07/01/2006 07:23 |
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Buon giorno a tutti,
mi accingo stamattina dopo qualche giorno di riflessione, ad aprire...come posso definirla? Una raccolta di ''consigli'' per giovani scrittori (come me) editi da grandi letterati, certamente non chiusi solo a loro, certa che possano essere d'aiuto sopratutto alla mia voglia di poesia, li lascio quì a disposizione di chiunque voglia intervenire, commentare, e alimentare questa specie di banchetto letterario, si cibo per la mente quando c'è da mangiare non è mica solo il corpo ad avere fame, dunque perchè non fare di questo posto una specie di sala ricreativa, con la libera espressione della nostra ''arte culinaria'' quì ci si cucina e si mangia, come la fame vien mangiando, anche l'arte di scrivere viene sperimentando, i miei riporti letterari in questa sezione saranno volti a questo...
e poi se succederà...potrà nascere qualcosa, dalla condivisione che nasce un rigurgito di parola e si impara sopratutto qualcosa, questo succede a me...
Un Bacio, un Abbraccio, un Pensiero Libero...una Poesia, una forma qualsiasi d'arte...
La personalità dello scrittore sta nella sua voglia di imparare...cose nuove che affinino la sua arte...
Chi ha voglia di imparare si mette ancora in gioco...
"... La poesia è ogni volta
una nuova esperienza.
E, tutte le volte che leggo una poesia,
l'esperienza accade...
Non si ripete, accade.
Ecco che cos'è la poesia"...
J. L. Borges
Francis Scott Fitzgerald: da "Gli ultimi fuochi" - Oscar Mondadori, 1974
La personalità dello scrittore:
"... «Eccovi uno scrittore» disse. «Sa tutto e al contempo non sa niente.»
«Cosa, cosa?» disse Wylie, indignato.
Venni così a sapere per la prima volta ch'era uno scrittore. E benché gli scrittori mi piacciano - perché se domandi a uno scrittore qualsiasi cosa di solito ottieni la risposta - ciò lo sminuì ugualmente ai miei occhi.
Gli scrittori non sono esattamente individui come tutti gli altri. O, se valgono qualcosa, sono un intero mucchio di individui che si sforzano disperatamente di essere una individualità sola. Come gli attori, che tentano in modo così patetico di non guardarsi allo specchio. Che, tentando, indietreggiano... solo per vedere il loro viso riflesso nei prismi di una lumiera.
«Non sono forse così gli scrittori, Celia?» domandò Schwartz. «Non so come definirli. So soltanto che è vero.»"
Francis Scott Fitzgerald [Modificato da animhatua 07/01/2006 7.26] |
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07/01/2006 19:53 |
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| | | Post: 603
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Carissima,
grazie per questo tuo impegno.
Ti seguirò con molta attenzione. Anch'io sto provando a scrivere, sforzandomi però di trarre un piacere tale che possa essere trasmesso al lettore.
Non si tratta di poesia ma di romanzo.
Un abbraccio
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nemorino60
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08/01/2006 00:29 |
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Scritto da: nemorino60 07/01/2006 19.53
Carissima,
grazie per questo tuo impegno.
Ti seguirò con molta attenzione. Anch'io sto provando a scrivere, sforzandomi però di trarre un piacere tale che possa essere trasmesso al lettore.
Non si tratta di poesia ma di romanzo.
Un abbraccio
che bello, un romanzo!
spero presto di poterlo leggere
un abbraccio
lucy
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08/01/2006 00:42 |
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| | | Post: 607
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Scritto da: animhatua 08/01/2006 0.29
che bello, un romanzo!
spero presto di poterlo leggere
un abbraccio
lucy
Ho scritto solo il capitolo 1 ma ho tutta la struttura che occupa circa 5 pagine di blocco A4.
Una pubblicazione a puntate?
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nemorino60
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08/01/2006 01:03 |
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| | | Post: 330
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Scritto da: nemorino60 08/01/2006 0.42
Ho scritto solo il capitolo 1 ma ho tutta la struttura che occupa circa 5 pagine di blocco A4.
