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Fare discepoli 'di casa in casa'

Ultimo Aggiornamento: 13/08/2008 16:46
04/01/2006 20:26
 
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Vorrei portare alla vostra attenzione la citazione della Torre di Guardia del 15 gennaio 1991, dove viene sancita l'abitudinarietà degli apostoli di predicare 'di casa in casa'.


Il metodo apostolico


3 Gesù Cristo affidò ai suoi seguaci questo significativo incarico: “Andate dunque e fate discepoli di persone di tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello spirito santo, insegnando loro ad osservare tutte le cose che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni fino al termine del sistema di cose”. (Matteo 28:19, 20) Il modo principale in cui quest’opera sarebbe stata compiuta divenne evidente immediatamente dopo il giorno di Pentecoste del 33 E.V. “Ogni giorno, nel tempio e di casa in casa, continuavano senza posa a insegnare e a dichiarare la buona notizia intorno al Cristo, Gesù”. (Atti 5:42) Circa 20 anni dopo, l’apostolo Paolo partecipava al ministero di casa in casa, poiché ricordò agli anziani cristiani della città di Efeso: “Non mi sono trattenuto dal dirvi nessuna delle cose che erano profittevoli né dall’insegnarvi pubblicamente e di casa in casa”. — Atti 20:20.

4 In Atti 5:42 l’espressione “di casa in casa” traduce il greco kat’ òikon. Qui katà è usato in senso “distributivo”. Pertanto, la predicazione dei discepoli era ‘distribuita’ da una casa all’altra. Commentando Atti 20:20, Randolph O. Yeager ha scritto che Paolo insegnava “tanto in assemblee pubbliche [demosìa] che di casa in casa ([katà] distributivo con l’accusativo). Paolo aveva trascorso tre anni a Efeso. Aveva fatto visita a ogni casa, o per lo meno predicato a tutte le persone (versetto 26). Ecco un’autorizzazione scritturale per evangelizzare di casa in casa nonché in adunanze pubbliche”.

5 Un analogo uso di katà si ha in Luca 8:1, dove leggiamo che Gesù predicava “di città in città e di villaggio in villaggio”. In Atti 20:20 Paolo usò la forma plurale kat’ òikous. Qui alcune versioni bibliche traducono “nelle vostre case”. Ma l’apostolo non si riferiva semplicemente a visite di cortesia fatte ad anziani o a visite pastorali nelle case dei compagni di fede. Le sue parole successive mostrano che parlava del ministero di casa in casa condotto fra non credenti, poiché disse: “Ma ho completamente reso testimonianza a giudei e greci intorno al pentimento verso Dio e alla fede nel nostro Signore Gesù”. (Atti 20:21) Gli altri cristiani si erano già pentiti e avevano già esercitato fede in Gesù. Perciò, tanto Atti 5:42 quanto Atti 20:20 hanno a che fare con il predicare a persone non credenti “di casa in casa”, o di porta in porta.



Cosa ne dite di questa citazione? La predicazione di casa in casa è quindi dimostrata da questa rivista?
La verità non è qualcosa di statico ma è basata su una conoscenza progressiva, in grado di mettere in discussione anche i precedenti concetti raggiunti usando il modello del metodo scientifico
04/01/2006 20:29
 
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Queste argomentazini della WTS - di cui si è già discusso altre volte nel forum - vengono esaminate in questa pagina: www.infotdgeova.it/casa.htm

Saluti
Achille
04/01/2006 20:50
 
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Achille, ti ringrazio per la tua celerità! Ma desideravo una dissertazione di un grecista sui versetti tirati in causa dall'articolo geovista.

Grazie anche per essere intervenuto sull'altro mio thread! [SM=g27823]
La verità non è qualcosa di statico ma è basata su una conoscenza progressiva, in grado di mettere in discussione anche i precedenti concetti raggiunti usando il modello del metodo scientifico
04/01/2006 22:10
 
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Il termine “case” nel greco Atti 20:20, è scritto in plurale, come si vede anche nell’Interlineare della WT, dove Paolo dice ai fedeli che non si è trattenuto dall’insegnare loro, in pubblico e nelle case che si radunavano. Ma le case dove i fedeli venivano ammaestrati, non erano l’una appresso l’altra, perché le città erano piene di altre genti.
La Torre invece, nel tradurlo “di casa in casa” lo rende al singolare per adattarlo al bussare una porta dopo l’altra. Inoltre, in Atti 2:46, dove dice che i fedeli erano insieme e di comune accordo rompendo il pane in casa, dovunque capitava, ma non una casa dopo l’altra. Qui, il termine “casa”, nel greco è al singolare, ma la Torre lo fa in plurale nella TNM.
Il comando di andare per tutto il mondo ad evangelizzare, Cristo non lo dette a tutti i fedeli, ma solo ai mandati che vuol dire: agli apostoli. Poi gli apostoli a loro volta hanno predicato e le chiese si sono formate, ma gli apostoli non reclutarono le congregazioni di andare di casa in casa, ma solo gli eletti all’apostolato. Ciò vale anche per gli apostoli di oggi, ma in quanto ai fedeli della Chiesa, sta scritto di essere il campo per il lavoro degli apostoli. Lo vediamo in 1Corinti capo 3, dove per prima si parla che gli operai, sono gl’operai mandati, e Paolo porta l’esempio che fra loro, uno pianta e un altro adacqua, ma dice ai fedeli che loro sono il campo. Certamente, ogni credente è libero ed ha il diritto di esprimere la sua fede ad altri, ma non sono ‘mandati’ come lo sono gli apostoli.
Si deduce dunque che i tdg che devono circolare come mandati, dovrebbero essere i membri del piccolo rimanente dei 144000. (leggere il capo 3 di 1Corinti).
Se poi tutti loro sono apostoli, dove sta la Chiesa (congregazione) che Cristo edifica?.
Ciao
Mosca
[SM=g27836]
04/01/2006 23:02
 
