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"progressismo cristiano" o certezza della fede ?

Ultimo Aggiornamento: 08/01/2006 17:24
05/12/2005 15:37
 
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Uno dei motivi che mi ha spinto ad allontanarmi dai tg è la loro visione semplicistica e infantile del mondo che ci circonda : da una parte i buoni e dall’altra i cattivi,i fedeli e gli infedeli ,i giusti e gli ingiusti.

Mi sono sempre chiesto:”ma come si può credere meritevole di morte delle persone la cui unica colpa dovrebbe essere quella di non riconoscere la wts come il canale usato da Dio per comunicare oggi con l’uomo?com' è possibile condannare un induista o un cattolico o un protestante alla distruzione per aver semplicemente seguito l’insegnamento di suo padre ?”

Sono d’altra parte stanco di ascoltare ragionamenti ondivaghi su un tema così importante come la salvezza degli uomini.
Leggo di “apertura al pluralismo nel rispetto del contesto storico-culturale in cui un uomo cresce” e del dovere “cristiano di ricercare la verità rifuggendo un pericoloso relativismo che tutto svilisce” e che ridurrebbe le nostre vite al non senso.

La mia domanda è quindi questa:”Che ci stiamo a fare noi su questo forum ?Quello che apprendo sta migliorando la mia percezione del mondo e mi rende una persona migliore (e questo è lodevole ) oppure la dottrina e la conoscenza hanno un peso rilevante per la salvezza mia e dei miei cari ?

Boh!?

[Se rientri presto con il tasto EDIT nel post scritto puoi correggerlo - BeryMod]

[Modificato da berescitte 05/12/2005 19.05]

05/12/2005 17:45
 
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Concordo al 100%
Anche io penso cosi ed è questo il motivo perchè non tornerò tdg.
Mi chiedo,perchè una persona che crede alla sua religione,come ogni tdg,deve essere nel torto e quindi distrutto?
Un buon cattolico,un buon evangelista,un buon musulmano(...buono non radicale...) perchè non verrà salvato?
La sua colpa non può essere la convinzione nella sua religione.
I tdg sono testedure che vogliono ignorantemente imporre il loro creod senza voler sentire ragioni pensando che solo loro hanno la verità.
E questo è sbagliato!!!
"La religione non deve dividere ne ora ne mai,ideologie estreme portano sempre guai"
05/12/2005 19:13
 
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>com' è possibile condannare un induista o un cattolico o un protestante alla distruzione per aver semplicemente seguito l’insegnamento di suo padre ?”

R- C'è di peggio. E' scritto che Geova "non lascerà né radice né ramo" distruggendo anche i figli neonati che non hanno ancora avuto la possibilità di seguire l'insegnamento dei genitori.



>La mia domanda è quindi questa:”Che ci stiamo a fare noi su questo forum ?Quello che apprendo sta migliorando la mia percezione del mondo e mi rende una persona migliore (e questo è lodevole ) oppure la dottrina e la conoscenza hanno un peso rilevante per la salvezza mia e dei miei cari ?

R- Anche il solo informare, in maniera convincente e perciò con logica e documentazione, può salvare aiutando a tirarsi fuori dall'inganno.
Tu non lo so ancora ma io ci sto nel forum per collaborare con Achille a questa illuminazione iniziata da lui. Quindi ci sto per aiutare degli essere umani che considero fratelli destinati a qualcosa di assai più bello che non la terra paradisiaca (che oltretutto è un'illusione inventata nel 1935).
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est modus in rebus
05/12/2005 19:18
 
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d'accordissimo però...
io al momento non mi riconosco in nessuna religione organizzata e quindi non ho credenze o valori assoluti da imporre (cosa che non farei comunque) ma nemmeno da proporre.

una persona che invece vive una religiosità piena perchè cattolico protestante o altro e che come noi riconosce il valore del pluralismo, quale ruolo darà alla sua fede?
la religione è o no fattore discriminante tra la vita e la morte la dannazione e la beatitudine?

se tutto è riconducibile a ciò che si E' e non a ciò che si PROFESSA che ruolo ha il ricercare la verità se tanto non è questo che mi salverà la vita!

Una visione relativista cozza con l'adesione convinta ad una religione organizzata!

