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Solo Luca dice " .. fate questo in memoria di me .."

Ultimo Aggiornamento: 06/04/2006 13:33
03/04/2006 13:46
 
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Perchè in una questione così seria (per i TdG significa la Commemorazione , per i Cattolici l'Eucarestia) solo uno degli evangelisti da il comando esplicito ?
Matteo , Marco e Giovanni non fanno menzione del comando.


ciao

------------------------------------------------
Il MALE sono quelli che impongono la propria autorità come verità assoluta e non si dispongono alla verità come autorità assoluta.



03/04/2006 13:57
 
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Ciao Acientof...

Prova a guardare qui quello che cerchi mi pare uno studio mirato!

198.62.75.1/www1/ofm/sbf/Books/LA53/LA53123Chrupcala_InMem...

A presto!
04/04/2006 05:25
 
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Solo Luca - che avendo investigato con cura, è andato a caccia di particolari - dice...

Ecco perché [SM=g27823]

E che era un particolare essenziale lo dimostra sia la testimonianza di Paolo in Corinti attestando che la prassi di "fare questo in memoria di Lui" era normale, sia la Didaké.

PS
Lo studio segnalato da Mazzinga è superlativo!

[Modificato da berescitte 04/04/2006 5.29]

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est modus in rebus
05/04/2006 13:54
 
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molto interessante, ma non ho trovato la risposta ..

Mi sono “spazzolato” tutto il documento di Mazinga, è davvero interessante anche se un po’ tosto per chi come me non conosce il greco.

Vorrei fare alcune considerazioni e/o domande


1- Eucarestia vs Commemorazione (ovvero modalità e frequenza)
Dal comando di Gesù in Luca non si capisce se la ricorrenza della celebrazione comandata ai discepoli doveva essere annuale (come la Commemorazione) o settimanale (come l’Eucarestia).
Però sembra evidente dal racconto di Paolo in I Cor 11 che nel primo secolo , 50-60 ca, i Cristiani celebravano “in ricordo di Cristo” non una volta all’anno, bensì con cadenza più fitta .
Tutti i cristiani partecipavano al pane e al vino, e non solo alcuni come avviene oggi tra i TdG.
Ma questa è una osservazione che non va contro la dottrina WTS, che ha elaborato la separazione Unti-Grande Folla solo nel 1935, per cui nel I secolo e fino a XX secolo erano tutti Unti e quindi partecipi.

2- Se Gesù comandò di mangiare il pane e bere il vino in ricordo di lui, perché oggi i cattolici osservano solo uno dei due comandi (il pane)? O mi sbaglio ? L’ultima volta che l’ho visto fare avevo 6,5 anni …


3- Infine il comando di Gesù non riportato da Marco e Matteo . Pare che prima si sia affermata la tradizione di celebrare “in ricordo di Gesù”, (sicuramente avveniva a Corinto secondo Paolo) e poi siano stati scritti i Vangeli.
La tesi proposta dal documento (che in realtà sfiora solo la questione ) che ho letto sostiene che Marco e Matteo fossero più interessati all’aspetto storico della narrazione , contrariamente a Luca che invece era più interessato alla liturgia ed ha quindi menzionato il comando di Gesù.
Paolo in I Corinti ne parla solo per “sgridare” i Corinzi che stavano svilendo con la loro superficialità l’importanza della celebrazione.
Io continuo a rimanere perplesso che non sia menzionato in Marco e Matteo.
Vuol dire che Marco e Matteo NON erano presenti alla cena ? o che in vangeli NON sono stati scritti da loro, come sostengono alcuni ?

Se avete altro da aggiungere ..


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05/04/2006 14:25
 
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Riguardo a questo:

- Eucarestia vs Commemorazione (ovvero modalità e frequenza)
Dal comando di Gesù in Luca non si capisce se la ricorrenza della celebrazione comandata ai discepoli doveva essere annuale (come la Commemorazione) o settimanale (come l’Eucarestia).
Però sembra evidente dal racconto di Paolo in I Cor 11 che nel primo secolo , 50-60 ca, i Cristiani celebravano “in ricordo di Cristo” non una volta all’anno, bensì con cadenza più fitta .



In prima Corinzi 11:23-26, si legge che Paolo, avendo ricevuto dal Signore, rivelazione nei confronti della Cena del Signore (Eucarestia), spiega ai Corinti " Poichè ogni volta che mangiate di questo pane e bevete da questo calice, voi annunciate la morte del Signore, finchè egli venga" (verso26)

Nel libro degli Atti leggiamo che tutti si riunivano nelle case e "rompevano il pane", certamente volendo significare, che faceva la Cena del Signore, e la facevano spesso.

La Cena del Signore, essendo Suo vero Corpo e Suo vero Sangue, è una potenza per il Cristiano. E' un grande dono che Cristo ha fatto di Sè, oltre al sacrificio della Croce.

Noi, pur sapendo tutto questo, ci meravigliamo (alcuni) che Gesù, in quella sera , prese il pane, e levati gli occhi innocenti, ringraziò e lo ruppe e lo qualificò Suo Corpo; versò il vino nel calice e disse che è suo Sangue, Sangue del Nuovo Patto. Noi, se ci meravigliamo e ci vergognamo di accettare le parole nella realtà con cui Egli le disse, siamo in pericolo di fare parte di quel popolo per cui , il profeta esclamò " chi ha creduto, ed a chi..?".

Non è lecito cominciare coll'accettare le parole di Gesù e poi interpretarle con argomenti umani. bisogna restare nel mistero dal principio alla fine.

Col pane spezzato nella Sua mano, Egli disse : " Questo è il mio Corpo.." , e noi accettiamo riverenti. Egli crea ciò che pronuncia con le Sue labbra, dice Isaia. AdoriamoLo commossi e riconoscenti, perchè , dopo aver dato tutto, come se non bastasse ancora, offrì dalla Croce " Sangue ed acqua ". E come se il tutto non bastasse, ci si presenta in pezzetti di pane e gocce di vino- così ridotto e sformato. Corpo e Sangue.

Gesù ruppe e diede. Più oltre non poteva andare , perchè, il prendere e mangiare e bere è dei discepoli. La Grazia diventa efficace in chi l'accetta. Perciò quel " prendete e mangiate".

Chi prende quel pane come Corpo e quel vino come Sangue, non ha difficoltà a rimanere in ispirito davanti a quel Corpo, a quello di Gesù, ed essere preparato ad essere formato Corpo di Lui, ritenendosi tale, in fede, fin da ora.



05/04/2006 14:48
 
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“Eucarestia vs Commemorazione (ovvero modalità e frequenza)
Dal comando di Gesù in Luca non si capisce se la ricorrenza della celebrazione comandata ai discepoli doveva essere annuale (come la Commemorazione) o settimanale (come l’Eucarestia).”

Le testimonianze patristiche parlano chiaro, l’eucaristia era frequente. Dalla Didachè (fine I secolo): “"Ogni domenica, giorno del Signore, riuniti, spezzato il pane e rendete grazie, dopo che avrete confessato i vostri peccati, affinché il vostro sacrificio sia puro" (14.9-10)
C’è anche uno studio sul sito di Achille che tratta l’argomento.
www.infotdgeova.it/riunioni.htm
www.infotdgeova.it/pasqua.htm
www.infotdgeova.it/quarto.htm

“Gesù comandò di mangiare il pane e bere il vino in ricordo di lui, perché oggi i cattolici osservano solo uno dei due comandi (il pane)? O mi sbaglio ? L’ultima volta che l’ho visto fare avevo 6,5 anni …”

Per vari motivi (tra cui alcuni igienico-sanitari) si decise che far bere tutti dallo stesso calice come ancora oggi avviene presso gli ortodossi non era il massimo.
Si aggiunga il fatto che se si spezza una particola in due non si sta frantumando a metà il corpo di Cristo, egli è presente tutto intiero sia nell’ostia non spezzata sia in ogni suo successivo frammento. E’ ovvio dunque che se si dà solo il pane non si sta fornendo ai fedeli “metà Cristo”.
A volte tuttavia anche fra i cattolici si intinge l’ostia nel calice e in seguito la si dà ai fedeli. (Cosa che detesto perché non mi piace il vino)

“Io continuo a rimanere perplesso che non sia menzionato in Marco e Matteo.”

