila dei TDG, i quali, nonostante gli accorati appelli della famiglia, tengono nascoste informazioni preziose!
Non ho remore a utilizzare tutti i termini che il Giudice Casciaro e la Betel di Roma hanno preteso fossero cancellate dalla memoria difensiva di Vito Pucci.
Questa è proprio "santa Mafia" , esiste un "clima di omerta" suffragato da una "cupola mafiosa" coposta da 31 anonimi lestofanti!
Ma la fam. Piccioni non si arrende ora , ne lo farà mai!
Marco Piccioni






03/03/2007 15:19
 
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ciao marco,
manda un abbraccio a tua madre da parte mia... [SM=x570899]

ci vediamo quando ritorni a roma. [SM=g27817]

un abbraccio
bruno
03/03/2007 16:31
 
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Carissimo Marco,

Posso solo lontanamente immaginare quello che provi insieme alla tua famiglia dal giorno della scomparsa di tuo papa', il tutto aggravato dalle circostanze che hai denunciato. Certamente è qualcosa di terribile.

Spero che presto possa farsi luce su questi drammatici avvenimenti così che ognuno debba assumersi le proprie responsabilità.

Un caro saluto
Matisse
La verita' non danneggia mai una giusta causa. M. K. GANDHI
04/03/2007 17:26
 
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MPA ha scritto:

....Questo comunicato è stato messo a disposizione del giornale "la Stampa" che ha pubblicato un articolo proprio oggi e delle TV locali della mia zona.

Gli articolo pubblicati ieri sul caso dal quotidiano "La Stampa":

FONTANETO D’AGOGNA.NO ALL’ARCHIVIAZIONE DEL “GIALLO”
Geova, si riapre il caso
Ordinanza del Gip: nuove indagini sulla scomparsa del Testimone

FONTANETO D’AGOGNA

Si riapre il «giallo» su Emo Piccioni, il Testimone di Geova di Fontaneto d’Agogna scomparso in circostanze misteriose il 31 ottobre 2005. Con un’ordinanza il gip presso il Tribunale Novarese, Pezone, ha riaperto i termini per le indagini. Il provvedimento del Gip indica nuovi specifici temi d’indagine, dopo che il pm aveva chiesto l’archiviazione del caso. L’avvocato Enrico Faragona, che difende la famiglia Piccioni, si dice soddisfatto di questa decisione: «L’ordinanza concede altri sei mesi e indirizza gli inquirenti ad approfondire le indagini nella zona presumibile della scomparsa. Non è escluso che il pm questa volta si avvalga di gruppi speciali». Il figlio Marco non ha mai desistito, offrendo utili spunti investigativi all’autorità giudiziaria: «Ci siamo rivolti anche a una società d’investigazioni svizzera. Sono emerse tracce precise, che forse porteranno non molto lontano dal luogo del sequestro». Piccioni, artigiano Testimone di Geova, era andato a un appuntamento a Prato Sesia dopo aver ricevuto una misteriosa telefonata. La sua auto era stata trovata sulla piazza del paese. Poi, il nulla. La moglie e il figlio sono convinti che non si trattò di una scomparsa ma di un sequestro e delitto. «Hanno voluto togliere di mezzo mio padre - dice Marco Piccioni - sicuramente qualcuno che lo conosceva, animato da rancore nei confronti dei Testimoni di Geova». E sulla base delle investigazioni private, sarebbero state indicati i nominativi di alcuni sospetti, sui quali vige il più stretto riserbo. Marco Piciconi non esclude neppure la pista del satanismo: «Due mesi fa sui muri di un cascinale in disuso nelle campagne tra Fara e Carpignano è stata trovata la scritta ‘’Piccioni Emo’’ con alcune croci rovesciate. Ma - aggiunge - potrebbe essere tutta una messinscena per depistare». Marco, testimone come il padre, dopo la scomparsa era entrato in conflitto con la congregazione, tanto che il Comitato giudiziario aveva decretato la sua espulsione. «Provvedimento che di fatto non è mai avvenuto - dice ora il figlio - perchè prima che la lettera ufficiale mi fosse recapitata io li avevo anticipati con le dimissioni».