[Modificato da giainuso 05/12/2005 19.21]

06/12/2005 12:01
 
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mi spiego meglio
quando nel primo post parlavo di salvezza non mi riferivo a quella che si ottiena affrancandosi dalla wts,ma alla salvezza in senso più ampio,quella che viene da Dio.

se sono io che parlo di valore del pluralismo,io che non credo siano le religioni lo strumento usato da Dio per farsi conoscere dall'uomo ,piuttosto il contrario,allora il rispetto per le posizioni altrui è reale.

ma se è un praticante convinto a parlarmi in questi termini allora io non capisco.

la dottrina ha a che fare con la nostra salvezza si o no?Cristo è venuto qui per insegnare la religione dell'amore percui a qualsiasi latitudine basta seguire la regola del "volemose bene" e gli saremo ben accetti oppure no?

il religioso come si poni di fronte a questo tema ,il suo ostentato ecumenismo è solo di facciata?(e sarebbe più logico anche se condannabile),la ricerca doverosa per un cristiano della VIA di cui Berescitte parla in alcuni post precedenti mi renderà consapevole e magari più dotto o mi salverà dinnanzi a Dio?

è di questo che parlo quando accenno a ragionamenti ondivaghi...il tentativo secondo me fallito di coniugare la certezza della fede con il rispetto del pluralismo senza finire su posizioni relativistche.

a me sembra un grande inganno!!
06/12/2005 13:44
 
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Ti sei spiegato benissimo
Siccome sto con la pagnottella in mano, ti rispondo prima a questo secondo post (il primo lo sto trattando con più compiutezza e seguirà più o meno a ruota).

Dici
la dottrina ha a che fare con la nostra salvezza si o no?Cristo è venuto qui per insegnare la religione dell'amore percui a qualsiasi latitudine basta seguire la regola del "volemose bene" e gli saremo ben accetti oppure no?

R- Restando in astratto si potrebbe dire "sì". E' quello che Agostino intendeva dicendo "Ama e fa ciò che vuoi".
Ma se andiamo a vedere in concreto succede che molta gente equivoca nello intendere ciò che è bene. Poi distingue un bene proprio e uno altrui e quando li vede in conflitto resta perplesso e potrebbe essere indotto a scegliere ciò che è bene per sé (amore) ma male per l'altro (odio).
Poi, sempre per essere concreti, si dà il caso che il bene/amore va a braccetto (=è inseparabile) dagli altri due valori supremi che sono la verità e la giustizia. Senza le quali non si dà nessun amore ma solo mistificazioni di esso.
In conclusione la "regola aurea" funziona solo se si ha un cervello senza rospi dentro. Il primato va sempre all'intelligenza. In questo caso un'intelligenza dell'etos. Ed essendo questa intelligenza bacata dal peccato originale succede che l'uomo laico (quindi indipendentemente dalle litigate coi credenti) se si mette attorno a un tavolo trova che alcune cose le imbrocca e sono condivise da tutti altre no. Così una scelta laica decide pro aborto e una pro vita. E non possono essere scelte d'amore entrambe!
Ecco perché il buon Dio ha deciso di darci una mano. La coscienza sderenata dal peccato originale doveva essere restaurata. E la Rivelazione, insieme alla grazia che aiuta la volontà a starci al discorso non egoistico, serve proprio a far entrare tutta quella tensione "dichiarata" di bene in un bene degno di tale qualifica perché illuminato da cosienza restaurate, non più cieche.

Dici
il religioso come si pone di fronte a questo tema ,il suo ostentato ecumenismo è solo di facciata?

R- Stai usando "ecumenismo" in senso lato, tipo mondialismo. Ma l'ecumenismo perseguito dalla Chiesa consiste nella ricomposizione della unità dei cristiani. Il dialogo con altre religioni si chiama "interreligioso" e quello con gli uomini di buona volontà non credenti si chiama "umanitario".
Posto ciò l'ecumenismo non è di facciata. Si soffre e prega sinceramente per riformare l'unico ovile sotto l'unico Pastore.
Ma va fatto nel rispetto della verità. Ecco perché non basta il "volemose bene" quando ciò che divide sono idee e credenze di fede basilari. Ci vuole il dialogo teologico e il dialogo della carità. Giovanni Paolo II ha individuato già un altro dialogo che ci unisce tutti i credenti: il martirio.