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Predicare non serve per la salvezza?
Moscarossa ti ringrazio per avermi distinto la differenza che sussiste fra gli apostoli e il resto dei credenti, cia quelli di oggi che quelli di tutti i secoli passati fino al primo secolo. Sbaglio o infatti la parola apostolo ha il senso di 'inviato'?
Ci sono un po' rimasto perchè a tutte le adunanze e le assemblee Tdg cui io ho fatto parte, non mancavano mai i discorsi in cui si metteva in risalto che il compito di evangelizzare è personale per ogni credente.
Ho letto il capitolo 3 di 1° Corinti e i cristiani che si radunavano a Corinto venivano chiamati ‘il tempio di Dio’. Questo indica che la Chiesa di Corinto e per estensione la Chiesa universale corrisponde al tempio di Dio. Ora un tempio è una cosa non è una persona, ergo non può fare alcunchè. Non è quindi un caso che venga usata questa metafora appropriata, in quanto, è evidente che non è compito di tutta la Chiesa evangelizzare. Questo compito spetta ai costruttori del tempio, ovvero gli inviati, gli apostoli, i quali con l’evangelizzazione edificavano il tempio di Dio (la Chiesa).
Un dubbio però mi sorgeva (come sempre, visto che sono stato indottrinato meticolosamente)! Gesù non aveva comandato ai suoi discepoli di predicare a tutte le genti, come insegna appunto il vangelo di Matteo 28:19,20? C’era qualcosa che non mi quadrava. Prendo in mano questa scrittura, ne leggo anche il contesto... ...e cosa scopro? Che il comando era stato dato solo agli undici apostoli (il dodicesimo, Giuda Iscariota, ovviamente non c’era)!
E non è tutto! Faccio una ricerca estesa col cd-rom gentilmente fornito dalla WatchTower ai suoi fedeli, inserendo la parola ‘apostolo’ nel modulo di ricerca. Tra le varie scritture analizzate, cosa vedo? Romani 1:1. Cito qui:


1 Paolo, schiavo di Gesù Cristo e chiamato ad essere apostolo, separato per la buona notizia di Dio,(il grassetto è mio)



Anche se Paolo non faceva parte dei dodici, però egli venne chiamato dal Cristo. Divenne così apostolo e predicò e insegnò alle nazioni! Perciò la sua predicazione fu comandata dal Signore e di conseguenza era parte integrante del suo incarico speciale. La scrittura stessa addita che era stato separato per la buona notizia.
Riflettiamo un momento, e chiedo di riflettere anche a voi fratelli, sia che siate partecipanti al forum, sia che siate lettori semplici del forum! Ma a parte i dodici apostoli e Paolo, l’apostolo delle nazioni, e qualche altro cristiano come Barnaba e Timoteo, che hanno vouto collaborare con loro, c’è un solo, dico un solo mezzo caso in cui nella Bibbia venga menzionato che altri cristiani predicassero? Non mi sembra proprio!
Questo allora non testimonia che la predicazione fosse un’opera particolare destinata ai soli apostoli di Cristo, e che tutti gli altri cristiani, come dice anche moscarossa, hanno soltanto il compito semplice di accettare Gesù e mostrare amore per il prossimo così da ottenere la salvezza?
Che poi uno voglia evangelizzare Cristo che ben venga! Ma non è necessario per ottenere la salvezza!

Mosca ascolta, come ti poni di fronte alla scrittura di Matteo 9:37?


Allora disse ai suoi discepoli: “Sì, la messe è grande, ma gli operai sono pochi. 38 Implorate perciò il Signore della messe che mandi operai nella sua messe”.



Lì Gesù dice che gli operai (nell’analogia del tempio fatta prima, sarebbero i costruttori) erano pochi e che dovevano crescere. Come lo concili col fatto che solo gli apostoli erano sufficienti per l’evagelizzazione?.
La verità non è qualcosa di statico ma è basata su una conoscenza progressiva, in grado di mettere in discussione anche i precedenti concetti raggiunti usando il modello del metodo scientifico
04/01/2006 23:10
 
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Non posso che confermare quanto già mirabilmente espresso dal sito di Achille: il valore distributivo è solo una delle possibili accezioni di katá+accusativo. Ma la cosa più importante è l'osservazione che viene fatta: "Il CD attribuisce all'espressione kat' òikon un significato "distributivo". A questo proposito si può osservare che distributivo non vuol dire affatto consecutivo."
Si sta dicendo che l'Apostolo ha predicato anche nelle case, cioè quando capitava ed era invitato, ma nulla di dice di una preventivata ed organizzata attività predicativa "di casa in casa". Si dovrebbe intendere: "ho predicato anche per le case", non dunque un modus operandi da venditore porta a porta ma qualcosa di occasionale. Come se un medico dicesse “vi ho visitato sia nell’ambulatorio sia per le case”, senza con questo intendere che sistematicamente sia andato in una casa dopo l’altra.
Ricordiamoci che in greco esiste un modo preciso per dire “di casa in casa”, ed è “ex oikías eis oikían”. Luca lo conosceva (Lc 10,7), mentre qui negli Atti usa un’altra espressione.