Una pubblicazione a puntate?
Hei! non sapevamo di avere tra noi un novello Dumas
L'importante e che non sia una sceneggiatura per una telenovela.
Valentino è l'ora dell'aspirina.
Scherzo. Auguri per una pronta guarigione.
Ciao
Bruno
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10/01/2006 02:48 |
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MilanKundera: da "Il sipario" Adelphi editore, 2005 Storia e valore: "Immaginiamo che un compositore contemporaneo abbia scritto una sonata del tutto simile per forma, armonie, linee melodiche, a quelle di Beethoven. Immaginiamo anche che questa sonata sia stata composta così magistralmente che, se davvero fosse di Beethoven, figurerebbe fra i suoi capolavori. Per magnifica che fosse, firmata da un compositore contemporaneo susciterebbe il riso. Nella migliore delle ipotesi, il suo autore verrebbe applaudito come un virtuoso del pastiche. Ma come! Proviamo un piacere estetico davanti a una sonata di Beethoven e non ne proviamo affatto davanti a un'altra dello stesso stile e dello stesso fascino se è firmata da un nostro contemporaneo? Non è il massimo dell'ipocrisia? La sensazione di bellezza, anziché spontanea, dettata dalla nostra sensibilità, è dunque cerebrale, condizionata dalla conoscenza di una data? Non possiamo farci nulla: la coscienza storica è così intrinseca alla nostra percezione dell'arte che un simile anacronismo (un'opera di Beethoven che porta la data dei nostri giorni) sarebbe spontaneamente (cioè senza alcuna ipocrisia) avvertito come ridicolo, falso, incongruo, addirittura mostruoso. La nostra coscienza della continuità è tanto forte da intervenire nella percezione di ogni opera d'arte. JanMukafovsky, il fondatore dell'estetica strutturalista, ha scritto a Praga nel 1932: «Solo la supposizione del valore estetico oggettivo dà un senso all'evoluzione storica dell'arte». In altri termini: se il valore estetico non esiste, la storia dell'arte non è che un immenso deposito di opere la cui successione cronologica è priva di senso. E inversamente: è solo nel contesto dell'evoluzione storica di un'arte che è possibile cogliere il valore estetico."Milan Kundera Altre voci si levano al suono vanno, -verso- , riempiono, arrivano, colgono l'etere di allegria, sfiorano il cielo, catturano un frammento,una nuvola di magia e già, che sài, spalmano l'oblio di nuovi corpi danzanti.Malinconici sorrisi,a teatro, al cine, in libreria.D'alte trame,resi entusiasmi, tendersi in orditi di fantasi, ecco noi... come pareti di notti dissolte, ci vedi anche di fronte? seduti e gioiosi, assorti. Di fiabe illuminati In occhi bramanti di sogni. Forme oniriche, sull'altalena tra i mandorli in fiore lucy [Modificato da animhatua 15/01/2006 7.15] |
10/01/2006 10:22 |
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| | | Post: 503
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sei un"Artista.
sono ammirata...