Dici
la ricerca doverosa per un cristiano della VIA di cui Berescitte parla in alcuni post precedenti mi renderà consapevole e magari più dotto o mi salverà dinnanzi a Dio?

R- vedi il post seguente.
farà l'uno e l'altro. Ti salverà e con 10 e lode. Una salvezza normale è accessibile a tutti; cristiani e non, credenti e laici.
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est modus in rebus
06/12/2005 16:41
 
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Al primo post di "Giainuso" (del 05/12/2005 19.18)
Ti quoto e rispondo passo passo

>io al momento non mi riconosco in nessuna religione organizzata e quindi non ho credenze o valori assoluti da imporre (cosa che non farei comunque)

R- “Assoluto” è l’aggettivo più dannoso oggi in circolazione perché facilmente equivocato. Ho perso tempo a farne una trattazione e non voglio ripetermi. C’è perfino chi lo intende nel senso (che non sta in nessun dizionario) di “prepotente” che si avvicina come fratello gemello a “imposto”. Ma è tutto fasullo e perciò io non lo adopero. Prova a toglierlo da quella riga e vedrai che la tua affermazione fila lo stesso ma… senza intimidire nessuno con quella “parolaccia” che evoca fantasmi dogmatici che cadono dall’alto.


>ma nemmeno da proporre.

R- Questo non toglie che altri potrebbero averne. E se ne offrono delle ragioni accettabili, si tratterà di roba preziosa, anche senza essere “assoluta”.


>una persona che invece vive una religiosità piena perchè cattolico protestante o altro e che come noi riconosce il valore del pluralismo, quale ruolo darà alla sua fede?

R- Quella di accertamento di quale sia la religione fondata. E trovatala nel cristianesimo, di accertare quale tra le varie denominazioni ha tutti i numeri per proporsi come quella in cui “sussiste” la pienezza del messaggio di Cristo e dei mezzi di salvezza da Lui offerti.


>la religione è o no fattore discriminante tra la vita e la morte la dannazione e la beatitudine?

R- “Religione” altra parola equivocata che crea confusione nei nostri tempi. Alcuni dicendo “una religione” intendono una comunità che segue delle pratiche e una congerie di riti . Ma la religione, propriamente ed essenzialmente, consiste nel rapporto tra una coscienza creata e il suo Creatore; tanto è vero che essa si instaura prima ancora che si formi una società organizzata.

Allora, se per religione intendi appunto un gruppo organizzato, una credenza seguita da una comunità, essa non è di per sé un fattore discriminante, ma può esserlo. E lo è precisamente nella misura in cui quel gruppo assolutizza (=esclusivizza) il proprio schema di salvezza. Cosa che sono in molti a fare ma non la Chiesa Cattolica che ha sempre insegnato che il Creatore può bypassare la Chiesa visibile tramite il “battesimo di desiderio” che si instaura implicitamente in ogni coscienza retta, facendolo appartenere alla Chiesa, che significa inserendolo nel corpo di Cristo-Vite fuori del quale non c’è salvezza perché non ci sarebbe redenzione. Così in paradiso ci saranno santi e beati che non sono mai stati battezzati visibilmente.

Quindi la discriminante tra dannazione e beatitudine non è la religione organizzata ma quella che il soggetto vive nella propria coscienza (ho scritto più volte che in cielo io mi aspetto di trovarci non solo santi credenti in altre fedi come Gandhi, ma anche laici come Montanelli e anche un certo presidente francese che aveva un fior d’umanità…). Solo chi, avendo percepito la propria dipendenza dal Creatore non gli rende l’omaggio del proprio cuore e della propria intelligenza obbedendo alle indicazioni di bontà che la coscienza gli detta, questi si danna (se persiste in questo stato fino alla fine).
Ed è per questo che le varie “religioni” hanno il sacrosanto dovere di essere tolleranti e di non giudicare la colpevolezza interna di nessuno. Il che non toglie che possano e debbano esserlo in relazione a pratiche esterne che oggettivamente danneggiano il prossimo.
Noi nel forum siamo precisamente intolleranti contro l’errore geovista e gli imbrogli del CD, denunciandoli perché chi ne è schiavo se ne liberi.