[Modificato da Polymetis 04/01/2006 23.14]

---------------------
Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)
04/11/2006 10:10
 
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in Luca 10,7 troviamo questa espressione di Gesù che la dice lunga sulla predicazione porta a porta.
Si legge infatti "Non passate di casa in casa"..
(scusate ma non sò come mettere il greco corrispondente che cercherò di scrivere in italiano).
Il testo greco è molto chiaro poichè si trova l'espressione "metabainete ex oikias eis oikian"...il verbo "metabaino" indica proprio il movimento verso...rafforzato da "ex" (verso:moto da luogo) e da "eis" (in: moto a luogo)Se ci sono grecisti nel forum prego di voler correggere eventuali errori poichè il mio greco risale al Liceo ma credo che sia da intendersi proprio così l'espressione che troviamo in Luca.
[SM=x570892] [SM=x570892]
Dio é Amore
04/11/2006 14:37
 
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su questo argomento c'è un intero capitolo nel secondo libro di Ray Franz
07/11/2006 16:11
 
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Re:

Scritto da: Emily75 04/11/2006 10.10
in Luca 10,7 troviamo questa espressione di Gesù che la dice lunga sulla predicazione porta a porta.
Si legge infatti "Non passate di casa in casa"..
(scusate ma non sò come mettere il greco corrispondente che cercherò di scrivere in italiano).
Il testo greco è molto chiaro poichè si trova l'espressione "metabainete ex oikias eis oikian"...il verbo "metabaino" indica proprio il movimento verso...rafforzato da "ex" (verso:moto da luogo) e da "eis" (in: moto a luogo)Se ci sono grecisti nel forum prego di voler correggere eventuali errori poichè il mio greco risale al Liceo ma credo che sia da intendersi proprio così l'espressione che troviamo in Luca.
[SM=x570892] [SM=x570892]



Sono sostanzialmente d'accordo con la tua analisi. Il verbo "metabainw" indica un "mutamento" di posizione, o un cambiamento di condizione a un'altra. Quindi andrebbe tradotto "Non passate di casa in casa".Il significato etimologico del verbo è composto in quanto abbiamo il prefisso "meta" > insieme, fra con il genitivo e con "Bainw" che significa "andare, camminare"

http://andreabelli75.wordpress.com/

http://progettostudiodellabibbia.wordpress.com/
07/11/2006 17:51
 
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Re: Re: Ecco il greco e la giusta traduzione

Scritto da: andreiu2 07/11/2006 16.11


Sono sostanzialmente d'accordo con la tua analisi. Il verbo "metabainw" indica un "mutamento" di posizione, o un cambiamento di condizione a un'altra. Quindi andrebbe tradotto "Non passate di casa in casa".Il significato etimologico del verbo è composto in quanto abbiamo il prefisso "meta" > insieme, fra con il genitivo e con "Bainw" che significa "andare, camminare"




La giusta traduzione dal greco di Atti 20:20, si nota il termine “case” scritto in plurale

Atti 20:20 æj {come} oÙdn {non } Øpesteil£mhn {ho nascosto} tîn {delle cose} sumferÒntwn {utili} toà {-} m¾ {-} ¢nagge‹lai {ho annunziate} Øm‹n {ve} kaˆ {e} did£xai {insegnate} Øm©j {-} dhmos…v {in pubblico} kaˆ {e} kat' {nelle} o‡kouj {case}


In Luca 10:7, si nota la differenza di “casa” al singolare.
Luca 10:7 ™n {in} aÙtÍ {quella stessa} d {-} tÍ o„k…v {casa} mšnete {rimanete}, ™sq…ontej {mangiando} kaˆ {e} p…nontej {bevendo} t¦ {quello che} par' aÙtîn {hanno}, ¥xioj {degno} g¦r {perché} Ð {l'} ™rg£thj {operaio} toà {del} misqoà {salario} aÙtoà {suo}. m¾ {non} metaba…nete {passate} ™x {di} o„k…aj {casa} e„j {in} o„k…an {casa}.
07/11/2006 23:52
 
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Per una migliore lettura mi sono permesso di postare il testo greco.

Saluti.

Michele
"Conosco la metà di voi soltanto a metà; e nutro, per meno della metà di voi, metà dell'affetto che meritate". (Bilbo Baggins)


26/11/2006 19:18
 
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Essendo ignorante in greco, mi ha fatto molto piacere conoscere che c'è un modo molto preciso di scrivere "di casa in casa" nella lingua greca.
Grazie ancora di queste ottime informazioni
Flavio [SM=x570901]
29/12/2006 19:27
 
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scusate la banalità
....ma il trovare i meritevoli non presuppone l'azione precedente di andare a suonare i campanelli per parlare un po' e vedere chi è meritevole?

ciao
bds
29/12/2006 19:50
 
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Per fortuna che quei "meritevoli" che va cercando la Soc. Torre di Guardia sono sempre meno.
Ormai molta gente quando apre la porta ai TDG ne sa abbastanza sul conto di questa organizzazione, per cui resta sempre più difficile celare cosa si nasconde oltre la TORRE.

