Dal "Corrire di Como" online (
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Abbiamo rispetto e anche grandi perplessità»
LA CHIESA CATTOLICA
Don Clerici: «C'è pure il problema di reinserire chi lascia l'associazione»
Testimoni di Geova, Scientology e Mormoni sono una minaccia per la Chiesa cattolica? Risponde a questo e ad altri quesiti il delegato vescovile per la pastorale dei nuovi movimenti religiosi, don Agostino Clerici, che è anche direttore del “Settimanale della Diocesi”. «Nel caso dei Testimoni di Geova e dei Mormoni si tratta indubbiamente di religioni - precisa don Agostino - nel caso di Scientology, invece, ci troviamo di fronte a una teoria di tipo gnostico (in cui la salvezza, cioè, sarebbe garantita tramite la conoscenza)». Però il movimento si fa chiamare “Chiesa di Scientology”. «Forse perché questa denominazione permette negli Stati Uniti di essere esentati dalle tasse - sottolinea Clerici - Normalmente si incasella Scientology tra i movimenti del potenziale umano. La Chiesa cattolica ha un grande rispetto per la libertà religiosa quale valore irrinunciabile da garantire a ogni uomo. Naturalmente non si esime dall’esprimere le sue perplessità in riferimento a forme religiose o gnostiche che intaccano, talvolta gravemente, la stessa dimensione religiosa dell’uomo a cui dicono di voler rispondere. Del resto, Testimoni di Geova e Mormoni nascono in un ambito cristiano (anche se non cattolico) e utilizzano il nome di Gesù Cristo e parte della Bibbia». È sbagliato definire chi aderisce ai tre credo dei cristiani? «Direi proprio di si - risponde don Agostino Clerici - Per Scientology la cosa è evidente: nonostante essi sostengano che si possa essere cristiani e appartenenti alla loro “Chiesa”, tale doppia appartenenza è assolutamente impraticabile, visto che Scientology predica una forma di panteismo (dio, uomo e mondo non sono chiaramente distinti) e sostiene la teoria della reincarnazione».
«I Testimoni di Geova - anche se si fanno chiamare “Congregazione cristiana” - hanno un riferimento puramente pretestuoso a Gesù - che, tra l’altro, considerano come una creatura - e negano la Trinità, oltre a utilizzare una traduzione della Bibbia non fedele ai testi originali (e sono solo le differenze più evidenti)».
«I Mormoni - aggiunge - fanno parte di quella corrente “restaurazionista” che nasce dal desiderio di tornare alla Chiesa cristiana primitiva. La Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni è la comunità più massiccia della corrente mormone. Anch’essa ha il nome di Gesù, ma egli è ridotto a una creatura, primogenito di un Dio Padre che era anch’egli un uomo e che è poi progredito sino a diventare Dio. Inoltre, il Libro di Mormon vale assai di più della Bibbia.
Insomma, si vede che non possiamo affatto parlare di Cristianesimo, e in effetti né i Testimoni di Geova né i Mormoni sono riconosciuti come denominazione da alcun organismo di cooperazione tra protestanti. Tanto meno dai cattolici o dagli ortodossi».
Quindi ha una concezione molto negativa dei movimenti? «Assolutamente - ripete Don Agostino Clerici - questo non significa affatto mancanza di rispetto verso chi aderisce a queste religioni, che però non possono assolutamente essere considerate cristiane».
Quali sono i rapporti con questi movimenti? «A livello locale, non mi risulta che esistano rapporti, se non episodici e con singole persone che appartengono o abbiano fatto parte di questi movimenti religiosi». Succede che chi appartiene ai movimenti voglia tornare nella Chiesa cattolica?
«Costituisce un problema pastorale per la Chiesa il reinserimento di persone - il loro numero è in aumento - che hanno deciso di abbandonare i Testimoni di Geova e che spesso si trovano totalmente isolate. Ma anche questo fatto è sociologicamente spiegabile, perché ogni fenomeno religioso conosce l’espansione e poi fatalmente si trova a fare i conti con i fuoriusciti. Nel caso dei Testimoni di Geova il fenomeno è reso più drammatico dal fatto che essi domandano ai loro adepti di tagliare ogni contatto con chi non appartiene alla loro congregazione, e creano poi il vuoto attorno a chi faticosamente decide di lasciarla».
Avete avuto esperienze dirette o confronti con questi movimenti? «Come sacerdote - spiega - mi è capitato più volte di avere contatti con proclamatori impegnati nel porta a porta, ma mi è stato sempre difficile intavolare un discorso serio che andasse oltre il prontuario degli argomenti preconfezionati.
Naturalmente, apprezzo l’impegno profuso nella diffusione della loro dottrina da parte dei Testimoni di Geova, così come apprezzo nei Mormoni il grande interesse per la famiglia. Questo, però, non mi chiude gli occhi sulle carenze ben più gravi che avverto sul terreno della teologia e dell’utilizzo maldestro della Bibbia, e sulle profonde e insanabili differenze con l’autentico messaggio evangelico».
Mauro Peverelli