Rispondo prima al secondo quesito.
La Chiesa Cattolica ha dichiarato espressamente, nella "Dei Verbum" del Concilio Vaticano II, che essa, distinguendo Bibbia/Scrittura (libro) da Rivelazione (verità rivelate) trae l'insieme delle verità da credere non solo dalla Scrittura ma anche dalla co-fonte della rivelazione che la precede, la coonesta nel suo Canone e continua ad insegnarla a voce (la Sacra Tradizione) e su entrambi queste fonti ritiene che Gesù abbia istituito, in Pietro, la roccia del Magistero autentico così da evitare il pericolo di interpretazioni devianti dal vero.
Detto ciò, l'articolo di fede relativo alla "assunzione" in cielo di Maria in anima e corpo (come accadde a Gesù che però ci andò per virtù propria per cui nei suoi riguardi parliamo di "ascensione") è verità di fede che scaturisce dalla Tradizione suddetta, e perciò sicura.
Nella Bibbia vi sono solo alcune avvisaglie che rendono la cosa molto congruente con il modo di vedere le cose dimostrato da Dio stesso (ma non entro in merito. Mi chiederesti di sunteggiare un trattato di mariologia!).
Il problema del "carne e sangue..." non esiste. Si tratta di una deformazione interpretativa escogitata dallo Schiavo geovista. Infatti il geovismo non accetta neanche la presenza del corpo storico di Gesù in cielo. Ma ogni esegeta sa che la locuzione "carne e sangue" secondo Paolo indicava non il corpo fisico ma la debolezza umana e il peccato dell'uomo carnale (sarkikòs), contrapposto all'uomo spirituale (pneumatikòs). In cielo ci si va tutti con il proprio corpo, debitamente "reso conforme a quello glorioso di Gesù" risorto (è Bibbia).
Quanto al quesito sulla intercessione, questa verità di fede si appoggia sia sulla Traditio che sui testimoni biblici, di cui uno è l'episodio di Cana. Forse ti sarà chiaro l'intendimento cattolico [parlo perché tu lo capisca. L'accettarlo è un'altra faccenda] non vede i prima e i dopo nella mente onniveggente di Dio. Quindi è vero che Gesù prima disse una frase che, a sentirla umanamente, potrebbe essere presa come rifiuto e che poi ci ripensò perché il Padre lo convinse a fare il miracolo. Ma se si considera che Dio sapeva da sempre tutto ciò che sarebbe stato fatto e detto, allora si capisce che Maria è stata da Dio Padre inserita nella vicenda con un ruolo intercessorio, giacché era già predisposto (ma preconosciuto con il concorso del suo intervento) che Gesù avrebbe fatto il miracolo. Allora la frase di Gesù non può avere un senso di rifiuto. Tanto è vero che la Madonna lo ha interpretato come un assenso in quanto ha subito disposto ordini alla bisogna chiamando i servi e dicendo loro "fate quello che vi dirà".
Non si può assolutamente pensare che la "piena di grazia" (kekaritomène) non fosse devota e sottomessa alla volontà di Dio manifestata dal suo Figlio. Quindi questo suo diportarsi da "signora" della situazione non può essere inteso come un forzare la mano al Figlio contro la di Lui volontà. Maria aveva capito che il Figlio le aveva dato l'OK.
Chi parla di "anticipazione" della serie dei miracoli che Gesù avrebbe fatto, la intende "per modo di dire" giacché, essendo stato previsto da sempre da Dio Padre, anche quel miracolo di Cana è avvenuto nel preciso istante del tempo in cui la volontà di Dio voleva che fosse compiuto.
Ciao.
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est modus in rebus