Daniela47
29/12/2006 21:22
 
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Scritto da: ballodasola 29/12/2006 19.27
....ma il trovare i meritevoli non presuppone l'azione precedente di andare a suonare i campanelli per parlare un po' e vedere chi è meritevole?

Le banalità sono scusabili quando non ci sono informazioni sufficienti per evitarle. Ma come al solito non studi abbastanza [SM=g27827]:

Leggi con attenzione questa pagina:

www.infotdgeova.it/casa.htm

così eviterai di ripetere simili banalità, oltretutto anche piuttosto anacronistiche, visto che i campanelli al tempo di Gesù non esistevano [SM=x570867] [SM=g27827]:

Saluti
Achille

[Modificato da Achille Lorenzi 29/12/2006 21.23]

30/12/2006 21:55
 
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l'ho letta.(ho i testimoni)
...volevo dire che la frase "cercare i meritevoli" a merende l'idea che era iniziativa degli apostoli andare (dove? di casa in casa-questo lo sto dicendo io)per cercare ....
se no,come avrebbero fatto a trovare?
mi sono spiegata?è un po' contorto.
ciao bds
31/12/2006 16:31
 
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Scritto da: ballodasola 30/12/2006 21.55
l'ho letta.(ho i testimoni)
...volevo dire che la frase "cercare i meritevoli" a merende l'idea che era iniziativa degli apostoli andare (dove? di casa in casa-questo lo sto dicendo io)per cercare ....
se no,come avrebbero fatto a trovare?
mi sono spiegata?è un po' contorto.
ciao bds

Come spiega chiaramente R. Franz nella pagina che ti ho segnalato, le parole di Gesù relative al "cercare chi vi è meritevole" (nella città o villaggio) si riferivano al cercare un alloggio da usare durante il periodo in cui i discepoli sarebbero rimasti in quel luogo.
Per gli ebrei in genere l'ospite era sacro. E quando degli stranieri israeliti arrivavano in qualche villaggio, la cosa era immediatamente risaputa dalla comunità. Vi sono esempi biblici di persone che vennero invitate a casa loro da "persone meritevoli", senza che fosse necessario andare di porta in porta a chiedere tale opitalità.
(Vedi l'episodio negativo riportato in Giud. 19:15; e quello positivo di Gen. 19:2,3. In entrambi i casi citati gli stranieri si fermavano nella piazza del paese ed erano poi accolti ed ospitati dai "meritevoli").
Questo è quindi il significato del versetto, significato che non viene comunque compreso dai TdG, i quali credono che "cercare i meritevoli" si riferisca all'andare di casa in casa a fare proseliti.

Ciao
Achille
01/01/2007 21:08
 
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ci sono anche altre opinioni?
ciao
bds
02/01/2007 06:50
 
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Scritto da: ballodasola 01/01/2007 21.08
ci sono anche altre opinioni?
ciao
bds

Prima di cercare altre opinioni, tu hai compreso che Gesù, dicendo "cercate chi vi è meritevole" (Mat. 10:11), stava dando istruzioni ai discepoli su come trovare un alloggio? E non si riferiva principalmente alla predicazione "porta a porta"?

La questione viene spiegata con chiarezza in questa pagina: www.infotdgeova.it/casa.htm , da cui copio/incollo una parte:

...Secondo i Testimoni tali "meritevoli" sarebbero le persone sincere che ascoltano il loro messaggio e che andrebbero cercate appunto "di casa in casa". Tuttavia, se teniamo conto del contesto, anche degli altri vangeli, comprendiamo che questi "meritevoli" erano semplicemente persone che avrebbero offerto ospitalità ai discepoli. Ecco infatti come l'evangelista Luca rende i passi paralleli nel suo vangelo: «Ma dovunque entriate in una casa, rimanetevi e di là partite... E restate in quella casa, mangiando e bevendo le cose che provvedono, poiché l’operaio è degno del suo salario. Non vi trasferite di casa in casa» (9:4; 10:7 TNM, il grassetto è aggiunto). Questo non è generalmente compreso dai TdG, i quali comunemente credono, come si diceva, che il versetto di Matteo 10:11 insegni che bisogna predicare di porta in porta e che i meritevoli siano le persone che ascolteranno il loro messaggio. Il Corpo Direttivo (CD) è consapevole che non è questo il significato del passo e lo ammette in alcuni casi, anche se cerca di mettere in secondo piano quello che è invece il senso principale del versetto: «Gesù poi comanda: "In qualunque città o villaggio entriate, cercate chi vi è meritevole e quivi rimanete finché non partiate". (Matteo 10:11) Meritevole di che cosa? Meritevole del privilegio di ricevere questo servitore di Geova e di ascoltare il messaggio del Regno di Dio. Naturalmente, a quel tempo è probabile che i discepoli fossero ospitati dalla persona meritevole e usassero la sua casa come base mentre setacciavano il restante territorio alla ricerca di altri meritevoli» (La Torre di Guardia del 15/12/85, p. 15).

