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Giovanni 1:1

Ultimo Aggiornamento: 28/11/2005 20:31
28/11/2005 20:31
 
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Rispondo al primo post di Ora basta

Scritto da: ora basta 28/11/2005 9.32
IL verbo era Dio!

IL verbo era un Dio!

Theos ........o theos.

Sapete mi hanno fatto notare che in Atti 28:6 la frase o theos viene tradotta un dio mentre in giovanni 1:1 lo stesso o theos è tradotto Dio, Bery e Poli come stanno le cose?

Spiegazione tecnica, vi ringrazio in anticipo.


Intendi dire ovviamente nella versione CEI, giacché nella NM anche Gv 1,1 è tradotto "un dio".

A mio avviso la decisione è tutta dovuta al contesto. In atti abbiamo dei pagani che valutano la vicenda di Paolo. E quali idolatri e politeisti lo qualificano "un dio" per la sua immunità dal veleno.
In Gv 1,1 abbiamo invece il massimo e primo teologo cristiano che, sotto Spirito Santo, ci dona l'esegesi (=l'interpretazione esatta) del fenomeno Cristo, sperimentato come Verbo della vita, il Figlio di Dio incarnato che "c'era sin dall'inizio", e ne attesta la natura divina.
Quindi interviene la filosofia che, a servizio della teologia (che è semplicemente la scienza di Dio con la ragione applicata al dato rivelato) spiega che la natura divina non può essere che unica poiché due infiniti sono contraddittori. Ne deriva che la natura divina del Figlio non è un qualcosa di simile e di separato da quella del Padre (come la intende il geovismo riducendola al possesso di un "corpo spirituale" che il Figlio, gli Angeli e gli Unti avrebbero a somiglianza di Geova ) ma non può essere che LA STESSA E UNICA POSSEDUTA DAL PADRE. E poiché la dignità e le caratteristiche delle Persone derivano dalla loro natura, abbiamo che il Figlio ha la stessa dignità divina del Padre, con tutte le caratteristiche di eternità, onnipotenza, onniscienza, onnipresenza etc...

Senza il lavorio della mente, che si avvale della logica (e la logica è un ramo della filosofia) questa inquadratura non è possibile. Ma è anche l'unica possibile e trascurando la quale si va verso concezioni antropomorfiche della divinità, che comportano poi, a scendere nei particolari, contraddizioni e mostruosità.
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