Non a caso abbiamo quattro Vangeli, se ciascuno dovesse contenere tutto quello che contiene l’altro a che ne servivano quattro?

” Vuol dire che Marco e Matteo NON erano presenti alla cena ?”

Marco non c’era di sicuro.
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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)
05/04/2006 16:30
 
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Perdona il mio lungo intervento, sono solo dei pezzi di copia/incolla di uno studio svolto per i protestanti.
Spero ti sia ti aiuto e che tra le righe tu possa trovare ciò che cerchi.
A presto.


Nella seconda lettera apologetica inviata al senato di Roma, Giustino dice:
“Che cosa ci impedisce di confessare pubblicamente che anche queste azioni sono oneste, e di dimostrare che sono una filosofia divina, sostenendo che noi celebriamo i misteri di Cronos, se uccidiamo uomini e ci saziamo di sangue (come si dice), esattamente come avviene per l'idolo da voi onorato, che aspergete del sangue non solo di animali, ma anche di uomini, voi che, attraverso la persona più insigne e più nobile, fate l'aspersione del sangue di uomini immolati? Perché non imitiamo Zeus e gli altri dèi nello stuprare fanciulli e nel congiungerci impunemente con donne, adducendo a giustificazione gli scritti di Epicuro e dei poeti?

Poiché, al contrario, ci sforziamo di persuadere a fuggire simili dottrine e quanti le praticano, insieme con i loro imitatori - come anche adesso abbiamo tentato di fare con questi discorsi -, in tutti i modi ci si fa guerra. Ma noi non ce ne curiamo, poiché sappiamo che Dio è giusto osservatore di tutto.

Oh, se ci fosse anche adesso qualcuno che salisse su un alto palco e gridasse con voce di tragèda: "Vergognatevi, vergognatevi di addossare ad innocenti ciò che voi fate impunemente, e di attribuire le azioni vostre e dei vostri dèi a costoro, che non ne sono nemmeno minimamente partecipi. Pentitevi, rinsavite".
Mi vanto di essere cristiano!”

I cristiani erano accusati di mangiare la carne di uomini uccisi e bere il loro sangue, perché nella celebrazione eucaristica mangiavano e bevevano il corpo e il sangue di Gesù Cristo, questo secondo i pagani era un atto di cannibalismo, se un cristiano sottoposto a interrogatorio ammetteva che mangiava e bevevo il corpo e il sangue di Cristo, i giudici lo accusavano di cannibalismo, perché nel loro modo di pensare i cristiani si comportavano come gli adoratori di Cronos.
Ma non era più semplice per i cristiani che venivano interrogati ammettere che in realtà si trattava solo del celebrare il ricordo della Cena del Signore, o del simbolo del suo sacrificio sulla croce?
Come mai il loro difesa non diceva che si trattava solo di simboli?
Perché i cristiani preferivano morire, ma non cambiavano una virgola nelle loro dichiarazioni, circa la celebrazione eucaristica?
Giustino, nelle sue lettere apologetiche perché non chiarì che si trattava solo di simboli o ricordo?
Egli nelle sue lettere difendeva i cristiani, ma al tempo stesso professava la verità, difendeva i cristiani dicendo la verità e, se egli dice che ”…abbiamo appreso che anche quel nutrimento, consacrato con la preghiera che contiene la parola di Lui stesso e di cui si nutrono il nostro sangue e la nostra carne per trasformazione, è carne e sangue di quel Gesù incarnato.”
Questo testimonia che le prime comunità cristiane vissute nei primissimi secoli, intendevano l’Eucaristia proprio come oggi la intende la Chiesa cattolica romana.
Anche la Didachè (dottrina degli apostoli) testimonia il carattere sacrificale della celebrazione eucaristica, proprio come lo intende la Chiesa cattolica.

1. Nel giorno del Signore, riuniti, spezzate il pane e rendete grazie dopo aver confessato i vostri peccati, affinché il vostro sacrificio sia puro.
2. Ma tutti quelli che hanno qualche discordia con il loro compagno, non si uniscano a voi prima di essersi riconciliati, affinché il vostro sacrificio non sia profanato.
3. Questo è infatti il sacrificio di cui il Signore ha detto: «In ogni luogo e in ogni tempo offritemi un sacrificio puro, perché un re grande sono io - dice il Signore - e mirabile è il mio nome fra le genti».

Vediamo che al capitolo 14 la Didachè parla di “sacrificio” riferendosi alla profezia di Michea, lo stesso sacrificio incruento che la Chiesa cattolica offre nella celebrazione eucaristica.

Molti protestanti male informati dicono che la dottrina della transustanziazione risale al
IV Concilio del Laterano nel 1215, “prima di allora si era liberi di crederci o di respingerla”.
Prego questi fratelli protestanti di adeguare le proprie idee alla storia e non alla fantasia, perché la storia viene documentata, e chiunque può verificare.
Infatti la verità della transustanziazione non fu mai posta in dubbio o negata dai credenti dei primi secoli, e quando dico mai, significa mai.
Soltanto nel XI secolo incominciarono reticenze, equivoci, contestazioni, che purtroppo, culminarono nel noto protestantesimo del secolo XVI. I padri del protestantesimo variamente respinsero la verità cattolica. Lutero respinse la transustanziazione, non la presenza reale; Calvino e Zuiglio respinsero anche la presenza reale;
Calvino riducendola ad una presenza spirituale dinamica, Zuiglio ad una presenza simbolica.
E le varie professioni protestantiche moltiplicarono poi le varie interpretazioni, tutte concordi nel respingere la verità cristiana, ossia cattolica, apostolica, romana.
L’istituzione della Eucaristia, (questa realtà, la più sublime e ineffabile, in cui culmina l’amore di Dio per gli uomini) non è stata il prodotto di uno slancio passeggero di sentimento del Divin Salvatore. No. Essa risponde a un grande disegno di Dio già prestabilito e manifestato nei secoli precedenti.
La prima figura la troviamo ai primordi del mondo, e fu l’albero della vita, posto da Dio nel Paradiso terrestre, il quale aveva la virtù di far crescere l’uomo sempre vegeto, robusto, comunicandogli il dono della incorruttibilità e immortalità… Altra figura incontriamo nel pane e nel vino, che offrì al Signore il sacerdote Melchisedech… Andando avanti nei secoli, altre due figure furono l’Agnello pasquale e la Manna del deserto; l’Agnello pasquale, che per gli Ebrei era tutto insieme vittima e alimento… e liberò infine il popolo del Signore dalla schiavitù di Egitto col suo sangue segnato sulle porte… La Manna del deserto che conteneva ogni più delizioso sapore, ecc… Altre figure: l’Arca dell’Alleanza, i pani della propiziazione, il capro emissario che cadeva vittima di espiazione per tutte le iniquità del popolo.
Nel Nuovo Testamento troviamo la conversione dell’acqua in vino alle nozze di Cana; la moltiplicazione dei pani… e, più di tutto, i discorsi del Salvatore ai discepoli e alle turbe, dove si trovavano le più chiare promesse…
Una prova inconfutabile di come intendevano l’Eucaristia le prime comunità cristiane la troviamo nella prima apologia di S. Giustino a pag. 66, scritta appena 150 anni dopo Cristo.
Possiamo vedere che Giustino parla con estrema sicurezza e tranquillità dell’Eucaristia, e ci descrive: “ non è lecito partecipare ad alcuno, se non a chi crede essere vero ciò che è insegnato da noi, e ha ricevuto il battesimo… e vive così come Cristo ha insegnato”
“poiché noi non la riceviamo come pane consueto né consueta bevanda; ma come abbiamo appreso che, per il Verbo di Dio, il nostro Salvatore Gesù Cristo fatto uomo ebbe carne e sangue per nostra salvezza, così abbiamo appreso che quel cibo consacrato con la prece delle parole da Lui stesso proferite e dal quale il nostro sangue e le nostre carni sono nutrite per assimilazione,
è carne e sangue di quel Gesù che si è fatto uomo”
Nel 1215 fu approvata soltanto la parola “transustanziazione” che etimologicamente e sinteticamente indicava molto bene quello che esprimeva, o si esprime con molte più parole, ossia il cambiamento della sostanza del pane e del vino nel Corpo e nel Sangue di N.S. Gesù Cristo.
Cercare di annullare prove come quelle che ci portano gli scritti di Giustino, è da persone calunniose, e Giustino era (ed è) realmente un Santo, non una persona ignota della quale sono trovati scritti che non si sa se giudicare romanzi, o prove storiche del cristianesimo dei primi secoli, Giustino non era un ignoto, ma un santo di Dio, una persona di fede provata, e ci sono molti documenti ad attestarlo.