Non so quali altri opinioni si debbano ricercare...
Più chiaro di così.

Saluti
Achille
02/01/2007 16:38
 
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...proprio non ti fidi eh!
va be' comunque visto che ci sono le idee più disprate su qualsiasi argomento,volevo sapere se su questo sono tutti d'accordo(tranne i tdg ovviamente!)Io ci vedo 2 azioni distinte!

ciao
bds
02/01/2007 17:40
 
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Scritto da: ballodasola 02/01/2007 16.38
...proprio non ti fidi eh!
va be' comunque visto che ci sono le idee più disprate su qualsiasi argomento,volevo sapere se su questo sono tutti d'accordo(tranne i tdg ovviamente!)Io ci vedo 2 azioni distinte!

E nel caso si trattasse effettivamente di due azioni distinte, quale sarebbe la principale di queste due azioni?
A cosa si riferiva principalmente Gesù quando disse "cercate chi vi è meritevole"?
La mia è una domanda retorica, ma se la rivolgi a qualche TdG ti dirà che intendeva dire "andate di casa in casa a fare discepoli"...
E questo dimostra come in realtà non abbiano capito di che cosa Gesù stesse realmente parlando.
E molto probabulmente anche tu, se non fosse stato per ciò che hai letto nel sito e nel forum, la penseresti nello stesso modo, e non vedresti "due azioni distinte" ma solo una [SM=g27822]

Ciao
Achille

[Modificato da Achille Lorenzi 02/01/2007 17.41]

03/01/2007 13:43
 
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ma Polymetis è sparito??? [SM=x570868]

[SM=g27828]

http://andreabelli75.wordpress.com/

http://progettostudiodellabibbia.wordpress.com/
03/01/2007 13:50
 
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Scritto da: andreiu2 03/01/2007 13.43
ma Polymetis è sparito??? [SM=x570868]

[SM=g27828]

freeforumzone.leonardo.it/viewmessaggi.aspx?f=47801&idd=6007

Ciao
Achille

[Modificato da Achille Lorenzi 03/01/2007 13.50]

17/04/2007 21:00
 
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Che cosa succede a chi quarda un grande quadro a una decina di centimetri di distanza? Potete provarlo da voi: vedrete pochi e sfocati particolari che non vi diranno nulla di ciò che il quadro realmente raffigura.

Che cosa succede ai Testimoni che parlano diffusamente di "predicazione"? Che non si accorgono di parlare (e di fare, seppure la loro si possa chiamare "evangelizzazione"), di qualcosa che non li riguarda!

Infatti:
1) solo i 144.000 sono chiesa
2) i primi cristiani facevano tutti parte di questi 144.000. Poi basta!
3) dal 1935 c'è stata l'evidenza di un "rimanente" di tali 144.000.
4) oggi c'è un rimanente di questi 144.000 ed è di 8.758 persone, dette "unti".

Ora, tutto quello che la Bibbia riporta, ovvero, le lettere e i contenuti di quasi tutto il Nuovo Testamento concerne questi 144.000. E la predicazione? ANCHE!

La maggior parte dei testimoni di Geova dichiara di far parte della cosiddetta "grande folla". Costoro non costituiscono il "rimanente", poiché il rimanente, nella teologia geovista, è costituita oggi di 8.758 persone, la maggior parte molto anziana.

A parte l'aspetto molto desolante dell'immagine di tale "chiesa di Dio" che, secondo i Testimoni sarebbe costituita da questi 8.758 nonnini, rispetto alla chiesa dei tempi apostolici, per esempio, che era numerosissima e costituita da uomini e donne di tutte le età. C'è da dire che, a rigor di termini, la missione di predicare, sempre secondo l'immagine che i Testimoni hanno della chiesa, compete soltanto questo rimanente di 8.758 nonnini. Che cosa hanno a che vedere con la predicazione tutti gli altri, cioè quelli della "grande folla", sebbene siano la quasi totalità dei tdG? NIENTE! Ne volete la prova?

Chiedete a un Testimone di Geova di mostrarvi un solo versetto biblico che possa applicarsi alla "grande folla" riguardo al mandato di Cristo della predicazione dell'evangelo ...
_________________
Agabo.

[Modificato da Agabo 17/04/2007 21.03]

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"MA COME UN'AQUILA PUO' DIVENTARE AQUILONE? CHE SIA LEGATA OPPURE NO, NON SARA' MAI DI CARTONE " -Mogol
"Non spetta alla chiesa decidere se la Scrittura sia veridica, ma spetta alla Scrittura di testimoniare se la chiesa è ancora cristiana" A.M. Bertrand
26/05/2007 15:50
 
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PREDICAZIONE DI CASA IN CASA
NELLA DIDACHE' LA DOTTRINA DEGLI APOSTOLI POTETE TROVARE TUTTTE LE VOSTRE RISPOSTE! [SM=x570892] [SM=x570892] [SM=x570892]
07/06/2008 18:20
 
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Achille Lorenzi ha scritto:

La questione viene spiegata con chiarezza in questa pagina: www.infotdgeova.it/dottrine/casa.php , da cui copio/incollo una parte:

