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predizioni sul futuro

Ultimo Aggiornamento: 11/10/2005 02:38
10/10/2005 18:32
 
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Vorrei sapere cosa ne pensa la chiesa cattolica delle predizioni fatte sul futuro..pero non quelle fatte dai soliti medium,ma da persone, normali che hanno questa facolta di farlo.Per esempio ho conosciuto un ragazzo che va regolarmente alla Madonna delle Rose organizzando deigli interi pulman(tra cui ci sono molti miei parenti)per poi stare li tutto il giorno e scattando delle foto che poi lui interpreta come messaggi dati dalla Madonna!Inoltre,riesce a "consigliare"tanta gente perche ha questa facolta di vedere dentro le persone ed aiutarle(premetto che come persona lo trovata interessante sopratutto perche non ne fa scopo di soldi,e questo mi piace molto..)pero volevo sapere il punto di vista della chiesa e il punto di vista della Bibbia....possibile che come dice l organizzazione siano tutti per opera demonica?possibile che queste persone abbiano queste facolta perche gliele conferisce satana...a me sembrano persone buone...!ciau!!e poi la ibbia condanna il cristiano che si rivolge a loro?
10/10/2005 18:39
 
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Una risposta precisa te la darà certamente qualche altro forista più esperto di me, io purtroppo sono cattolico, ma non troppo ... praticante.
In quanto al considerare tutta opera demonica da parte dell'organizzazione, sicuramente loro ti risponderebbero che talvolta il demonio si traveste da angelo di luce ...
ciao a tutti
10/10/2005 19:03
 
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In merito alle profezie,avevo visto un documentario su rai 2 circa un mese fa che parlava del CODICE GENESI,in base al quale alcuni studiosi ebrei avevano scoperto una sorta di codice segreto nella Tora' da cui si deducevano alcune profezie come quelle relative per esempio all'11 settembre...

E' stato pubblicato un libro in italiano non mi ricordo di quale autore (un giornalista),...ad esempio,il codice parla anche di una sorta di olocausto nucleare che dovrebbe avvenire nell'area mediorientale entro il 2006...

Per non parlare poi di Nostradamus,dei ragazzi di Mediugorie,etc.etc..

C'e' da crederci?

Valerio

[Modificato da paiboon 10/10/2005 19.04]

10/10/2005 20:01
 
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La Bibbia è in effetti piena di esempi in cui delle rivelazioni vengono fatte attraverso apparizioni miracolose, non solo di Dio o angeli, ma anche di uomini: basta pensare all'apparizione di Mosè ed Elia sul Carmelo. Personalmente non mi verrebbe da escludere che ciò possa accadere anche oggi. Tuttavia, come in molti altri casi, le occasioni in cui secondo me ci si trova di fronte ad eventi realmente straordinari è molto meno frequente di quanto ci si vorrebbe far credere. E' palesemente dimostrato da studi appofonditi quanto l'autosuggestione possa agire anche su masse piuttosto grandi di persone portandole in molti casi a fenomeni di isteria collettiva, dove la "volontà" di vedere qualcosa fa da padona.
Tuttavia, indipendentemente dal chiederci se queste manifestazioni siano reali o no, penso che si possa chiedersi cosa abbiamo da imparare in proposito e come quello che verrebbe veramente rivelato ci influenzi veramente. Di cosa siamo alla ricerca: del facile miracolismo o di un insegnamento che lo travalica ?
Questa secondo me è una domanda fondamentale. Ogni qualvolta vedo la "fiera" della liquefazione del sangue di S. Gennaro, ad esempio, personalmente mi si accappona la pelle: non vedo più fede, vedo davvero idolatria. Vedo gente a cui non interessa per nulla che ci sia la presenza di Dio o no. Non vedo devozione, ma solo attesa dello "spettacolo". La fede è quella a cui basta credere che il miracolo sia successo una volta, non che debba ogni volta ripetersi. Quello a cui si assiste è invece quasi l'officiazione di un rito magico. Questo mi sconcerta. Nella Bibbia i miracoli hanno alla base sempre un insegnamento. Domandiamoci quale insegnamento si può trarre da ciò a cui assistiamo e se questo insegnamento sia veramente conforme all'esempio biblico. Quanto sarebbe meglio riuscire a spiegare a molta gente che la potenza di Dio entra davvero nei cuori della gente, ed è questo il miracolo più grande ? Il miracolo biblico non sarebbe nulla se dietro non vi fosse un concreto insegnamento per la vita dell'uomo in accordo con l'amore di Dio. Così per le "apparizioni". Il pellegrinaggio al luogo delle "apparizioni" dovrebbe essere innanzitutto un cammino interiore per scoprire il lato meraviglioso di Dio che c'è in ognuno di noi. Secondo me non ha senso accorere dove Dio si manifesta per vederlo. Se Dio veramente si manifesta questa dovrebbe essere un occasione per ricordarci la sua presenza dentro di noi ed all'interno della comunità. Certo molti "semplici" e "ingenui" ignorano questo aspetto, ma sarebbe ora che la Chiesa lo chiarisse attraverso organi ufficiali. Questo silenzio fa solo vivere gli sciacalli che vivono su questi fenomeni: ambulanti, venditori, speculatori, ciarlatani. Basta vedere che "spelonca di ladri" sono tutti questi santuari miracolosi dove si sfrutta la credulità e la buona fede della gente. Bisognerebbe insegnare più spesso come questi fenomeni servano non ad attrarre gente in qualche dove ma a farla rivolgere verso sè stessa o verso la propria comunità, dove Cristo, parola sua (Mt:18,20 : 20Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro") appare sempre in maniera meno roboante. Se davvero si riuscisse a credere questo le altre apparizioni diventerebbero accessorie.
10/10/2005 20:45
 