Lo stesso Lutero scrive in una lettera: “ Devo confessare che se qualcuno mi avesse potuto persuadere che nel sacramento non c’è nulla tranne pane e vino, costui mi avrebbe fatto un gran favore… ho sudato molto intorno a questo punto, ho cercato tutti i modi per districarmi… ma vedo che non c’è nessuna via di uscita; il testo evangelico è troppo chiaro e lampante”.
I protestanti distorcono il significato delle parole di Gesù: “E’ lo Spirito che vivifica, la carne non giova a nulla; le parole che io vi dico sono spirito e vita” (Gv 6,63).
Lo Spirito Santo in effetti vivifica il pane e il vino, li rende vivi, quel semplice pezzo di pane dopo la preghiera di benedizione divenne il Suo corpo, e il vino il Suo sangue, quindi furono vivificati dallo Spirito non dall’uomo, e lo Spirito che vivifica, la carne (l’uomo) non giova a nulla, quindi lo Spirito vivifica il pane e il vino rendendoli corpo e sangue di Cristo, e infatti il sacerdote invoca lo Spirito Santo quando consacra il pane e il vino, chiede allo Spirito Santo di trasformare il pane in Corpo e il vino in Sangue di Gesù Cristo.
Le parole di Gesù alludono al modo mistico della reale presenza, da non scambiare per il modo fisico, quasi che la carne per essere vero cibo dovesse presentarsi sotto forma fisica della carne e il sangue sotto forma fisica del sangue (globuli rossi), come intendevano senza dubbio gli ascoltatori.
Ma non smentiscono il senso reale delle parole, le quali appunto in senso reale furono interpretate sia da coloro che perciò appunto lo abbandonarono, sia da coloro che perciò appunto sentirono di dover superare il senso e la ragione con l’atto di fede.
Gesù quando disse “la mia carne è veramente cibo ed il mio sangue è vera bevanda” vide e capì benissimo che i discepoli non avevano capito il vero senso di quelle parole, ma non parlò per similitudini, ripete per cinque volte che Lui è vero cibo, disse che chi mangerà la Sua carne e berrà il Suo sangue avrà la vita eterna, e quando molti discepoli pensarono al cannibalismo dicendogli “maestro questo tuo parlare è duro” Gesù non semplificò ma continuò sulla stessa linea, e per chiarire che il pane non si trasforma in un pezzetto di carne, e il vino in globuli rossi, disse che è lo Spirito che vivifica, la carne non giova a nulla, alludendo al modo mistico della presenza reale.
Molti protestanti però vorrebbero aver spiegato tutto ciò con formule fisiche e matematiche, vorrebbero arrivare a capire come ciò possa accadere.
Gesù vide che neanche gli Apostoli avevano capito, e chiese se anche loro lo volessero abbandonare, e Pietro gli risponde “Maestro e da chi andremo, tu solo hai parole di vita eterna” quindi Pietro intese dire che gli credevano per fede, anche se la loro mente non capiva il modo come ciò potesse avvenire. Noi cristiani cattolici allo stesso modo crediamo per fede alla presenza reale e mistica di Gesù nell’Eucaristia.
Ripeto, Gesù quando istituì l’Eucaristia parlò in modo chiaro e preciso, non usò parabole per far meglio capire, ma disse “questo è il mio corpo” e “questo è il mio sangue”, quando invece Egli si paragona alla porta dicendo: “io sono la porta” basterebbe fare l’analisi logica di queste frasi per accorgersi che cambia la posizione e il significato del soggetto, cioè dicendo “io sono la porta” Gesù vuol far capire che tramite Lui si arriva alla salvezza, e per andare al Padre dobbiamo passare attraverso Lui, ma si può notare che non indica una porta in particolare, in quel momento non ha una porta in mano, si paragona genericamente ad una porta, non ad una porta in particolare, ma ad una qualsiasi porta, quindi usa la simbologia della porta che è sinonimo di passaggio, di attraversamento, di entrata, per far capire che attraverso di Lui si arriva al Padre quindi alla salvezza eterna; ma quando invece dice: “questo è il mio corpo” non si riferisce a qualsiasi pane, non sta usando la simbologia del corpo, e nemmeno la simbologia del pane altrimenti avrebbe detto: “ io sono il pane” “o io sono l’acqua viva” come lo ha detto in altre circostanze, riferendosi al significato nutrizionale che ha il pane o al potere dissetante dell’acqua, (Gesù nutrisce e disseta), ma nel caso dell’Eucaristia Gesù si riferisce ad un pane specifico, cioè quello che in quel preciso momento sta tenendo in mano, e che poco prima aveva consacrato (benedetto) quindi sta dicendo che proprio quel pane è il suo corpo, e qui non è una affermazione generica, altrimenti avrebbe detto: “il pane è il mio corpo” intendendo qualsiasi pane, e bene notare quindi che “questo è il mio corpo” significa che quel pane che teneva in mano e che era stato da lui benedetto era il suo corpo, come è il suo corpo il pane che il prete benedice invocando lo Spirito Santo, infatti il prete fa questo in memoria di Gesù.
Il significato simbolico che vogliono attribuire alla santa cena, definendo il pane simbolo del corpo e il vino simbolo del sangue si infrange contro le chiarissime parole di Gesù “questo è il mio corpo” “…questo è il mio sangue” Gesù non disse “questo pane è il simbolo del mio corpo”, oppure “questo pane rappresenta il mio corpo” o “tramite questo pane vi ricorderete del mio corpo o del mio sacrificio” ma disse “questo è il mio corpo”, e qui i protestanti tentano di usare la logica e la razionalità umana; gettandosi la zappa sui piedi dicono: “ma come è mai possibile che Gesù si possa materializzare nel pane o nell’ostia ?” “e se sarebbe cosi allora significa che i cattolici sono cannibali, perché mangiano la carne di Gesù, e ancora, come si può spiegare che dopo aver spezzato il pane Gesù rimane tutto intero in ogni singolo pezzetto, e in ogni briciola ?”
Ma molti protestanti non si comportano proprio come quei discepoli che dissero a Gesù “maestro questo tuo parlare è duro”, pensare nella maniera umana non giova a nulla, “la carne non giova a nulla, è lo Spirito che vivifica il pane e il vino, quindi se vi meravigliate di questo cosa farete quando vedrete ascendere il Figlio dell’uomo ascendere al cielo?”
Ai miracoli ci credono per fede, il miracolo dell’Eucaristia invece lo vorrebbero spiegato con le leggi scientifiche.
San Giustino martire, vissuto prima di Costantino in una sua lettera scrive:
“Questo alimento noi lo chiamiamo Eucaristia, e non è dato parteciparne se non a chi crede veri gli insegnamenti nostri, ha ricevuto il lavacro per la remissione dei peccati e la rigenerazione e vive secondo le norme di Cristo. Poiché noi non lo prendiamo come un pane comune e una comune bevanda; ma come Gesù Cristo salvatore nostro, incarnatosi per la parola di Dio, prese carne e sangue per la nostra salvezza, così il nutrimento consacrato con la preghiera di ringraziamento formata dalle parole di Cristo e di cui si nutrono per assimilazione il sangue e le carni nostre, è, secondo la nostra dottrina, carne e sangue di Gesù incarnato. Gli apostoli difatti nelle loro Memorie, dette Evangeli, tramandarono che Gesù Cristo lasciò loro tale legato: preso un pane e rese grazie egli disse loro: Fate ciò in memoria di me; questo è il mio corpo (Lc 22,19-20; 1Cor 11,23-25; Mt 25,28); e preso similmente il calice e rese grazie, disse: Questo è il mio sangue; e a loro soli li offerse.”

