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La legge naturale dentro di noi

Ultimo Aggiornamento: 08/07/2006 21:29
05/07/2006 18:30
 
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La legge naturale dentro di noi - ovvero - “esaminate ogni cosa e ritenete il bene” 1°Tess.5:21


Nel vangelo di Marco al Cap. 12 vv. 13 e seg. leggiamo : “E gli mandarono alcuni dei Farisei e degli Erodiani per coglierlo in parole. Ed essi,venuti,gli dissero: Maestro,noi sappiamo che tu sei verace,e che non ti curi d’alcuno,perché non guardi all’apparenza delle persone,ma insegni la via di Dio secondo verità. E’ egli lecito pagare il tributo a Cesare o no?. Dobbiamo darlo o non darlo?.
Ma egli,conosciuta la loro ipocrisia,disse loro: Perché mi tentate? Portatemi un danaro,ch’io lo vegga. Ed essi glielo portarono. Ed egli disse loro: Di chi è questa effigie e questa iscrizione?
Essi gli dissero: Di Cesare. Allora Gesù disse loro: Rendete a Cesare quel che è di Cesare,e a Dio quel ch’è di Dio. Ed essi si meravigliarono di lui.”
Notate: RENDETE a Cesare e non DATE a Cesare ,come a volte si sente dire.
Cesare è sovrano delle regioni nelle quali circola la sua moneta.
Così è di Dio che è il sovrano dell’universo ma poiché l’uomo reca l’immagine e la somiglianza di Dio (Gen. 1: 26,27) la moneta da rendere a Dio è l’amore con il quale egli ci ha rivestiti con Cristo Gesù. Ma per rendere bisogna pure che qualcuno ci abbia dato. Dio ci ha dato il suo Unigenito Figliolo. Gal. 3:27 ci dice:”Poiché voi tutti che siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo.”
Ma chi è questo Cristo? . Solo un uomo,un santone,un brav’uomo, o forse un paranoico,un malato mentale che si credeva figlio di Dio?.
In manicomio ci sono delle persone che si credono Napoleone e supponiamo che questo Cristo fosse uno di questi matti. La Scrittura qui non ci può essere d’aiuto perché è per fede che noi crediamo che Cristo è il figlio di Dio. D’altra parte la fede vien dall’udire e l’udire si ha per mezzo della parola di Cristo (Rom. 10:17).- Quindi si genera un circolo vizioso,insomma il famoso gatto che si mangia la coda. Se io non credo alle Scritture come posso uscire da questo dilemma?

