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Nuovi Diritti - Perché l'Italia non sa decidere

Ultimo Aggiornamento: 21/12/2006 01:08
21/12/2006 01:08
 
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Quanto è lontano Zapatero

Panorama 18/12/2006
www.panorama.it/italia/politica/articolo/ix1-A020001039297

Una manifestazione per i pacs con Daniele Capezzone, Vladimir Luxuria e Franco Grillini.
Dai pacs all'eutanasia, alla libertà religiosa, la tutela dei nuovi diritti spacca il Paese, ma anche la stessa Unione. Così, mentre in Spagna il governo di sinistra ha portato una rivoluzione nel segno della laicità, in Italia l'attitudine alla mediazione produrrà solo soluzioni di compromesso

Prima l'eutanasia, poi i pacs e ora anche la legge sulla libertà religiosa. Se questi temi dovessero davvero trovare un approdo legislativo, il 2007 verrebbe ricordato come l'anno che sconvolse l'Italia. Dopo la rivoluzione degli anni Settanta su divorzio e aborto, i temi etici sono infatti ridiventati il cuore della nuova «questione italiana». Proprio come è già accaduto in Spagna con la premiership di José Luis Rodríguez Zapatero, anche se con modalità diverse.
Nel caso dell'eutanasia, incide in primo luogo la vicenda personale di Piergiorgio Welby. Colpito da distrofia muscolare, Welby chiede la sospensione della terapia che lo tiene in vita. Stefano Rodotà, ex garante per la privacy, sostiene che «l'articolo 32 della Costituzione già dice che non si può imporre una cura a chi non la vuole».

E aggiunge che «la Cassazione ha già ammesso il rifiuto delle cure nel caso dei testimoni di Geova». Dunque è del testamento biologico che si deve discutere, ovvero della possibilità di indicare la volontà di sospendere le cure prima di perdere la capacità di intendere e di volere. Su questa ipotesi sta lavorando il governo.
Quanto ai pacs (patti civili di solidarietà), una parte consistente della maggioranza vuole concedere la possibilità ai conviventi, anche omosessuali, di unirsi civilmente per ottenere una serie di diritti che vanno da quelli ereditari alla reversibilità della pensione. E avanza un terzo tema: la legge sulla libertà religiosa. Materia che rischia di dividere ulteriormente il Paese e il centrosinistra.

Carlo Costalli, presidente del Movimento cristiano lavoratori (Mcl), è molto attento all'azione dei cattolici in politica e ai loro rapporti con il Vaticano. Dice: «Sui temi etici il governo rischia seriamente di cadere. Alcuni esponenti della Margherita e dell'Udeur sono tosti e attenti, e ben sostenuti dagli ambienti ecclesiastici. Tutti pensano a Paola Binetti, ma oltre a lei ci sono almeno cinque senatori che ora tacciono ma poi si faranno sentire al momento di votare in aula».
Costalli si riferisce al gruppo detto dei «teo-dem» di Palazzo Madama, i cattolici coordinati dal deputato Enzo Carra. Senatori indispensabili per far passare qualsiasi legge. Se ne è accorto anche il leader della Margherita Francesco Rutelli, che sui pacs ha improvvisamente frenato. Il segretario dell'Udeur, Clemente Mastella, ha invece chiesto a Romano Prodi di convocare un vertice sui temi etici «perché così non va».

Ciononostante, il premier ha intenzione di procedere spedito, oltre che sui pacs, sulla libertà religiosa. Pesano, infatti, le sollecitazioni di Fausto Bertinotti. Lo scorso 2 novembre Prodi ha rassicurato con una lettera la Fcei, la Federazione delle Chiese evangeliche. Il Professore ha appunto promesso l'approvazione in tempi rapidi «di una legge sulla libertà religiosa».
Ora, con un'intervista a Panorama il ministro per la Solidarietà sociale Paolo Ferrero spiega che il progetto di legge patrocinato dal governo è quello di Valdo Spini e Marco Boato, in discussione alla Camera. Sintetizzando, prevede la parificazione delle religioni e la velocizzazione delle intese tra lo Stato e le singole confessioni. In pratica è una sorta di Concordato parallelo a quello già in vigore con la Chiesa cattolica.

