Cristiana ma non solo cattolica: la Polonia dell'ecumenismo
di Stefano Caredda/ 25/05/2006
Un universo multiforme quello della fede cristiana in terra polacca. Caso unico nell'Europa orientale, il cattolicesimo rimane ancora forte e maggioritario. I rapporti fra le confessioni cristiane, le iniziative ecumeniche.
Da uno dei nostri inviati
VARSAVIA - Polonia, paese cristiano. Ma non solo cattolico. L’incontro ecumenico di papa Benedetto XVI, che nella Chiesa luterana della Santissima Trinità di Varsavia incontra i rappresentanti di tutte le confessioni cristiane presenti nel paese – e sono davvero tante – mette in evidenza ancora una volta l’importanza conferita dalla Chiesa di Roma al dialogo interconfessionale. Preoccupazione che aveva d’altronde attraversato anche l’intero pontificato di Giovanni Paolo, che nelle visite in terra natale del 1983, 1987, 1991, 1995, 1997 e 1999 si era sempre incontrato con rappresentanti delle altre chiese. Il 9 giugno 1991 li incontrò proprio nelle stesse mura oggi attraversate da Benedetto XVI: “Che fratelli e sorelle in Cristo siamo” – chiese allora papa Wojtyla – “se semplicemente ci tolleriamo a vicenda?”. Un discorso forte, per l’epoca, che si concluse con l’invito a perdonare, accettare e amarsi gli uni gli altri, in spirito di solidarietà reciproca.
Quanti passi avanti siano stati fatti da questo punto di vista è difficile dire. Certo è che la realtà del paese è estremamente frastagliata. Secondo i dati statistici del 2004, gli ultimi disponibili, dei 38,2 milioni di polacchi la stragrande maggioranza si dice appartenente alla Chiesa Cattolica di Roma. Sono 34,2 milioni. A questi se ne aggiungono alcune migliaia appartenenti a riti differenti: la Chiesa cattolica di rito greco (bizantino-ucraino) conta 82mila fedeli, quella di rito armeno 3mila, la Chiesa dei Neo-Uniati poco più di 200. Gli appartenenti alla tradizione ortodossa superano appena il mezzo milione di fedeli: 509mila sono gli appartenenti alla Chiesa Ortodossa Autocefala Polacca, con un migliaia di persone a seguire il vecchio rito delle chiese orientali. Ancor più limitata, ma solo da un punto di vista numerico, la presenza delle chiese protestanti: 79mila si sentono rappresentati dalla Chiesa Evangelica di Augsburg, 20mila dalla Chiesa Pentecostale, poco più di 9mila dagli Avventisti, poco più di 5mila dalla Chiesa di Cristo e dalla Nuova Chiesa Apostolica. 4mila600 sono i Battisti, 4mila400 gli Evangelici metodisti, 3mila500 i seguaci della Chiesa Evangelica Riformata. La più numerosa denominazione non cristiana sono i Testimoni di Geova, che contano 126mila aderenti.
Non solo costruzioni antiche - seppur ricostruite solo negli anni ottanta - ma anche palazzoni di epoca sovietica accolgono i fedeli delle diverse confessioni cristiane. Questo edificio si trova a pochi metri dalla sede dell'arcivescovado di Varsavia. (Foto: Simone Di Vito).
La gran parte di queste chiese è rappresentata all’interno del Consiglio Ecumenico Polacco, nato nel 1946 su iniziativa del pastore luterano Zygmunt Michelis. Ne sono membri la Chiesa ortodossa, quella evangelica della confessione di Augsburg, quella evangelica riformata, quella evangelica metodista, e poi ancora la Chiesa Cattolica Polacca, la vecchia Chiesa cattolica dei mariaviti e la Chiesa battista. Al Consiglio possono essere ammesse le chiese che abbiano personalità legale e insegnino in accordo con la Sacra Scrittura professando la fede nel Dio trino, Padre, Figlio e Spirito Santo. Ulteriore caratteristica è che riconoscano in Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, il Salvatore. Lo scopo della sua esistenza è quello di rafforzare le relazioni fra le chiese che ne fanno parte, ma rilevante è anche l’aspetto del dialogo con la Chiesa Cattolica Romana e con il papa, condotto da un gruppo di teologi fin dagli inizi degli anni settanta. Attualmente, il Consiglio è presieduto dall’arcivescovo Jeremiasz, della Chiesa ortodossa, mentre vicepresidenti sono il vescovo Janusz Jagucki (della Chiesa evangelica della confessione di Augsburg) e il vescovo Edward Puslecki (della chiesa evangelica metodista). Il presidente Jeremiasz (al secolo Jan Anchimiuk), 63 anni, fa parte dal 1982 della squadra incaricata di redigere la traduzione ecumenica in lingua polacca della Bibbia, e dal 2002 è al vertice del Consiglio Ecumenico Polacco.
Fonte:
www.korazym.org/news1.asp?Id=17733