Link: www.lastampa.it/search/albicerca/ng_articolo.asp?IDarticolo=1537720&sezion...

LA STORIA
Attirato da una misteriosa telefonata

La vita di Emo Piccioni, 58 anni, sposato con due figli, stimato anziano dei Testimoni di Geova nella Sala del Regno di Borgomanero, ha una svolta il 31 ottobre 2005. Piccioni stava per iniziare una conferenza nella Sala del Regno quando è arrivata una telefonata da uno sconosciuto che avvisava di aver trovato i documenti smarriti da un confratello di Vercelli, il quale avrebbe chiesto di farglieli recapitare attraverso una congregazione locale. Emo Piccioni dà la sua disponibilità, ma solo dopo la conferenza. L'appuntamento è davanti all'ufficio postale di Prato Sesia dove lo avrebbe atteso un uomo giovane con un cappello. Uno dei presenti ci va subito, ma sul posto non trova nessuno. Per scrupolo, circa un'ora dopo vi si reca, da solo, lo stesso Piccioni, che però non ha fatto più ritorno. La sua auto è stata ritrovata accanto all'ufficio postale stabilito come luogo dell'appuntamento. Nella provincia di Novara, tra il 2003 e il 2005, almeno altre quattro volte qualcuno avrebbe cercato di attirare con lo stesso pretesto i testimoni di Geova ad appuntamenti andati tutti deserti, probabilmente perché vi si sono recati sempre almeno in due. Le ricerche saranno accurate e proseguiranno per mesi, con l’aiuto del Corpo Forestale, mentre le indagini fanno capo alla tenenza dei carabinieri di Borgomanero, ma di Piccioni fino ad oggi non è stata trovata nessuna traccia.

Link: www.lastampa.it/search/albicerca/ng_articolo.asp?IDarticolo=1537718&sezion...
05/03/2007 04:58
 
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Riflettendo su...
>LA STORIA
Attirato da una misteriosa telefonata

La vita di Emo Piccioni, 58 anni, sposato con due figli, stimato anziano dei Testimoni di Geova nella Sala del Regno di Borgomanero, ha una svolta il 31 ottobre 2005. Piccioni stava per iniziare una conferenza nella Sala del Regno quando è arrivata una telefonata da uno sconosciuto che avvisava di aver trovato i documenti smarriti da un confratello di Vercelli, il quale avrebbe chiesto di farglieli recapitare attraverso una congregazione locale. Emo Piccioni dà la sua disponibilità, ma solo dopo la conferenza. L'appuntamento è davanti all'ufficio postale di Prato Sesia dove lo avrebbe atteso un uomo giovane con un cappello. Uno dei presenti ci va subito, ma sul posto non trova nessuno. Per scrupolo, circa un'ora dopo vi si reca, da solo, lo stesso Piccioni, che però non ha fatto più ritorno.
__________________________________