>se tutto è riconducibile a ciò che si E' e non a ciò che si PROFESSA che ruolo ha il ricercare la verità se tanto non è questo che mi salverà la vita!

R- E’ il ruolo di passare dalla paccottiglia ai tesori autentici. Dal pane e segatura del tempo di guerra al quello fatto con fior di farina. O, se preferisci, il ruolo di diventare “adoratori in spirito e verità. Giacché il Padre cerca tali adoratori”. Il che comporta anche un vivere alla massima espressione di figli adottivi di un così Gran Signore.


>Una visione relativista cozza con l'adesione convinta ad una religione organizzata!

R- Anche qui dipende dal senso di dare alla parola “relativista”. Essa può avere un senso accettabile. Ma se la usi nel senso improprio di “tutto è incerto… questo o quello per me pari sono… la religione è solo una invenzione soggettiva” allora avresti ragione: questo relativismo cozza! Ma non cozza solo contro le religioni organizzate, cozza anche contro la religione della coscienza che sa esserci valori non relativizzabili in quel senso giacché sono certificati dalla ragione laica (fuori di qualsiasi rivelazione).
Il relativismo cozza infine anche contro se stesso perché usa la ragione per squalificare la ragione. Un autolesionismo che definirlo comico è poco.
E’ lui e non le religioni a non aver diritto di cittadinanza. E non sono certo le religioni a negargliela. E’ lui stesso che dice a se stesso (è roba del ’68) “non mi seguite, mi sono perso anch’io!” Ed è vano il tentativo di bussargli sulla spalla per dirgli “guarda che questa frase è intimamente contraddittoria”. Ci chiederebbe il perché ma non lo capirebbe (non può farlo se resta coerente con la sua non certificabilità congenita). Capirebbe solo se gli dicessimo che “discorso contraddittorio significa che mentre credi di aver detto qualcosa hai affermato anche esattamente il contrario di quel qualcosa”; quindi hai fatto qualcosa di inutile e di autodemolitorio. Allora si ribellerebbe, di nuovo, non capendo che è proprio così.
Ciao
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06/12/2005 23:40
 
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dialogo sul martirio ?
condivido in pieno il messaggio di Giovanni Paolo II che individua nel martirio un terreno per dialogare in unità .

chi non riconoscerebbbe il valore universale di un tale sacrificio,chi potrebbe mettere in discussione la buona fede di colui che è disposto a scarificare tutto se stesso a favore di Dio ?

.....

Lufti Abuu Saada è stanco di sopportare le mille ingiustizie che ogni giorno avvengono sotto i suoi occhi.è pieno di rabbia per quegli infedeli che calpestano con disprezzo la sua sacra terra che hanno distrutto la sua casa che hanno ucciso sua madre.

ieri è saltato in aria in nome di Dio e per difendere l'onore del suo popolo.

Lufti Abuu Saada aveva 20 anni , 6 persone innocenti sono morte con lui in un vile attentato terroristico.

c'è Dio
c'e il martirio
c'è la buona fede
manca il "volemose bene"

fine a che punto la sincerità di intenti può limitare il valore da attribuire alla responsabilità soggettiva ?

07/12/2005 05:10
 
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Quando si fanno dei paragoni spesso si sottintende la clausola "a parità di condizioni".

Nel caso del martirio appunto si intende che il gesto compiuto sia dall'una che dall'altra parte sia effettivamente un martirio, cioè una testimonianza eroica di assoluta dedizione alla propria fede per la quale IL SOGGETTO MUORE PER SALVARE ALTRI, COMPRESI QUELLI RITENUTI NEMICI SUI QUALI IL VERO MARTIRE INVOCA IL PERDONO. Ed è elemento essenziale anche il fatto che DEVONO ESSERE GLI ALTRI AD INFLIGGERE LA MORTE, non il soggetto a procurarsela.

Quindi né gli atti di terrorismo suicidi, né il suicidio per protesta rientrano nel concetto. Non c'è parità di condizioni, anche se il risultato comporta la morte del soggetto.

Invece questo martirio comune esiste quando si muore per la fedeltà alla propria fede. In questo senso noi cattolici onoriamo chiunque venga martirizzato e siamo sicuri che, dal momento che Dio giudica secondo la rettitudine di coscienza, tutti i martiri per la fede finiscono nelle braccia del Padre.