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ciao Sim...il fatto e che le persone associano a queste persone che hanno questo dono al fatto che certi messaggi vengano da Maria..tu mi parli del miracolo di San gennaro che e una cosa abbastanza eclatante,io parlo invece di gente comune che si rivolge (come nel caso di questo ragazzo)a persone che dicono di avere doni particolari,per esemp questo ragazzo ha aiutato una bambima che era posseduta,e lo ha fatto "solo"con la preghiera..e vero che tante cose possono essere favolette ma io ho conosciuto questo caso e ho conosciuto i genitori di quella bambina che adesso sono piu sereni e riconoscenti verso questo ragazzo,da allora questi genitori sono devoti alla Madonna delle Rose,Madonna che questo ragazzo ammira e aiuta nel suo nome.Io non sono per l adorazione per Maria,pero vorrei sapere appunto cosa ne pensa la chiesa perche secondo me la gente non sa cosa e giusto, o dove e il confine tra cose vere e baggianate!
10/10/2005 20:46
 
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Ciao milky! credo che sia utile leggere questo documento.Il grassetto è il mio.
Buona lettura!

Rivelazione pubblica e rivelazioni private: il loro luogo teologico
Da “Congregazione per la dottrina della fede: Il messaggio di Fatima – Commento teologico”, 13 maggio 2000

di Joseph Ratzinger

[...] L'insegnamento della Chiesa distingue fra la “rivelazione pubblica” e le “rivelazioni private”. Fra le due realtà vi è una differenza non solo di grado ma di essenza.

Il termine “rivelazione pubblica” designa l'azione rivelativa di Dio destinata a tutta quanta l'umanità, che ha trovato la sua espressione letteraria nelle due parti della Bibbia: l'Antico ed il Nuovo Testamento. Si chiama “rivelazione”, perché in essa Dio si è dato a conoscere progressivamente agli uomini, fino al punto di divenire egli stesso uomo, per attirare a sé e a sé riunire tutto quanto il mondo per mezzo del Figlio incarnato Gesù Cristo. [...] In Cristo Dio ha detto tutto, cioè se stesso, e pertanto la rivelazione si è conclusa con la realizzazione del mistero di Cristo, che ha trovato espressione nel Nuovo Testamento.

Il Catechismo della Chiesa Cattolica cita, per spiegare questa definitività e completezza della rivelazione, un testo di San Giovanni della Croce: “Dal momento in cui ci ha donato il Figlio suo, che è la sua unica e definitiva parola, ci ha detto tutto in una sola volta in questa sola Parola... Infatti quello che un giorno diceva parzialmente ai profeti, l'ha detto tutto nel suo Figlio... Perciò chi volesse ancora interrogare il Signore e chiedergli visioni o rivelazioni, non solo commetterebbe una stoltezza, ma offenderebbe Dio, perché non fissa il suo sguardo unicamente in Cristo e va cercando cose diverse e novità” (CCC 65, S. Giovanni della Croce, Salita al Monte Carmelo, II, 22).