ciao
Anna |
10/01/2006 10:43 |
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| | | Post: 627
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nemorino60
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10/01/2006 19:25 |
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10/01/2006 19:32 |
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13/01/2006 23:44 |
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Va dove ti porta il cuore..(S.Tamaro)
Và dove ti porta il cuore di S. Tamaro ... Ti irritavi in modo terribile quando ti facevo notare che perdere tempo non è per niente grave. Il massimo dell'irritazione però l'hai raggiunta nel momento in cui ti ho detto che la vita non è una corsa ma un tiro al bersaglio : non è il risparmio di tempo che conta, bensì la capacità di trovare un centro ... E' buffo, ma è proprio la distrazione che fa giungere al centro delle cose, al loro cuore ... ... Così vanno le cose, ci vuole generosità nella vita : coltivare il proprio piccolo carattere senza vedere più niente di quello che sta intorno vuol dire respirare ancora ma essere morti ... ... Sai qual'è un errore che si fa sempre ? Quello di credere che la vita sia immutabile, che una volta preso un binario lo si debba percorrere fino in fondo. Il destino invece ha molto più fantasia di noi. Proprio quando credi di trovarti in una situazione senza via di scampo, quando raggiungi il picco di disperazione massima, con la velocità di una raffica di vento tutto cambia, si stravolge, e da un momento all'altro ti trovi a vivere una nuova vita ... ... ho letto un motto degli indiani d'America che diceva : "Prima di giudicare una persona cammina per tre lune nei suoi mocassini" ... Viste dall'esterno molte vite sembrano sbagliate, irrazionali, pazze. Finchè si sta fuori è facile fraintendere le persone, i loro rapporti. Soltanto da dentro, soltanto camminando tre lune con i loro mocassini si possono comprendere le motivazioni, i sentimenti, ciò che fa agire una persona in un modo piuttosto che in un altro. La comprensione nasce dall'umiltà non dall'orgoglio del sapere ... ... Ogni volta che ti sentirai smarrita, confusa, pensa agli alberi, ricordati del loro modo di crescere. Ricordati che un albero con molta chioma e poche radici viene sradicato al primo colpo di vento, mentre in un albero con molte radici e poca chioma la linfa scorre a stento. Radici e chioma devono crescere in ugual misura, devi stare nelle cose e starci sopra, solo così potrai offrire ombra e riparo, solo così alla stagione giusta potrai coprirti di fiori e di frutti ... ... E quando poi davanti a te si apriranno tante strade e non saprai quale prendere, non imboccarne una a caso, ma siediti e aspetta. Respira ... aspetta e aspetta ancora. Stai ferma, in silenzio, e ascolta il tuo cuore. Quando poi ti parla, alzati e và dove lui ti porta ... | [Modificato da animhatua 18/01/2006 19.16] |
14/01/2006 08:51 |
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Bellissima questa iniziativa,lucy devi però darmi qualche lezione per imparare a scrivere e risvegliare il poeta che è in me
Complimenti
[Modificato da .gandhi. 14/01/2006 8.52] |
14/01/2006 10:42 |
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| | | Post: 2.457
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Ma perché diavolo nel mio PC questo 3D, proprio uno dei più interessanti, diversamente da tutti gli altri, smargina? ----------------------
est modus in rebus |
14/01/2006 10:49 |
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| | | Post: 2.888
| Registrato il: 17/07/2004
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Scritto da: berescitte 14/01/2006 10.42
Ma perché diavolo nel mio PC questo 3D, proprio uno dei più interessanti, diversamente da tutti gli altri, smargina?
Perché vengono inserite delle immagini troppo grandi, che alterano la visualizzazione del 3D.
Achille |
14/01/2006 18:47 |
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Scritto da: .gandhi. 14/01/2006 8.51
Bellissima questa iniziativa,lucy devi però darmi qualche lezione per imparare a scrivere e risvegliare il poeta che è in me
accidenti gandhi non saprei da che parte iniziare..pensa che io speravo la stessa cosa tua ...posso dirti di scrivere partendo dalle tue emozioni, liberamente senza avere paura di sbagliare, scrivi poi vedi se ti piace...e ce lo manni pure a noi ^_^
Complimenti
ciao
un bacio
lucy
[Modificato da animhatua 14/01/2006 18.48] |
14/01/2006 18:50 |
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Scritto da: Achille Lorenzi 14/01/2006 10.49
Perché vengono inserite delle immagini troppo grandi, che alterano la visualizzazione del 3D.
Achille
ho ristretto i campi, spero vada meglio,
ciao
lucy |
15/01/2006 07:28 |
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Un dono
Prendi un sorriso,
regalalo a chi non l'ha mai avuto.
Prendi un raggio di sole,
fallo volare là dove regna la notte.