Abbiamo un altro modo per credere una verità affidandoci alla nostra ragione,al nostro raziocinio di persone intelligenti. I primi tempi,quando ero alla ricerca della verità mi venne questo dubbio e in un libro trovai un ragionamento umano molto forte e oggi lo vorrei esporre affinchè voi che mi leggete possiate essere edificati,corroborati e fortificati come io lo fui a suo tempo. A chi invece è ateo consiglio di leggere lo stesso affinché esprima nel suo cuore un giudizio su questo scritto e su questa morale.
Orbene,tutti abbiamo visto gente litigare: a volte è uno spettacolo ridicolo,a volte semplicemente sgradevole,ma qualunque ne sia l’effetto,credo che sia possibile imparare qualcosa di molto importante solo ascoltando ciò che i litiganti dicono. Le loro battute saranno press’a poco:”Ti piacerebbe che qualcuno facesse lo stesso a te?” “Lascialo stare,non ti fa nulla di male” “Tu che diritto hai a questo posto?” “Dammi uno spicchio della tua arancia,io ti ho dato uno spicchio della mia” “Su,da bravo,me l’hai promesso”.
Ogni giorno la gente pronuncia frasi del genere,sia la gente istruita che gli ignoranti,i bambini come gli adulti. Quello che ci interessa in tali proteste è il fatto che colui che le formula non dice soltanto di trovare sgradevole in quel momento il modo di agire dell’altro. Fa bensì appello a un certo modello caratteristico di condotta che secondo lui anche l’altro dovrebbe conoscere. E accade ben di rado che l’altro ribatta:”Al diavolo il tuo modello di belle maniere”. Egli cercherà quasi sempre di spiegare che agendo come ha fatto non è andato in realtà contro quel modello,oppure ha avuto per farlo qualche ragione speciale. Sosterrà che in quel caso particolare esiste un preciso motivo perché colui che ha per primo occupato il posto non lo debba conservare,oppure che nel momento in cui ricevette lo spicchio di arancia la situazione era del tutto diversa,oppure che nuove circostanze giustificano la sua intenzione di non mantenere la promessa. Sembra in realtà che entrambe le parti abbiano in mente un certo tipo di Legge o Regola di lealtà nel gioco,o di comportamento onesto,o di una data moralità,o di che altro si voglia,intorno a cui si trovano perfettamente d’accordo. E’ infatti vero. Se ciò non fosse,potrebbero senza dubbio lottare come bestie,ma non litigare nel senso umano della parola. Litigare vuol dire tentare di dimostrare che l’altro ha torto. E tale tentativo non avrebbe senso se non avessero entrambi una specie di base comune per definire ciò che è Bene e ciò che è Male; allo stesso modo come non si avrebbe modo di dire che un giocatore di calcio ha commesso un fallo,nel caso che tutti non fossero d’accordo nel riconoscere le regole del gioco. Orbene, questa Legge o Regola intorno al Bene e al Male veniva chiamata un tempo Legge Naturale. Oggi, quando si parla delle “leggi della natura”, si allude in generale alla legge di gravità, alle leggi ereditarie, oppure a quelle della chimica. Ma quando gli antichi pensatori definivano “Legge Naturale” la Legge del Bene e del Male, intendevano che fosse veramente la Legge della Natura Umana. Si pensava infatti che esattamente come i corpi sono governati dalla legge di gravità e gli organismi dalle leggi biologiche, così quella creatura che si chiama uomo avesse anch’essa la sua legge – con questa differenza, che mentre un corpo non può scegliere tra ubbidire e no alla legge di gravità, l’uomo può decidere se obbedire o disubbidire alla Legge della Natura Umana. In altre parole: ogni uomo è a ogni istante soggetto a categorie diverse di leggi, ma ne esiste una sola alla quale è libero di disubbidire. In quanto è un corpo pesante va soggetto alla forza di gravità, e non gli è lecito disubbidire a essa; quando si trova sospeso a mezz’aria, non gli rimane che cadere, esattamente come fa un sasso: In quanto organismo, va soggetto a varie leggi biologiche, alle quali, come tutti gli animali, non può disubbidire. Vale a dire, non ha la facoltà di disubbidire a quelle leggi che ha in comune con tutte le cose; ma la legge peculiare alla sua natura umana, che non ha in comune con le bestie, i vegetali, e le cose inorganiche, è appunto quella alla quale, se vuole, è in grado di disubbidire. Si definì tale legge con la formula di Legge Naturale pensando che ognuno ne fosse naturalmente a conoscenza, e che a nessuno fosse necessario insegnarla. Non si voleva certamente negare la presenza qua o là di qualche strano individuo che la ignorasse, allo stesso modo che si trovano coloro che non distinguono i colori, oppure sono privi di orecchio musicale. Ma presa la razza nel suo insieme, si pensò che l’idea umana della condotta onestà dovesse essere per tutti ovvia. Da parte mia ritengo fosse un’idea giusta. Se non lo fosse, sarebbe stupido tutto ciò che si è detto della guerra. Che senso aveva dire che il nemico era dalla parte del torto, a meno che il giusto non sia una realtà che in fondo i Nazisti conoscevano altrettanto bene di noi, e a cui si sarebbero dovuti attenere? Se non avessero avuto un’idea precisa di ciò che noi si definisce il giusto, avremmo tuttavia dovuto combattere contro di essi, ma non li avremmo potuti biasimare, come non è lecito fare colpa a uno del colore dei suoi capelli. So bene che certuni affermano l’inesistenza di una Legge Naturale, o di una condotta onesta, che siano note a tutti gli uomini, per la ragione che civiltà diverse e diverse epoche hanno avuto una morale affatto diversa. Ma ciò non è vero. Fra le varie morali sono esistite delle divergenze, ma non hanno mai costituito una vera differenza. Se qualcuno vorrà prendersi la briga di tracciare un paragone, per esempio, fra la morale degli antichi Egiziani, e quella dei Babilonesi, degli Indù, dei Cinesi, dei Greci, e dei Romani, resterà colpito nel vedere quanto siano simili fra loro, e simili alla nostra. Si pensi a un paese dove fosse ammirato chi durante un combattimento se la dà a gambe, oppure dove un uomo andasse fiero di ingannare tutti coloro che gli hanno usato dei favori. Sarebbe lo