Tutta la parte che ho evidenziato non è stata narrata a Marco dal padre Emo che era scomparso ma da qualcun altro, e questo qualcun altro (o più persone che siano) deve essere per forza un membro della Sala del Regno ove sarebbe giunta la telefonata. E siccome la telefonata è stata fatta ad Emo e non su un viva voce alla presenza di altri, questa persona dovrebbe aver ricevuto da Emo stesso l'informazione circa il contenuto della telefonata. E, trattandosi di cosa così confidenziale, non può trattarsi che di un confratello di cui Emo aveva la massima fiducia.
Bisognerebbe quindi rintracciare questo tale e chiedergli:
- ma perché, voi che andate due a due per le case perché avete paura del diavolo, non hai pensato di accompagnare Emo all'appuntamento? o a suggerirgli di farsi accompagnare?
- perché non hai espresso la tua perplessità circa il tenore della telefonata? Infatti ci sono molte stranezze in essa: a) se nei documenti di cui si parla esisteva il nome del confratello che li aveva smarriti, perché chi li ha ritrovati non ha cercato di rintracciare lui invece di rivolgersi a Emo? b) mettiamo il caso che o non c'era il nome o il ritrovatore conoscesse solo la Sala del Regno di Borgomanero e volesse semplificare la restituzione passando per Emo, perché mai Emo non ha rivelato al confratello in questione il nome di chi gli aveva telefonato?
Dicendogli solo "mi ha chiamato uno di Vercelli che dice così e cosà..." quale Anziano TG non si sarebbe insospettito e non avrebbe messo sul chi vive Emo dicendogli appunto di farsi accompagnare o, per evitare ogni pericolo, di avvertire la Betel circa il da farsi? (conosciamo tutti la struttura ramificata informativa dei TG e la Betel avrebbe potuto trasmettere l'incombenza alla Sala/Sale del regno di Vercelli così da rintracciare chi aveva smarrito i documenti).

E c'è da chiedersi anche se Emo era una persona semplice, estroversa, fiduciosa o, come ogni Anziano TG, condivideva la psicologia del gruppo che è quella di sentirsi assediato da nemici e quindi sospettosi di tutto e soprattutto di telefonate di anonimi (se di anonimo si trattò)?
Come si spiega questo suo andare all'appuntamento senza averne avvertito il figlio ma solo il o i confratelli della sua Sala del Regno? Borgomanero non è una metropoli, che problema aveva il ritrovatore a recarsi personalmente alla Sala del Regno?
Visto che il ritrovatore dice che quel TG di Vercelli gli "avrebbe chiesto di farglieli recapitare attraverso una congregazione locale", deve per forza avergli detto il suo nome; ovvero gli avrebbe chiesto di consegnarli alla Sala di Borgomanero per Pinco Pallino. E quindi il ritrovatore deve aver comunicato il nome di tale confratello di Verceli a Emo il quale deve averlo comunicato ai suoi confratelli prima di andare all'appuntamento. Ed essi appunto avrebbero dovuto dirgli: ma che problema c'è? basta avvertire la Betel, che sì avvertirà Vercelli e rintraccerà l'interessato, ma soprattutto controllerà se esiste un TG con tale nome!

Forse sarebbe utile agli inquirenti anche documentarli che la Betel, per cose gravi, si è sempre premurata di dare direttive e consigli su come comportarsi (cf le varie lettere circolari agli Anziani) e sarebbe molto interessante scoprire se, su questa faccenda, chi ha risposto agli inquirenti lo abbia fatto di sua spontanea iniziativa e libertà o opportunamente "ammaestrato" da direttive venute dall'alto.
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est modus in rebus
05/03/2007 06:39
 
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Altro articolo apparso sul quotidiano "La Stampa" di ieri, 4/3/07:

SCOMPARSO. LA TESTIMONIANZA DELLA MOGLIE DI PICCIONI
“Mio marito vittima di un folle satanista”

BORGOMANERO

Enza Gentina l’aveva detto subito: «Mio marito è rimasto vittima di un folle satanista». Ne aveva parlato ai giornali, l’aveva ripetuto alle telecamere di «Chi l’ha visto?», ma l’ipotesi aveva sollevato molto scetticismo e le indagini si erano dirette soprattutto a scandagliare i rapporti all’interno dei Testimoni di Geova. Adesso, a distanza di quasi un anno e mezzo dalla scomparsa del marito, gli ultimi fatti danno ragione ad una donna che non ha mai perso la speranza di ritrovarlo, e che in questi mesi ha continuato a girare mezza provincia di Novara per affiggere la foto di Emo Piccioni, scomparso nel nulla il 31 ottobre del 2005, «così magari qualcuno, non importa se per caso, ricorda qualche dettaglio utile alle indagini». Il fatto nuovo che ha fatto riaprire alla magistratura il caso è rappresentato da un ritrovamento inquietante: «Due giovani cacciatori - racconta il suocero dello scomparso, Giacomo Gentina - stavano girando nelle campagne della Bassa Valsesia, ed a un certo punto si sono avvicinati ad un cascinale abbandonato. Sono entrati, sono saliti al piano superiore ed hanno trovato il nome di Emo, scritto con una bomboletta, ed accompagnato da disegni e scritte sataniche. Io stesso mi sono recato a vedere, la scritta sarà grande una trentina di centimetri». Uno scherzo tremendo o un indizio ancora più terribile? Su questo stanno indagando sia la magistratura che i carabinieri della tenenza di Borgomanero, che non hanno trascurato però nessuna delle altre piste ed in questi mesi hanno sentito decine di persone che hanno avuto contatti con Emo Piccioni negli ultimi giorni dell’ottobre del 2005.