...Secondo i Testimoni tali "meritevoli" sarebbero le persone sincere che ascoltano il loro messaggio e che andrebbero cercate appunto "di casa in casa". Tuttavia, se teniamo conto del contesto, anche degli altri vangeli, comprendiamo che questi "meritevoli" erano semplicemente persone che avrebbero offerto ospitalità ai discepoli. Ecco infatti come l'evangelista Luca rende i passi paralleli nel suo vangelo: «Ma dovunque entriate in una casa, rimanetevi e di là partite... E restate in quella casa, mangiando e bevendo le cose che provvedono, poiché l’operaio è degno del suo salario. Non vi trasferite di casa in casa» (9:4; 10:7 TNM, il grassetto è aggiunto). Questo non è generalmente compreso dai TdG, i quali comunemente credono, come si diceva, che il versetto di Matteo 10:11 insegni che bisogna predicare di porta in porta e che i meritevoli siano le persone che ascolteranno il loro messaggio. Il Corpo Direttivo (CD) è consapevole che non è questo il significato del passo e lo ammette in alcuni casi, anche se cerca di mettere in secondo piano quello che è invece il senso principale del versetto: «Gesù poi comanda: "In qualunque città o villaggio entriate, cercate chi vi è meritevole e quivi rimanete finché non partiate". (Matteo 10:11) Meritevole di che cosa? Meritevole del privilegio di ricevere questo servitore di Geova e di ascoltare il messaggio del Regno di Dio. Naturalmente, a quel tempo è probabile che i discepoli fossero ospitati dalla persona meritevole e usassero la sua casa come base mentre setacciavano il restante territorio alla ricerca di altri meritevoli» (La Torre di Guardia del 15/12/85, p. 15).

Nella stessa pagina del sito si parla anche del modo in cui l'apostolo paolo svolgeva la sua opera. Cito:

Atti 20:20,21: 

"Di casa in casa"

In che modo l'apostolo Paolo compiva la sua opera di testimonianza? Atti, cap. 19, mostra che, dopo essere arrivato a Efeso, Paolo «trovò alcuni discepoli», circa dodici, che non sapevano niente dello Spirito o del battesimo cristiano, essendo stati battezzati solo con il battesimo di Giovanni. Paolo li battezzò nel nome di Gesù. Va sottolineato il fatto che quando li trovò, tali uomini erano già credenti. Egli insegno loro non come a degli estranei ignari di tutto, ma come ad uomini che erano già divenuti discepoli. Dopo il battesimo di questi uomini, il racconto di Atti continua dicendo: «Entrato nella sinagoga [Paolo] parlò intrepidamente per tre mesi, pronunciando discorsi e usando persuasione riguardo al regno di Dio. Ma quando alcuni continuarono a indurirsi e a non credere, parlando ingiuriosamente della Via davanti alla moltitudine, egli si ritirò da loro, e separò da loro i discepoli pronunciando ogni giorno discorsi nella scuola di Tiranno». Questo è il racconto del ministero di Paolo ad Efeso fatto da Luca, testimone oculare. Egli mostra che alcuni di quelli che avevano ascoltato i discorsi di Paolo nella sinagoga durante quei tre mesi erano già discepoli o lo sarebbero infine divenuti.
Egli non dice che la loro adesione al cristianesimo fosse il risultato dell'"attività di predicazione di casa in casa". 

In tutto il libro degli Atti troviamo numerosissimi esempi di persone che divennero credenti in seguito all'ascolto di discorsi pronunciati in luoghi pubblici o pubblicamente. I 3000 della Pentecoste si erano radunati in luogo pubblico per sentire il discorso di Pietro, e in quello stesso giorno divennero credenti. (Atti 2:1-41) Ad Antiochia di Pisidia, in seguito al discorso di Paolo nella sinagoga alcuni "seguirono Paolo e Barnaba" (Atti 13:14-16, 38-43). Ad Iconio, Paolo e Barnaba parlarono nella sinagoga e "una grande moltitudine sia di Giudei che Greci divennero credenti". A Filippi, Lidia ricevette il messaggio di Paolo lungo un fiume. Questi sono solo alcuni esempi del metodo seguito da Paolo nella sua predicazione. Tutti questi racconti precedono il racconto dell'attività di Paolo a Efeso, riportato in Atti 20:20,21. In questo passo si legge che Paolo aveva insegnato "pubblicamente e di casa in casa" agli Efesini. Se il primo termine della frase implica un insegnamento in pubblico, il secondo non può che indicare, necessariamente, un insegnamento privato. Confrontato con l'ampio e dettagliato panorama offerto dall'intero libro degli Atti, il caso di Efeso indica con molta chiarezza che egli aveva trovato dei credenti che erano divenuti tali in seguito ai suoi discorsi nella sinagoga e, successivamente, nella scuola di Tiranno, e che egli dopo di ciò si era recato nelle loro case, visitandole una dopo l'altra, insegnando loro non più pubblicamente, ma in privato. Se si attribuisce la giusta importanza ai precedenti scritturali, si deve riconoscere che questa è la spiegazione più ragionevole.
.....
(Tratto da www.infotdgeova.it/dottrine/casa.php ).