stesso che immaginare l’esistenza di un paese dove due e due fa cinque. Gli uomini hanno idee diverse rispetto alle persone verso le quali occorre essere generosi, si tratti solo della propria famiglia, dei concittadini, o di altri. Ma sono tutti d’accordo nel dire che non bisogna pensare in primo luogo a sé. L’egoismo non è mai stato ammirato. Gli uomini hanno differito nel decidere se sia bene avere una sola moglie o averne quattro. Ma si sono sempre trovati d’accordo nel ritenere che non sia lecito prendere tutte le donne che piacciono. Ma ecco ciò che più merita rilevare: ogni volta ci si imbatta in qualcuno che dice di non credere veramente nel Bene e nel Male, si scoprirà che la stessa persona subito dopo aver detto questo si contraddice. Egli tradirà la promessa fattavi, ma se tenterete di rompere quella fatta a lui, immediatamente protesterà col dire “Non è giusto”. Una nazione dirà che i trattati non hanno valore, ma poi si smentirà da sé con l’affermare che è ingiusto il particolare trattato che essa intende rompere. Se però i trattati non contano, e se il Bene e il Male non esistono – in altre parole, se la Legge Naturale non esiste – qual è la differenza fra un trattato giusto e uno ingiusto? Non è forse vero che l’individuo e la nazione in parola si sono traditi dando a vedere che essi pure conoscono, come tutti gli altri, la Legge Naturale? Ne risulta quindi la necessità di credere nell’esistenza del Bene e del Male. Può accadere di commettere errori al riguardo, come avviene di sbagliare una somma, ma il gusto è l’opinione valgono in proposito quanto per la tavola Pitagorica. Stabilito l’accordo su tale primo punto, passerò al secondo, e dirò che nessuno di noi segue veramente la Legge Naturale. Desidero semplicemente richiamare l’attenzione su di un fatto, il fatto cioè che quest’anno, o questo mese, o perfino oggi stesso non ci siamo comportati come vorremmo si comportassero gli altri. Potranno esistere in nostro favore ogni specie di scuse. Quella volta che siete stato ingiusto verso i bambini, era un momento di eccezionale stanchezza. Quel particolare affare finanziario leggermente discutibile – del quale vi siete quasi del tutto dimenticati – è accaduto perché vi trovavate molto a corto di quattrini. E quanto avevate promesso di fare per Tizio, e che poi non avete affatto compiuto - ecco, non vi sareste certo impegnato con una promessa del genere se aveste saputo in anticipo quanto lavoro vi sarebbe capitato proprio allora. Per quanto riguarda il vostro modo di agire verso la moglie (o il marito), verso la sorella ( o il fratello), se io sapessi quanto difficile sia il loro carattere non me ne meraviglierei affatto – e poi, chi diavolo sono io per farmene meraviglia? Sono anch’io esattamente come voi. Vale a dire, non riesco a ubbidire a perfezione della Legge Naturale, e nel momento in cui qualcuno mi avverte che manco contro di essa, il mio cervello si mette all’opera per escogitare una filza di scuse lunga un metro. Ora non ci domanderemo se siano più o meno valide. Ciò che importa a questo punto è di sottolineare come esse servano a comprovare sempre più quanto profondamente, lo si voglia o no ammettere, crediamo nella Legge Naturale. Se non credessimo nell’obbligo che abbiamo di comportarci onestamente, perché saremmo tanto ansiosi di scovare motivi che giustifichino il nostro modo poco corretto di agire? La verità è che noi crediamo così profondamente nell’onestà – sentiamo così forte la pressione su di noi della Legge – che non ammettiamo il fatto che la infrangiamo, e per conseguenza cerchiamo di sottrarci alle responsabilità che ne derivano. Notate bene come sia soltanto per la cattiva condotta che troviamo tante spiegazioni. Ascriviamo la collera alla stanchezza, alle preoccupazioni, ai morsi della fame; però ascriviamo la cortesia a merito personale. Ecco in breve i due punti che intendevo fissare. In primo luogo, gli esseri umani di tutta la terra hanno la strana idea che sarebbe loro dovere comportarsi in una data maniera, e non riescono di fatto a liberarsene. In secondo luogo, vero è che non si comportano affatto a quel modo. Conoscono la Legge Naturale e la infrangono. Tali i due fatti fondamentali da riconoscere per avere una chiara visione di noi stessi e nell’universo nel quale viviamo. Tutti vogliono il progresso. Ma progredire significa avvicinarsi alla meta desiderata. E quando si abbia infilato la svolta sbagliata, continuare a procedere non vi fa affatto progredire. Quando vi trovate sulla via sbagliata, progredire significa fare dietro-front fino a imboccare la via giusta; e in tal caso, l’uomo più progressista sarà colui che torna indietro per primo.Tutti sanno che cosa voglia dir questo nello studio della matematica. Una volta che si sia incominciato a sbagliare una somma, più presto lo si ammette e si ricomincia daccapo, più presto finirà. Non esiste alcuna idea di progresso nell’avere la testa dura e rifiutare di riconoscere un errore. Penso che se guarderete le condizioni in cui si trova oggi il mondo vi risulterà abbastanza chiaro che l’umanità deve aver commesso qualche grosso sbaglio. Ci troviamo sulla via sbagliata. In tal caso bisogna tornare indietro. Ritornare è il mezzo più veloce per andare avanti. In secondo luogo, non è vero che questo sia già diventato un pasticcio religioso. Non siamo ancora giunti al Dio di alcuna religione, e meno che mai al Dio di quella religione che si chiama Cristianesimo. Siamo soltanto pervenuti a scorgere, Qualcuno o Qualcosa dietro alla Legge Morale. Non stiamo affatto prendendo a prestito alla Bibbia o alle varie Chiese, cerchiamo invece di scoprire con le sole nostre forze quanto ci sia dato vedere intorno a quel Qualcuno. E vi dirò subito che le nostre sole forze già ci fanno scoprire qualcosa di impressionante.Già possediamo due prove in favore dell’esistenza di quel qualcuno. Una è data dell’universo che Egli ha creato. Se volessimo servirci di questa come dell’unica spiegazione, credo che dovremmo concludere che Egli è un grande artista (perché