Si supererebbe così la mussoliniana legge sui culti ammessi risalente ai Patti lateranensi del 1929, considerata antidemocratica non solo dal centrosinistra ma da gran parte del Parlamento. Non mancano, però, critiche al testo dell'Unione. La Lega è totalmente contraria. Spiega Roberto Cota: «Le religioni non sono tutte uguali. Per quella cattolica la vita umana è un valore importante e nessuno riconosce un valore nel farsi saltare in aria facendo i kamikaze».
Anche il giudizio di An è severo. Ignazio La Russa critica in particolare «la possibilità di far celebrare matrimoni ai rappresentanti di decine e decine di culti, alcuni dei quali sconosciuti». E denuncia la possibilità, per esempio per i musulmani, «di continuare a non accettare pubblicamente la parità tra uomo e donna e di perpetuare per il marito il ruolo di padrone». Isabella Bertolini di Forza Italia è sulla stessa linea.

Paradossalmente, l'approccio più morbido è di un cattolico rigido come Carlo Giovanardi dell'Udc, che sostiene la necessità di «valutare con cura» il testo di legge. Evidentemente incide l'appello lanciato il 12 dicembre da Benedetto XVI sulla libertà religiosa «negata ai cristiani in molte parti del mondo».
Dice Costalli: «Nei giorni scorsi ci siamo riuniti a porte chiuse per valutare la legge. Abbiamo anche chiesto un parere a un magistrato. Ebbene, è chiaro che si vuole dare la possibilità ad altre religioni di perpetuare certe discriminazioni. Ma in quel testo c'è di tutto e di più. Per dirne una, consentirebbe prima o poi di introdurre nelle scuole altri simboli religiosi accanto al crocifisso».

Più in generale, spiega il presidente di Mcl, «la legge sulla libertà religiosa è subdola. Vogliono farla passare come un atto di democrazia ma è il punto più alto di un progetto che comprende anche i pacs e l'eutanasia». Intenzione del centrosinistra sarebbe quella «di ridurre la Chiesa al silenzio e la religione a un fatto privato. In una parola: vogliono zapaterizzare l'Italia».
Le dure parole del Papa su eutanasia e aborto, sempre del 12 dicembre, accusano implicitamente tale progetto. In effetti, la sinistra radicale ci pensa e respinge quelle che definisce «le ingerenze vaticane». Lo dicono i segretari del Prc Franco Giordano e del Pdci Oliviero Diliberto, i leader di verdi e radicali, Alfonso Pecoraro Scanio e Marco Pannella. Ma anche se nella maggioranza c'è il freno di Margherita e Udeur, le libertà civili hanno aperto una breccia in alcuni settori laici del centrodestra. Anche se è improbabile che si arrivi a una soluzione estrema, cioè zapateriana e anticattolica.

Questo perché, spiega lo storico del fascismo Luciano Lanna, «il problema non è lo zapaterismo. Qui si discute il limite della politica italiana, che è sempre stato di non pensare in termini di modernità. Prendiamo i pacs. Oggi convivono quasi tutti ma c'è chi non se ne vuole rendere conto. Eppure, le spinte della società sono chiare e vincono sempre sulle resistenze della politica, che se è intelligente ne prende atto. Se no gli elettori non la seguono, diventano elettori immaginari».
Lanna sta completando il suo nuovo libro, il «Fascista libertario», che uscirà a maggio. «È un testo che tenta di portare il fascismo nella modernità, per segnalarne la natura riformista e, appunto, libertaria. Per esempio, racconto come sull'abrogazione del divorzio Giorgio Almirante schierò il Msi per il sì, ma soltanto per ragioni tattiche. L'elettorato non lo seguì, e nemmeno il partito. Pino Romualdi annunciò il suo no».

Anche a sinistra sono molti gli scettici sull'approdo zapaterista. Abitano dentro i Ds, ma soprattutto nella società civile. Dice per esempio il sociologo Franco Ferrarotti: «Non credo che moriremo zapateristi. Credo invece che troveremo un compromesso tra atei e cattolici. Certo, il Paese è profondamente cambiato. In passato la base etica personale era la famiglia: ciò che era giusto per la famiglia, era giusto e basta, anche evadere le tasse. Ora siamo arrivati all'esaltazione dei principi individuali piuttosto che familiari».

In Spagna il compromesso non è stato trovato: «Ma perché quello è un paese più cattolico del nostro» replica Ferrarotti «perciò la reazione dei laici è stata potente e violenta. L'Italia, invece, è sempre stata un paese ateo e cattolico insieme. Come allora militavamo nel Pci ma battezzavamo i nostri figli, così oggi i cattolici, francescanamente, arriveranno a baciare i lebbrosi, cioè gli omosessuali». Ferrarotti, lei sta dicendo che moriremo cattocomunisti? «Sì, ma cattocomunisti avanzati, progrediti. Anche l'Italia è stata investita dalla modernizzazione. E con essa i cattocomunisti».

Vitale

La giustizia di ogni luogo é l'ingiustizia di ogni luogo.
Martin Luther King
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