Quindi il passo si Atti 20:20 non fornisce una valida base biblica che legittimi il metodo di "predicazione" porta-porta tanto caro ai TdG.
Non ci sono altri passi o brani della Bibbia in cui si dica che l'apostolo Paolo, o i cristiani in genere, andassero di porta in porta a predicare, come fanno oggi i TdG.
Eppure ecco quale immagine "subliminale" è stata pubblicata nella Torre di Guardia del 15/7/2008, p. 4:



Nela stessa rivista, alle pp. 3 e 4, si continua a dire che i cristiani in genere andavano di casa in casa (sottintendendo di porta in porta) a "cercare i meritevoli", fraintendendo ancora una volta il passo di Matteo 10:11.

Achille

[Modificato da Achille Lorenzi 07/06/2008 18:23]
08/06/2008 16:25
 
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re
Il compito degli apostoli era ben diverso da quello dei tdg ! Loro predicavano ciò che Gesù gli aveva insegnato ! i tdg invece predicano ciò che gli insegna la Wts!
Grazia
08/06/2008 18:35
 
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Re: re
Io penso che nella bibbia si usava il termine “case” nel senso di comunità di cristiani. Gli apostoli non andavano di porta in porta come fanno oggi i tdg. Lo sapete cosa significa chiesa? Deriva dal greco "ecclesìa", che significa assemblea. Quindi le chiese sono i luoghi dove si raduna la comunità cristiana. Le prime chiese sono state costruite all'epoca di Costantino, l'imperatore romano che concesse la libertà di culto ai cristiani. La parola "chiesa" derivante dal greco ecclesia, indica sia la comunità cristiana, sia l'edificio di culto dove tale comunità si raduna. Questo doppio significato ha la sua origine nei primi secoli del cristianesimo: per circa trecento anni le comunità cristiane si radunarono in case private, e l'ambiente di riunione rivestiva un ruolo secondario rispetto all'importanza dei riti stessi. Per questo motivo, quando (dopo l'editto di Costantino del 313) cominciarono a costruire edifici appositamente dedicati al culto, li designarono con il nome della comunità (ecclesia), e non con il nome più frequentemente utilizzato per i luoghi di riunione collettiva (ecclesiasteria).


Le cose che si vedono sono per un tempo
ma quelle che non si vedono sono eterne - 2Corinzi 4:18


10/06/2008 11:03
 
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Piccola provocazione... scusate ;- )


Achille Lorenzi, 07/06/2008 18.20:

Achille Lorenzi ha scritto:

La questione viene spiegata con chiarezza in questa pagina: www.infotdgeova.it/dottrine/casa.php , da cui copio/incollo una parte:

...Secondo i Testimoni tali "meritevoli" sarebbero le persone sincere che ascoltano il loro messaggio e che andrebbero cercate appunto "di casa in casa". Tuttavia, se teniamo conto del contesto, anche degli altri vangeli, comprendiamo che questi "meritevoli" erano semplicemente persone che avrebbero offerto ospitalità ai discepoli. Ecco infatti come l'evangelista Luca rende i passi paralleli nel suo vangelo: «Ma dovunque entriate in una casa, rimanetevi e di là partite... E restate in quella casa, mangiando e bevendo le cose che provvedono, poiché l’operaio è degno del suo salario. Non vi trasferite di casa in casa» (9:4; 10:7 TNM, il grassetto è aggiunto). Questo non è generalmente compreso dai TdG, i quali comunemente credono, come si diceva, che il versetto di Matteo 10:11 insegni che bisogna predicare di porta in porta e che i meritevoli siano le persone che ascolteranno il loro messaggio. Il Corpo Direttivo (CD) è consapevole che non è questo il significato del passo e lo ammette in alcuni casi, anche se cerca di mettere in secondo piano quello che è invece il senso principale del versetto: «Gesù poi comanda: "In qualunque città o villaggio entriate, cercate chi vi è meritevole e quivi rimanete finché non partiate". (Matteo 10:11) Meritevole di che cosa? Meritevole del privilegio di ricevere questo servitore di Geova e di ascoltare il messaggio del Regno di Dio. Naturalmente, a quel tempo è probabile che i discepoli fossero ospitati dalla persona meritevole e usassero la sua casa come base mentre setacciavano il restante territorio alla ricerca di altri meritevoli» (La Torre di Guardia del 15/12/85, p. 15).

Nella stessa pagina del sito si parla anche del modo in cui l'apostolo paolo svolgeva la sua opera. Cito:

Atti 20:20,21: 

"Di casa in casa"

In che modo l'apostolo Paolo compiva la sua opera di testimonianza? Atti, cap. 19, mostra che, dopo essere arrivato a Efeso, Paolo «trovò alcuni discepoli», circa dodici, che non sapevano niente dello Spirito o del battesimo cristiano, essendo stati battezzati solo con il battesimo di Giovanni. Paolo li battezzò nel nome di Gesù. Va sottolineato il fatto che quando li trovò, tali uomini erano già credenti. Egli insegno loro non come a degli estranei ignari di tutto, ma come ad uomini che erano già divenuti discepoli. Dopo il battesimo di questi uomini, il racconto di Atti continua dicendo: «Entrato nella sinagoga [Paolo] parlò intrepidamente per tre mesi, pronunciando discorsi e usando persuasione riguardo al regno di Dio. Ma quando alcuni continuarono a indurirsi e a non credere, parlando ingiuriosamente della Via davanti alla moltitudine, egli si ritirò da loro, e separò da loro i discepoli pronunciando ogni giorno discorsi nella scuola di Tiranno». Questo è il racconto del ministero di Paolo ad Efeso fatto da Luca, testimone oculare. Egli mostra che alcuni di quelli che avevano ascoltato i discorsi di Paolo nella sinagoga durante quei tre mesi erano già discepoli o lo sarebbero infine divenuti.
Egli non dice che la loro adesione al cristianesimo fosse il risultato dell'"attività di predicazione di casa in casa". 

