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Data pubblicazione: 2006-09-08
Il Parlamento Europeo chiede alla Cina di rispettare i diritti umani e la libertà religiosa
BRUXELLES, venerdì, 8 settembre 2006 (ZENIT.org).- Giovedì 7 settembre, nell’imminenza del Vertice Unione Europea-Cina – che si terrà giovedì 30 ottobre a Pechino – il Parlamento europeo ha approvato con 351 voti a favore il rapporto Belder in cui vengono denunciate le violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali, a partire da quella religiosa, che continuano ad essere compiute in Cina.
Il rapporto Belder ribadisce l'importanza del dialogo tra Bruxelles e Pechino, mettendo in evidenza i punti salienti su cui si dovranno impostare le relazioni future tra Unione Europea e Cina. Il testo difende alcuni importanti principi: le libertà fondamentali, i diritti della persona, la tutela delle minoranze religiose, e il diritto della Chiesa Cattolica a nominare i propri Vescovi, oltre alla difesa dell'autonomia del popolo Tibetano.
Per la prima volta il Parlamento europeo si esprime a sostegno di un dialogo onesto e costruttivo tra la Repubblica Popolare Cinese e la Santa Sede. Il Parlamento chiede anche notizie riguardo ai Vescovi incarcerati ed esorta le autorità cinesi a liberare tutti i cristiani che sono tuttora ingiustamente perseguitati e detenuti.
Per ciò che concerne i rapporti economici il testo approvato dal Parlamento difende i diritti delle piccole e medie imprese europee nel settore tessile e calzaturiero.
Ascoltato da ZENIT su tale presa di posizione da parte del Parlamento europeo, Giorgio Salina, Presidente dell’Associazione per la Fondazione Europa, ha detto: “Sono lieto di esprimere la soddisfazione dell’Associazione per la Fondazione Europa per l’approvazione dell’importante documento-guida indirizzato alla Commissione in vista di importanti impegni internazionali”.
Salina ha inoltre affermato che “il Parlamento ha approvato un documento dettagliato e coraggioso, analizzando minuziosamente la situazione interna del grande Paese asiatico, il più popoloso del mondo, e i suoi rapporti internazionali sullo scacchiere mondiale, incluse le relazioni con le Chiese cristiane e con la Chiesa cattolica in particolare”.
L’ analisi abbraccia ben 62 articoli di considerazioni preliminari, mentre “la Risoluzione si compone di 85 articoli, 27 dei quali dedicati al rispetto dei Diritti umani in Cina”, ha spiegato Salina.
Secondo il Presidente della Fondazione Europa “è soprattutto in tema di diritti umani che la Risoluzione rappresenta un importante ‘fatto nuovo’ per la chiarezza e la franchezza adottate”.
“Dopo aver condannato la tortura, la pena di morte, ma anche la politica di ‘un solo figlio’ applicata con metodi coercitivi inaccettabili, la Risoluzione ‘prende atto con rammarico della grave violazione della libertà religiosa’, citando e condannando persecuzioni di Vescovi, sacerdoti e fedeli, e si esprime a sostegno di un dialogo onesto e costruttivo tra la Repubblica Popolare Cinese e la Santa Sede, stigmatizzando esplicitamente recenti nomine episcopali in spregio alla Chiesa di Roma”, ha proseguito Salina.
Il Governo cinese permette la pratica religiosa nel Paese solo con personale riconosciuto e in luoghi registrati presso l’Ufficio per gli Affari Religiosi e sotto il controllo dell’“Associazione Patriottica” (AP), il cui statuto prevede la creazione di una Chiesa nazionale separata dalla Santa Sede.
Da ciò deriva la differenza tra una Chiesa “ufficiale” o “patriottica” e i fedeli che cercano di sottrarsi a questo controllo per obbedire direttamente al Papa, formando la Chiesa “non ufficiale” o “clandestina”.
Il 30 aprile e il 2 maggio sono state celebrate in Cina due ordinazioni episcopali illecite (senza il consenso del Papa) “ad opera” dell’AP.
Il fatto ha rappresentato “una grave ferita all’unità della Chiesa, per la quale, com’è noto, sono previste severe sanzioni canoniche” – viste le pressioni alle quali si sono visti sottoposti candidati e sacerdoti –, aveva denunciato l’allora portavoce della Santa Sede, Joaquín Navarro-Valls. (cfr. ZENIT, 4 maggio 2006).
Il Parlamento europeo chiede anche notizie “riguardo ai Vescovi incarcerati ed esorta le autorità cinesi a liberare tutti i cristiani che sono tuttora ingiustamente perseguitati e detenuti”.
Secondo Salina “la prudente e lungimirante diplomazia della Santa Sede, forse per la prima volta ha avuto un importante appoggio da parte di una Istituzione europea; e di questo, riconosciuto l’abile e qualificato lavoro di molti Deputati cristiani, ma non solo, come l’ Associazione per la Fondazione Europa, siamo sinceramente grati al Parlamento”.
“Non possiamo non dire – ha continuato il Presidente dell’Associazione – che finalmente abbiamo una presa di posizione obiettiva ed esplicita a favore della libertà religiosa, indice del rispetto dei diritti umani, delle libertà sindacali e politiche, insomma indice del rispetto della libertà, e della libertà di tutti”.
A questo proposito Salina ha ricordato una recente conferenza stampa indetta presso il Parlamento europeo a Strasburgo dal Vice Presidente Mario Mauro, in cui il Direttore di “AsiaNews”, padre Bernardo Cervellera, ha denunciato e documentato numerosi attentati alla libertà religiosa ed alla libertà umana in Cina.
“Forse non a caso – ha commentato Giorgio Salina – nel documento approvato c’è anche un riferimento alla repressione in atto in Cina contro la libertà di espressione e il libero accesso ad Internet”.
“In tale ambito, il Parlamento europeo ‘condanna’ la legge relativa alla censura di Internet e ‘chiede in particolare che venga immediatamente riammesso in rete – ovvero non più oscurato – il sito AsiaNews.it che, oltre ad essere un'ineguagliabile fonte di informazione sull'Asia e la difesa dei diritti dell'uomo, rappresenta anche uno strumento di sostegno al dialogo Vaticano-Repubblica Popolare Cinese e quindi di unità per la Chiesa cinese”.
Per quanto riguarda i diritti umani, il documento del Parlamento europeo afferma che “la sicurezza sociale, la salute e la sicurezza sul luogo di lavoro, il diritto di associazione sindacale, le relazioni industriali e il dialogo sociale rappresentano le sfide principali per il futuro della Cina”.
Inoltre, il testo approvato dal Parlamento europeo invita la Cina a “rispettare le norme quadro dell'Organizzazione mondiale del lavoro in merito a misure efficaci per contrastare ogni forma di moderna schiavitù, di lavoro minorile e di sfruttamento, segnatamente delle lavoratrici donne, onde garantire il rispetto dei diritti fondamentali dei lavoratori”.
Salina ha sottolineato che “quelle citate a proposito della situazione sociale e politica sono espressioni, molto esplicite, non sempre usuali in un documento che suggerisce alla Commissione metodi ed obiettivi da perseguire nel Vertice” fra Unione Europea e Cina.
www.zenit.org/italian/visualizza.php?sid=8985
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