Il fatto che l'unica rivelazione di Dio rivolta a tutti i popoli è conclusa con Cristo e con la testimonianza a lui resa nei libri del Nuovo Testamento vincola la Chiesa all'evento unico della storia sacra e alla parola della Bibbia, che garantisce e interpreta questo evento, ma non significa che la Chiesa ora potrebbe guardare solo al passato e sarebbe così condannata ad una sterile ripetizione. Il CCC dice al riguardo: “... anche se la rivelazione è compiuta, non è però completamente esplicitata; toccherà alla fede cristiana coglierne gradualmente tutta la portata nel corso dei secoli” (n. 66).

I due aspetti del vincolo con l'unicità dell'evento e del progresso nella sua comprensione sono molto bene illustrati nei discorsi d'addio del Signore, quando egli congedandosi dice ai discepoli: “Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé... Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l'annunzierà” (Gv 16, 12-14). [...]

In questo contesto diviene possibile intendere correttamente il concetto di “rivelazione privata”, che si riferisce a tutte le visioni e rivelazioni che si verificano dopo la conclusione del Nuovo Testamento [...]. Ascoltiamo ancora al riguardo innanzitutto il CCC: “Lungo i secoli ci sono state delle rivelazioni chiamate ‘private’, alcune delle quali sono state riconosciute dall'autorità della Chiesa... Il loro ruolo non è quello... di ‘completare’ la Rivelazione definitiva di Cristo, ma di aiutare a viverla più pienamente in una determinata epoca storica” (n. 67). Vengono chiarite due cose:

1. L'autorità delle rivelazioni private è essenzialmente diversa dall'unica rivelazione pubblica: questa esige la nostra fede; in essa infatti per mezzo di parole umane e della mediazione della comunità vivente della Chiesa Dio stesso parla a noi. La fede in Dio e nella sua Parola si distingue da ogni altra fede, fiducia, opinione umana. La certezza che Dio parla mi dà la sicurezza che incontro la verità stessa e così una certezza, che non può verificarsi in nessuna forma umana di conoscenza. È la certezza, sulla quale edifico la mia vita e alla quale mi affido morendo.

2. La rivelazione privata è un aiuto per questa fede, e si manifesta come credibile proprio perché mi rimanda all'unica rivelazione pubblica. Il cardinale Prospero Lambertini, futuro Papa Benedetto XIV, dice al riguardo nel suo trattato classico, divenuto poi normativo sulle beatificazioni e canonizzazioni: “Un assentimento di fede cattolica non è dovuto a rivelazioni approvate in tal modo; non è neppure possibile. Queste rivelazioni domandano piuttosto un assentimento di fede umana conforme alle regole della prudenza, che ce le presenta come probabili e piamente credibili”. Il teologo fiammingo E. Dhanis, eminente conoscitore di questa materia, afferma sinteticamente che l'approvazione ecclesiale di una rivelazione privata contiene tre elementi: il messaggio relativo non contiene nulla che contrasta la fede ed i buoni costumi; è lecito renderlo pubblico, ed i fedeli sono autorizzati a dare ad esso in forma prudente la loro adesione (E. Dhanis, “Sguardo su Fatima e bilancio di una discussione”, in: La Civiltà Cattolica 104, 1953 II. 392-406, in particolare 397). Un tale messaggio può essere un valido aiuto per comprendere e vivere meglio il Vangelo nell'ora attuale; perciò non lo si deve trascurare. È un aiuto, che è offerto, ma del quale non è obbligatorio fare uso.