Link: www.lastampa.it/search/albicerca/ng_articolo.asp?IDarticolo=1538393&sezion...
05/03/2007 18:34
 
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questa persona dovrebbe aver ricevuto da Emo stesso l'informazione circa il contenuto della telefonata. E, trattandosi di cosa così confidenziale, non può trattarsi che di un confratello di cui Emo aveva la massima fiducia.




mio padre ha risposto al telefono davanti a circa 20-25 fratelli e sorelle tra cui mia madre.
appena riagganciato a raccontato a tutti i presenti il contenuto della telefonata.
Ecco spiegato come ne siamo a conoscenza.



Come si spiega questo suo andare all'appuntamento senza averne avvertito il figlio ma solo il o i confratelli della sua Sala del Regno? Borgomanero non è una metropoli, che problema aveva il ritrovatore a recarsi personalmente alla Sala del Regno?
Visto che il ritrovatore dice che quel TG di Vercelli gli "avrebbe chiesto di farglieli recapitare attraverso una congregazione locale", deve per forza avergli detto il suo nome; ovvero gli avrebbe chiesto di consegnarli alla Sala di Borgomanero per Pinco Pallino. E quindi il ritrovatore deve aver comunicato il nome di tale confratello di Verceli a Emo il quale deve averlo comunicato ai suoi confratelli prima di andare all'appuntamento. Ed essi appunto avrebbero dovuto dirgli: ma che problema c'è? basta avvertire la Betel, che sì avvertirà Vercelli e rintraccerà l'interessato, ma soprattutto controllerà se esiste un TG con tale nome!

Forse sarebbe utile agli inquirenti anche documentarli che la Betel, per cose gravi, si è sempre premurata di dare direttive e consigli su come comportarsi (cf le varie lettere circolari agli Anziani) e sarebbe molto interessante scoprire se, su questa faccenda, chi ha risposto agli inquirenti lo abbia fatto di sua spontanea iniziativa e libertà o opportunamente "ammaestrato" da direttive venute dall'alto.




Conoscendo mio padre, il suo senso del dovere e la sua bontà non siamo affato stupiti che si sia recato alla Posta di prato Sesia, che tra l'altro si trova in un posto tranquillo ma non isolato e che comunque conosceva bene. Si sentiva al sicuro e non sospettava nulla.
Inoltre il sequestratore ha detto il nome del TDG di vercelli, che è un TDG esistente ma di Biella.
La procura è stata avvertita delle disposizioni omertose dei vertici TDG. Inoltre stiamo raccolgiendo evidenze del loro comportamento.
Marco Piccioni
05/03/2007 20:10
 
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volevo farvi sapere che anche oggi è stato pubblicato un articolo che rende pubbliche informazioni che noi conoscevamo da qualche tempo.
Si parla di un casolare dove sono state ritrovate scritte sataniche e il nome di mio padre.
Questo avvalora in qualche modo la pista satanica che comunque va di pari passo con la motivazione religiosa.
Possiamo anche rendere pubblica l'implicita minaccia che mia madre ha ricevuto, in quanto è stata trovata una foto che raffigurava lei e mio padre in montagna con le loro figure bruciate!
Questo naturalmente non ci fermerà e desideriamo, qual'ora ci leggessero, far sapere ai colpevoli che non ci fermeremo e che non smetteremo di cercare nostro padre. Loro devono aver paura, loro devono guardarsi alle spalle!
Marco Piccioni
06/03/2007 06:41
 
