Su invito di Achille riprendo qui la discussione con Free
Intellego ut credam, capisco per credere...
" Che Gesù usasse parabole non vi è alcun dubbio: solo che le parabole di Gesù è evidente a tutti che sono parabole."
Nel caso di Natan il genere letterario non fu rivelato ed infatti Davide fu tratto in inganno, eppure fu ugualmente efficace.
"Il problema è un testo bello chiaro e lampante che mi parla di un giardino situato in un punto preciso della terra"
E dove sta scritto che un racconto all'inizio deve specificare a che genere letterario appartiene? E' il testo stesso tra le righe a farci capire che è metaforico, col ricorrere incessante di elementi simbolici come il 7 o le contaminazioni dalla mitologia babilonese che sono chiarissime. Basti poi dire che i due racconti della creazione differiscono nell'ordine delle cose create.
"e che siccome non si sposa con le attuali nostre conoscenze scientifiche sono costretto a rimasticarlo ricorrendo all'ermeneutica, ed ad una sorta di astrusa e quanto mai sfuggente conoscenza, guarda caso, relegata nelle mani di pochi sapienti."
Tutta la nostra vita è ermeneutica, ogni comprensione è un'interpretazione, la letteralità è un mito. Ogni uomo interpreta alla luce delle categorie del suo tempo ed in base ad un linguaggio che ci precede e ci controlla. Noi non dominiamo la lingua, è la lingua che domina noi in quanto nasciamo in un mondo con linguaggi già precostituiti che ci modellano.
"guarda caso, relegata nelle mani di pochi sapienti.""
Pochi sapienti? Apri l'introduzione di qualunque Bibbia, non occorre una laurea al Biblico di Roma.
"Ma se devo farmi dire da questi pochi sapienti ed illuminati come leggere Genesi, mi chiedo anche perchè Dio non ha parlato direttamente tramite loro"
Dio s'è sempre servito di profeti che parlavano in sua vece, ma l'oralità è solo una dimensione della rivelazione.
"Chi l'ha detto che l'intelligenza finita sia connaturato alla creatura ?"
Perché se l'intelligenza non fosse finita sarebbe in-finita(cioè non-finita), ossia saremmo onniscienti, il che può essere detto solo di Dio. E' un tema che tormentò anche Cartesio nelle Meditazioni Metafisiche quindi non scoraggiarti se ti risulta ostico. Basti dire che per comprendere l'atto creativo prescindendo dalle metafore dovremmo essere Dio, infatti essa è il più grande mistero di tutti i tempi, cioè la creazione del Tutto dal Nulla. Come può Dio far uscire qualcosa dal nulla? E' un mistero che inerisce all'onnipotenza e all'onnipresenza di Dio, nulla di strano dunque che ci venga presentata la creazione tramite un genere mitico.
"Tu mi parli di Matteo e di testimonianze contemporanee. OK! Ma chi mi dice che ciò che leggo oggi non sia la naturale limitura di avvenimenti passati accuratamente ripuliti da varie organizzazioni cristiane?"
Abbiamo papiri dei Vangeli così vicini agli evangelisti che sarebbe assai improbabile. Il papirò pià antico di Giovanni ad esempio risale a 25 anni dopo l'originale. Ti sembra forse possibile che in 25 anni un testo venga manipolato in modo grave?
"Esempio: L'olocausto è accaduto solo 60 anni fa, vero ? Eppure a distanza di soli 60 anni la gravità del fatto presso le generazioni più giovani è praticamente stata assorbita, tanto che non solo molti giovani ma anche critici contemporanei pongono dei dubbi e fanno riflessioni assolutamente soft rispetto ai fatti."
Il negazionismo è fuori moda da vent'anni, i suoi sostenitori si contano sulle dita, letteralmente. Quando sono i fatti a parlare c'è ben poco da smentire.
"Per ultimo, confondere la divinità con la perfezione mi pare si una forzatura."
La divinità implica la perfezione in quando Dio è "ciò di cui non può essere pensato nulla di più grande", come dice San'Anselmo. Se gli mancasse una perfezione non sarebbe Dio, in quanto si potrebbe pensare a qualcosa più grande di Lui, cioè a qualcuno che oltre alle Sue perfezioni ne abbia altre in più. Allo stesso modo la perfezione assoluta implica la divinità, perché se ti mancano delle perfezioni non sei perfetto. E poi cosa vuol mai dire perfetto? I tdG su questo punto hanno una mentalità filosoficamente primitiva e materialistica. Mi capitò di dire ad un'amica TdG che Gesù, essendo di etnia ebraica e non un nordico, forse era basso di statura rispetto a noi, magari un metro e sessantacinque. Al che lei replicò scandalizzata: "anche di più, era perfetto!" Devo dire che mi sono cadute le braccia. L'altezza è indice di perfezione? E se fosse così è più perfetto 1.80 m o 1.82 m? E' più perfetto essere con gli zigomi alti o bassi? La perfezione fisica di cui parlano i TdG è una castroneria filosofica. Certo mi replicherete che con perfezione si intende la mancanza di peccato originale. Ma un uomo senza peccato è perfetto? Sarà perfetto sul piano morale ma non per questo è diventato perfetto in forza o in intelligenza, infatti qual è la perfezione della mente? Avete un quoziente intellettivo di 150? Ma non è perfetto, chi infatti avesse un Q.I. di 180 sarebbe più perfetto, e dunque quello di prima non era perfetto. Andando avanti di questo passo si arriva facilmente ad intuire che l'intelligenza perfetta è solo l'intelligenza infinita, ma questa è una prerogativa di Dio. Per questo perfezione implica divinità, perché non si è perfetti se non si è la somma di tutte le infinite perfezioni.
Ad maiora
[Modificato da Polymetis 19/10/2005 16.29]
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Ά όταν έκτιζαν τα τείχη πώς να μην προσέξω.
Αλλά δεν άκουσα ποτέ κρότον κτιστών ή ήχον.
Ανεπαισθήτως μ' έκλεισαν απο τον κόσμο έξω
(Κ. Καβάφης)