San Giovanni Crisostomo nacque ad Antiochia di Siria nel 354 d.C. e anche lui fa parte delle prime comunità cristiane, dopo Costantino.
A proposito dell’Eucaristia scrive: “Mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane, lo spezzò” (Mt 26,6). Perché celebrò il mistero dell’Eucaristia durante la Pasqua?
Perché tu imparassi che Egli è l’autore della legge antica, che conteneva in figura ciò che lo riguardava.
A questa immagine ha sostituito la realtà. Anche il fatto che fosse sera ha un suo significato: rappresentava la pienezza dei tempi e il compimento finale delle cose... Se la Pasqua, che era una semplice figura, ha potuto liberare gli ebrei dalla schiavitù, quanto più la realtà non libererà l’universo?...
Prendete e mangiate, dice Gesù, questo è il mio corpo, che è per voi (1Cor 11,24).
Come mai i discepoli non sono rimasti turbati udendo queste parole? Il Cristo aveva già detto loro molte cose su questo argomento (cf. Gv 6). Non vi ritorna più, pensando di averne parlato a sufficienza...
Fidiamoci dunque pienamente di Dio. Non facciamogli obiezioni, anche se quello che dice sembra contrario ai nostri ragionamenti e a quello che vediamo. La sua parola sia padrona della nostra ragione e del nostro modo di vedere. Abbiamo questo atteggiamento di fronte ai sacri misteri: non vediamoci solamente quello che cade sotto i nostri sensi, ma teniamo soprattutto conto delle parole del Signore.
La sua Parola non inganna, mentre i nostri sensi ci ingannano facilmente; essa non è mai colta in errore, mentre i sensi si sbagliano spesso. Quando il Verbo dice: Questo è il mio corpo, fidiamoci di lui, crediamo e contempliamolo con gli occhi dello spirito. Perché Cristo non ci ha dato nulla di puramente materiale: nelle stesse realtà sensibili, tutto è spirituale.
Col battesimo ci viene amministrata una realtà sensibile nel dono dell’acqua, ma la sua efficacia è di ordine spirituale, quello della rinascita e del rinnovamento. Se tu fossi un essere incorporeo, questi doni incorporei ti sarebbero dati senza intermediari; ma poiché l’anima è unita al corpo, i doni spirituali ti sono comunicati attraverso realtà sensibili.
Quanta gente dice oggi: «Vorrei vedere il volto di Cristo, i suoi lineamenti, le sue vesti, i suoi sandali». Ebbene, è lui che vedi, che tocchi, che mangi! Desideri vedere le sue vesti; ed è lui stesso che si dona a te non solo per esser visto, ma toccato, mangiato, accolto nel cuore. Nessuno dunque si avvicini con indifferenza o con mollezza; ma tutti vengano a lui con l’anima ardente di amore.” Questo lo dice S. Giovanni Crisostomo dottore della Chiesa.
Siamo sicuri che i pastori protestanti abbiano più autorità spirituale rispetto a questi padri della Chiesa, per affermare un significato e un valore completamente diversi dell’Eucaristia, che essi chiamano abitualmente santa cena?
Siamo sicuri che il pane e il vino rappresentano solo il sacrificio di Gesù, e non diventino per noi vero corpo e vero sangue?
Eppure leggendo come la pensavano i primi padri della Chiesa si può tranquillamente affermare che le chiese protestanti abbiano preso un grossissimo abbaglio! Ma è mai possibile che su un punto così fondamentale della dottrina cristiana lo Spirito Santo suggerisca a ciascuno dei protestanti significati diversi attribuibili all’Eucaristia? Come mai Lutero, Calvino, Zuiglio e altri erano tutti in disaccordo tra loro sul significato e il valore dell’Eucaristia, nonostante ognuno di essi affermava di essere illuminato dallo Spirito Santo?
I protestanti respingono l’affermazione che nella Messa viene rinnovato il sacrificio di Cristo, perché “noi siamo stati santificati, mediante l’offerta del Corpo di Gesù Cristo, fatta una volta per sempre”
(Eb, 10,10).
Evidentemente i fratelli non cattolici si attengono molto alle congetture ed alle apparenze, i cattolici invece crediamo alla Parola di Dio ed al Magistero ecclesiastico istituito da Cristo per darci chiarezza e sicurezza. Il Magistero ci da la definizione della Messa in questi termini: “Essa è il sacrificio della Nuova Legge, è offerta la stessa vittima del Calvario, Gesù Cristo, per riconoscere il supremo dominio di Dio e per applicare ai fedeli i meriti acquistati sulla Croce”.
La natura propria della Messa è quella di essere un sacrificio. Non si tratta di un nuovo sacrificio, diverso dal sacrificio della Croce. La Croce è l’unico sacrificio del Nuovo Testamento; non vi sono altri sacrifici, quasi che quello fosse incompleto e manchevole (Eb 16,10-12). E’ attraverso una nuova offerta di esso al Padre, da parte del sacerdote, della Chiesa, dei fedeli.
Molte discussioni si sono fatte per precisare meglio questo rapporto essenziale per cui la Messa, non potendosi dire un nuovo sacrificio diverso da quello della Croce, non si può tuttavia neppure ridurre a una semplice memoria o commemorazione di esso, ed ha ragion vera di sacrificio: “l’augusto sacrificio dell’altare – dice Pio XII nella M.D., 55 – non è una pura e semplice commemorazione della passione e morte di Gesù Cristo, ma è un vero e proprio sacrificio”.
Comprendo le gravi difficoltà che possono sorgere su tale argomento che la Chiesa definisce
“mistero della fede”, quasi a significare che è uno dei più grandi misteri, se non assolutamente il più grande, dei misteri del Cristianesimo.
La Messa, sacrificio incruento, “anziché diminuire la dignità del sacrificio cruento, ne fa risaltare come afferma il Concilio di Trento, la grandezza e ne proclama la necessità. Rinnovato ogni giorno, ci ammonisce della Croce di Nostro Signore Gesù Cristo.” (dalla Mediator Dei 65, di Pio XII).
Il Catechismo di Pio X, inoltre, aggiunge che “sulla Croce Gesù Cristo meritò ogni grazia per noi; invece sull’altare Egli… ci applica i meriti del Sacrificio della Croce”
Sul Calvario solo Gesù è vittima e sacerdote; nella Messa, insieme con Lui, che rinnova l’offerta attraverso il ministero del sacerdote, si unisce la Chiesa tutta e si uniscono i fedeli partecipanti… La Messa è l’offerta sacrificale del Cristo intero, persona fisica e persona mistica, di Gesù e della Chiesa, prolungamento di Cristo nella storia.
Il Salmo 109,4 richiama Gen 14,18 “Tu sei sacerdote in eterno secondo l’ordine di Melchisedech”
Questo salmo, che da tutti è ritenuto messianico afferma tre cose: Cristo è sacerdote e pertanto offre il sacrificio; Egli compirà questa funzione sacerdotale per sempre; la sua offerta sacrificale sarà fatta secondo il rito di Melchisedech (Gen 14,18).
L’inciso “ed era sacerdote dell’Altissimo” suggerisce l’idea di una oblazione sacrificale di pane e vino, fatta da Melchisedech per la vittoria di Abramo…
Tale profezia si può ritenere pienamente verificata soltanto nell’ipotesi che la Messa sia un vero sacrificio; infatti solamente nella quotidiana offerta del pane e del vino consacrati, Cristo appare sacerdote che offre perpetuamente un sacrificio secondo il rito di Melchisedech.
Nel secolo V a.C., il profeta Malachia, riprendendo la tiepidezza dei sacerdoti dell’Antico Testamento, che offrivano roba di scarto (animali ciechi o zoppi), così si esprime: “Io non sono contento di voi, dice il Signore degli eserciti, io non accoglierò più il sacrificio delle vostre mani, perché dall’Oriente all’Occidente il mio nome è grande fra le genti e in ogni luogo si sacrifica e si offre al mio nome un’oblazione pura, poiché grande è il mio nome fra le genti, dice il Signore degli eserciti” (Mal 1,10-11).
In questa profezia Malachia parla di un vero sacrificio, che sarà offerto nell’età messianica, caratterizzata dall’abrogazione del levitismo, dalla universalità e dalla santità.
La visione profetica di Malachia che vede l’offerta, il sacrificio puro all’unico Dio, ha il suo compimento perfetto nella Messa, che da ogni punto della terra e da tutte le stirpi è offerta come “ostia immacolata” al Signore.
Infatti è chiaro che l’espressione “dall’Oriente all’Occidente” indichi tutta la terra, tutti i popoli, e nell’Antico Testamento l’unico popolo eletto era quello ebreo, quindi appare chiaro come la profezia si riferisca al Nuovo Testamento, in cui tutti i popoli sono accolti dal Signore.
Se quindi appare chiaro che Malachia si riferisce al Nuovo Testamento, quale sarebbe questa oblazione pura secondo i protestanti?
Se Malachia si riferiva al sacrificio di Gesù sul calvario e basta, doveva indicare una sola persona (Gesù) e non usare l’espressione “dall’Oriente all’Occidente” indicando così tutti i popoli.
Qui appare chiaro il carattere sacrificale della Santa Messa, nella quale viene offerta “l’oblazione pura”
l’Agnello puro, l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo; e come può essere offerto se come dicono molti protestanti la santa cena è solo una commemorazione?
Loro vorrebbero spiegare con i ragionamenti umani ciò che è Spirito e vita, ciò che avviene tramite la potenza dello Spirito che vivifica il pane e il vino facendoli diventare il corpo e il sangue di Gesù nostro Signore. E’ lo Spirito che vivifica la carne non giova a nulla! E’ lo Spirito Santo che da vita al pane è al vino trasformandoli nel corpo e sangue di Cristo.
Questo parlare è duro, chi lo può comprendere?
Lo comprendono coloro che credono per fede, e non per ragionamenti logici, e se costoro con i loro ragionamenti vedrebbero Gesù salire al Cielo sotto i loro occhi che direbbero?
Direbbero forse che si tratterebbe di un fantasma? O di qualche manifestazione satanica, travestita da angelo di luce?
Fratelli smettiamola di rispondere per partito preso, la Verità è sotto i vostri occhi, apriteli!
Malachia a quale oblazione pura si riferiva?
Se studiereste di più, togliendo il velo che avete sopra i vostri occhi sicuramente vedreste molte più cose di quelle che vedete ora.

