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Fare discepoli 'di casa in casa'

Ultimo Aggiornamento: 13/08/2008 16:46
10/06/2008 11:03
 
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Piccola provocazione... scusate ;- )


Achille Lorenzi, 07/06/2008 18.20:

Achille Lorenzi ha scritto:

La questione viene spiegata con chiarezza in questa pagina: www.infotdgeova.it/dottrine/casa.php , da cui copio/incollo una parte:

...Secondo i Testimoni tali "meritevoli" sarebbero le persone sincere che ascoltano il loro messaggio e che andrebbero cercate appunto "di casa in casa". Tuttavia, se teniamo conto del contesto, anche degli altri vangeli, comprendiamo che questi "meritevoli" erano semplicemente persone che avrebbero offerto ospitalità ai discepoli. Ecco infatti come l'evangelista Luca rende i passi paralleli nel suo vangelo: «Ma dovunque entriate in una casa, rimanetevi e di là partite... E restate in quella casa, mangiando e bevendo le cose che provvedono, poiché l’operaio è degno del suo salario. Non vi trasferite di casa in casa» (9:4; 10:7 TNM, il grassetto è aggiunto). Questo non è generalmente compreso dai TdG, i quali comunemente credono, come si diceva, che il versetto di Matteo 10:11 insegni che bisogna predicare di porta in porta e che i meritevoli siano le persone che ascolteranno il loro messaggio. Il Corpo Direttivo (CD) è consapevole che non è questo il significato del passo e lo ammette in alcuni casi, anche se cerca di mettere in secondo piano quello che è invece il senso principale del versetto: «Gesù poi comanda: "In qualunque città o villaggio entriate, cercate chi vi è meritevole e quivi rimanete finché non partiate". (Matteo 10:11) Meritevole di che cosa? Meritevole del privilegio di ricevere questo servitore di Geova e di ascoltare il messaggio del Regno di Dio. Naturalmente, a quel tempo è probabile che i discepoli fossero ospitati dalla persona meritevole e usassero la sua casa come base mentre setacciavano il restante territorio alla ricerca di altri meritevoli» (La Torre di Guardia del 15/12/85, p. 15).

Nella stessa pagina del sito si parla anche del modo in cui l'apostolo paolo svolgeva la sua opera. Cito:

Atti 20:20,21: 

"Di casa in casa"

In che modo l'apostolo Paolo compiva la sua opera di testimonianza? Atti, cap. 19, mostra che, dopo essere arrivato a Efeso, Paolo «trovò alcuni discepoli», circa dodici, che non sapevano niente dello Spirito o del battesimo cristiano, essendo stati battezzati solo con il battesimo di Giovanni. Paolo li battezzò nel nome di Gesù. Va sottolineato il fatto che quando li trovò, tali uomini erano già credenti. Egli insegno loro non come a degli estranei ignari di tutto, ma come ad uomini che erano già divenuti discepoli. Dopo il battesimo di questi uomini, il racconto di Atti continua dicendo: «Entrato nella sinagoga [Paolo] parlò intrepidamente per tre mesi, pronunciando discorsi e usando persuasione riguardo al regno di Dio. Ma quando alcuni continuarono a indurirsi e a non credere, parlando ingiuriosamente della Via davanti alla moltitudine, egli si ritirò da loro, e separò da loro i discepoli pronunciando ogni giorno discorsi nella scuola di Tiranno». Questo è il racconto del ministero di Paolo ad Efeso fatto da Luca, testimone oculare. Egli mostra che alcuni di quelli che avevano ascoltato i discorsi di Paolo nella sinagoga durante quei tre mesi erano già discepoli o lo sarebbero infine divenuti.
Egli non dice che la loro adesione al cristianesimo fosse il risultato dell'"attività di predicazione di casa in casa". 

In tutto il libro degli Atti troviamo numerosissimi esempi di persone che divennero credenti in seguito all'ascolto di discorsi pronunciati in luoghi pubblici o pubblicamente. I 3000 della Pentecoste si erano radunati in luogo pubblico per sentire il discorso di Pietro, e in quello stesso giorno divennero credenti. (Atti 2:1-41) Ad Antiochia di Pisidia, in seguito al discorso di Paolo nella sinagoga alcuni "seguirono Paolo e Barnaba" (Atti 13:14-16, 38-43). Ad Iconio, Paolo e Barnaba parlarono nella sinagoga e "una grande moltitudine sia di Giudei che Greci divennero credenti". A Filippi, Lidia ricevette il messaggio di Paolo lungo un fiume. Questi sono solo alcuni esempi del metodo seguito da Paolo nella sua predicazione. Tutti questi racconti precedono il racconto dell'attività di Paolo a Efeso, riportato in Atti 20:20,21. In questo passo si legge che Paolo aveva insegnato "pubblicamente e di casa in casa" agli Efesini. Se il primo termine della frase implica un insegnamento in pubblico, il secondo non può che indicare, necessariamente, un insegnamento privato. Confrontato con l'ampio e dettagliato panorama offerto dall'intero libro degli Atti, il caso di Efeso indica con molta chiarezza che egli aveva trovato dei credenti che erano divenuti tali in seguito ai suoi discorsi nella sinagoga e, successivamente, nella scuola di Tiranno, e che egli dopo di ciò si era recato nelle loro case, visitandole una dopo l'altra, insegnando loro non più pubblicamente, ma in privato. Se si attribuisce la giusta importanza ai precedenti scritturali, si deve riconoscere che questa è la spiegazione più ragionevole.
.....
(Tratto da www.infotdgeova.it/dottrine/casa.php ).

Quindi il passo si Atti 20:20 non fornisce una valida base biblica che legittimi il metodo di "predicazione" porta-porta tanto caro ai TdG.
Non ci sono altri passi o brani della Bibbia in cui si dica che l'apostolo Paolo, o i cristiani in genere, andassero di porta in porta a predicare, come fanno oggi i TdG.
Eppure ecco quale immagine "subliminale" è stata pubblicata nella Torre di Guardia del 15/7/2008, p. 4:



Nela stessa rivista, alle pp. 3 e 4, si continua a dire che i cristiani in genere andavano di casa in casa (sottintendendo di porta in porta) a "cercare i meritevoli", fraintendendo ancora una volta il passo di Matteo 10:11.

Achille


Ho letto con interesse questa trattazione che potrebbe portare a queste conclusioni però: La predicazione di casa in casa non è scritturale = stiamo sbagliando. L'opera delle visite ultriori e degli studi biblici, però, è scritturale = stiamo facendo bene. La predicazione stradale, nei luoghi pubblici (mercati, giardini, stazioni, porti, ecc..), è anche questa scritturale = stiamo facendo bene. Paradossalmente, sarebbe anche scritturale introdurci in una chiesa durante una funzione religiosa e cominciare a predicare ai fedeli = siamo sbagliando perchè non lo facciamo. In definitiva è scritturale predicare = stiamo facendo bene.

Mi sembra alla fine che, tirando le somme, il nostro modo di fare (riferito alla predicazione) sia più scritturale che no... o mi sbaglio? [SM=g27824]

[SM=g1543902]




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