Su questo piano ci addolora il fatto che, mentre da parte degli ortodossi e protestanti c'è lo stesso atteggiamento, i Testimoni di Geova non facciano comunione con noi (come giudicano i gesti di dedizione dei nostri martiri: suggeriti dal demonio? E il nostro proporli come campioni della fede: propaganda?).

Va da sé che il "martirio" può essere inteso in senso lato anche senza perdere del tutto la vita ma lasciandosela rosicchiare dall'impegno che richiede la dedizione alla costruzione del Regno di Dio (evangelizzazione e caritas). E questo comporterebbe, tra fedi differenti, una collaborazione in tutto ciò che è fattibile assieme, come le "guerre" mondiali contro la fame, epidemie, analfabetismo, aborto, a favore della promozione umana, dell'ecologia, del disarmo eccetera...

Ma anche qui c'è da chiedersi cosa frulla nella testa del CD di Brooklyn per tenere la "Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova" in disparte, e peggio, per indurlo a criticare la caritas svolta da "Babilonia la grande". [SM=g27813]
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10/12/2005 12:54
 
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allora...
Allora andiamo per gradi.

È evidente che non si può mettere sullo stesso piano il martirio nel nome dell’amore con la scelta di morire fatta dall’assasino suicida islamico (erroneamente definito kamikaze ) .

Io però non riesco a definire con esattezza il confine che c’è tra la vittima e il carnefice.e nonostante avverta la profonda malvagità di un simile atto non riesco a non provare compassione piuttosto che indignazione per il povero Lufti .

Vedi Bery io sono ben lieto di ascoltare parole che mi sussurrano….pluralismo,tolleranza,dialogo interreligioso(grazie per la precisazione),salvezza extraconfessionale,ecc…

Un’altra cosa è pensare che questo fosse il credo dei primi cristiani.

Quando si analizza un testo sarebbe buona cosa rispettare il senso che lo scrittore voleva dare alle sue parole.

Dal mio punto di vista mentre nei vangeli si parla di carità cristiana e di porgere l’altra guancia non c’è traccia di una simile apertura verso le altre confessioni ; al contrario si parla di porte strette,di operatori d’illegalità,di unica via ecc…

Il mio pensiero è che nel tentativo di coniugare il comune sentire dell’uomo moderno (occidentale) con la sensibilità di uomini di duemila o più anni fa , si sia finiti per piegare le scritture ai nostri bisogni in nome di ciò che è “politicamente corretto”.

Punto secondo mi sorprendi quando “ti sorprendi” della chiusura verso le altre confessioni promossa dal CD.
E come potrebbe essere altrimenti ?
È nell’impianto stesso del loro credo sentirsi una nazione eletta ,“…uscite da essa o popolo mio”…è il loro cavallo di battaglia.

Un Testimone di Geova che accetta il dialogo interreligioso (ormai abuso di questa definizione! [SM=g27828] ) è una contraddizione in termini.

Il TG crede che il suo essere separato abbia un peso nella contesa tra Dio e Satana . Loro contro tutti.Il più delle volte viene da un’altra religione e prova “zelante furore” per l’organizzazione “mistificatrice”(?) da cui proviene.

Ma te lo immagini Lutero nel pieno del suo sdegno e della sua indignazione che accetta compromessi con il papato ?

Ci sono voluti 500 anni per giungere ad un costruttivo armistizio tra la chiesa e le confessioni cristiane protestanti , per i TG e la loro acerba fede è ancora troppo presto.

Speriamo bene!


Un saluto


[Modificato da giainuso 10/12/2005 13.24]

[Modificato da giainuso 10/12/2005 13.27]

12/12/2005 12:49
 
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Carissimo giainuso
Sono molto contento di questo tuo rilievo.

>Vedi Bery io sono ben lieto di ascoltare parole che mi sussurrano….pluralismo,tolleranza,dialogo interreligioso(grazie per la precisazione),salvezza extraconfessionale,ecc…

Un’altra cosa è pensare che questo fosse il credo dei primi cristiani.

Quando si analizza un testo sarebbe buona cosa rispettare il senso che lo scrittore voleva dare alle sue parole.