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Re:

Scritto da: MPA 05/03/2007 20.10
volevo farvi sapere che anche oggi è stato pubblicato un articolo che rende pubbliche informazioni che noi conoscevamo da qualche tempo.
Si parla di un casolare dove sono state ritrovate scritte sataniche e il nome di mio padre.
Questo avvalora in qualche modo la pista satanica che comunque va di pari passo con la motivazione religiosa.
Possiamo anche rendere pubblica l'implicita minaccia che mia madre ha ricevuto, in quanto è stata trovata una foto che raffigurava lei e mio padre in montagna con le loro figure bruciate!
Questo naturalmente non ci fermerà e desideriamo, qual'ora ci leggessero, far sapere ai colpevoli che non ci fermeremo e che non smetteremo di cercare nostro padre. Loro devono aver paura, loro devono guardarsi alle spalle!
Marco Piccioni

Ecco l'articolo:

NOVARA. IL GIUDICE HA RIAPERTO L’INCHIESTA
Testimone di Geova

La «casa dei demoni» sembra il set di un trash-horror di serie B, quei film dove l'auto della compagnia, mentre fila in una delle strade di campagna della provincia americana, buca la gomma e i passeggeri si fermano a chiedere soccorso nella prima abitazione isolata che incontrano e piombano dritti nell'incubo. Ma qui siamo in Bassa Valsesia, tra Fara e Carpignano, e il cascinale abbandonato da decenni, che cade a pezzi nel mezzo della campagna non sia la location di una pellicola per stomaci forti ma il luogo scelto da un gruppo di satanisti per i loro incontri. Al primo piano, dove si sale tra calcinacci e scalini che scricchiolano, sulle pareti campeggiano i simboli del repertorio satanista: le tre 9, croci rovesciate, scritte inneggiamti a «Satan diabolorum» e il nome di Emo Piccioni, grande sulla parete. Gli autori delle scritte hanno usato una vernice gialla, e i simboli sono sparsi anche sulle pareti a pianterreno.
Al centro del cortile, tra gli arbusti, c'è un cerchio dove sono stati accesi fuochi; sulla terra ci sono ancora croci rovesciate costruite con ferri ed utensili e sulla terra di nuovo il 999. In tutte le stanze del cascinale penzolano catene, e in una stanza al pian terreno, è stato appeso al soffitto uno strano congegno: una struttura in legno di pioppo, a cui sembra che debba essere appeso qualcosa. In questa abitazione diroccata dove si arriva solo dopo chilometri di sterrato, le indagini per la scomparsa di Emo Piccioni, il testimone di Geova scomparso il 31 ottobre del 2005, la sera di Halloween, hanno ricevuto una svolta brusca. «A scoprire le scritte - dice Enza Gentina, la moglie di Emo - sono stati due cacciatori di passaggio: quando hanno letto il nome di mio marito ci hanno avvertito subito». Enza Gentina ha voluto appiccicare col nastro adesivo, all'ingresso della stanza dove è stato scritto il nome del marito, la foto che la ritraeva con Emo in montagna: un momento felice che fa contrasto con la tenebra del posto. «Ho indicato anche il numero di telefono, chissà che qualcuno possa farsi vivo». La casa in mezzo ai boschi può essere un punto ideale per i riti satanici: «Al riparo da sguardi indiscreti, ma anche abbastanza comoda da raggiungere in auto». A suggerire che questa volta l'indizio è serio, Enza Gentina aggiunge un altro fatto: «Appena ci è stata fatta la segnalazione, abbiamo appeso all'ingresso della stazione ferroviaria di Fara una foto di mio marito con me. Poche ore dopo l'abbiamo trovata coi volti bruciati».
Di Emo Piccioni non si sa più nulla dal pomeriggio che lasciò la sala del Regno dei Testimoni di Geova a Borgomanero per recarsi ad un appuntamento a Prato Sesia: al telefono qualcuno gli aveva detto di avere trovato i documenti di un confratello, e lo aspettava in piazza a Prato, davanti alla Posta. Di Piccioni venne trovata soltanto l'auto. Enza Gentina disse subito che la sparizione in coincidenza con Halloween era da mettere in correlazione coi satanisti, che Piccioni aveva sempre combattuto. Adesso, la casa dei demoni getta una luce molto più inquietante, sulla scomparsa di Piccioni.

