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Lettura domenicale: Mt 22:34-39

Ultimo Aggiornamento: 25/10/2005 08:55
25/10/2005 08:55
 
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Cari amici,
Vorrei rendervi partecipi di alcune riflessioni riguardo alla lettura evangelica di domenica scorsa. In apparenza la lettura sembra molto semplice e comprensibile (Mt cap 22):

34Allora i farisei, udito che egli aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme 35e uno di loro, un dottore della legge, lo interrogò per metterlo alla prova: 36"Maestro, qual è il più grande comandamento della legge?". 37Gli rispose: "Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. 38Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. 39E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. 40Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti".

Perché una domanda ed una risposta del genere ? In apparenza sia la domanda sia la risposta sembrano abbastanza banali. Nei vangeli si assiste diverse volte a situazioni in cui i dottori della legge cercano di mettere in difficoltà Gesù riguardo a quella che secondo loro è la verità di Dio. Eppure come può la domanda in questione essere una “domanda trabocchetto” ? La risposta sembra così scontata !
Bisogna sapere che benché sia vero che Dio diede agli Israeliti, tramite Mosè, i 10 comandamenti (tutti ricordiamo l’omonimo film :-) ), successivamente i dottori della legge si premurarono di cercare di applicarli praticamente a tutti i casi possibili della vita generando centinaia e centinaia di precetti che loro si vantavano di conoscere a memoria. Costoro, nel loro zelo, contarono addirittura tutte le parole e tutte le lettere dell’Antico Testamento e si gloriavano di attenersi ad ogni lettera di questo guazzabuglio immenso di norme. Quindi la domanda “trabocchetto” a Gesù era: “Ora, vediamo se tu, che dici addirittura di venire direttamente da Dio, conosci veramente la legge ?! Perché noi dottori invece siamo talmente bravi che la conosciamo e la applichiamo lettera per lettera ! Dimostraci di essere più bravo !”.
Cosa risponde Gesù ? Beh, rade semplicemente al suolo qualunque argomento: i cavilli nell’applicare la volontà di Dio sono assolutamente inutili. Esistono due comandamenti, simili, gemelli ed imprescindibili, dai quali tutto il resto dipende: amare Dio ed il prossimo. E’ quindi inutile gloriarsi di attttenersi ad ogni regoletta più minuta se si perde questo di vista. Per essere in grazia con Dio (e con se stessi) non serve il manuale delle regole da seguire: bisogna amare ! L’amore di cui si parla è quello che il Greco traduce con “Agape”, a volte tradotto con “carità”, e che è la propensione verso il prossimo e la sua totale accettazione. Questo modo di intendere è comprensibile se si considera l’atteggiamento che i farisei tenevano con quelli che loro consideravano peccatori: il disprezzo più totale. Si attenevano ad ogni minimo cavillo, dicevano di amare Dio e magari anche lo facevano, ma alla fine disprezzavano il prossimo. Quindi non basta amare Dio, anche con tutta la propria energia, per essere a posto. Gesù stesso dice (Mt cap 7):

21Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. 22Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demòni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome? 23Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità.

Cosa bisogna fare dunque ? Cosa vuol dire amare il prossimo e fare la volontà di Dio (e anche il nostro bene naturale, perché le 2 cose coincidono) ? Molti esempi compaiono nei vangeli a riguardo, ma ne scelgo uno in particolare, perché ben si ricollega al brano da cui tutto questo è partito (MT cap 25):

31Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. 32E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, 33e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. 34Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. 35Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, 36nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. 37Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? 38Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? 39E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? 40Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me. 41Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. 42Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; 43ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. 44Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? 45Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me. 46E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna".

Ebbene, innanzitutto qui vediamo che le azioni di amare il prossimo e di amare Dio praticamente coincidono (benché i TdG affermino che Dio e Cristo non coincidono), perché ogni cosa fatta al prossimo è fatta a Cristo. Ma c’è di più, mentre i farisei si vantavano di conoscere a menadito centinaia e centinaia di norme, qui ci viene detto che la salvezza si può addirittura ottenere senza saperlo !!! Ecco cosa è “la volontà del Padre mio che è nei cieli”, tramite la quale si ottiene la salvezza. E per essere andare un po’ più a fondo su cosa questa “volontà” implichi si potrebbe anche citare Gv cap 13:

34Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. 35Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri".

Qui si afferma addirittura che non basta amare il prossimo come sé stessi, ma anche di più ! Ci vorrebbe “l’amore totale”, quello con cui Dio, tramite il sacrificio di Cristo, ha amato gli uomini. Amare non come sé stessi, ma come Dio è capace di amare. L'uomo é fatto ad immagine di Dio e dovrebbe poter seguire la immancabiel propensione di Dio ad amare.
Come dice S. Paolo (1Cor cap 13):

1Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.
2E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla.
3E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova.
4La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, 5non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, 6non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità. 7Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. 8La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà. 9La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia. 10Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. 11Quand'ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l'ho abbandonato. 12Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch'io sono conosciuto.
...
13Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!

Spero di non avervi tediato troppo :-) !
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