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Alfa e Omega: introduzione ad Apocalisse

Ultimo Aggiornamento: 02/02/2006 20:26
31/10/2005 08:56
 
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(Mario70) ha scritto:

Vista tutta questa confusione perchè si continua ad usare questo passo che con molte probabilità non era inserito nell'originale o almeno ci sono dubbi che lo fosse?

Si continua ad usare questo passo perché gli eruditi che hanno compilato i testi critici hanno concluso che è più probabile che il MI fosse presente nei testi originali. Infatti anche se alcuni manoscritti omettono il MI, tale parola è presente nei più antichi ed autorevoli testi.
Copio/incollo dal sito:
In nota la TNM "grande" specifica che in alcuni codici il MI è presente. Ma questo non dimostra la buona fede dei traduttori: infatti, prendendo per buona proprio quella nota, si può verificare che solo 3 codici NON conterrebbero il "MI", mentre ben 7 lo contengono. Riguardo ai tre che non lo conterrebbero, uno è la Vetus Latina che non è un originale ma è una traduzione in latino, mentre i codici A e D risalgono al V-VI secolo e quindi non sono tra i più antichi. A parte la differenza numerica tra i codici che lo contengono e quelli che non lo contengono, se un codice più antico lo contiene ed uno successivo non lo contiene, quale è più attendibile? Non per nulla sia il testo critico di Westcott e Hort che il più aggiornato Nestle Aland, riconosciuti da tutti, compreso il Corpo Direttivo, riportano il "MI"!
La nota della TNM dice quanto segue:
"Chiederete", ADIt e in armonia con 15:16 e 16:23; P66[Alef]BWVgSyh,p, "mi chiederete"
I simboli usati nella nota della TNM hanno questo significato:

A = Codice Alessandrino, greco, V secolo d.C;
D = Codici di Beza, greco e latino, V e VI sec.;
It = Vetus Latina, II-IV sec.
(Tre Codici che omettono il MI).

P66 = Papiro Bodmer II, greco, circa 200 d.C.; contiene quasi tutto il vangelo di Giovanni;
[Alef] = Codice Sinaitico, greco, IV sec.; contiene parte del Vecchio Testamento e tutto il Nuovo Testamento;
B = Manoscritto Vaticano 1209, greco, IV sec.; quasi tutta la Bibbia;
W = Codice di Freer, V sec.
Vg = Vulgata latina di Girolamo, circa 400 d.C.
Syh = Versione siriaca filosseniana-harclense, VI-VII sec.
Syp = Pescitta siriaca, aram. cristiana, V sec.
(Sette Codici che riportano il MI)

Vedi www.infotdgeova.it/tnm2.htm

Sempre il Nolli (che mi sta sempre più simpatico) sotto il "mi" (dopo aver scritto cosa significa "me" greco dice:"...Qualche manoscritto, anche di rilievo (A,D)omette me; sembrava strano pregare qualcuno in suo nome. Ma cosi la frase diventa una semplice ripetizione. Invece con me (lezione più difficile)Gesù diventa il centro di interesse, come colui che viene pregato ed esaudisce la preghiera."

Non ho letto quanto scrive il Nolli, ma mi bastano queste tue citazioni per comprendere che tale studioso è favorevole alla lettura "mi chiederete"
Infatti Nolli osserva che l'omissione del "me" venne effettutata perché "sembrava strano pregare qualcuno in suo nome". Ma in tal modo, osserva Nolli, il versetto non dice nulla di nuovo, diventando "una semplice ripetizione". Invece con "la lezione più difficile" Gesù diventa il centro di interesse, l'oggetto della preghiera.
Dire che la lezione è "più difficile" non significa sostenere o far pensare che si tratti di una lezione sbagliata. Anzi, la lezione più difficile è generalmente la più autentica. Infatti che cosa è più probabile: che qualche amanuense abbia omesso una parola che - secondo il suo parere - rendeva più difficile la lettura di un passo, o che invece qualcuno abbia aggiunto una parola che avrebbe reso più complessa ("difficile") la comprensione di tale versetto?
E' molto più probabile un'omissione "semplificante" che un'aggiunta "complicante" [SM=g27822]

Ciao
Achille
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