l’universo è un luogo bellissimo), ma anche che Egli è spietato e nemico dell’uomo (perché l’universo è un luogo pericoloso e terribile). La seconda prova è data dalla Legge Morale che Egli ha posta nella nostra intelligenza. E questa è una evidenza migliore dell’altra, perché è una notizia che ci viene dall’interno. Dalla Legge Morale si scoprono più cose intorno a Dio che dall’universo in generale, così che si conosce meglio un uomo ascoltando come parla, piuttosto che studiando la casa da lui edificata. Orbene, da questa seconda prova concludiamo che l’Essere il quale si trova di là dell’universo porta un grande interesse alla condotta onesta, all’altruismo, alla lealtà, al coraggio, alla buona fede, all’onestà e alla sincerità. Si dovrebbe accettare quindi ciò che dicono il Cristianesimo e altre religioni quando parlano della “bontà di Dio”. Ma andiamo piano. La Legge Morale non ci offre alcun motivo di pensare che Dio sia “buono” nel senso di essere indulgente, o tenero o benevolo. Non vi è indulgenza nella Legge Morale. Essa è dura come il ferro. Ti ordina di compiere un’azione precisa e pare non si curi di sapere quanto sia doloroso, pericoloso o difficile eseguirla. Se Dio è come la Legge Morale, Egli non è tenero. Non serve dire a questo punto che alludendo a un dio “buono” si pensa a un Dio che sa perdonare. Sarebbe correre troppo. Solo una Persona è capace di perdonare. E noi non siamo ancora giunti a un dio personale, ma solo a una forza che sta dietro alla Legge Morale, e che ha tutte le caratteristiche dell’intelligenza quale noi la conosciamo. Ma può anche essere ben diversa da una vera Persona. Se si tratta di una pura intelligenza impersonale, non sembra logico chiederle di avere pietà di Voi, o di perdonarvi, come non è logico chiedere che vi perdoni la Tavola Pitagorica quando sbagliate un calcolo. Sareste destinati a ricevere una risposta errata. E non serve a nulla nemmeno dire che se esiste un dio di quella sorta – una bontà impersonale, assoluta – non Lo trovate affatto simpatico, e non volete curarVi di lui. Perché il guaio è che una parte di voi prende partito con Lui, e approva la sua condanna all’avarizia, degli inganni dello sfruttamento che praticano gli uomini. Potrete desiderare che nel vostro caso Egli faccia un’eccezione, e che per questa volta vi assolva; ma in fondo vi rendete conto che se il potere che esiste dietro all’universo non detesta ininterrottamente quel genere di condotta, Egli non potrà essere buono. D’altro canto, se sappiamo che esiste una bontà assoluta, essa dovrà odiare la maggior parte delle nostre azioni. Ecco il tremendo imbroglio nel quale ci troviamo. Se l’universo non è governato da una assoluta bontà, a lungo andare i nostri sforzi saranno inutili. Ma se lo è, ogni giorno ci inimichiamo quella bontà, e non vi è alcuna probabilità che domani ci comportiamo meglio di oggi, e quindi il nostro caso è ugualmente disperato. Non si può vivere senza, e non si può vivere con essa. Dio è il solo conforto, è anche il supremo terrore: ciò di cui abbiamo bisogno, e ciò a cui più vogliamo sottrarre. E’ il nostro solo possibile alleato, e noi ci siamo dichiarati suoi nemici. Alcuni parlano come se fosse un passatempo affrontare lo sguardo della bontà assoluta. Ma farebbero bene a non crederlo. Sono ancora al punto di giocherellare con la religione. La bontà è la massima salvezza o il massimo pericolo, secondo la maniera in cui si reagisca ad essa. E noi abbiamo reagito male. Passiamo al terzo punto. Quando scelsi, per arrivare al mio vero argomento, questa via traversa, non avevo alcuna intenzione di giocarvi un brutto scherzo. Il mio scopo era tutt’altro. A parer mio, il Cristianesimo non ha senso se non si affrontano dapprima i fatti che sono andato descrivendo. Il Cristianesimo ordina il pentimento e promette perdono. Per quanto ne so io, il Cristianesimo non ha quindi nulla da dire a chi non sappia di avere commesso qualche azione della quale abbia a pentirsi, e non abbia la sensazione di aver bisogno di perdono. E’ soltanto dopo essersi resi conto che esiste una vera Legge Morale, e che esiste dietro alla legge una Forza, che si è andati contro la legge, e ci si trova, nel torto rispetto a tale Forza – soltanto allora e nemmeno un istante prima, il Cristianesimo incomincia ad avere una voce intellegibile. Se si ammette di essere malati, si dà ascolto al medico. Quando ci si renda conto di trovarsi in una posizione pressoché disperata, si incomincia a comprendere di che cosa vadano parlando i Cristiani. Essi spiegano come siamo caduti nella condizione attuale di odiare e insieme amare la bontà. Spiegano come Dio possa essere questa intelligenza impersonale che sta dietro alla Legge Morale, ed essere tuttavia anche una Persona. Vi dicono come le esigenze di questa legge, che voi e io non sappiamo soddisfare, siano state soddisfatte in nostro favore, e come Dio stesso si sia fatto uomo al fine di salvare l’uomo dalla condanna divina. E’ una vecchia storia. Io non faccio se non invitarvi ad affrontare i fatti, a comprendere le domande alle quali il Cristianesimo pretende offrire una risposta. E si tratta di fatti molto spaventosi. Vorrei poter dire qualcosa di più gradevole, ma sono costretto a dire la verità. Naturalmente sono perfettamente certo che, alla fin fine, la religione cristiana è fonte di indicibile conforto. Ma non dal conforto prende avvio; ha inizio nello spavento che ho descritto, e non serve affatto cercare di procedere verso quel conforto prima di aver superato lo spavento. Nella religione, come nella guerra e in tutto il resto, il conforto è proprio la cosa che non si può raggiungere cercandola. Se cercate la verità, potrete alla fine trovare il conforto; ma se quello che cercate è il conforto, non raggiungerete il conforto, né la verità, bensì il sentimentalismo e ostinazione al principio, e alla fine disperazione.
Ciò che Satana ficcò nella mente dei nostri lontani progenitori,fu l’idea che essi potessero “diventare come dei” –che si potessero governare da soli come fossero i creatori di loro stessi –essere padroni di sé – inventare un nuovo tipo di felicità al di fuori di Dio,senza tener conto di Dio.
