Scritto da: d@reDev1l 30/11/2006 16.22
Si ho letto la pagina che riguarda la speranza futura, per testimoni e cattolici. Ma volevo capire, anche magari con l'aiuto di Topsy o di altri studenti di cultura ebraica ad esempio, qual'era secondo gli ebrei il progetto originale. Ho notato che i cattolici analizzano il VT alla luce di quello nuovo, mentre la mia curiosità verteva su di un'analisi del proposito originale, al di là della speranza futura, successiva al peccato. Come dice il testo del link nessuno dice che la vita sarebbe stata per sempre sulla terra. Ma allo stesso modo nel VT niente fa intuire che avrebbe anche potuto essere in cielo, prima del peccato originale, o sbaglio? Mi chiedevo se gli ebrei di oggi e di allora (a parte correnti separatiste dalla dottrina ufficiale) pensassero che la vita eterna sarebbe stata terrestre o terrestre/celeste come suggeriva l'autore del documento. E la speranza futura? Grazie ciao! dD
Così come i cristiani leggono l'AT alla luce del NT e della Tradzione, ache gli ebrei leggono e commentano le Scritture Ebraiche alla luce della loro Tradizione (Mishnà,Talmud ect...).
"E il Signore prese l'uomo e lo posò nei giardini di Eden per lavorarla e custodirla"...; ... prolificate, moltiplicatevi, empite la terra e rendetevala soggetta, dominate sui pesci del mare,sui volateli ect..." (Genesi).
Ciò che noi sappiamo è che Adamo ed Eva, i precursori dell'umanità, avevano la missione di portare a compimento la Creazione, attraverso l'osservanza del comandamento di Dio. In quella occasione essi fallirono il loro compito, e furono cacciati via dall'Eden, ma questo compito dell'uomo non è mai cambiato. Dio ha lasciato volutamente la sua opera incompleta, e spetta all'uomo completare la creazione divina, trasformarla e custodirla.
Il Peccato di Adamo, non ha cambiato niente a questo dato,che sarà confermato dopo il diluvio. Se ci fu rottura, ci fu rottura con la natura non con Dio. L'ebraismo non ha concepito la disobbedienza dei nostri progenitori come una colpa assoluta, trasmessa per via ereditaria alle generezioni successive (Peccato Originale) e che ha condotto l'umanità perduta, lontano da Dio.Per l'ebraismo, non esiste un
fato spietato contro il quale è inutile lottare.
Nella tradizione ebraica, Dio e l'uomo sono partner, collaboratori, sono entrambi coinvolti nella creazione. La perfezione della creazione si ritrova nella associazione tra il Divino-naturale e l'azione umana.
Una colonna che ha sempre sorretto l'insegnamento della Torah è che l'uomo è padrone del proprio destino, della propria vita, delle proprie azioni. Ogni volta che gli si presentano due alternative, è lui stesso che ha la facoltà di scegliere; egli solo è perciò responsabile di questa scelta sia nel bene che nel male.
"...io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, perché viva tu e la tua discendenza" Deut.30,19.
Israele e attraverso essa, l'umanità, ha ricevuto il dono della Torah, che significa "ammaestramento" e deriva da una radice ebraica che signifca "
andare a segno". L'esecuzione dei precetti, nella Bibbia - e poi nella tradizione - è intesa come il modo giusto di realizzare quello che Adamo ed Eva non sono riusciti in Eden.
"Insegnami o Signore,la Tua via affinchè io possa camminare sul sentiero della Tua verità"Salmi 86,11.
Camminare sul sentiero della verità divina è l'essenza dell'halackhà. La parola "halackah" deriva dall’ebraico "halak" che vuol dire "
camminare": la legge fa camminare, ed è il cammino di coloro che desiderano seguire la volontà divina,la vita prescritta dalla Torah, nel contesto di una comunità umana che che procede e si evolve.
Dio ha donato la Torah, affinchè l'uomo possa dirigere i suoi passi, scegliendo la vita.
Ogni uomo si immagini sempre che la popolazione del mondo sia composta per metà di persone meritevoli e per l'altra di persone colpevoli; se egli compie un precetto fa pendere la bilancia dalla parte del merito e se,viceversa commette una trasgressione, la fa pendere dalla parte della colpevolezza (Kiddushin 40a). Sappi, ricorda, è attraverso le tue opere che tu puoi far pendere la bilancia dalla parte del merito per l'intera umanità!Affermano i maestri d'Israele.
Rabbi Tarfon diceva "Il giorno è breve, il lavoro è grande, gli operari sono pigri, la ricompensa è tanta e il padrone di casa preme".
Ogni azione buona,ci conduce sempre più vicino all'era messianica. Ovvero siamo noi che con il nostro comportamento affrettiamo la venuta del messia.
Nel Mondo Avvenire,che si realizzerà qui sulla terra (e non in Cielo) affermano i rabbini: "non c'è da mangiare, nè bere, nè procreazione di figli,nè contrattazioni commerciali, nè invidia, nè rivalità, nè odio;ma i giusti seggono in trono, la corona in capo e godono lo splendore della Schechinà".
In verità,gli antichi rabbini parlavano del "Mondo Avvenire" (olam ha-ba) in termini molto sfumati e la letteratura rabbinica è piuttosto vaga riguardo alle cose future. Un mondo perfetto che deve "ancora venire", in era messianica, è una realtà che non ci può essere nota nei suoi dettagli.
l'ebraismo non è dogmatico su questi argomenti, poichè è soprattutto concentrato su questa vita piuttosto che sulla vita dopo la morte, o sulla vita nel Mondo Avvenire.
"Tutto Israele si riunì presso Mosè e gli disse :Mosè nostro maestro,dicci quali beni il Santo che benedetto sia,ci darà nel Mondo Avvenire.Rispose loro: Non so dirvi.Siate felici per ciò che vi è preparato "(Sifrè Deut 148b).
Eppure,nonostante questa riserva,i maestri non si astennero dal rappresentarsi il Mondo Futuro come un mondo in cui le ineguaglianze del mondo presente sarebbero state livellate,la pace avrebbe trionfato,un mondo di beatitudine che avrebbe visto la giustizia divina e la sua Schechinà risplendere.
E' credenza comune che quando il Messia giungerà darà inizio ad un mondo di pace e prosperità,un mondo nel quale il giusto sarà riportato in vita mentre il malvagio invece non risorgerà affatto, oppure secondo alcuni, risorgerà ma per essere destinato al "Ghehinnon".
Tutta la vita dunque di svolgerà su un piano diverso, l'uomo conoscerà una dimensione spirituale che tuttavia gli è ancora ignota :-) ciò comporterà la coesistenza pacifica di tutte le nazioni, l'intolleranza e la guerra cesseranno. Alcune autorità suggeriscono che anche le leggi della natura cambieranno, gli animali predatori ad esempio, non cacceranno brutalmente la loro preda e la coltivazioni produranno un'abbondanza sovrannaturale di prodotti agricoli come indicano i versetti di Isaia 11,6-9 ma altri tuttavia,sono concordi nel riconoscere in queste dichiarazione soltanto una allegoria per descrivere un "regno di pace prosperità".
Comunque sia,tutti ammettevano che questa vita fosse soltanto il preludio di un'altra,ben più elevata;credenza questa,espressa in una famosa massima in Avot IV,21:
"Questo mondo è come un vestibolo che precede il Mondo Avvenire; preparati nel vestibolo per entrare nella sala."
[Modificato da Topsy 30/11/2006 20.08]