Il Nuovo Testamento offre molti indizi certi e chiare testimonianze riguardo al carattere sacrificale della Messa, nell’ultima Cena Gesù compì un vero è proprio sacrificio quando disse che il suo Corpo era “dato”, ed il suo sangue era “versato”. Queste due espressioni nello stile biblico, anche separatamente prese (vedi, Mt 20,28; Rm 8,12; Gal 1,4; 2,20; Ef 5,25; 1 Tm 2,6; Tit 2,14; Eb 10,10; per l’effusione del suo sangue, vedi: Rm 3,25; 5,9; Ef 1,7; 1Cor 14,20; Eb 9,7 1 Pt1,19; 1 Gv 1,7) indicano sempre un’immolazione sacrificale.
Né si può ritenere che Gesù volesse alludere all’imminente sacrificio della Croce, poiché è al presente che Egli parla: “viene dato” (il suo corpo) “viene effuso” (il suo sangue); quindi tutto si riferisce a quanto avveniva in quel momento in cui Gesù parlava. Proprio in quell’istante Gesù diede l’ordine di rinnovare quel rito sacrificale: “fate questo in memoria di me” (Lc 22,19).
La Chiesa pertanto ripetendo il gesto eucaristico del suo Fondatore, compie un vero e proprio sacrificio, quello stesso che offrì Gesù.
Gesù non disse “che per voi sarà dato” infatti l’ordine di Gesù “fate questo in memoria di me” non si riferisce alla Croce, gli Apostoli non dovevano ripetere la sua crocifissione, ma il sacrificio da Lui istituito, da Lui ordinato, da Lui insegnato, Gesù parla al presente, Lui è il sacerdote, Lui è la vittima, Lui è il Signore.
Gesù quella sera compì il miracolo Eucaristico, sotto gli occhi degli Apostoli, il più grande dei miracoli, e per questo il più incomprensibile. Ci teneva moltissimo Gesù a fare l’ultima Pasqua con i suoi Apostoli, perché in quella sera sapeva che doveva fare il più grande dei miracoli, donare il suo corpo e il suo sangue sotto forma apparente di pane e di vino, secondo l’ordine di Melchisedech (Gen, 14,18).
Grande e potente è il Signore!
In tutto questo l’idolatria dove sta?
Come fanno i fratelli protestanti ad accusare di idolatria i cattolici che adorano l’ostia consacrata?
L’ostia consacrata è il corpo di Gesù, dov’è l’idolatria?
Aprite gli occhi fratelli, lasciate stare l’ispirazione (o presunta tale) che dicono di avere i vostri pastori, perché sono loro a ispirare voi, con insegnamenti errati, insegnamenti che vi portano e considerare un idolo Gesù stesso, perché chi dice che il pane e il vino consacrati sono idoli sta bestemmiando contro lo Spirito Santo.

S. Paolo (1 Cor 10,20-21) affianca le testimonianze evangeliche: “…No, ma dico che i sacrifici dei pagani sono fatti a demoni e non a Dio. Ora, io non voglio che voi entriate in comunione con i demoni; non potete bere il calice del Signore e il calice dei demoni; non potete partecipare alla mensa del Signore e alla mensa dei demoni”.
L’Apostolo, stabilendo un’antitesi tra i riti pagani e quelli cristiani, riconosce presso entrambi l’esistenza di un sacrificio.
Il fratello non cattolico Nisbet scrive che la dottrina della Messa così come è oggi insegnata dalla Chiesa cattolica, è sorta col Concilio Laterano del 1215, ma il fratello Nisbet si sbaglia perché fin dalla nascita della Chiesa di Cristo circondò il rito della frazione del pane di cerimonie e di preghiere, nelle quali, in forma semplice, venne espressa la fede comune che rivive l’indole sacrificale del culto eucaristico.
La Didachè (14,1-3) affermò che l’Eucaristia è il sacrificio predetto da Malachia, S. Giustino ne fornì la prima descrizione liturgica. Con S. Ippolito ne viene introdotto il ricordo nel primo Canone romano, e con Serapione nasce la prima anafora orientale.
L’immolazione incruenta e sacramentale rappresenta la morte cruenta del Calvario e ne rinnova perennemente la memoria: ci parlano di ciò S. Cipriano, Serapione di Thmuis, S.Agostino.
I fratelli protestanti continuano però a non capire come possa esserci Gesù nel pane e nel vino, come possa spiegarsi il fatto che anche spezzando il pane Gesù sia in ogni briciola di quel pane.