R- perché esso mette in risalto l'ambivalenza della Bibbia, da un lato come Parola di Dio immutabile per tutti i tempi e dall'altro come parola di uomo, che rileva problemi e mentalità del tempo (quindi caduche e variabili, da non assolutizzare).
E posso senz'altro sottoscrivere che i primi cristiani avevano alcune vedute che non corrispondono alle nostre. Ma non per questo le nostre sono sbagliate! Sono semplicemente diverse perché si trattava di vedute appunto storiche/umane e perciò variabili.
Questa della apertura alla salvezza universale (che peraltro tra le righe del testo sacro trapela anche se non affermata direttamente... Penso all'universalismo salvifico, un vero e proprio evangelo in anteprima, costituito dal libro di Giona), questa apertura è una cosa che è maturata diversamente secondo i tempi e le radici culturali.
Oggi ad esempio il Decreto conciliare sulla libertà religiosa, ha segnato una evidente svolta in rapporto al valore salvifico delle altre fedi asserendo che Dio non disdegna di usarle come strumenti di salvezza (sempre presupposta la rettitudine di coscienza derivante dalla ignoranza del fatto storico della rivelazione cristiana), mentre i TG continuano a martellare con i loro "idoli di letame" illudendosi che si tratti di una posizione di quelle immutabili.

Il che ci riporta alla necessità di avere sia una Chiesa portavoce autentica della rivelazione di inizio, sia capace di stare "in ascolto di ciò che lo Spirito dice alle Chiese" oggi.
E lo Spirito, come già al perplesso Giona, dice cose diverse da quelle che Giona pensava fino a ieri.
Lo stesso è accaduto anche a tutti gli Israeliti quando si sono sentiti dire da Ezechiele che bisognava piantarla con quel detto "i padri hanno mangiato l'uva acerba e i denti dei figli si sono allegati". Tutto sbagliato! Anche se serviva a indicare efficacemente la responsabilità sociale delle azioni, ecco che il Signore interviene dicendo che però resta anche vero che "chi rompe paga e i cocci sono suoi".

E, naturalmente, non sta a i singoli determinare cosa sia caduco e cosa perenne nell'insegnamento trasmesso dalla parola di Dio. "Chi ascolta VOI ascolta ME"...
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08/01/2006 03:57
 
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Vero progressismo o adattamento?
La certezza di Fede è paradossale già in partenza a mio giudizio.
Se ci fosse certezza non servirebbe la Fede e se ci fosse Fede non si cercherebbe nessuna certezza.
Di oggettivo non c' è nulla, ma soggettivamente ognuno può aderirvi, però tenendo presente che questo tipo di religioni secondo me abbassano eccessivamente le difese logiche dell' individuo e sono spesso non solo pericolose ma anche mentalmente debilitanti, se si parte dal presupposto che se esiste un Dio il nostro cervello autonomo è stato creato da Lui, quindi forse sarebbe un peccato mandare il cervello in "ferie" permanente.
Anche il progressismo religioso che secondo me si addice più al credente riformista, ha bisogno di un sostegno esterno solo quanto basta e che non vada mai in conflitto con la Fede.
Quindi se le leggi Bibliche sono superiori a quelle umane, perchè spesso invece di proporsi queste obbiettano solo o si adattano alle nuove leggi secolari?
Se non esistessero leggi secolari, ma la Bibbia dice che "il mondo appartiene al diavolo" e ci fosse solo uno Stato Confessionale come progredirebbero le leggi Bibliche?
Gli Stati Confessionali hanno mai fatto Riforme e progresso Democratico?
Per fare un esempio perchè l' uomo che è decaduto secondo la Bibbia, ha creato un governo Democratico e di uguaglianza tra uomo e donna superiore alle leggi patriarcali che la Bibbia comanda?
Stando a quanto dicono le religioni è strano che si ottenga un beneficio e uno sviluppo dalla disobbedienza Biblica, ma a volte è avvenuto proprio questo.
Non credo che ci possano essere state interpretazioni errate sulle leggi degli schiavi o delle donne.
Al massimo si può comunque ritrattare il contenuto ai tempi di sviluppo e di libertà attuali che le religioni approvano rispetto all' obbedienza e alla sottomissione dei regimi Biblici una volta sostenuti, ma i tempi attuali appartengono secondo la Bibbia al diavolo o per i più moderati comunque sono giorni malvagi, quindi perchè questa dipendenza?
Ciao
"La natura voi dite, è del tutto inesplicabile senza un Dio in altri termini, per spiegare ciò che capite ben poco, avete bisogno di una causa che non capite affatto." (Ghiry D' Holbach, il buon senso, 1772)

