Un brano del nuovo testamento
Un’astuta sottigliezza che confonde molti
Ebrei 11:13-16
13 In fede moriron tutti costoro, senz'aver ricevuto le cose promesse, ma avendole vedute e salutate da lontano, e avendo confessato che erano forestieri e pellegrini sulla terra. 14 Poiché quelli che dicon tali cose dimostrano che cercano una patria. 15 E se pur si ricordavano di quella ond'erano usciti, certo avean tempo di ritornarvi. 16 Ma ora ne desiderano una migliore, cioè una
celeste; perciò Iddio non si vergogna d'esser chiamato il loro Dio, poiché ha preparato loro una città. Ebrei 11:13-16. Riveduta
Il verso 16 nella TNM si legge: “Ma ora aspirano a un [luogo] migliore, cioè uno che
appartiene al cielo.
Ecco il greco: 11:16 nàn {ora} d {ma} kre…ttonoj {una migliore} Ñršgontai {desiderano}, toàt' œstin {cioè} ™pouran…ou {celeste}. diÕ {perciò} oÙk {non} ™paiscÚnetai {si vergogna di} aÙtoÝj {-} Ð qeÕj {dio} qeÕj {il dio} ™pikale‹sqai {essere chiamato} aÙtîn {loro}, ¹to…masen {ha preparato} g¦r {poiché} aÙto‹j {loro} pÒlin {una città}.
Si tratta dei patriarchi, che malgrado non gli fu direttamente promesso il cielo, gli fu intuito però dallo Spirito di non cercare una patria terrena, ma una migliore, o come dica la Torre, un [luogo] migliore; cioè celeste poiché come pure dice il greco Dio gli aveva preparato una città.
La sottigliezza astuta della Torre sta nel fatto che ha tradotto che tale patria o luogo appartiene al cielo (non celeste) e molti pensano che è la stessa cosa, ma la Torre viene tradita dalla sua interpretazione che questo luogo (patria) che cercavano i patriarchi è sulla terra (non in cielo) poiché la terra appartiene al cielo.
Cose da matti
Mosca