Il criterio per la verità ed il valore di una rivelazione privata è pertanto il suo orientamento a Cristo stesso. Quando essa ci allontana da lui, quando essa si rende autonoma o addirittura si fa passare come un altro e migliore disegno di salvezza, più importante del Vangelo, allora essa non viene certamente dallo Spirito Santo, che ci guida all'interno del Vangelo e non fuori di esso. Ciò non esclude che una rivelazione privata ponga nuovi accenti, faccia emergere nuove forme di pietà o ne approfondisca e ne estenda di antiche. Ma in tutto questo deve comunque trattarsi di un nutrimento della fede, della speranza e della carità, che sono per tutti la via permanente della salvezza.

Possiamo aggiungere che le rivelazioni private sovente provengono innanzitutto dalla pietà popolare e su di essa si riflettono, le danno nuovi impulsi e dischiudono per essa nuove forme. Ciò non esclude che esse abbiano effetti anche nella stessa liturgia, come ad esempio mostrano le feste del Corpus Domini e del Sacro Cuore di Gesù. Da un certo punto di vista nella relazione fra liturgia e pietà popolare si delinea la relazione fra rivelazione pubblica e rivelazioni private: la liturgia è il criterio, essa è la forma vitale della Chiesa nel suo insieme nutrita direttamente dal Vangelo. La religiosità popolare significa che la fede mette radici nel cuore dei singoli popoli, così che essa viene introdotta nel mondo della quotidianità. La religiosità popolare è la prima e fondamentale forma di “inculturazione” della fede, che si deve continuamente lasciare orientare e guidare dalle indicazioni della liturgia, ma che a sua volta feconda la fede a partire dal cuore.

Siamo così già passati dalle precisazioni piuttosto negative, che erano innanzitutto necessarie, alla determinazione positiva delle rivelazioni private: come si possono classificare in modo corretto a partire dalla Scrittura? Qual è la loro categoria teologica? La più antica lettera di San Paolo che ci è stata conservata, forse il più antico scritto in assoluto del Nuovo Testamento, la prima lettera ai Tessalonicesi, mi sembra offrire un'indicazione. L'apostolo qui dice: “Non spegnete lo Spirito, non disprezzate le profezie; esaminate ogni cosa, tenete ciò che è buono” (5, 19-21).

In ogni tempo è dato alla Chiesa il carisma della profezia, che deve essere esaminato, ma che anche non può essere disprezzato. Al riguardo occorre tener presente che la profezia nel senso della Bibbia non significa predire il futuro, ma spiegare la volontà di Dio per il presente e quindi mostrare la retta via verso il futuro. Colui che predice l'avvenire viene incontro alla curiosità della ragione, che desidera squarciare il velo del futuro; il profeta viene incontro alla cecità della volontà e del pensiero e chiarisce la volontà di Dio come esigenza ed indicazione per il presente. L'importanza della predizione del futuro in questo caso è secondaria. Essenziale è l'attualizzazione dell'unica rivelazione, che mi riguarda profondamente: la parola profetica è avvertimento o anche consolazione o entrambe insieme. In questo senso si può collegare il carisma della profezia con la categoria dei “segni del tempo”, che è stata rimessa in luce dal Vaticano II: “... Sapete giudicare l'aspetto della terra e del cielo, come mai questo tempo non sapete giudicarlo?” (Lc 12, 56). Per “segni del tempo” in questa parola di Gesù si deve intendere il suo proprio cammino, egli stesso. Interpretare i segni del tempo alla luce della fede significa riconoscere la presenza di Cristo in ogni tempo. Nelle rivelazioni private riconosciute dalla Chiesa si tratta di questo: aiutarci a comprendere i segni del tempo ed a trovare per essi la giusta risposta nella fede. [...]

Testo integrale su:
www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_20000626_message-fatima...
10/10/2005 23:48
 