08/01/2006 09:44
 
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Re: Vero progressismo o adattamento?
Lachy scrive:
Anche il progressismo religioso che secondo me si addice più al credente riformista, ha bisogno di un sostegno esterno solo quanto basta e che non vada mai in conflitto con la Fede.
Quindi se le leggi Bibliche sono superiori a quelle umane, perchè spesso invece di proporsi queste obbiettano solo o si adattano alle nuove leggi secolari?
Se non esistessero leggi secolari, ma la Bibbia dice che "il mondo appartiene al diavolo" e ci fosse solo uno Stato Confessionale come progredirebbero le leggi Bibliche?
Gli Stati Confessionali hanno mai fatto Riforme e progresso Democratico?
Per fare un esempio perchè l' uomo che è decaduto secondo la Bibbia, ha creato un governo Democratico e di uguaglianza tra uomo e donna superiore alle leggi patriarcali che la Bibbia comanda?



Premesso che la Bibbia e ciò che è scritto in essa è relativo, e cioè ciò che è scritto debba essere diviso fra ciò che proviene da Dio e ciò che invece è parte del retaggio sociale e culturale dello scrittore, secondo me:
Il progresso democratico e culturale è avvenuto proprio grazie al messaggio del vangelo , che è penetrato dentro la società ed è riuscito a migliorarla.
Ad esempio il modo in cui Gesù ha considerato la donna ha poi dato luogo a quella rivoluzione che è avvenuta nel mondo cristiano, cosa che invece in quei paesi non cristiani non è ancora avvenuta.

Ciao
08/01/2006 17:24
 
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Religione ed evoluzione
Gandhy scrive:


Premesso che la Bibbia e ciò che è scritto in essa è relativo, e cioè ciò che è scritto debba essere diviso fra ciò che proviene da Dio e ciò che invece è parte del retaggio sociale e culturale dello scrittore



In questo caso la Bibbia sarebbe un libro inquinato dal pensiero umano, perchè Dio l' avrebbe permesso se la Bibbia doveva essere un libro per ogni epoca?
Da notare anche che nella Bibbia non è scritto da nessuna parte che è un libro a retaggio culturale, che è utile in qualsiasi epoca e tanto meno sia un libro relativo.
Dio è rappresentato onnisapiente e assoluto, se una legge è relativa sarebbe come dire dopo che uno ha preso una multa in moto perchè non aveva il casco che l' infrazione e contestabile perchè faceva parte del retaggio culturale dell' anno in cui fu resa esecutiva.




Il progresso democratico e culturale è avvenuto proprio grazie al messaggio del vangelo , che è penetrato dentro la società ed è riuscito a migliorarla.




Se la Bibbia avesse avuto da subito questa miglioria e avesse un messaggio Divino e assoluto perchè ha portato i suoi frutti dopo secoli? Molti altri personaggi storici hanno inciso prima del primo secolo in maniera incisiva sulla Democrazia.
Inoltre non credo che la religione si sia mai battuta ad esempio per il suffragio universale o per l' uguaglianza del popolo durante la rivoluzione francese.




Ad esempio il modo in cui Gesù ha considerato la donna ha poi dato luogo a quella rivoluzione che è avvenuta nel mondo cristiano, cosa che invece in quei paesi non cristiani non è ancora avvenuta.



Non credo che la donna abbia mai avuto incarichi religiosi nel primo secolo e neppure molto dopo.
Sinceramente credo che l' uomo conoscesse ciò che era bene e ciò che era male anche molto prima del primo secolo, ad esempio credo che anche l' uomo Sapiens sapeva che se amava il prossimo non colpendolo aveva più possibilità di non essere colpito.
Ciao


"La natura voi dite, è del tutto inesplicabile senza un Dio in altri termini, per spiegare ciò che capite ben poco, avete bisogno di una causa che non capite affatto." (Ghiry D' Holbach, il buon senso, 1772)

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