Fonte: www.lastampa.it/search/albicerca/ng_articolo.asp?IDarticolo=1538710&sezion...
07/03/2007 06:31
 
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Altro articolo pubblicato ieri da "La Stampa":

FARA NOVARESE.ALTRO SEGNO INQUIETANTE NEL PAESE DEL CASCINALE “SATANICO”
“Incendiata la foto mia e di Emo”

MARCELLO@INIZIO:MARGIO@ GIORDANI

FONTANETO D’AGOGNA
Emo Piccioni vittima di un gruppo di satanisti? Il ritrovamento delle scritte nel cascinale tra Carpignano Sesia e Fara Novarese farebbe pensare sempre di più a questa ipotesi, mentre la magistratura ha riaperto il caso sul Testimone di Geova scomparso il pomeriggio del 31 ottobre del 2005 e sta focalizzando l’attenzione proprio sulla pista delle sette sataniche. La grande scritta col nome di Piccioni, dipinta con vernice gialla su una parete del cascinale, accanto a scritte inneggianti a Satana ed ai tradizionali simboli usati dai satanisti, potrebbe essere anche lo scherzo di qualche scriteriato, ma potrebbe anche costituire la traccia di qualcosa di molto più inquietante. Ora le indagini stanno vagliando con attenzione proprio questa pista. Nel cascinale abbandonato in quasi tutte le stanze compaiono scritte e simboli, ma soprattutto grandi catene ed uno strano congegno in legno di pioppo che è stato appeso al soffitto di una stanza al pianterreno, proprio sotto a quella dove campeggia sulla parte il nome di Emo Piccioni. In questo locale, sulla parete laterale, il nome del demonio è stato scritto al contrario, lungo tutto il muro, con una freccia che indica il capovolgimento dell’ordine delle sillabe. Al centro del cortile, infestato dagli arbusti, c’è un grande cerchio di terra bruciata, con al centro croci rovesciate, costruite con utensili e punte di ferro. Insomma, tutto l’armamentario che sembrerebbe più appartenere ad un set di film dell’orrore di serie B e che invece si trova nei boschi della Bassa Valsesia, una località però ben raggiungibile con l’auto, perché collegata da una strada sterrata che si snoda all’interno delle campagne per qualche chilometro. «Non so che cosa dire di questo ritrovamento - commenta la moglie di Piccioni, Enza Gentina - ma qualche cosa di molto strano c’è sicuramente, perchè quando ho affisso all’ingresso della stazione di Fara, il paese dove si trova il cascinale, una nuova foto di me e mio marito, con i numeri telefonici per contattarmi, ho trovato la foto con i nostri volti bruciati. E’ la prima volta che accade un fatto di questo genere. Un semplice coincidenza? Non lo so, ma mi inquieta». Ieri Enza Gentina si è recata a Prato Sesia, nella piazza della posta dove il marito aveva avuto l’appuntamento con lo sconosciuto che l’aveva chiamato al telefono e dove è stata ritrovata l’auto, per appendere una foto alla cabina telefonica e lanciare un altro sos: «Io non mi arrendo. Continuerò a cercare mio marito con tutte le mie forze, e spero che alla fine qualcuno possa mandare a me, o a chi si occupa delle indagini, una segnalazione, un indizio». @FINE:MARGIO@

Fonte: www.lastampa.it/search/albicerca/ng_articolo.asp?IDarticolo=1539534&sezion...
11/03/2007 09:35
 
