La libertà che abbiamo è relativa.
Questa è una affermazione, ora però devi presentare gli argomenti a sostegno di questa affermazione.
Perché relativa, relativa a che cosa? Chi è o cosa è che rende la nostra libertà relativa, secondo te, a parte i nostri limiti fisici?
In teoria possiamo fare anche di più di quello che tutti gli uomini possono fare, ma se lo facciamo cozziamo contro delle leggi naturali e dobbiamo subire le conseguenze.
Se possiamo fare “di più”, significa che abbiamo la libertà di fare di più; il fatto che questo di più possa cozzare contro queste ancora non precisate “leggi naturali” viene dopo, la libertà in ogni caso c’è.
E’ un po’ il caso di Adamo al quale è vietato di mangiare i frutti di un certo albero; se gli fosse stata veramente tolta la libertà di mangiare di quei frutti, non avrebbe potuto farlo e non avrebbe peccato.
Una cosa è il “non devi” e un'altra è il “non puoi”. Il “non devi” sottintende che tu puoi, cioè hai la libertà di fare; il divieto di fare è un invito ad usare questa libertà in base a dei criteri prestabiliti, ma la libertà rimane. Il “non puoi” invece significa che in assoluto non possiedi una capacità. Adamo non può volare, non è “libero” di farlo o non farlo, mentre invece può mangiare del frutto dell’albero, è quindi libero di mangiare, ma a suo rischio e pericolo.
Ma se Dio non ci fosse a dirci di non mangiare il frutto dell’albero, per quale ragione umana non dovremmo mangiarlo?
Comunque il fatto di avere una libertà relativa è un gran bene. Tu immagina per esempio, se ci fosse una libertà assoluta, cosa potrebbe fare un individuo come Hitler.”
Per la verità c’è ben poco da immaginare che Hitler non abbia veramente fatto. Forse non aveva compreso che la sua libertà era solo “relativa” e si è comportato come se fosse assoluta, cozzando contro quelle che tu chiami “leggi naturali”? Questo però significa che la nostra libertà è relativa solo se noi lo vogliamo, se cioè accettiamo di renderla relativa a qualcosa o qualcuno, ma potenzialmente è assoluta.
Quali potrebbero essere queste leggi naturali e perché dovrebbero essere chiamate “naturali”?
Quindi, pur essendo relativa, la libertà che abbiamo ci permette di operare delle scelte che rispettano le esigenze di ogni essere umano.
Anche se non capisco a quale logica precedente sia legato quel “quindi” iniziale è evidente tuttavia che qui tu stai affermando qual è la relazione che rende la libertà non assoluta: la libertà è cioè relativa al rispetto delle esigenze degli altri. Ma, pensandoci bene, siamo ancora ad un circolo vizioso. Tu stesso hai fatto l’esempio di Hitler, cioè di uno che non solo non considerava la propria libertà relativa al rispetto degli altri, ma che considerava come propria “esigenza” persino l’annientamento fisico di chiunque contrastasse il proprio obiettivo. Sembra improponibile ritenere di dover considerare la propria libertà relativa a certo tipo di esigenze altrui, e sarebbe impossibile comunque rapportarla a migliaia di esigenze diverse e neanche sempre conoscibili.
Forse sarebbe più corretto dire che dovrebbe rispettare certi valori assoluti, validi per tutti?
Per quanto riguarda la coscienza, ognuno la può addestrare nel proprio modo.
Se fosse così a cosa servirebbe una coscienza, o cosa sarebbe? Se la coscienza di un assassino fosse addestrata a riconoscere legittimo l’assassinio e la coscienza del ladro a considerare legittimo il furto, quale sarebbe la sua funzione? Io credo che l’assassino sa “nella sua coscienza” che l’omicidio è male ed il ladro sa “nella sua coscienza” che rubare è male, ma semplicemente ha imparato a non ascoltarla più e quindi si è molto affievolita, ma credo che, seppure a bassa voce, la coscienza continui a dire le stesse cose. Ma in una società priva di leggi, dove cioè non siano codificati comportamenti considerati buoni ed altri cattivi (le leggi, in realtà, generalmente evidenziano soltanto ciò che è considerato negativo), colui che ruba penserebbe ugualmente che sta facendo qualcosa di sbagliato oppure no? E colui che uccide?
Sandro
------------------
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia (Matteo 5,11)