Scopri una sorgente,
fa bagnare chi vive nel fango.
Prendi una lacrima,
posala sul volto di chi non ha pianto.
Prendi il coraggio,
mettilo nell'animo di chi non sa lottare.
Scopri la vita,
raccontala a chi non sa capirla.
Prendi la speranza,
e vivi nella sua luce.
Prendi la bontà,
e donala a chi non sa donare.
Scopri l'amore,
e fallo conoscere al mondo.
Gandhi
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15/01/2006 18:34 |
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Scritto da: .gandhi. 15/01/2006 7.28
Un dono
Prendi un sorriso,
regalalo a chi non l'ha mai avuto.
Prendi un raggio di sole,
fallo volare là dove regna la notte.
Scopri una sorgente,
fa bagnare chi vive nel fango.
Prendi una lacrima,
posala sul volto di chi non ha pianto.
Prendi il coraggio,
mettilo nell'animo di chi non sa lottare.
Scopri la vita,
raccontala a chi non sa capirla.
Prendi la speranza,
e vivi nella sua luce.
Prendi la bontà,
e donala a chi non sa donare.
Scopri l'amore,
e fallo conoscere al mondo.
Gandhi
e adesso come faccio a capire se l'hai scritta tu
o il "Mahatma"?
devo andarmi a cercare la pubblicazione eccecc?
scordatelo
devi farlo tu
e poi sei OT rispetto al mio 3d
capito?
adesso sei un moderatore dai il buon esempio ufff
ciao
lucy
p.s.
lo so che è di ''quel''
Ghandi la poesia
pero avresti dovuto dircelo tu
un bacio
lucy |
15/01/2006 19:11 |
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ciao
lucy
p.s.
lo so che è di ''quel''
Ghandi la poesia
pero avresti dovuto dircelo tu
un bacio
lucy
Si è del gandhi vero , però a dire il vero la poesia era firmata,quindi...
Comunque era uno scherzo, e comunque latrovo bellissima il vero gandhi ha scrito delle cose molto belle specialmente per chi come i tdg non fanno mai volontariato!
ciao |
15/01/2006 21:15 |
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15/01/2006 22:09 |
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Re: Re: Re: indice di gradimento mi riferivo alla poesia di ganhi come testimonia il finale della poesia che ho lasciato scritto Ciao Ciao
Scritto da: animhatua 15/01/2006 21.45
con chi parli da solo?
ciao gioia
buon divertimento
lucy
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15/01/2006 22:13 |
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Re: Re: Re: Re: indice di gradimento
Scritto da: =omegabible= 15/01/2006 22.09
mi riferivo alla poesia di ganhi come testimonia il finale della poesia che ho lasciato scritto Ciao Ciao
se non quoti non si capiva
nemmeno le virgolette hai messo
ma poi scusate raga siete palesemente OT
apritevi un tread e discutetene liberamente,
perche lo fate qui uff
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18/01/2006 19:20 |
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Un’ ispirazione..l’arte, la bellezza…chissà come.?: A volte è solo una questione di parole che sfuggono una ricerca personale, uno stato emotivo con cui è difficile potersi rapportare, ‘’Accade’’ come dice Borges, sì, succede che prendi al volo qualcosa che passava davanti al tuo naso, chissà come, come una pioggia frivola che porta l’allegria… E io aspetto, come nel ‘’non agire’’ ‘’we wu wey’’ il gatto che cura il topo… stille di creatività… una concatenazione di cause faroveli nell'armonia della creazione.... un modo di ''vedere'' e di ''percepire'' prima che di ''comunicare''
