Avviso per i nuovi utenti

Per essere ammessi in questo forum è obbligatorio  
compilare il modulo di presentazione.

Cliccare qui

ATTENZIONE:
il forum è stato messo in modalità di sola lettura.
Le discussioni proseguono nel nuovo forum:
Nuovo Forum
Per partecipare alle discussioni nel nuovo forum bisogna iscriversi:
Cliccare qui
Come valeva per questo forum, anche nel nuovo forum non sono ammessi utenti anonimi, per cui i nuovi iscritti dovranno inviare la loro presentazione se vorranno partecipare.
Il forum si trova su una piattaforma indipendente da FFZ per cui anche chi è già iscritto a questo forum dovrà fare una nuova registrazione per poter scrivere nel nuovo forum.
Per registrarsi nel nuovo forum clicccare qui


Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Vota | Stampa | Notifica email    
Autore

strada stretta e strada larga

Ultimo Aggiornamento: 04/09/2006 00:52
03/09/2006 01:02
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 69
Registrato il: 02/03/2006
Utente Junior
OFFLINE
Dopo le mie dimissioni dall'ente dei tdg,ho buttato l'ultima copia della tnm.Non ricordo quindi il verso in cui Gesu' parla della strada stretta della vita e quella larga della distruzione(accetto una copia di una Bibbia a parere di molti molto accurata [SM=g27828] ) ,cosa intendeva dire il Cristo con quelle parole?Perche' dice che pochi entrano e invece molti no? [SM=g27833]
mi apro alla chiusura
03/09/2006 06:02
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 896
Registrato il: 23/01/2006
Utente Senior
OFFLINE
“Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa; quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano!” (Mt 7,13-14)

Certo che ad una lettura superficiale questi versi sembrano proprio avvalorare la tesi settaria dei TdG secondo cui sono in pochi quelli che si salvano.
In verità, non è questo il senso di tali versetti. Anche perché, se fosse così, questi sarebbero in contrasto con 1Tm 2,4, in cui si dice esplicitamente che Dio vuole che tutti si salvino, nonché con Romani 5,20, dove si dice che lì dove abbondò il peccato ha sovrabbondato la Grazia. Ci sarebbe da dubitare sinceramente dell’onniscienza e dell’onnipotenza di Dio se i salvati fossero pochi, mentre Egli vuole che “tutti” si salvino. E non sarebbe poi così sovrabbondante la Grazia, se i salvati fossero solamente un numero esiguo di persone.
Il senso di Mt 7,13-14 si chiarisce, a mio avviso, tramite l’episodio narrato Mt 19,16-21 e la sentenza che a questo segue in Mt 19,22-23.

“Ed ecco un tale gli si avvicinò e gli disse: "Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna?".
Egli rispose: "Perché mi interroghi su ciò che è buono? Uno solo è buono. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti".
Ed egli chiese: "Quali?". Gesù rispose: "Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, onora il padre e la madre, ama il prossimo tuo come te stesso".
Il giovane gli disse: "Ho sempre osservato tutte queste cose; che mi manca ancora?".
Gli disse Gesù: "Se vuoi essere perfetto, và, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi".
Udito questo, il giovane se ne andò triste; poiché aveva molte ricchezze.” (Mt 19,16-21)

Alla domanda del giovane Gesù dice che per ottenere la vita eterna deve osservare i comandamenti (qui va sottolineato che per Cristo il comandamento fondamentale, come aveva asserito nel Discorso della Montagna è quello dell’amore). Il giovane dice che egli è rispettoso dei comandamenti. Allora il Maestro aggiunge che se egli vuole essere perfetto deve rinunciare alle ricchezze e seguirlo in tutto e per tutto. A questo punto, il giovane si intristisce perché è ricco.
Nell’economia del presente discorso, però, quello che va sottolineato è che Gesù non dice che per salvarsi bisogna essere perfetti, anche se indica al giovane la via della perfezione (della santità).
Ciò è chiarito ancora meglio dai due versetti che seguono:

“Gesù allora disse ai suoi discepoli: "In verità vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli.
Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli".” (Mt 19,22-23)

Qui Gesù dice che è difficile che un ricco entri nel regno dei cieli non che è impossibile. Per un ricco è difficile entrare nel regno dei cieli per il semplice fatto che le sue ricchezze mondane possono distrarlo dal fine ultimo di ogni uomo, quello di accumulare ricchezze in cielo, dove la tignola e la ruggine non consumano e dove i ladri non scassinano e non rubano (Mt 6,19).
Non sono solo i santi coloro che si salvano, per quanto l’aspirazione alla santità è il tratto distintivo del vero cristiano. “Siate perfetti come perfetto è il Padre vostro”, è infatti l’invito di Gesù (Mt 5, 4-8).