E da quell’iniziativa destinata al fallimento è derivato quasi tutto ciò che va sotto il nome di storia dell’umanità – il danaro,la povertà,l’ambizione,la guerra,la prostituzione,le classi sociali,gli imperi,la schiavitù – lunga e terribile storia dell’uomo che va alla ricerca di qualcosa di diverso da Dio,mentre Dio solo può renderlo felice.
La ragione per la quale non gli arriderà mai successo è questa: Dio l’ ha creato,inventato,come l’uomo inventa una macchina. L’automobile è fatta per funzionare a benzina,e non correrà mai bene se alimentata con altra sostanza. Dio ha decretato che la macchina umana debba funzionare in forza di Lui stesso. Egli è il carburante che il nostro spirito è capace di bruciare,oppure il cibo del quale il nostro spirito si deve nutrire. Altro combustibile o cibo non esiste. Ecco perché non serve proprio a nulla chiedere a Dio che ci renda felici a modo nostro, senza che ci preoccupiamo della religione .
Dio non può concederci pace né felicità al di fuori di Se stesso,perché non ve n’è altra,assolutamente non esiste.
Ecco la chiave della storia. Si vede all’opera una somma enorme di energia – si vedono sorgere le civiltà, fondare istituzioni eccellenti; ma ogni volta c’è qualcosa che si guasta. Una fatale imperfezione permette che gente egoista e crudele prenda il sopravvento, e tutto ritorna quindi ad affondare nella miseria e nella rovina. La macchina si inceppa. Pareva che fosse partita benissimo,corre per qualche metro, poi s’inchioda. Cercano di farla funzionare con i carburanti sbagliati. Ecco il tiro che ha giocato a noi uomini Satana.
E Dio, che cosa ha fatto? Innanzitutto ci ha lasciato la coscienza,il senso del bene e del male,e noi vediamo lungo la storia che molti hanno tentato (e certuni con grandissima diligenza) di ubbidire ad essa. Ora nessuno ha mai conseguito il pieno successo. In secondo luogo,ha mandato alla razza umana quelli che io chiamo i buoni sogni, voglio dire quelle strane storie che si trovano sparse in tutte le religioni pagane, e parlano di un dio che muore e poi ritorna in vita, e quindi con la sua morte procura in qualche modo agli uomini una nuova vita.
In terzo luogo,Egli ha scelto un popolo,e per diversi secoli ha seguitato a ficcargli nel cervello a colpi di maglio l’idea del Dio che Egli è – l’idea che Egli è unico,ed esige una buona condotta. Il popolo fu quello Ebraico, e il Vecchio Testamento riporta la storia di quel lungo martellamento.
Poi,un colpo di scena dopo qualche secolo di silenzio. Si leva fra gli Ebrei un uomo che va intorno a parlare come se Egli fosse Dio. Pretende di poter perdonare le colpe. Dice di aver vita fin dall’eternità. Dice che alla fine dei secoli verrà a giudicare il mondo. Facciamo bene attenzione a questo. Fra i Panteisti come quelli dell’India,chiunque potrebbe dire di far parte di Dio, o di essere unito a Dio: in ciò non vi sarebbe nulla di strano. Ma quell’uomo,essendo Ebreo,non poteva alludere a quel genere di Divinità . Dio nel linguaggio degli Ebrei, voleva dire l’Essere che si trova fuori del mondo creato da Lui,diverso da ogni altra cosa .
E quando si abbia afferrato questo,si vedrà che quanto diceva quell’uomo era semplicemente ciò che di più impressionante potesse uscire da labbra umane.
Una parte di tale affermazione tende per noi a passare inosservata,per la ragione che l’abbiamo tanto sentita ripetere che non riusciamo più ad afferrarne la portata. Alludo alla parte relativa al perdono delle colpe, di qualsiasi colpa.
Se chi parla non fosse Dio, l’idea sarebbe addirittura comica. E’ facile capire che un uomo possa perdonare le offese recate a lui stesso. Qualcuno mi pesta un piede e io gli perdono; un altro mi deruba e io lo perdono. Ma che diremo di un uomo al quale nessuno ha pestato un piede e che nessuno ha derubato,il quale annunciasse di perdonare agli uomini le colpe da loro commesse a carico di terzi? Il più benevolo modo di giudicare quell’uomo sarebbe di tacciarlo di madornale fatuità. Tuttavia Gesù fece proprio questo. Diceva alle turbe che erano perdonati i loro peccati,e non aspettava di consultarsi con quelli che tali colpe avessero danneggiato. Senza mai esitare, si conduceva come se Egli fosse il principale interessato, la persona più colpita da qualsiasi offesa.
Tutto questo ha significato soltanto se Egli era davvero quel Dio le cui leggi vengono infrante, e il cui amore viene ferito da ogni singolo peccato. Nella bocca di chiunque,all’infuori che di Dio, queste parole si potrebbero definire la più sciocca presunzione di cui si sia mai macchiato alcun personaggio della storia umana.
E tuttavia (ecco lo strano e sintomatico) nemmeno i nemici di Lui, se leggono i Vangeli,ritraggono un’impressione di presuntuosa stupidità. Ciò tanto meno avviene da parte di lettori spogli di preconcetti.
Cristo dice di essere “umile e dolce” e noi Gli crediamo, senza badare che se Egli fosse soltanto uomo, l’umiltà e la dolcezza sarebbero le ultime caratteristiche da attribuire a certe Sue espressioni.
Mi sto adoperando qui per far sì che nessuno dica più del Cristo quella enorme sciocchezza che spesso si sente ripetere: “Sono disposto ad accettare Gesù quale grande maestro di morale, ma non la Sua pretesa di essere Dio”. E’ quanto di più illogico si possa dire. L’uomo che fosse soltanto uomo e dicesse quello che ha detto Gesù non sarebbe un grande maestro di morale.
Sarebbe un pazzo dal cervello in pieno rammollimento, oppure il più gran Demonio dell’Inferno.
Bisogna scegliere. O quest’uomo fu ed è il Figlio di Dio, o si tratta di un pazzo o peggio.
Lo si può rinchiudere come pazzo, sputacchiarlo e ucciderlo come demonio; oppure si può inginocchiarglisi ai piedi e chiamarlo Signore e Dio nostro. Manon abbiate l’impudenza di definirlo con degnazione un grande maestro dell’umanità. Questo non c’entra con la scelta che Egli ci costringe a compiere. Egli non ci dà la possibilità di formulare questo giudizio.