Un altro punto dove i fratelli non cattolici puntano il dito è quello dell’Eucaristia sotto le due specie, infatti accusano la Chiesa cattolica di dare solo il pane e non il vino ai fedeli, ma solo il prete può comunicarsi sotto le due specie.
Inizio col dire che questo non è vero, perché io personalmente frequentavo una comunità di catecumeni e mi comunicavo sotto le due specie come tutti i miei fratelli; tuttavia è vero che in molte parrocchie venga dato solo il pane (ostia), non vedo però dove sta l’errore che additano i fratelli non cattolici.
Infatti essi devono sapere che nel pane c’è Gesù tutto intero, così come nel vino, altrimenti sembrerebbe che Gesù si formasse dall’unione del pane e del vino, scene di questo tipo sono molto pittoresche e di solito si vedono nei cartoni animati, ma nel mistero eucaristico Gesù è presente sotto le due specie, intero in ognuna di esse, la comunione sotto le due specie serve da segno, per meglio rappresentare la santa cena, ma non possono esserci dubbi sul fatto che Gesù sia tutto intero nel pane e tutto intero nel vino.
Gesù disse: “ In verità in verità vi dico: non Mosè vi ha dato il pane dal cielo, ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo, quello vero; il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo”
(Gv 6,22-23)
“ Io sono il pane vivo disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno, e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo”
“ Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me, e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo,… Chi mangia questo pane vivrà in eterno” (Gv 6,57-58)
In queste parole Gesù non fa riferimento al calice. Gesù è tutto intero nel pane e anche nel vino, quindi se per motivi igienici, e per la precauzione di non spargere per qualche sorso maldestro il prezioso sangue di Gesù la Chiesa cattolica romana preferisce dare solo il pane ai fedeli, tuttavia è doveroso sottolineare che non è vero che essa proibisce la comunione sotto le due specie, ma tutti i fedeli che vengono sensibilizzati nel maneggiare con cura il calice possono comunicarsi anche con il vino, io stesso ne rendo testimonianza perché mi sono comunicato più volte sotto le due specie.
E’ impossibile separare il Sangue di Cristo dal Suo Corpo, dalla Sua Anima e dalla Sua Divinità, e questo in forza di quella concomitanza che tiene indissolubilmente uniti il Corpo, il Sangue, l’Anima e la Divinità di Gesù Cristo.
Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, dice Gesù, io sono in mezzo a loro (Mt 18,20). Mantenere uniti coloro che si amano è frutto di una grande e forte amicizia.
Crisostomo Giovanni, Omelie 8, sulla lettera ai Romani, 8
Queste parole del fratello Giovanni Crisostomo ci fanno ancor di più innamorare di Cristo, ci fanno riflettere su ciò che siamo, perché in esse vediamo dipinta la nostra vita quotidiana, le nostre gesta e i nostri comportamenti nei confronti dei nostri fratelli.
Purtroppo la mancanza di conoscenza profonda, induce a sbagliare; i protestanti ad esempio sbagliano a dare il giusto senso ai versetti di Paolo in 1 Corinzi 10, 14-21 “Perciò miei cari, fuggite il culto degli idoli.
Parlo a voi come a gente assennata; giudicate voi stessi quanto io dico. Il calice di benedizione, che noi benediciamo non e forse una comunione col sangue di Cristo ? Il pane che spezziamo non è forse una comunione col corpo di Cristo ?
Dal momento che vi è un solo pane, noi, che siamo molti, formiamo un solo corpo, poiché noi tutti siamo partecipi di quest’unico pane. Guardate l’Israele terrestre ! Non sono forse in comunione con l’altare, quelli che mangiano le vittime ? Che intendo dunque dire ? Che la carne immolata agli idoli abbia un qualche valore ? Ovvero che un idolo sia qualcosa ? No, ma che quanto sacrificano i pagani, lo sacrificano ai demoni e non a Dio. Ora, non voglio che voi siate in comunione con i demoni; non potete prendere parte alla mensa del Signore e alla mensa dei demoni”
Perché Paolo fa quest’accostamento tra la carne immolata agli idoli,
e il corpo e sangue di nostro Signore ?
Nell’altare veniva posto un animale, e veniva sgozzato e tagliato, ne fuoriusciva del sangue, carne e sangue, erano (e sono) questi i due elementi che facevano entrare in comunione con i demoni, o con Dio.
Se la carne veniva offerta agli idoli, ossia ad altri dei, allora chi mangiava di quella carne e beveva di quel sangue entrava in comunione con i demoni, se (nel vecchio testamento) l’animale veniva offerto a Dio allora i partecipanti entravano in comunione con Lui.
Paolo fa quest’accostamento perché intende far capire ai discepoli, che la Santa cena ha un carattere sacrificale, è cioè un vero sacrificio.
Mentre però nel vecchio testamento il sacrificio veniva ripetuto materialmente, (sacrificio cruento, con spargimento di sangue) immolando un agnello sull’altare, nel nuovo testamento l’agnello è l’Agnello di Dio, cioè Gesù, che si è sacrificato un volta per tutte, liberando l’umanità dalla schiavitù del peccato e sconfiggendo la morte.
Quindi l’Eucaristia è un sacrificio incruento, non in senso materiale come nel vecchio testamento.
Se io ad esempio dico: “mia moglie è sangue del mio sangue” lo dico perché unendomi a lei nel sacro vincolo del matrimonio, ho formato una sola carne con lei, cioè sono entrato in comunione con lei.
Ho formato una sola carne con lei, accoppiandomi con lei, non in senso volgare, ma con un atto di amore.
Tale azione mi ha consentito di diventare con mia moglie una sola carne.
Se io quindi faccio questo esempio, non lo faccio a caso, lo faccio per far meglio capire il mio pensiero.
Paolo quando fa l’accostamento tra comunione con i demoni e comunione con Cristo, lo fa per far meglio capire che si tratta in entrambi i casi di sacrificio.
A differenza dell’esempio che ho fatto io (comunione carnale), qui Paolo parla di comunione spirituale, comunione con il corpo glorioso di Gesù, partecipando all’Eucaristia si entra in comunione con il corpo e con il sangue di Gesù.
Così come era realmente presente il corpo e il sangue dell’agnello nell’altare, anche nell’Eucaristia è realmente presente il corpo e il sangue di Cristo, solo così si può dare un senso alle parole di Paolo, altrimenti si potrebbe dire che Paolo abbia fatto un accostamento insensato, sballato;
Paolo però scriveva sotto ispirazione, quindi il suo accostamento non può essere casuale.
Gesù aveva predetto queste parole, solo che il fedele pagano (demoniaco) vedeva e toccava con mano carne e sangue, il fedele cristiano deve credere per fede, che il pane diventa vero corpo e il vino vero sangue, pur rimanendo nella loro forma e cioè pane e vino, quindi il pane diventa vero corpo nella sostanza, e così pure il vino.
Satana non si è sacrificato per nessuno, ne tanto meno si è mai incarnato (ne mai lo potrà fare) quindi all’eretico basta l’animale sacrificato per entrare in comunione con satana.
Per noi uomini cristiani (e per chiunque voglia accettarlo) invece Gesù si è sacrificato morendo sulla croce, e siccome è ritornato al Padre, ripetendo il memoriale (incruento) del suo sacrificio entriamo in comunione con lui, e come è possibile se non sarebbero presenti realmente nell’Eucaristia il suo corpo e il suo sangue ?
I protestanti prima affermano di essere cristiani e di avere fede in Cristo, poi quando si menziona la presenza reale di Gesù nell’Eucaristia cominciano a usare la logica umana, la razionalità umana per negare la presenza reale di Gesù nell’Eucaristia, dicono: “come può essere Gesù presente nel pane, se noi continuiamo a vedere il pane con la sua forma naturale, altrimenti significherebbe che quando si spezza il pane si spezza anche Gesù, in tante parti, e poi voi cattolici dovete essere dei cannibali per mangiare la carne di Gesù”.
Secondo la logica umana in effetti non si può spiegare come faccia Gesù ad essere presente nel pane e nel vino, con corpo anima e divinità.
Se non avrei analizzato e riflettuto sui versetti biblici considerandoli nel loro contesto, quasi quasi sarei portato a dare ragione ai protestanti.
Ma i protestanti dicono di credere per fede alla Parola di Dio, e allora come mai la loro fede si ferma davanti al mistero eucaristico, come mai non credono per fede alla presenza reale di Gesù nell’Eucaristia ?
Con la loro razionalità allora dovrebbero spiegare come può Dio non aver avuto principio, cioè Dio è sempre esistito, non vi fu mai un tempo in cui Dio non c’era, e poi dovrebbero spiegare con la loro razionalità il mistero della Trinità; vi sono molti altri esempi presi dalla Bibbia, che si potrebbero fare come ad esempio i miracoli che operava Gesù, come spiegano questo i fratelli protestanti ?
Eppure Gesù ha detto “questo è il mio corpo” tenendo il pane in mano e “questo è il mio sangue” tenendo il calice del vino in mano, quel pane non è qualsiasi pane, ma è diventato il corpo di Gesù dopo la preghiera di benedizione, e questa preghiera non è la semplice benedizione che noi cristiani diamo al cibo quotidiano, ma è l’invocazione dello Spirito Santo affinché quel pane diventasse (e diventi) vero corpo, e il vino vero sangue di Cristo.
I protestanti questo non lo credono, la loro fede si infrange sulla loro ragione.
Dovrebbero allora spiegare ai cristiani come ha fatto Gesù ad attraversare la porta della stanza dove erano riuniti i suoi discepoli.
Secondo le leggi fisiche che noi conosciamo ciò non è possibile, solo un fantasma potrebbe fare questo, ammesso che siamo in grado di spiegare cosa sia un fantasma.
Eppure quando Tommaso toccò le mani e il costato di Gesù, le sue mani toccarono realmente Gesù, non lo attraversarono da parte a parte come se fosse una visione fantasma.
E quando Gesù mangiò del pesce il pesce non cadde a terra come se lo stesse mangiando un fantasma, ma fu ingerito da Gesù come lo ingerisce un normale uomo in carne ed ossa.
Come spiegano tutto ciò i fratelli protestanti ?
