La maestra alla scolaresca: “Allora ragazzi, l’altro giorno vi ho assegnato un compito! Oggi dovevate portare un oggettino caratteristico che rappresenti una città! L’avete fatto?” E gli alunni tutti in coro: “Sìììì!”
“Bene, tu, Fiorella, fammi vedere il tuo oggettino”. Fiorella tira fuori dalla sua borsa una gondola in miniatura con delle foglie morte messe sopra. E la maestra: “Bello, ma cos’è?” “Venezia d’autunno!” “Ah, carino” fa la maestra.
“Tu, Giacomino, fammi vedere il tuo”. Giacomino tira fuori una Tour Eiffel in miniatura con dei fiori incollati sopra e dice: “Parigi a primavera!” E la maestra: “Bravo Giacomino!”.
Dal fondo dell’aula si sente una voce che dice: “Signorina, mi scusi...”, e lei: “Che c’è Pierino?”
“Anch’io ho portato l’oggettino caratteristico che rappresenta la città!” E la maestra: “Fammi vedere!”
E lui, tirando fuori dalla cartella, un gabinetto in miniatura con una candela accesa incollata a fianco dice: “Eccola qua!” E la maestra: “Ma che cos’è?” E Pierino: “Questo? E’ Chicago di notte!”
La verità non è qualcosa di statico ma è basata su una conoscenza progressiva, in grado di mettere in discussione anche i precedenti concetti raggiunti usando il modello del metodo scientifico