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Ciao Milky,
non volevo essere frainteso. Cerco di spiegarmi megli: perdonami se ti sembrerò un po' complicato [SM=g27822] !
Il mio riferimento ad un fatto eclatante si ricollega col fatto che anche qualcosa che accade "in piccolo", tra la gente "comune", se non si pone attenzione, può sviare da quella che almeno io ritengo essere la vera fede. Questo per dire che come tanti, nel caso eclatante del miracolo di San Gennaro, stanno a naso in su aspettando l'evento magico, quasi in un rapporto di dipendenza, così non è affatto infrequente che nei confronti di personalità "carismatiche" (con riferimento a quelli che S. Paolo chiama carrismi: profezia, lingue...) si creino dei rapporti di dipendenza e aspettativa che poco hanno a che fare con la vera fede. La cronaca è piena di questi casi e personalmente anche io ne conosco alcuni. Così il mio invito era quello di cercare di guardare al di là di quello che sembra essere il carisma stesso per concentrarci su quello che tale carisma vuol esplicare. Pensiamo ai santi: i santi di per sè stesso sono nulla se non sono riferiti all'esempio di Cristo. Essi sono santi proiprio perchè nella loro vita e opere prepotentemente compare l'imitazione di Cristo. Spesso ci si sofferma troppo sulla persona del santo, perchè è questa che ci sta sotto gli occhi, gli si attribuisce quasi una valenza "magica", e si trascura il messaggio che porta e la virtù cristiana che identifica. Si vede il santo, o il carisma, o la rivelazione, senza però vedere ciò che invece la muove e la genera, che è l'opera di Dio attraverso lo Spirito Santo. Si vede la persona che rivela, ma spesso non la parola di Dio che si rivela. Lo stesso vale secondo me per quanto riguarda quello che nell'intervento di Aurora viene definito come "rivelazione privata". Si dovrebbe, a parer mio, filtrare questa rivelazione attraverso l'esperienza di Cristo e della Parola di Dio. Ciò corrisponde a quel processo di interiorizzazione personale della "rivelazione" che riceviamo che ho voluto descrivere nel mio precedente intervento. Mi pare che questo sia più o meno anche ciò che invita a fare il Catechismo della Chiesa Cattolica postato da Aurora.
In effetti tu hai chiesto se qualcuno ti sapesse fornire un parere ufficiale della Chiesa, e io ti sto solo dando una mia opinione... [SM=g27822] Spero se non altro che quanto dico ti possa almeno sembrare ragionevole. Il mio è in fondo un invito ad andare coi piedi di piombo riguardo a questi argomenti. Non sto negando affatto che la gente abbia bisogno di credere e che per credere tali manifestazioni siano inutili o false. Se così fosse neppure Cristo avrebbe compiuto miracoli, ma si sa che i miracoli, quando Cristo li ha fatti, erano per accrescere la fede e comunicare un insegnamento riguardo a Dio, la sua natura, il suo amore per l'uomo. Erano per comunicae un messaggio. Il mio invito, anche nelle possibili manifestazioni odierne, come quelle da te menzionate, è di cercare questo messaggio e a validarne il significato con il paragone di Cristo e la parola di Dio.
E' pieno di sedicenti carismatici che sostengono di essere in comunicazione con entità + o - divine, che sembrano perfino operare cose che vanno al di là della nostra comprensione. Anche Gesù ha affermato che dobbiamo aspettarcelo (Mt: 24,11 : 11Sorgeranno molti falsi profeti e inganneranno molti).
Chiediamoci tuttavia, di fronte a tutto ciò, specialmente se la persona in questione sostiene di attenersi "concetti" cristiani, se ciò che mi si presenta appare veramente conforme al messaggio di Cristo e in tal caso quanto può essere da me interiorizzato per un migliore rapporto di fede con Dio.
Forse ti sembrerò un po' "freddo" [SM=g27820]... ma ho avuto esperienze di situazioni simili dove in realtà invece della libertà offerta da Dio all'uomo attraverso la sua parola regnava solo dubbio, paura, dipendenza, magia e pseudoreligione [SM=g27825] .
11/10/2005 00:28
 
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ciau!!!sei stato molto chiaro!!![SM=g27822] comunque cerchero di conoscerlo meglio...vedremo qual e il suo messagio...grazie della tua risposta!!![SM=g27823]
11/10/2005 02:38
 
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Cara Milky,

"Teniamo lo sguardo fisso su Gesù, nostra guida ed esempio perfetto di fede. Ebrei 12:2/a

Di persone, come quella che hai conosciuto, è pieno il mondo.

Ci sono delle persone "speciali" anche negli ospedali, fra i volontari nel mondo, nella "chiesa" o in altre confessioni religiose.

"Uno solo è il vostro Maestro, il Cristo, voi tutti siete allo stesso livello, come fratelli. Matteo 23:8

Un Cordiale Saluto
Pino
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