(Mario70) ha scritto:
Come ho scritto in precedenza quei 3 codici sono solo i più importanti, ma non gli unici
Certo, ma non sono i codici più antichi ed autorevoli. Un esame comparativo di tutti questi codici, ha portato gli studiosi alla conclusione che il MI fosse presente nei testi originali. Infatti i testi critici più autorevoli, come il Nestre-Aland lo contengono.
inoltre ce ne sono altri che omettono l'intero versetto e non solo il "mi",
Ma questi codici che omettono l'intero versetto non sono, come dicevo, i più autorevoli. Se così fosse, nei più recenti e "raffinati" testi critici questo versetto non ci sarebbe.
...Traduzioni moderne che non hanno incluso il "mi": Di, LND,ASV, DBY, DRB...
Parlo anche nella pagina
www.infotdgeova.it/tnm2.htm del fatto che vi sono altre traduzioni che omettono il MI. Mi pare però che si tratti sempre di versioni basate su testi critici in cui il MI non è presente. Per esempio, la
Diodati si basa sul
Textus Receptus in cui il MI è omesso. Tale testo non è però accurato ed attendibile come gli attuali testi critici, e questo è riconosciuto dalla stessa WTS (
www.infotdgeova.it/tnm2.htm#_ftn2 ).
Ma poi alla fine ma che senso ha dire "se mi domanderete qualche cosa nel nome mio"? E come se chiamando Achille gli dicessi "Achille, nel nome di Achille dammi da mangiare...) non sembrerei fuori di testa?
No, non mi sembra così strano questo modo di esprimersi. E' come se tu dicessi: "Gesù, te lo chiedo nel tuo nome [= ciò che tu hai fatto per gli uomini, ciò che tu sei e rappresenti], ascolta questa mia preghiera ed esaudiscila".
Non ci vedo nulla di strano o di illogico.
Inoltre, ti ricordo ancora che il fatto che questa lettura sia più "difficile" è una indicazione che deve trattarsi della lettura originale, e che la "semplificazione" (= omissione del MI) è avvenuta in seguito, come attestato dai manoscritti più
recenti in cui il MI non è presente.
Ciao
Achille
[Modificato da Achille Lorenzi 31/10/2005 11.18]