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La questione articolo 5 di nuovo alla ribalta

Ultimo Aggiornamento: 27/02/2006 01:38
26/02/2006 22:28
 
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Se un trasgressore non battezzato continua ad essere impenitente dopo che due anziani si sono incontrati con lui e hanno cercato di aiutarlo, si rende necessario informare la congregazione. Verrà fatto un breve annuncio dicendo: “[Nome e cognome] non è più riconosciuto come un proclamatore non battezzato”. La congregazione considererà quindi il trasgressore come una persona del mondo. Benchè il trasgressore non sia dissociato, i cristiani eserciteranno cautela riguardo all’avere qualsiasi associazione con lui. (1 Corinti 15:33) Da tale persona non si accetterà nessun rapporto di servizio di campo.



Da queste e da altre discussioni collegate, apprendo con piacere che -seppure a fatica- sembra farsi strada l'unica via 'onorevole' (quella delle dimissioni ai sensi dell'Art. 5 Statuto!) per porre fine allo strazio dell'OSTRACISMO PERENNE E ASSOLUTO conseguente alla discussa pratica delle 'espulsioni di massa' del tipo descritto nell'ormai noto Verbale di assemblea del 3/7/03!.

Realmente, gli interventi del 'coraggioso' Gabriele TRAGGIAI stanno facendo giustizia di tutte le riserve e di tutti i dubbi che, a torto o a ragione, sono stati sollevati in precedenza.

Con riferimento al quesito sollevato dall'Amico Bikky nel post in esame ritengo che la posizione ufficiale esposta alle pagine 157 e 158 del nuovo libro Organizzati per fare la volontà di Geova sia più che condivisibile.

Mi spiego meglio.

Lo Statuto vigente impedisce all'assemblea ordinaria della Congregazione centrale di deliberare l'espulsione (disassociazione) del 'socio aderente', ovvero del testimone battezzato dopo il 19/6/85 (data di approvazione dello stesso Statuto), se lo stesso è 'decaduto' ovvero si è 'dimesso' ai sensi del citato Art. 5.

E' evidente che, in caso contrario, ovvero nell'ipotesi in cui il testimone a) non fosse decaduto; b) non si sia dimesso spontaneamente e, per giunta, a fronte di una conclamata o comunque contestata 'condotta non cristiana', pretendesse di essere onorato e riverito quasi nulla fosse, in tal caso -più che ragionevolmente- la Congregazione avrebbe diritto di autotutelarsi mediante l'adozione, nei modi e forme di legge, di un provvedimento di espulsione da diramare dovutamente anche e soprattutto a mezzo di un apposito annuncio nella congregazione locale di appartenenza.

Similmente, ancorchè in forma attenuata, questo è lo stesso trattamento indicato dal libro Organizzati per i 'proclamatori non battezzati', 'trasgressori impenitenti', refrattari all'aiuto cristiano che due anziani (non un comitato giudiziario, nè l'assemblea dei soci ordinari!) gli hanno provveduto.

E' semplicemente logico e ragionevole che in tal caso, ricorrendo l'ipotesi indicata, in via cautelativa, la congregazione metta in guardia i singoli componenti mediante un annuncio appropriato del tipo indicato.

Sinceramente, in tal caso, non vedo alcuna violazione dei diritti umani del sedicente 'proclamatore non battezzato' nè violazione delle norme a tutela della riservatezza dello stesso.

Inoltre, e questo è comunque un particolare non trascurabile, a seguito e per effetto dell'annuncio in parola, i singoli componenti della congregazione sono invitati semplicemente ad esercitare cautela riguardo all’avere qualsiasi associazione con lui, mentre gli anziani faranno attenzione a non accettare nessun rapporto di servizio nell'ipotesi in cui il soggetto in questione fosse ostinato a consegnarlo.

Per completezza, mi sembra doveroso aggiungere che, solitamente, i legami di amicizia di un proclamatore non battezzato con altri componenti della congregazione sono alquanto limitati e, di norma, la stessa qualifica di proclamatore non battezzato è poco nota persino nella comunità locale di appartenenza.

Per esperienza diretta, ve lo assicuro, completamente diversa è l'ipotesi di un attivo cristiano, stimato e apprezzato per decenni e non solo a livello locale, che, all'improvviso, dalla sera alla mattina, viene consegnato alle tenebre dell'OSTRACISMO PERENNE E ASSOLUTO, di medievale memoria, privato del calore e dell'affetto non solo di tutti gli amici, ma anche degli stessi familiari.

Badando al sodo, 'aiutiamoci ad aiutare', consapevoli che "GEOVA E' LO SPIRITO; E DOV'E' LO SPIRITO DI GEOVA, LI' C'E' LIBERTA'". - 2 Corinti 3:17.

Cordialità.

Vito Pucci

[Modificato da ednaservice 26/02/2006 22.35]

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