Si tuffa e spumeggia inoltrandosi goccia a goccia.. diamanti dall'onda in frammenti d'anima.. l'oceano. ~animhatua~ °*°*°*°*°*°*°*°* Interviste Franco Fortini Che cos'è la poesia? 8/5/1993 INTERVISTA 1 Professor Fortini, proviamo ad iniziare in modo diretto, immediato, con la domanda essenziale: che cos’è la poesia? Rispondere è come se si volesse rispondere a "che cos’è l’uomo" o a "che cos’è il mondo". Bisogna aggirare la difficoltà. Ammettendo che si sappia che cos’è il linguaggio articolato di cui ci serviamo e quali sono i diversi aspetti, le diverse funzioni che coesistono in ogni atto del linguaggio, si può dire che nel linguaggio umano c’è una funzione che tende a mettere in evidenza soprattutto, o almeno in modo particolare, il linguaggio stesso, ad attirare l’attenzione sulla forma della comunicazione. Ebbene questa è la funzione poetica. Certo bisogna tener presente che quando si parla di poesia questa parola significa due cose: da un lato, appunto, un tipo particolare di discorso parlato o scritto che si distingue da altri modi di comunicazione; dall’altro, invece, un’attribuzione di valore per cui si dice "poesia" per dire qualcosa di bello, di importante, di riuscito, di meritevole di stima o di attenzione. Nel parlare comune, "poesia" significa due cose: per un verso è un discorso, o ragionamento, o una comunicazione dove prevalgono elementi di ritmo e cadenze, di ripetizioni, di immagini che alterano i significati immediati e che gli conferiscono, oltre ai primi, anche significati interiori. Per un altro verso, quando noi diciamo "questa è poesia" intendiamo in genere qualcosa di elevato e di nobile, di rassicurante o di commovente o di rasserenante, di vivace, pungente ecc. Facciamo un esempio. Se io dico: "Madre dei santi, immagine della città superna, del sangue incorruttibile conservatrice eterna" ecc. - con quello che segue nella Pentecoste del Manzoni - posso dare importanza al ritmo, ai gruppi di sillabe, al sistema di accenti e di rime e naturalmente posso anche sapere, oppure qualcuno ce lo spiega, che in questo caso l’appello è diretto alla chiesa cattolica. Invece se io dico: "Trenta dì conta novembre con april, giugno e settembre, di ventotto ce ne è uno, tutti gli altri ne han trentuno", anche qui trovo ritmo - infatti sono quattro ottonari - e trovo delle rime. Insomma, se devo chiedermi come classificare l’inizio di una delle più famose composizioni letterarie della lingua italiana, oppure di un soccorso mnemonico come quello che ci vuole informare di quali siano i mesi che hanno trenta o trentuno giorni non c’è dubbio che l’uno e l’altro devono essere considerati in questo senso: poesie o testi poetici. Si potrebbe obiettare che nell’un caso ci sono delle parole desuete, arcaiche, solenni, nell’altro caso no. Ma non è del tutto vero perché, per esempio, nel testo manzoniano ci sono delle parole come "superna" oppure delle inversioni - si dice: "del sangue conservatrice" invece che "conservatrice del sangue"- ma anche nel proverbio rimato troviamo per esempio delle parole in disuso come "dì", oppure delle abbreviazioni o troncature come "april" invece di "aprile". Ecco, è a questo punto che viene avanti il secondo significato correntemente attribuito alla parola "poesia". Nel primo caso c’è un oggetto sublime; si tratta niente di meno che della discesa dello Spirito Santo e poi soprattutto non ha nessun senso isolare questi primi versi che ho letto da quelli che seguono; mentre nella seconda è una canzoncina puerile con dei fini di sostegno alla memoria. Ora qui dobbiamo decidere: ci occupiamo della poesia come oggetto di bellezza, di commozione o di espressione o ci occupiamo piuttosto della poesia come oggetto verbale, ossia come un tipo particolare di comunicazione, sospendendo per il momento ogni giudizio di valore ? To be continued.
[Modificato da animhatua 18/01/2006 19.29] |
20/01/2006 04:37 |
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...A gentile richiesta... il testo del midi di sottofondo
una canzone dei pooh meravigliosa ''Cercando di te'' tratta da: Amici Per Sempre (1996)
Cercando di te
ho consumato la mia vita,
tra storie in salita
e provvisorie verità;
il tempo è pieno di sorprese
e qualche volte ci assomiglia,
si sogna e si sbaglia
e ci si spegne sempre un po'.