Ecco allora che il senso di Mt 7,13-14 diviene chiaro. Cristo qui sta invitando i suoi a perseguire la via della perfezione (la via della santità), poiché è dall’aspirazione alla santità, quale frutto dell’amore, che si distinguono coloro che sono seguaci di Cristo da coloro che non lo sono. Gesù aggiunge anche che sono pochi coloro che riescono ad essere santi, mentre molti sono coloro sbagliano strada. Questo però non significa che chi non è santo non si salvi, e questo perché la giustizia di Dio si è manifestata per mezzo della fede in Gesù Cristo, per tutti quelli che credono (Rm 3,21-22). Quindi, tutti quelli che hanno fede in Cristo (sia esplicitamente che implicitamente) e che aspirano all’imitazione perfetta del loro Maestro (poiché la fede senza le opere è morta, come specifica Gc 2,17), coloro che aspirano alla santità, saranno salvati, per via della giustificazione gratuita per grazia, in virtù della redenzione realizzata da Gesù (Rm 3,24).

-------------------------------------------

Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)

03/09/2006 11:53
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 411
Registrato il: 13/07/2005
Utente Senior
OFFLINE
ho apprezzato molto la spiegazione di questo passo!e andando poi avanti nella lettura troviamo i versetti 21,e22sempre del cap 7 dove dice: Non chiunque mi dice :Signore ,Signore entrera nel regno dei cieli ma chi fa la volonta del padre mio.I tg leggono molto questa scrittura elle persone per dimostrare che non e importante fare opere potenti nel nome di Cristo o espellere addirittura demoni ,ma l importante e predicare come faceva lui ed e questa la volonta del Padre suo!come dobbiamo intendere questa scrittura?
04/09/2006 00:52
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 899
Registrato il: 23/01/2006
Utente Senior
OFFLINE
“Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demòni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome? Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità.” (Mt 7,21-22)

Qui Gesù sta dicendo “semplicemente” che non basta un’adesione formale al Suo Vangelo per salvarsi, ma c’è necessità di far propria la volontà del Padre. E qual è la volontà del Padre? La volontà del Padre e che gli uomini lo amino e si amino tra di loro come Lui li ama. Fare la volontà del Padre significa quindi amare… ed amare significa aspirare alla santità, all’imitazione di Cristo nel suo amore per il Padre e per gli uomini.
Nel secondo e nel terzo versetto in esame, Gesù si serve di una delle tante iperboli di cui fa spesso uso nei Vangeli per indicare come anche qualora qualcuno avesse profetato, operato guarigioni e miracoli in suo nome, ma non avesse osservato in cuor suo la legge del Padre, costui non potrebbe avere la salvezza. Poiché, se la fede è morta senza le opere, le opere non sono nulla se non sono fatte con cuore sincero, se non sono il frutto di un amore sincero verso Dio e verso il prossimo.
Questo discorso vale per tutti coloro che si accostano al cristianesimo in modo farisaico, ritenendo la morale cristiana un insieme di precetti che, volenti o nolenti, basta seguire per ottenere la salvezza. Qui Cristo ci sta dicendo proprio che, non importa quale sia il nostro comportamento esteriore, se il nostro cuore non è puro, se il nostro cuore non anela alla santità, la salvezza ci è preclusa. Per salvarsi c’è bisogno di “conversione”, c’è bisogno di volgere il nostro cuore a Cristo, anche perché la salvezza non è altro che il frutto del nostro amore per Dio, il frutto di un amore corrisposto, dell’amore di Dio che noi corrispondiamo.

[Modificato da Trianello 07/09/2006 7.46]


-------------------------------------------

Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)

Vota:
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi
Cerca nel forum

Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 20:55. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com