La scelta a questo punto è molto facile. Ci furono dei testimoni oculari,gli apostoli, 500 persone in una sola volta, gente che affrontava il martirio per motivo della fede. Troppi matti in questa storia!!! Questa storia deve essere vera.
Blaise Pascal disse: “Credo alla testimonianza di coloro che si fanno tagliare la testa”.
Anch’io ci credo, e non chiamatemi ingenuo,chiamatemi solo essere ragionevole.

Ed ecco perché un giorno ci battezzammo per rivestirci di Cristo.

Efes. 6:11 - rivestiti della completa armatura di Dio.
1° Tess. 5:8 - ….avendo rivestito la corazza della fede e dell’amore e preso per elmo la speranza della salvezza
1° Pt. 5:5 - e tutti rivestitevi d’umiltà gli uni verso gli altri perché Dio resiste ai superbi ma dà grazia agli umili. (DA’ grazia non RENDE).
Ecco allora il quadro è completo.
Rivestiti di Cristo, rivestiti della corona della fede,rivestiti dell’umiltà sotto il vincolo della carità,noi siamo perfetti ad immagine di Cristo e di Dio.
Ma c’è un punto di capitale importanza. ! Bisogna essere fedeli a questi ideali che poi non sono ideali sociali, bensì comandamenti divini.
Ap. 2:10 “Sii fedele fino alla morte ed io ti darò la corona della vita.”
FEDELTA’ è l’unica condizione per avere la corona della vita.
Ma fedele a che cosa? - Fedele ad una cosa ad una idea è colui che segue quella cosa, quella idea.
A che cosa deve essere fedele il cristiano?
E’ semplice e nello stesso tempo complicato.
Deve essere fedele per esempio alla chiesa del Signore e fedele intendo dire dottrinalmente fedeli
(Giuda 3) alla sana dottrina e a quella fede una volta per sempre tramandata ai santi.
Fedele per esempio ai propri fratelli e sorelle senza distinzione alcuna (Giac. 2:1 e segg), fedele alla propria moglie perché i due sono un solo corpo. (Ef. 5).
Fedele a tutte le cose buone,a tutte le cose sante,fedele a quel tenore di vita e di sentimento che il Signore ci ha dato.
Tempo fa vidi alla televisione un documentario sulla pesca delle perle. Si vedeva un pescatore in apnea che cercava di aprire un’ostrica in tutti i modi e non ci riusciva. Dopo diverse immersioni riuscì ad aprirla inserendo fra le valve la lama di un coltello,riuscì a recuperare la perla e a risalire
senza più aria nei polmoni. Era felice!!! La perla era sua!!!
La perla. Qual è la conseguenza di possedere questa perla? Essere ricchi se questa perla è la Parola di Dio.
Vorrei chiudere questo mio scritto con un augurio per tutti e con una invocazione al Signore.
La trovate scritta nel Salmo 119 dal v. 65 in poi e dice così :
“Tu hai fatto del bene al tuo servitore,o Eterno,secondo la tua parola. Dammi buon senno e intelligenza,perché ho creduto nei tuoi comandamenti. Prima che io fossi afflitto,andavo errando; ma ora osservo la tua parola. Tu sei buono e fai del bene; insegnami i tuoi statuti.”
Con ogni umiltà , vostro omegabible [SM=x570865]