Cercando di te
in ogni donna che ho incontrato,
ho sempre inventato
passioni grandi più di me;
ma son tornato sempre solo
a medicarmi le ferite,
convinto ogni volta
che non ti avrei trovata mai.
Capita che poi
quando non hai voglia più di crederci,
ti cade addosso un'emozione,
cresce prepotente e senza regole e d'un tratto
torni a vivere.
Comincia da qui
il secondo tempo della vita mia
e tutto quello che sarà,
è ancora da scrivere.
Non mi sveglierò
con un sorriso sconosciuto accanto,
sempre straniero in ogni letto,
col mio cuore sconfitto
cercando di te.
Cercando di te
nelle maree che ho attraversato,
ho sempre incontrato
troppe parole e poco amore,
tu parli poco e non prometti
ma sai scaldare le mie notti
e quando mi manco
sono sicuro che ci sei.
Ora che sei qui
mi sorprende a perdere abitudini
che non avrei cambiato mai,
questa confusione che mi fa sentire vivo,
me la merito.
Comincia con te
il secondo tempo della vita mia
e tutto quello che vorrò
è solo pretenderti.
Svegliarmi con te,
con questa faccia forse un po' sgualcita,
da notti bianche per amore,
per fatica o dolore,
ma vivendo con te.
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01/02/2006 23:45 |
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"OLTRE IL SILENZIO" Maria Tore Barbina
Maria Tore Barbina
"OLTRE IL SILENZIO"
Dars
Ho avuto in dono da Maria Tore in persona il candido quaderno di poesie "Oltre il silenzio" (ed. Donne Arte Ricerca Sperimentazione, Udine, giugno 2001) con le pagine ancora da tagliare. Lei, che da molte stagioni abita assieme a Guido nei miei sentimenti, certamente perdonerà se non ho voluto usare forbici per aprirlo, ma dita riguardose come dovendo schiudere una corolla. Quando in una vita ormai precedente incontrai Maria, conoscevo già il rigore e l'importanza delle sue ricerche linguistiche (è autrice, tra l'altro, del Vocabolario della lingua friulana Italiano-Friulano, edito nel 1991), storiche e di critica letteraria e teatrale. Mentre le venivo presentata, osservai il bel viso sardo e forse anche carnico per i fini lineamenti della madre Adelina Primus nata a Fielis, e l'eleganza del portamento innalzato che mi ricordò a un tratto il celebre verso di Emily Dickinson, peraltro
splendidamente tradotta in friulano da Maria Tore (La Nuova Base, Udine, 1986).Non sapevo allora se facesse poesia, ma che la poesia le urgesse dentro a varie e segrete profondità mi parve indiscutibile. In quest'ultima raccolta "Oltre il silenzio", commentata nell'intensa postfazione di Maria Grazia Lenisa e nella presentazione di Annamaria Bianchi Brollo [....], l'energia ispiratrice e creativa appare estrema, come se la morte e la vita chiamassero la poetessa a pronunciarsi, dopo averla interpellata all'improvviso ("O soi chi cence vôs - inclaudade - ingrumade - parcé che, intant ch'o cjantavi, - il Distin al à sierade la puarte").E dunque proprio quello e non altro può essere ora il suo canto per Medea, Antigone, Cassandra, per le madri di Plaza de Mayo, per le donne profanate
della Bosnia e del mondo. Il suo trauma privato diventa voce alta oltre ogni silenzio e raggiunge l'universalità del dolore di tutte le violenze, le negazioni, i sacrilegi. E grida affinché sia affermato il diritto di tutte ad esprimersi e a
ribellarsi. Per esserci.
Maria Tore Barbina
C'è chi dice
che la parola ferisce
più della spada
ma io so che il silenzio
è l'arma più crudele
"Oltre il silenzio". Cosa c'è oltre il silenzio per Maria Tore?
