Sottoscrivo, è un "meglio" dal punto di vista pastorale
Animhatua, senza essere teologa di professione, ha colto l'essenza del valore celibatario: la completa disponibilità per il Regno, cioè per la funzione pastorale a favore del popolo di Dio e di quello chiamato ad esserlo.
Non è un caso se, anche nell'Oriente cattolico, ove è possibile che i sacerdoti si sposino, la scelta di sposarsi deve precedere l'ordinazione sacra. In seguito non è più concesso.
E ritengo che il motivo sia perché uno, prima di accettare l'onere della conduzione di una parte del gregge del Signore, possa sperimentare se e quanto sia compatibile con il proprio menage familiare.
Va anche aggiunto che gli stessi fratelli cattolici d'Oriente, facendo un bilancio di "resa pastorale" tra i loro sacerdoti sposati e non, ammettono che il sacerdote celibe "funziona" meglio.
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est modus in rebus