05/07/2006 19:23
 
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"Due cose riempiono l'animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente,... il cielo stellato sopra di me, e la legge morale in me"

Kant (Critica della Ragion Pura)







Ciao [SM=g27827]: Speranza [SM=g27827]:





"Due cose riempiono l'animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente, quanto più spesso e più a lungo la riflessione si occupa di esse: il cielo stellato sopra di me, e la legge morale in me". (Kant)
05/07/2006 22:36
 
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Caro Norberto,
Grazie per questo lavoro non indifferente, per spiegare dei concetti sulla fede con un ragionamento analogico.
Si tratta di una riflessione articolata, ma che segue una traccia interessante per identificare la nostra posizione rispetto al nostro scopo terrestre e a Dio.
Un filosofo tedesco, Nietzsche, in una occasione per definire la verità disse: "La verità è una interpretazione", e aggiungo che la verità assoluta ce l'ha soltanto Dio.
Ognuno di noi ha il dono meraviglioso di poter essere libero nelle scelte e nel pensiero.
Tutti, nel nostro cammino, siamo alla ricerca della nostra identificazione in un credo, sperando che ci possa condurre alla giusta e corretta interpretazione della verità, verso la luce, verso Dio.
Insieme alla legge naturale dentro di noi, ci sono altri fattori che possono incidere nelle nostre scelte: Le proiezioni mentali, l'educazione, la cultura, i nostri sentimenti, le nostre radici, l'esperienza di vita, le nostre risorse intellettuali e spirituali.
Mi associo alla citazione splendida ed appropriata del salmo 119, versetto 65 e sottolineo la frase "Dammi buon senno e intelligenza,perché ho creduto nei tuoi comandamenti."
Un abbraccio affettuoso
[SM=x570865]


05/07/2006 23:08
 
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ciao Norberto,
dici

Cristo dice di essere “umile e dolce” e noi Gli crediamo, senza badare che se Egli fosse soltanto uomo, l’umiltà e la dolcezza sarebbero le ultime caratteristiche da attribuire a certe Sue espressioni.
Mi sto adoperando qui per far sì che nessuno dica più del Cristo quella enorme sciocchezza che spesso si sente ripetere: “Sono disposto ad accettare Gesù quale grande maestro di morale, ma non la Sua pretesa di essere Dio”. E’ quanto di più illogico si possa dire. L’uomo che fosse soltanto uomo e dicesse quello che ha detto Gesù non sarebbe un grande maestro di morale.
Sarebbe un pazzo dal cervello in pieno rammollimento, oppure il più gran Demonio dell’Inferno.