Il corpo glorioso di Gesù non obbedisce più alle leggi fisiche, trascende la logica umana, la razionalità umana non può spiegare simili eventi, e qui che interviene la fede dei cristiani.
Si deve credere per fede, la nostra mente non sa spiegarselo però crede per fede.
E perché quando si tratta della presenza reale di Gesù nell’Eucaristia, nei fratelli protestanti la fede si ferma e interviene la ragione ?
I fedeli protestanti più che seguire alla cieca quello che dice loro il pastore farebbero bene a verificare come intendevano l’Eucaristia le prime comunità cristiane.
Oppure bisogna credere che anche le prime comunità cristiane si sbagliavano ?
E se si sbagliavano la vera chiesa di Cristo è forse nata dopo il 1500 ?
Come mai, visto che Gesù ha promesso che non avrebbe mai abbandonato la sua sposa, fino alla fine dei tempi ?
Quando parlo dell’Eucaristia lo faccio con estrema riverenza, essendo pienamente cosciente che sto parlando di nostro Signore Gesù Cristo, non mi sento degno di spiegarlo io con parole umane, trattandosi un argomento così importante.
Tuttavia e per amore di Cristo che sto scrivendo queste riflessioni, per amore della verità, e quindi ne parlo per confutare le bestemmie che dicono e sostengono i fratelli protestanti, (la maggior parte inconsapevolmente).
Io non sono un dottore di teologia, e nemmeno un maestro di vita teologica, mi rifaccio soltanto agli scritti di autorevoli (e sicuramente più degni di me) padri della Chiesa.
Giacinto Buntindaro a pag. 24 delle sue confutazioni sui sacramenti cattolici, afferma che quando noi beviamo il calice del Signore abbiamo comunione col sangue di Cristo, e quando mangiamo il pane abbiamo comunione con il corpo di Cristo. Questo esclude che il vino ed il pane possano essere vero sangue di Cristo ed il vero corpo di Cristo, come dicono i teologi cattolici romani.
A pag. 23 dice che durante la messa (Eucaristia) il prete pretende di far scendere Gesù dal Cielo, quando invece Pietro disse in Atti 3:21 che il cielo deve tenere accolto Gesù fino ai tempi della restaurazione di tutte le cose.
Quindi secondo lui Gesù non scende dal cielo, questo pseudocristiano dice di credere nella Santissima Trinità, e poi non ammette che Gesù essendo un'unica cosa con lo Spirito Santo possa manifestarsi ed essere presente nell’Eucaristia.
Vorrebbe spiegare con la sua mente e suoi ragionamenti, i misteri divini, dando del pazzo ai preti al magistero cattolico intero.
Come se Gesù fosse arroccato in Cielo, e dovesse scendere con le scale, con una corda, oppure con le ali; ma come Gesù è onnipresente e questo povero fratello protestante dice che i preti lo fanno scendere dal cielo ? La sua mente è talmente annebbiata che forse non potrà mai rendersi conto delle sciocchezze che dice.
Sempre a pag. 23 cita una frase in cui Gesù dice ai suoi: “I poveri li avete sempre con voi; ma me non mi avrete sempre” quindi è irragionevole che Cristo sia presente corporalmente nell’ostia consacrata perché questo significherebbe che Cristo sarebbe sempre corporalmente con noi, e poi continua a distorcere il significato della Parola di Dio anche a pag. 24 citando frasi di Paolo; ma dico stiamo scherzando !
Questo pastore (o presunto tale) mi fa drizzare i capelli con le sue affermazioni insensate; ma quando Gesù apparve ai suoi discepoli era forse un fantasma ?
No Lui gli apparve con il corpo glorificato, in un’occasione entrò attraversando la porta parlando poi ai suoi discepoli, come può un corpo attraversare un porta ?
Evidentemente il corpo glorificato di nostro Signore Gesù non obbedisce più alle leggi fisiche di questa terra, come ho già detto qualche pagine addietro, quindi compie ciò che per noi è inconcepibile, e noi dobbiamo credere per fede che Gesù attraversò la porta con il suo corpo, cosi come dobbiamo credere per fede alla sua presenza nell’Eucaristia.
Se poi vogliamo verificare se sia stata la Chiesa cattolica a inventarsi tutto ciò riguardo all’Eucaristia, possiamo benissimo verificare come le prime comunità cristiane celebravano l’Eucaristia, e se i primi cristiani consideravano il pane e il vino solo come simboli del sacrificio di nostro Signore.
Verificatelo fratelli protestanti, non credete alla cieca ai vostri pastori, avrete delle liete sorprese.
Vi prego di vero cuore verificatelo.
La Chiesa cattolica inoltre è accusata di aver travisato la Parola di Dio anche per il fatto che celebra l’Eucaristia tutti i giorni, quando invece i fratelli protestanti la celebrano solo quando ne sentono il bisogno interiore, quindi i protestanti (secondo loro) sono nel giusto e la Chiesa Cattolica no.
Eppure in Atti 2,46 Luca dice che i primi cristiani “ogni giorno erano assidui nel frequentare insieme il tempio e nella case spezzavano il pane”
Luca qui dice ogni giorno non una volta ogni tanto, i primi cristiani sentivano il bisogno di spezzare il pane ogni giorno, e allora se gli Atti degli Apostoli sono Parola di Dio, chi la travisa ?
Risulta chiaro e lampante che la travisano i protestanti, i pentecostali in particolare.
Quando si parla con loro e gli si pone una domanda subito rispondono con una contro-domanda, quando io gli ho chiesto che da Atti 2,46 si capisce che i primi cristiani soprattutto ogni Domenica spezzavano il pane (e invece i protestanti no), loro subito mi risposero con un'altra domanda: “ma la Chiesa cattolica spezza il pane ogni giorno quindi non segue alla lettera gli insegnamenti cristiani”.
Fratelli basta leggere con lentezza e attenzione la Bibbia per trovare le risposte, infatti in Atti 2,46 si trova la risposta alla vostra domanda, e fa capire che siete voi a non seguire in maniera esatta gli insegnamenti cristiani.
Non correte sui versetti, meditateli, studiateli, gustateli.
San Giustino martire in una sua lettera rivolta all’imperatore pagano Antonino Pio verso l’anno 155 descrive dettagliatamente la Messa domenicale, con la sua liturgia eucaristica, e guarda caso la Chiesa cattolica ancora oggi si attiene a quella descrizione.
Aprite gli occhi fratelli, verificate se Giustino martire era un eretico oppure un campione di fede, che ha dato la sua vita (in tutti i sensi) per Cristo.
Nell’155 la Chiesa era ancora pura, e si celebrava la messa cosi come la si celebra oggi nella Chiesa cattolica, verificate se sono invenzioni o verità.
I fratelli protestanti non hanno capito il vero significato della cena del Signore, ed è per questo che non sentono il bisogno di celebrarla ogni giorno.
Paolo in 1 Corinzi 11,27-29 dice chiaramente che si tratta del corpo e del sangue di Cristo, infatti “chi mangia e beve senza riconoscere il corpo, mangia e beve la propria condanna”.
Quale corpo si deve riconoscere partecipando alla santa cena ?
Certamente quello di Cristo, perché Egli è realmente presente nelle due specie.
Si può offendere Gesù in molti modi, senza bisogno di travisare il significato dell’Eucaristia, nella vita quotidiana lo offendiamo spesso, nel momento stesso in cui pecchiamo disprezziamo il sacrificio di Cristo, disprezziamo Cristo è il suo sacrificio, peccando, ma certamente non stiamo mangiando e bevendo la nostra condanna, perché non stiamo partecipando in quel momento al sacrificio eucaristico;
Paolo quando nelle sue lettere riprende e rimprovera i discepoli gli fa capire che non si deve peccare, e che bisogna mettere in pratica la Parola di Dio nella vita quotidiana, e lo fa con tanti esempi, quando parla invece della santa cena usa parole precise e inequivocabili, “chiunque mangia il pane o beve il calice del Signore, indegnamente è reo del corpo e del sangue di Cristo”, mai in nessuna altra lettera Paolo ha usato parole cosi precise riguardo l’Eucaristia, Paolo non dice che accostandosi indegnamente si disprezza il sacrificio di nostro Signore,
ma “si è rei del corpo e del sangue di Cristo” menziona e ripete corpo e sangue, si è rei del corpo e del sangue, associa al pane e al vino, il corpo e il sangue, poteva benissimo dire: “chi mangia il pane o beve il calice indegnamente disprezza il sacrificio di nostro Signore e quindi mangia e beve la propria condanna”.
Invece Paolo ripete guai a chi è reo del corpo e del sangue di Cristo;
perché Paolo ripete corpo e sangue se questi rappresentano solo simboli del sacrificio di nostro Signore come dicono i fratelli protestanti ?
L’acqua è simbolo di purificazione, simboleggia la Parola di Dio, in Apocalisse il fiume di acqua viva simboleggia lo Spirito Santo, eppure mai nessun profeta o Apostolo ha detto che chi beve l’acqua nel peccato, pecca contro lo Spirito Santo, e nemmeno se si uccide una colomba che è il simbolo dello Spirito Santo si pecca contro lo Spirito.
Se il pane e il vino consacrati sarebbero solo simboli Paolo non ammonirebbe i discepoli dicendo che
“si abusa del corpo e del sangue di Cristo”, ma semplicemente si abuserebbe della bontà di nostro Signore, e del suo sacrificio.
Paolo ripete corpo e sangue perché nell’Eucaristia diventano realmente presenti, Gesù diventa realmente presente nelle due specie.
Cristo Gesù, che è morto è risuscitato per noi, sta alla destra di Dio e intercede per noi, è presente in molti modi alla Chiesa: nella sua Parola, nella preghiera della Chiesa, “la dove sono due o tre riuniti nel suo nome”, nei poveri, nei malati, nei prigionieri, nei sacramenti di cui Egli è l’autore, nel sacrificio della Messa e nella persona del ministro. Ma soprattutto è presente sotto le specie eucaristiche.
San Giovanni Crisostomo dice:
Non è l’uomo che fa diventare le cose offerte Corpo e Sangue di Cristo, ma è Cristo stesso, che è stato crocifisso per noi.
Il sacerdote, figura di Cristo, pronunzia quelle parole, ma la loro virtù e la grazia sono di Dio.
San Paolo dice che chi mangia il pane e beve il vino durante la santa cena entra in comunione con il corpo e il sangue di Cristo, e come si può entrare in comunione con qualcosa che è solo simbolo?