"Silenzio imposto, silenzio-sconfitta, silenzio-violenza, il silenzio che "deve" essere ascoltato perché più in là - oltre - c'è l'umanità che afferma la sua esistenza e grida i suoi diritti violati" Il silenzio di tre figure della mitologia antica si sviluppa e ripropone con quello delle madri della Plaza de Mayo o con quello tuttora contraddittorio dell'attuale condizione femminile in molte parti della nostra società.
Nel silenzio di Maria Tore ritroviamo le voci inespresse di mille donne, sublimate dal loro solo "essere": "tu che mi senti - oltre le parole - ..."leggiamo appunto nei versi di "Bosnia 1994".
Scrive Maria Grazia Lenisa nel postfazione di questo libretto (beninteso,piccolo solo nel formato) edito nel giugno 2001 nei "Quaderni di poesia" DARS di Udine: "Antigone è sempre contro Creonte, Cassandra ha verità scomode alle convenienze, Medea s'impasta della stessa violenza della classe dominante per cui il suo crimine diventa politico a misura dei suoi padroni vecchi e nuovi.
Le figure odierne, fuori letteratura, ancora nella cronaca con il loro dolore bruciante, "imberdeade la vôs", hanno la dimensione povera dello stesso Cristo in croce e di sua madre Maria, e nel loro anonimato, nel loro essere "nessuno", usate come spettacolo, assurgono al Golgota.
Per fortuna vi è un silenzio che è il lievito della Poesia e Maria Tore se ne esce alata, leggera nelle parole come unangelo, quando scrive: "estatica
rimiro / l'ultima luna / come un grande amore".
E' un iceberg sommerso la poesia delle donne, un continente vasto e inesplorato, per cui se ancora si parlerà di poesia e non solo di letteratura e istituzioni, forse cambierà qualcosa in una storia "letteraria", "ad usum delphini", senza sorprese e con troppi scheletri negli armadi. Alla gloria si è sostituito un poverissimo participio passato, il successo, condizionato dalla pubblicità. Questa non è, forse, la civiltà dei consumi? E cosa consuma ancora la donna? L'emarginazione, il dolore... in uno sguardo panoramico sulla realtà mondiale."
Maria Tore, che ho avuto il piacere di conoscere in occasione dell'ultima edizione del Premio Giso Fior, ha messo gentilmente a disposizione dei visitatori di Donne in Carnia le sue bellissime poesie, che ho letto e riletto. Fra queste, ne riporto alcune su questa pagina: Medea, Cassandra,
Antigone, Plaza de Mayo, Bosnia 1994 e l'ultima poesia che conclude questa
raccolta "Oltre il silenzio".
Medee
Par te 'o ai lassât la mê vite di maghe
e i crez e il fûc e l'aghe de mê patrie
piardint daûr di me ancje l'onôr
e il podê che de muart ti à tirât fûr.
'O crodevi di sei par te regjne
e spose e mari dai tiei fîs.
Cumò
in tun cjanton 'o soi, soi rifudade.
A un'altre tù tu as dât
il jet e la corone
e ti mi as comandât
di ubidî e di tasê.
No ti comode plui cheste mê fuarce
che ti fâs pore.
Dome il to sanc a me tu mi domandis
e jo t'al torni, a tocs come vivande.
E sul miò cjar ch'al svole
sgriant il cîl burlaz 'o torni a cjase,
ancjmò vive,
e jo.
Medea
Lasciai per te la mia vita di maga
e la mia patria viva e tormentosa
e il potere e l'onore per seguirti
e sono stata donna innamorata
moglie madre e regina.
Ora non più.
Ad altra donna hai dato
il letto e la corona
e a me chiedesti
di obbedire e tacere. Più non vuoi
questa mia forza che ti fa paura
non son più moglie, non son più regina.
Questo soltanto tu di me volevi
e questo solo io ti do,
ma a brani.