Una persona può anche dire di essere umile e dolce pur dimostrandosi presuntuosa.
Non seguo il tuo ragionamento [SM=x570868]
Chi accetta Cristo come figlio di Dio non ha bisogno di porsi il problema: se fosse solo un uomo parlando così peccherebbe di presunzione quindi, essendo umile e dolce pur "dicendo alle turbe che erano perdonati i loro peccati" è di natura divina [SM=x570876]
.... uffa spiegamelo meglio [SM=x570881]
Siria [SM=x570892]
05/07/2006 23:30
 
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Cara Siria,
Anche se il modo utilizzato da Norberto, per spiegare e dimostrare, col ragionamento, l'autorità divina di Cristo,in ultima analisi può filare come discorso.
Essendo un po' corposo e ricco di sottolineature potrebbe portare fuori dal seminato, ma leggendo con attenzione, rigo per rigo, lo trovo "potabile".
Norberto ha dimenticato di citare la fonte da dove ha preso questo pensiero.
Ha cercato, in ogni caso, di gestirlo come meglio poteva, ma l'intenzione era di renderci partecipi del fatto che lui ha trovato interessante ed edificante questo testo.
Certo non è facile riportare queste cose, perchè a volte non si ottiene lo stesso risultato che lui aveva raggiunto quando lesse il libro non citato.
Ciao [SM=x570865]
06/07/2006 05:31
 
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E' soprendente dalla brevità più assoluta a un fiume di parole...
Io ci sento, a pelle, il tono di certi predicatori televisivi americani.
Lo stile non mi pare proprio quello di Omega.

E ciò sia detto indipendentemente dalla validità dell'impostazione del discorso che utilizzerò senz'altro a livello catechistico, ma opportunamente sfrondato della verbosità superflua.
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est modus in rebus
06/07/2006 07:16
 
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In effetti, si tratta di un bel brano, per quanto le medesime cose potessero essere dette con un numero assai più limitato di parole.

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Deus non deserit si non deseratur
Augustinus Hipponensis (De nat. et gr. 26, 29)

06/07/2006 07:59
 
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Re x tutti
Per BERESCITTE e TRIANELLO - Il fiume di parole mi ha consentito di guadagnarmi un bonus di 600 interventi di 5 parole con relative faccine (queste a volontà).
Per quanto riguarda la tua sensazione "a pelle" è completamente sbagliata ,puoi non crederci, ma è così lo stesso.

Per PINO LUPO - Come al solito,sei stato l'unico fino a questo momento,ad aver centrato perfettamente il valore e il giudizio su quello che volevo trasmettere. Grazie Pino. [SM=x570865]

Un saluto a tutti [SM=g27823]
06/07/2006 08:02
 
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Re: Re x tutti

Scritto da: =omegabible= 06/07/2006 7.59
Per PINO LUPO - Come al solito,sei stato l'unico fino a questo momento,ad aver centrato perfettamente il valore e il giudizio su quello che volevo trasmettere. Grazie Pino. [SM=x570865]

Un saluto a tutti [SM=g27823]

Una percentuale un pò bassina, non credi?

Ciao [SM=x570892]

Bruno
______________________________


---Verba volant scripta manent---
-----
--- www.vasodipandora.org ---
06/07/2006 08:54
 
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NON SEMPRE LA MAGGIORANZA HA RAGIONE. [SM=x570872]

Disse un predicatore ad un amico:
"Abbiamo appena conosciuto il più grande rinnovamento
che la nostra chiesa abbia mai avuto in tanti anni".
"Quanti nuovi fedeli sono arrivati?"
"Nessuno. Ne abbiamo persi cinquecento".

Gesù avrebbe applaudito!
[SM=g27835]
06/07/2006 13:07
 
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re x Pino
Se quel post l'avesse scritto un cattolico sarebbe stato molto diverso; siccome l'ha scritto un evangelico..........
Con buona pace di tutti. [SM=x570895] [SM=x570894]
07/07/2006 01:10
 
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Sindrome persecutoria e Mt 5:23
"qui sta la sapienza" secondo Rivelazione.
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est modus in rebus
07/07/2006 09:47
 
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ciao omegabible,
a me il brano è piaciuto perchè incentivo a riflettere sul dono che Dio ci ha dato: la conoscenza del bene e del male e la possibilità di scegliere. Questo ci innalza al di sopra di tutte le altre creature facendoci sentire come le creature predilette, le creature alle quali Dio esprime il massimo del suo amore quando permette il sacrificio di Cristo per la nostra redenzione.
La mia perplessità era solo rivolta al modo secondo me un pò contorto, di esprime certe considerazioni,
grazie per averlo proposto [SM=g27811] ,
un saluto Siria [SM=x570865]
07/07/2006 14:19
 
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re x Siria
Grazie a te per averlo letto. [SM=g27836]
08/07/2006 19:57
 
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Grazie
Caro Norberto,

Solo oggi ho potuto leggere con attenzione il tuo scritto:

Grazie!

Considera in questa parola incluso tutto quanto non sono capace di esprimere altrimenti.

Un abbraccio
Matisse
La verita' non danneggia mai una giusta causa. M. K. GANDHI
08/07/2006 21:29
 
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Re: Grazie

Scritto da: Muscoril 08/07/2006 19.57
Caro Norberto,

Solo oggi ho potuto leggere con attenzione il tuo scritto:

Grazie!

Considera in questa parola incluso tutto quanto non sono capace di esprimere altrimenti.

Un abbraccio
Matisse



Grazie Matisse,grazie sopratutto per aver avuto la pazienza di leggermi tutto,anche dentro. Norberto [SM=x570892]
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