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Per finirla col celibato

Ultimo Aggiornamento: 06/09/2006 11:24
27/07/2006 05:35
 
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Infatti se ci si riferisce alla Bibbia, non soltanto non si nega, ma si dice apertamente che Pietro ha una suocera, per cui deve avere una moglie ( Luca 4: 38 ), poi Paolo dice: " Non sono io libero? Non sono io apostolo?................. Non abbiamo noi il diritto di condurre attorno con noi una moglie, sorella in fede, siccome fanno anche gli altri apostoli e i fratelli del Signore e Cefa?" ( 1 Corinzi 9: 1, 5 )



Pietro aveva una suocera, quindi Pietro era o ERA STATO sposato: poteva benissimo essere vedovo Ecco la ragione per cui non è CERTO che Pietro fosse sposato quando iniziò il suo apostolato, anche se, appunto, NON SI NEGA che potesse esserlo.
Per la citazione della Prima Lettera ai Corinzi, evidentemente ti è sfuggito quanto scritto da Polymetis nella seconda parte del suo ponderoso intervento:

<< A questo punto si leva un'altra obiezione biblica contro il celibato, il versetto paolino:
“Non abbiamo il diritto di portare con noi una donna credente, come fanno anche gli altri apostoli e i fratelli del Signore e Cefa?Ovvero solo io e Barnaba non abbiamo il diritto di non lavorare? E chi mai presta servizio militare a proprie spese?” (1Cor 9,5)
Il testo greco ha adelphê gynaika, dunque la traduzione letterale è "non abbiamo il diritto di condurre con noi una donna sorella, come fanno gli altri apostoli, i fratelli del Signore e Cefa?"
"Donna sorella" vuol dire ovviamente sorella in fede, e dunque "donna credente". Vi si può vedere sia una moglie sia le donne che assistevano gli apostoli e Cristo nei loro viaggi (Lc 8,2-3)
Alla luce di quanto detto sopra, cioè che si ordinavano tranquillamente preti sposati purché mantenesse in seguito la continenza, se anche si trattasse di mogli il versetto non modificherebbe di una virgola quello che già sappiamo. Questi presyteroi avrebbero semplicemente applicato il motto di Paolo “Quelli che hanno moglie, vivano come se non l’avessero” >>


In vero " si dice " nella Bibbia, che lasciarono le loro case, ogni cosa, ma non si accenna affatto al " cessare di usare il matrimonio "
Pertanto, quando ci si riferisce alla Bibbia si dovrebbe riportare ciò che " vi è scritto " e non ciò che " si vorrebbe vi fosse scritto ".



Il fatto è che Polymetis ha citato diverse fonti che attestano come nella Chiesa Primitiva si esigesse che i vescovi ed i presbiteri si mantenessero in uno stato di castità. E’ vero che tali fonti non sono ispirate, ma testimoniano però che è la Tradizione ad esigere che vescovi e presbiteri siano celibi o che, nel caso non lo siano, si astengano dall’usare il matrimonio. Molte di queste fonti, poi, sono antecedenti alla definizione del Canone stesso e, quindi, ci dovrebbero dare una mano ad esplicitare quanto nella Scrittura spesso rimane implicito.



Certo, quando qualcuno viene chiamato da Dio o nel caso degli apostoli, da Gesù Cristo, a svolgere una missione, a volte è costretto ( se vuole obbedire ) a lasciare i propri cari ( perchè anziani, deboli, bambini, incapaci di seguire chi viene chiamato a svolgere una missione ), le proprie case, le proprie ricchezze ed i propri agi, ed allontanarsi per il periodo in cui gli sarà chiesto di farlo. E se lo farà, sarà grandemente benedetto, ma al ritorno, chi gli chiede di non consumare il matrimonio?



Come ha fatto sempre notare il buon Polymetis, nella Bibbia si dice esplicitamente che i sacerdoti ebrei avevano l’obbligo di rimanere casti nel periodo in cui servivano al tempio e che, giacché a differenza dei sacerdoti citati nell’Antico Testamento, quelli cristiani debbono prestare servizio sacro ogni giorno si esige da questi una continenza perenne.


Questo non cambia ciò che viene detto dallo Spirito a Paolo, anzi, direi che lo conferma.



Visto, però, che Paolo, altrove, dichiara esplicitamente che MEGLIO sarebbe non sposarsi, questo passo, a meno che non si voglia ammettere che lo Spirito sia contraddittorio, vuole mettere in guardia da coloro che si schierano contro il matrimonio in sé. Vale a dire proprio tutte quelle sette di ispirazione gnostica secondo cui il matrimonio è un male in sé.


Se non sbaglio, un tempo, al venerdì non si poteva mangiare pesce, ma forse era una cosa della mia famiglia, non so.



Veramente, un tempo la Chiesa invitava a mangiare di magro al venerdì, cioè ad evitare la carne e le pietanze ricercate. Del resto, ancora oggi la Chiesa invita a fare digiuno ed astinenza in questo giorno della settimana, specialmente in tempo di Quaresima, anche se il Suo invito, è meno perentorio di un tempo. Comunque, questo non costituisce dogma di fede e quindi, proprio come il celibato dei sacerdoti, le cose potrebbero cambiare qualora i pastori reputassero opportuno un cambiamento.


Anche il rapporto intimo tra moglie e marito è una delle cose create da Dio. Almeno così mi sembra e come le altre cose non è da riproverare se usata con rendimento di grazie col proprio coniuge senza alcuna eccezione; Vescovi, Diaconi, Profeti, Apostoli, ecc, ecc,



Qui sarebbe necessario un excursus sul senso della sessualità in seno alla dottrina cattolica, ma la cosa ci porterebbe fuori tema. Ne riparleremo altrove, credo.

[Modificato da Trianello 27/07/2006 6.00]


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Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)

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