In tutto il libro degli Atti troviamo numerosissimi esempi di persone che divennero credenti in seguito all'ascolto di discorsi pronunciati in luoghi pubblici o pubblicamente. I 3000 della Pentecoste si erano radunati in luogo pubblico per sentire il discorso di Pietro, e in quello stesso giorno divennero credenti. (Atti 2:1-41) Ad Antiochia di Pisidia, in seguito al discorso di Paolo nella sinagoga alcuni "seguirono Paolo e Barnaba" (Atti 13:14-16, 38-43). Ad Iconio, Paolo e Barnaba parlarono nella sinagoga e "una grande moltitudine sia di Giudei che Greci divennero credenti". A Filippi, Lidia ricevette il messaggio di Paolo lungo un fiume. Questi sono solo alcuni esempi del metodo seguito da Paolo nella sua predicazione. Tutti questi racconti precedono il racconto dell'attività di Paolo a Efeso, riportato in Atti 20:20,21. In questo passo si legge che Paolo aveva insegnato "pubblicamente e di casa in casa" agli Efesini. Se il primo termine della frase implica un insegnamento in pubblico, il secondo non può che indicare, necessariamente, un insegnamento privato. Confrontato con l'ampio e dettagliato panorama offerto dall'intero libro degli Atti, il caso di Efeso indica con molta chiarezza che egli aveva trovato dei credenti che erano divenuti tali in seguito ai suoi discorsi nella sinagoga e, successivamente, nella scuola di Tiranno, e che egli dopo di ciò si era recato nelle loro case, visitandole una dopo l'altra, insegnando loro non più pubblicamente, ma in privato. Se si attribuisce la giusta importanza ai precedenti scritturali, si deve riconoscere che questa è la spiegazione più ragionevole.
.....
(Tratto da www.infotdgeova.it/dottrine/casa.php ).

Quindi il passo si Atti 20:20 non fornisce una valida base biblica che legittimi il metodo di "predicazione" porta-porta tanto caro ai TdG.
Non ci sono altri passi o brani della Bibbia in cui si dica che l'apostolo Paolo, o i cristiani in genere, andassero di porta in porta a predicare, come fanno oggi i TdG.
Eppure ecco quale immagine "subliminale" è stata pubblicata nella Torre di Guardia del 15/7/2008, p. 4:



Nela stessa rivista, alle pp. 3 e 4, si continua a dire che i cristiani in genere andavano di casa in casa (sottintendendo di porta in porta) a "cercare i meritevoli", fraintendendo ancora una volta il passo di Matteo 10:11.

Achille


Ho letto con interesse questa trattazione che potrebbe portare a queste conclusioni però: La predicazione di casa in casa non è scritturale = stiamo sbagliando. L'opera delle visite ultriori e degli studi biblici, però, è scritturale = stiamo facendo bene. La predicazione stradale, nei luoghi pubblici (mercati, giardini, stazioni, porti, ecc..), è anche questa scritturale = stiamo facendo bene. Paradossalmente, sarebbe anche scritturale introdurci in una chiesa durante una funzione religiosa e cominciare a predicare ai fedeli = siamo sbagliando perchè non lo facciamo. In definitiva è scritturale predicare = stiamo facendo bene.

Mi sembra alla fine che, tirando le somme, il nostro modo di fare (riferito alla predicazione) sia più scritturale che no... o mi sbaglio? [SM=g27824]

[SM=g1543902]




10/06/2008 11:15
 
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Re: Piccola provocazione... scusate ;- )
Agharti64, 10/06/2008 11.03:



Ho letto con interesse questa trattazione che potrebbe portare a queste conclusioni però: La predicazione di casa in casa non è scritturale = stiamo sbagliando. L'opera delle visite ultriori e degli studi biblici, però, è scritturale = stiamo facendo bene. La predicazione stradale, nei luoghi pubblici (mercati, giardini, stazioni, porti, ecc..), è anche questa scritturale = stiamo facendo bene. Paradossalmente, sarebbe anche scritturale introdurci in una chiesa durante una funzione religiosa e cominciare a predicare ai fedeli = siamo sbagliando perchè non lo facciamo. In definitiva è scritturale predicare = stiamo facendo bene.

Mi sembra alla fine che, tirando le somme, il nostro modo di fare (riferito alla predicazione) sia più scritturale che no... o mi sbaglio? [SM=g27824]

[SM=g1543902]








Il probblema secondo me non è se i tdG sbagliano di andare di casa in casa per predicare.
Ma il fatto che loro sostengono che siano gli unici di ubbidire in pieno al comando di Cristo di fare discepoli usando quel metodo.


[SM=g1543902]
Veronika


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