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Su "La Stamoa" di ieri, 10/3/07:

IL CASO. MESSAGGIO AI RAPITORI
“Primo o poi vi troverò” E’ la sfida della moglie dell’uomo scomparso

BORGOMANERO

«O mi trovate voi o prima o poi vi trovo io»: è la frase che Enza Gentina, moglie di Emo Piccioni, ha apposto alle nuove fotografie che sta appendendo ai supermercati, ai centri commerciali, alle stazioni dei paesi tra Valsesia e Borgomanerese. L’uomo, fedele dei Testimoni di Geova, scomparso da oltre un anno dopo una misteriosa telefonata.
«Non sono un tipo che si arrende: anche se ancora c’è un silenzio incredibile sulla vicenda di mio marito. Non arriva una sola testimonianza ma io continuerò a cercare. Sono sicura che un giorno o l’altro arriverò a sapere chi sono i responsabili, sono anche convinta che sia gente del nostro territorio». A Fara, dove all’ingresso della stazione ferroviaria la foto di Emo Piccioni e della moglie è stata bruciata da ignoti in corrispondenza dei volti dei due coniugi, Enza Gentina ha appeso una fotografia nuova all’altezza del peso pubblico. Mentre la moglie dello scomparso prosegue senza sosta nella sua campagna di sensibilizzazione, i carabinieri della tenenza di Borgomanero stanno portando avanti le indagini. Non trascurano nessun dettaglio ma in questo periodo stanno verificando nei minimi particolari la vicenda delle scritte, tra cui quella del nome di Emo Piccioni, trovate nel cascinale abbandonato di Fara Novarese insieme a disegni in chiave satanista.
«Ho voluto metterci, proprio nella stanza dove qualcuno ha scritto con la vernice gialla il nome di mio marito e dei nomi satanici, la foto che ritrae me ed Emo in montagna: sì - afferma Enza Gentina - è una sfida, perchè non ho paura di queste persone, chiunque esse siano. Certamente in quel cascinale qualcosa è stato fatto, perchè certe scritte e disegni indicano molto chiaramente la presenza di persone legate al satanismo». E il cascinale di Fara Novarese sarà al centro nelle prossime settimane di una diretta di «Chi l’ha visto?», la trasmissione di Rai Tre che si è occupata spesso del caso Piccioni.

Fonte: www.lastampa.it/search/albicerca/ng_articolo.asp?IDarticolo=1541652&sezion...
11/03/2007 20:01
 
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Altro articolo apparso sul "Corriere di Novara" di ieri:

10 marzo 2007
Emo Piccioni fu ammazzato?
E si riaffaccia la pista satanica

Novara - Omicidio. È questa l’ipotesi di reato per la quale ora la Procura della Repubblica di Novara indaga sul caso di Emo Piccioni, il 58enne artigiano di Fontaneto d’Agogna scomparso il 31 ottobre di due anni fa. La nuova rubricazione del reato, nel fascicolo di un’inchiesta ancora contro ignoti, fa seguito alla proroga d’indagini disposta a fine febbraio dal Gip del Tribunale, Gianfranco Pezone, e sollecitata dallo stesso pubblico ministero, Mara De Donà, all’udienza del 23 febbraio a conclusione della richiesta di archiviazione. E la necessità di proseguire le indagini, portando all’attenzione del giudice nuovi elementi investigativi, era stata sostenuta dai legali dei familiari di Emo Piccioni, moglie e due figli, parte offesa nel procedimento. Emo Piccioni, testimone di Geova, scomparve da Prato Sesia, dove si era recato all’appuntamento con uno sconosciuto: qualcuno aveva telefonato alla Sala del Regno di Borgomanero, affermando di voler consegnare i documenti che, smarriti da un confratello di Vercelli, lui aveva ritrovato.
Iole Montone

Fonte: www.corrieredinovara.it/cdn/interface.jsp?fun=c_b&myid=7997&cat=2...
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