E sibilando sul mio carro alato
nella mia patria torno
e sono ancora maga
e sono.
Cassandra
Nella mia infanzia
solitaria e ritrosa
l'amicizia e l'amore
e la danza e i profumi della vita
desideravo,
non volevo il Dio
né il suo potere
di conoscere e dire
segrete verità forse tremende.
Ah, la scure, l'oltraggio,
lo sterminio
della mia gente,
il fuoco e l'ingannevole cavallo.
Tutto il vedo
e sono
condannata al silenzio
o a una parola
straniata, non creduta
del silenzio peggiore.
Solo il pianto
della rondine amica
con i suoi suoni
di delirio
continuerà a parlare
di Cassandra.
Antigone
Dei, voi che mi avete
condotta sino qui
perché vi ritirate
da me?
perchè il vostro silenzio?
perché il tuo, sorella
mia? e il vostro, gente
di Tebe?
Lo so che il tuo silenzio,
Ismene,
e il tuo, popolo tutto, muove da paura,
muove da un desiderio
d'ordine e di pace.
Ma non c'è pace
vera
dove la persona
viene privata della sepoltura.
Dopo la morte non c'è più peccato
non guerra, colpa, opposizione
solo il diritto umano
e la speranza
di una vita futura.
Oltre il silenzio della tomba
che tu Creonte mi imponesti
nasceranno germogli di parole
antiche e nuove dell'eterna legge
materna, universale
che l'umana sete
di rispetto e d'amore
sazieranno.
Io non vedo nessun
dolore, o danno, o inferno
o maledizione.
che non m'abbian toccato;
ma tu Creonte, il capo già segnato
da frutti della dura solitudine,
tu tiranno e duce
legislatore e voce
del diritto, al cui passaggio i morti
si accumuleranno,
tu resterai da solo
mentre la mia morte
varcherà la soglia
del tempo,
germoglierà sussurrerà ed in grido
proclamerà che Dike
val più di Themis,
che tra gli umani deve prevalere
la legge eterna della Madre
perchè non siamo nati
per condividere l'odio
ma l'amore.
Plaza de Mayo
Carmen, Lucia, Pamela
Dolores e Maria
e voi tutte il cui nome
più non ricorda la mia mente oppressa
dal dolore...
Siamo in Plaza de Mayo
ancora e sempre mute
perché il potere è duro
e ci ha tolto la voce.
Dove sono i miei figli,
le tue figlie bambine,
e tu,nipote mio, estremo fiore
di questa vita
percossa e tormentata
dalla violenza umana?
Stiamo qui immote, tra i ricordi
di vite non vissute
di gioie non provate e col tormento
di non sapere.
Tutto lo strazio, tutte le torture
che han tormentato i nostri figli
sono
presenti ancora nella carne viva
ma l'urlo no non esce, non esplode.
I ritratti dei figli
dei "desaparecidos"
appoggiati sul petto
come sopra un altare
continuano a parlare.
Bosnia 1994
Felici e fortunate
le figlie di Romilda longobarda
che l'orrenda
putrida carne nascondendo in seno
sfuggirono l'oltraggio del nemico.
A me non valse stratagemma alcuno
contro lo stupro ben pianificato.
Gridavo quando quelle belve umane
m'erano addosso - oh, il ghigno
su quei visi! -
e allora uno di loro infastidito
dalle mia grida
lesto mi ha tagliato
la gola...
io viva,
ma senza voce, ho sopportato violenze, risa e il tanfo
di corpi odiosi e grevi.
Ma sono viva e chiedo:
tu che mi senti - oltre le parole -
donna o uomo che ancor si chiami tale
parla per me che ho la gola tagliata:
come si placherà questa ferita
che qualche uomo ha fatto a tutta
l'umanità?
l'ultima poesia...
Dentro un grande silenzio
di parole
guardo la luna piena
i prati e i profumati
profili dei ciliegi a primavera.
Estatica rimiro
l'ultima luna
come un grande amore
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