Caro Lybero, guarda che noi che parliamo di "metafora" ci andiamo proprio "piano", cioè riflettiamo a lungo prima di parlare. Si dà il caso, tutto all'opposto, che prendere il racconto per come suona sia un procedimento troppo "frettoloso" e, in seguito lo si capisce, irrazionale perché apre la stura ad un'infinità di situazioni paradossali e assurde.
Il contesto di Eva era quello di una creatura intelligente e perfetta, fatta esplicitamente, insieme a suo marito, regina del creato ad essa soggetto.
Dal momento che se un essere parla è intelligente e perciò stesso persona, un animale che parlasse noin sarebbe più una bestia ma un essere umano o altro (comunque persona) sotto mentite spoglie. Cioè non più un essere inferiore su cui Adamo ed Eva avessero diritto di disporne a piacimento.
Quindi se il serpente apparteneva, come appartiene ed apparterrà, al mondo animale, costitutivamente inferiore all'uomo proprio per la mancanza di intendimento razionale, quel serpente NON POTEVA PARLARE IN ALCUN MODO PER VIRTU' PROPRIA.
Questo dice oggi la logica delle persone intelligenti.
Perché mai ad Eva non sono venute in testa queste conclusioni?
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est modus in rebus