05/04/2006 18:06
 
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Scritto da: Mazzingazeta 05/04/2006 16.30


Perdona il mio lungo intervento, sono solo dei pezzi di copia/incolla di uno studio svolto per i protestanti.
Spero ti sia ti aiuto e che tra le righe tu possa trovare ciò che cerchi.
A presto.




.. beh me le sono cercate .
Ora ne ho fino alla prossima settimana

grazie [SM=g27811]

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Il MALE sono quelli che impongono la propria autorità come verità assoluta e non si dispongono alla verità come autorità assoluta.



06/04/2006 13:00
 
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A Mazzinga
Però...
è già tanto faticoso leggere cose lunghe...ma almeno che siano utilizzabili come documenti! Un malloppo anomino non soddisfa questa esigenza. Se potessi fare un sforzo per dirci vita morte e miracoli dell'estensore di questo documento sarebbe utile a tutti.

Rispondo a due delle domande di Ancientfdays
1. La frequenza - laddove Gesù non ha dato disposizioni tassative vuol dire che il Signore accetta le libere disposizioni che la Sua Chiesa si dà nei secoli. Così siamo passati da un'eucaristia celebrata solo dal Vescovo a una celebrata da ogni sacerdote, e da una frequenza alternativamente lunga o breve ad una frequenza giornaliera. La concelebrazione è stata di recente ripristinata dopo secoli che era andata in disuso. Sono scelte pastorali legittime che la Chiesa si dà a seconda che ne percepisca l'utilità o meno nei vari momenti storici.

2. La comunione sotto una sola specie non ha principalmente nmotivazioni igieniche ma teologiche. La comprensione della presenza eucaristica del corpo di Cristo come corpo vivo (e non cadavere liofilizzato) sotto le specie del pane/vino e tuttavia presenza in modo sostanziale (il che prescinde dalla quantità) ha fatto concludere la Chiesa che:
a) Cristo è interamente presente (al modo della presenza sostanziale) sia nell'intero che nel frammento;
b) La compresenza reale del sangue ove esiste un corpo vivo e viceversa, le ha fatto capire che è presente il Cristo totale sia sotto le due specie che in una sola di essa (la comunione con il corpo di Cristo è tale anche se avvenisse assumendo solo una goccia di vino).
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06/04/2006 13:33
 
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Scusa Bere, non ricordo con certezza l'autore!
E uno studio che possiedo da anni, effettuate alcune moifiche, l'ho tenuto in una cartella dell'argomento sul mio PC.

Un analogo studio in Word si trova qui, sezione protestantesimo/Eucarestia.

www.cristianicattolici.net/

A presto!
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